Andrea Taglia

Andrea Taglia è un apprezzato fonico Italiano con una passione sfrenata per la navigazione in Internet e sempre alla ricerca di nuovi siti da ispezionare accuratamente. Come riesci a trovare il tempo per navigare considerando che operi costantemente in produzioni molto impegnative e lontano da casa?

Grazie innanzitutto per “l’apprezzato fonico italiano”…spero sia davvero così!
Per quanto riguarda internet in realtà la mia non è una passione sfrenata, passione invece che nutro per audio e dolci!,trascorro in verità ben poco tempo appeso ad una linea telefonica, tento solo di usare ogni nuovo mezzo che ci viene messo a disposizione per svolgere al meglio il mio lavoro, in questo credo che internet sia insuperabile.
Apprezzo inoltre la possibilità di utilizzo illimitata, è infatti possibile collegarsi alla rete delle reti da qualunque linea telefonica, con un buon abbonamento è inoltre possibile effettuare quasi sempre chiamate su linea urbana con un buon risparmio.

Pensi che un mezzo di diffusione delle informazioni come Internet sia ormai uno strumento insostituibile, oppure è ancora presto per considerarlo tale?

Credo che internet sia un mezzo di diffusione davvero insuperabile, l’unico vero ostacolo, almeno per la situazione italiana, è sia il costo delle apparecchiature (personal computer+modem) che il costo delle telefonate necessarie per collegarsi.
In altri stati il collegamento internet è di molto scontato rispetto alle normali telefonate urbane o è addirittura gratuito (Stati uniti), inoltre la proverbiale arretratezza tecnologica nelle famiglie italiane ne limita spesso l’uso ad un ambito lavorativo anche se percepisco che la situazione è in rapida mutazione.
Credo inoltre che vi sia in gran parte della popolazione un certo grado di ignoranza rispetto alla vera essenza di internet, grazie alle campagne stampa in atto immagino che in un prossimo futuro l’arcano sia svelato anche al grande pubblico.

Spesso si sente dire che la figura di fonico da studio è inconciliabile con quella di fonico live. Anche tu pensi che le differenze di impostazione del lavoro siano tali da renderne impossibile l’attuazione da parte di un professionista?

Credo che esistano come in ogni professione delle differenze, così come ne esistono tra la pesca in acqua dolce e in acqua salata ma ritengo anche che la peculiaretà del lavoro possa essere la stessa, ovvero un ottimo risultato sonoro.
Pertanto immagino che un buon professionista in studio, qualora sia disposto a confrontarsi con il nuovo impegno con umiltà e dedizione non partendo dall’assunto che siccome è un buon fonico in studio lo sia altrettanto in una situazione live, possa comunque ottenere dei buoni risultati anche nel live.
Occorre comunque affrontare il nuovo impegno con la massima attenzione supportati da figure di certa professionalità e magari iniziando affiancati da un fonico live di sicura affidabilità che ci introduca in un mondo che è completamente diverso dallo studio.
Credo che Marti Jane Robertson sia un ottimo fonico in studio e contemporaneamente riesca ad ottenere degli ottimi risultati live soprattutto quando è affiancata da competenti tecnici che curano la disposizione del P.A., durante l’ultimo tour di Fossati ho potuto assistere ad unconcerto che sembrava un vero e proprio disco…live!

Prestando la tua opera come docente in diversi workshop riservati ai fonici (o aspiranti tali), hai potuto constatare un’aumento della professionalità da parte degli addetti ai lavori?

Credo che la professionalità non sia aumentata drasticamente, d’altronde sarebbe difficile che ciò accadesse in breve tempo, però ho notato che moltissimi tecnici audio, anche tra i non più giovani, hanno iniziato ad approfondire le proprie conoscenze tecniche.
Credo che nei prossimi anni vi sarà una grande crescita generale nel settore, sono molto speranzoso poichè una maggiore qualità umana consentirebbe dei grandi progressi all’intera categoria.

E dal punto di vista della soddisfazione personale, ti entusiasma di più il lavoro di fonico o quello di docente?

Personalmente amo profondamente tutto ciò che mi vede coinvolto altrimenti…semplicemente non lo faccio!
Pertanto fonico o docente differenza non fa anche se ultimamente sto concentrando le mie energie nel sound design ovvero nel progettare, installare e verificare impianti audio che vengono poi gestiti da altri fonici di mia fiducia.
Sotto questa veste ho già realizzato gli impianti per Spoleto Festival edizione 1999 e 2000, il musical West Side Story presso il Teatro alla Scala e in questi giorni l’impianto per Beatrice e Isidoro, musical in scena al Teatro Smeraldo di Milano.
Credo che il sound design rappresenti il punto d’arrivo dopo aver avuto la possibilià di lavorare come fonico in moltissime situazione, con una latente noia che ho scoperto assalirmi quando si tratta di replicare lo stesso spettacolo per molti mesi!
Pertato mi sono dotato di un potente software di simulazione, EASE, di un software di analisi, Smaart oltre a tutta una serie di software che già possedevo per elaborare liste di compatibilità di radiofrequenze per sistemi di radiomicrofoni o in-ear monitor.
Munito di tutto ciò trovo molto interessante occuparmi per un tempo limitato di un’operazione che poi continua a vivere e si arricchisce grazie alla professionalità ed alla fantasia delle persone che rimangono a gestire l’impianto.

La lista dei lavori da te eseguiti è veramente impressionante. C’è una realizzazione in particolare che ti piace ricordare con soddisfazione ed orgoglio?

Personalmente cerco di realizzare ogni lavoro che mi viene commissionato con il massimo della professionalità e della passione, il mio rapporto con il lavoro è infatti di simbiosi totale, chi mi conosce sa come spesso dimentico la vita per ultimare al meglio il mio lavoro.
Purtroppo debbo però dire che non sempre riesco ad incontrare persone altrettanto appassionate del proprio lavoro e poichè uno spettacolo è sempre frutto di un lavoro comune non sempre si riesce a confenzionarlo come si deve, spesso non per propri demeriti.
Così le esperienze migliori nascono da equipe affiatate, appassionate ed interessate al proprio lavoro, amo pertanto ricordare lo spettacolo teatrale “Fede Speranza e carità”, regia di Massimo Castri al Fabbricone di Prato, lo spettacolo musicale “Schoenberg Kabarett” regia di Peter Stein allestito al Teatro Massimo di Palermo, e la tournèe di Jovanotti del 1997, tutte occasioni dove un gruppo solido tecnicamente ed umanamente contribuì a creare dei grandi spettacoli.

Pensi che l’affermata supremazia in Italia di marchi esteri nel settore professionale sia dovuta alla effettiva superiorità dei prodotti, oppure si tratta di pura esterofilia?

La domanda così formulata è vaga poichè bisognerebbe analizzare prodotto per prodotto in relazione alle alternative nazionali.
Personalmente credo che nella fascia di mercato medio alta pochi prodotti audio italiani siano davvero competitivi con il know-how di aziende estere quali Midas, BSS, Meyer, Crest, Electro Voice, Shure, DBX, ecc.
Invece nella fascia medio bassa del mercato credo che le aziende italiane siano competitive anche poichè molte di esse si sono poste un preciso target di mercato che sanno raggiungere con prodotti dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
Ritornando al discorso precedente riguardo la crescita professionale dell’intero settore credo che se gli imprenditori possedessero una maggiore cultura sarebbero in grado di scegliere un prodotto non in base alla pubblicià ma secondo una seria analisi delle prestazioni, l’unico metodo obiettivo di valutazione, così ogni accusa di esterofilia sicuramente scomparirebbe!

Negli ultimi anni nel settore audio, come in tutti i settori tecnologici, ci sono state importanti novità veramente interessanti. Qual’è stata secondo te negli ultimi tempi la più geniale ed utile innovazione del settore?

Credo che la grande innovazione tecnologica nel mondo audio non sia ancora giunta o, almeno, non si sia ancora completamente manifestata.
Non ho dubbi infatti che il futuro sia nel controllo via software di gran parte delle nostre macchine, analogiche o digitali che siano, un aspetto sinora introdotto in modo piuttosto marginale solo da alcuni marchi anche se quasi giornalmente nuovi prodotti si affacciano.
Il vero goal sarà raggiunto dal costruttore che riuscirà a realizzare degli apparecchi che accanto ad un feeling meccanico proprio dei prodotti solo hardware sappia sviluppare delle macchine via software potentissime e con un rapporto qualità prezzo interessante.

Auguriamoci allora che questo goal venga segnato prima possibile e che il controllo via software possa diventare al più presto una consolidata realtà e non solo un piacevole gadget… Ti ringraziamo da parte dei lettori di ZioGiorgio e ci auguriamo di incontrarci nuovamente magari in qualche bella situazione dal vivo.

ZioGiorgio.

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