Considerazioni per un corretto monitoraggio surround!
Lo scorso Ottobre è partito un progetto ambizioso di registrazione e masterizzazione su DVD-A, come annunciato il 20/6 sul sito di Pro Sound News relativo ad un enorme repertorio di musica classica, la Warner Bros ha annunciato il 14/11 il rilascio del primo DVD-A, Neil Young ha annunciato per il 5/12 il suo nuovo lavoro in DVD-A ecc.
Era ora! Diremo in tanti, a partire dalle orecchie molto analitiche dei miti come David E Blackmer(1) e George Massemburg che hanno lamentato per anni la scarsa qualità del supporto CD!
Al solito i primi prodotti sono quelli dell’Industria Discografica Americana, quella che ha sicuramente maggiori capitali a disposizione per poter affrontare e sperimentare questi nuovi territori.
Personalmente ho avuto il piacere di ascoltare in anteprima durante l’AES di Los Angeles una traccia del nuovo lavoro di Joni Mitchell con accompagnamento orchestrale, registrato con la tecnica 5.1 su un Super Audio CD e devo ammettere che è stato veramente emozionante, era come esserci!
L’arrivo sul mercato di questi supporti per la musica, che finalmente supereranno i limiti dei cd(2), era stato auspicato da anni; entrambi i supporti attualmente contengono otto tracce separate, un missaggio 5.1 ed un missaggio stereo, la differenza principale è nel campionamento che è 24bit/96kHz per il DVD-Audio, portato a 24/192 per le tracce stereo, mentre il Super Audio CD campiona 1bit/2,882MHz; entrambi i sistemi garantiscono una dinamica superiore di almeno 20dB(!) a quella dei CD ed una risposta in frequenza lineare fino ad almeno 40 o 100kHz!
Questi sistemi cambieranno sicuramente il nostro modo di lavorare in studio.
In articoli futuri affronterò le tecniche di ripresa e di registrazione, in questo contesto intendo approfondire solo la riproduzione.
L’approccio a queste nuove tecniche comporta delle variazioni anche per il missaggio, come creare/adeguare il sistema di monitoraggio professionale per essere “al passo dei tempi”?
Bene! Inizierei ricordando a tutti le risposte base sull’acustica delle regie degli studi di registrazione trattate sul “Manuale di Acustica” di Everest(3) e su “How to Build a SMALL BUDGET RECORDING STUDIO” di Everest e Shea(4), ma cosa cambierà realmente nelle nostre regie?
Trovo decisamente inadeguati tutti i progetti legati L.E.D.E. (live end dead end) e simili in quanto prevedono una parte della regia riflettente ed una parte assorbente, cosa incompatibile con la disposizione dei 5 monitor a banda intera in quanto rischieremmo un comportamento dinamico e spettrale diverso a seconda della loro posizione!
Penso che la migliore soluzione sia una sala che alterna “colonne” o “riquadri” assorbenti a quelli riflettenti, in modo tale da ottenere un assorbimento/diffusione il più uniforme possibile in tutta la regia.
L’attenzione ora passa al sistema di ascolto: innanzitutto non sarà composto, come l’ “home-theather”, da 3 tipi di monitor diversi per il canale centrale, i frontali ed i posteriori, ma dobbiamo avere monitor il più possibile omogenei per ridurre problemi di risposta in frequenza, fase e risposta dinamica.
È evidente che anche il concetto di monitor “matched pair” è diventato obsoleto, il limite era di costruire una coppia selezionata con una tolleranza ridottissima, mentre qui il problema diventa per 5 monitor a banda intera! E nell’immediato futuro il numero di monitor a banda intera potrebbe aumentare per lavorazioni un 6.1 con Dolby Ex o un 7.1 del Sony SDDS o del “nuovo” Dolby (sembra ci sarà un altoparlante sul soffitto)!
Allora? La situazione si deve risolvere sicuramente in un modo più semplice, non sapendo quanti monitor dovremo collegare nel prossimo futuro, essi dovranno essere il più possibile omogenei fra di loro, pertanto il concetto di “tolleranza di produzione” nei monitor acquisisce una valenza elevatissima.
Un altro concetto importante è nella simmetria del monitor stesso, non saranno più accettabili monitor con reflex laterali o con altoparlanti disallineati, il problema di immagine che già creavano nel fronte stereo qui sarà ampliato in modo incredibile, perturbando lo “spazio sonoro” (non è più giusto parlare di immagine stereo o fronte sonoro!) e rendendo il nostro sistema di ascolto poco selettivo ed affidabile…
Dopo aver stabilito questi parametri fondamentali ci troviamo di fronte all’ultimo problema: come collocare i monitor nella nostra regia.
Una risposta base esiste ed è stata stabilita dall’AES a seguito di moltissimi ed approfonditi esperimenti condotti da molti ricercatori sull’apparato uditivo e la sua selettività, in particolare ai segnali laterali e posteriori.
Lo schema AES stabilisce il collocamento dei monitor angolando di 30° i frontali rispetto al centrale e di 110° (anche se alcuni testi riportano 120°) i posteriori rispetto al frontale stesso.
Bisogna riporre la giusta attenzione anche alla risposta in frequenza: nei sistemi 5.1 i monitor principali devono lavorare a banda intera mentre il woofer avrà una frequenza di taglio superiore regolata dai vari standard (THX, dts ecc.).
Il concetto di banda intera significa scendere il più possibile in basso, possibilmente sotto i 50Hz, altrimenti potrebbe essere necessario utilizzare altri subwoofer per rendere nel modo corretto le frequenze inferiori, e nello stesso tempo salire oltre i 20kHz, per riprodurre e capire fino in fondo l’ “aria” che esiste negli ambienti di ripresa (e che il campionamento a 96kHz, finalmente, ci darà).
Il subwoofer è considerato come un canale indipendente di effetti delle frequenze inferiori, pertanto raggiunge un’importanza che finora non aveva ancora avuto in studio di registrazione, mentre non credo sia necessario, come si proponeva qualche anno fa, avere un subwoofer per i satelliti frontali.
Condivido il punto di vista di Mike Sokol(5) che il modo migliore per monitorare in surround sia di usare un amplificatore o un pre home-theather in modo tale da ricreare un sistema di ascolto vicino a quello casalingo, nel quale al subwoofer vengono inviate informazioni prelevate anche dai canali principali per evitare il danneggiamento dei woofer di questi ultimi! Un ultimo appunto riguarda la taratura del sistema di ascolto.
Come prassi acquisita si danno per buoni i principi stabiliti dalla Dolby, che prevedono una pressione sonora, al punto di ascolto, di 84dB dai canali principali e di 94dB dal subwoofer, con un segnale a banda ridotta tarato a -20dB del mixer.
In realtà se il nostro sistema di ascolto ce lo consente, potremmo andare anche oltre, rispettando comunque questo “step” di 10dB fra il subwoofer (misurato nella gamma 40-80Hz) ed i monitor a banda intera (misurati nella gamma 150Hz-8kHz).
Ora sorge un problema reale: lo “sweet spot” (punto ideale di ascolto) è diventato ridottissimo, la mia esperienza pratica mi ha insegnato che solo nel punto dove c’è il fonico l’ascolto è ideale, spostandoci indietro o di lato il nostro ascolto cambia e diventa difficile apprezzare in pieno lo “spazio sonoro” e l’equilibrio che si è costruito.
Una prima scelta per ampliare lo sweet spot dipende dai progettisti dei monitor, da anni conosciamo perfettamente la stretta relazione fra l’angolo ideale di emissione delle frequenze superiori ed il diametro della cupola degli altoparlanti (anche dei woofer!).
Ovviamente le frequenze più critiche sono nelle ultime due ottave; per ottimizzare lo sweet spot in questa gamma sarà necessario utilizzare altoparlanti particolari (come tweeter a cupola rovesciata o altoparlanti a nastro) o scendere, con tweeter a cupola, a diametri inferiori al classico pollice!
Inoltre qualsiasi movimento di una persona nel “cerchio magico” cambierà in modo drastico l’ascolto creando momentanee perdite della concezione esatta dello spazio, dei bilanciamenti e del posizionamento dei vari suoni.
Per quest’ultimo problema propongo una soluzione semplice ed efficace: posizionare i monitor molto al di sopra delle teste delle persone presenti in sala sedute in alto (p. es. 1,50mt) ed inclinati verso il “perimetro” della testa del fonico (ben oltre i 6° standard), in modo tale da ampliare lo sweet spot e rendere meno influente (sonoramente parlando) qualsiasi movimento dei presenti in regia.
Penso che il modo migliore e “meno ingombrante” do collocare i monitor posteriori in regia (che altrimenti sarebbero fra … i piedi) sia di usare, ove possibile dei supporti “elastici” dal soffitto, ossia doppie fasce per “imbracare” i monitor ed orientarli, che possono essere rimossi per altre lavorazioni.
Un’altra soluzione potrebbe essere di adottare degli stand ma ci sono due “grossi” problemi: l’altezza, a mia conoscenza nessun’azienda costruisce stand così alti, si fermano tutti poco sopra il metro, e la costruzione, alcuni sistemi sono costruiti con tubolari metallici vuoti senza una “base” superiore consistente e creano delle risonanze incontrollate nel sistema di ascolto che di nuovo potrebbero differenziare il suono dei monitor posteriori rispetto agli anteriori!
Spero che queste mie considerazioni si rivelino utili per voi, per eventuali comunicazioni contattatemi a:
[email protected]
Per correttezza, in questo contesto non risponderò a nessun quesito di tipo commerciale!
“music is not in the piano!”Francesco Passarelli – 44 anni, da due decenni nell’audio sia come proprietario di uno studio di registrazione che come “commerciale” e consulente per diverse aziende, attualmente consulente per il settore Proaudio della MidiWare.
Riferimenti:
1. The world beyond 20kHz – David E Blackmer – (c)1999 January Studio Sound2. Super Audio Compact Disc – A Technical Proposal – (c)1997 Sony Electronics Inc. and Philips Electronics N.V.
3. Manuale di Acustica – F. Alton Everest – (c)1996 Ulrico Hoepli Editore S.p.A.
4. How to Build a SMALL BUDGET RECORDING STUDIO – F. Alton Everest and Mike Shea – (c)1988 by Tab Books
5. Zen and the Art of Surround Mixing – Mike Sokol – (c)2000 September Electronic Musicians