Paolo Conte – Elegia

Nove anni senza un disco di canzoni inedite, nel frattempo ha fatto centinaia di concerti in tutto il mondo, ha riletto il suo repertorio cercando una forma e una sostanza che gli somigliassero di più, ha realizzato un’ opera musicale titanica fatta di canzoni e disegni che s’ intitola: Razmataz.

Paolo Conte vive la sua arte così, senza rincorrere scadenze, senza obbedire ai ritmi discografici correnti, senza avvicinarsi a quegli eventi artificiali che nutrono mode e tendenze. Lui vive appartato il suo tempo e la sua libertà, senza bisogno di clamori, racconta le sue storie senza trucchi e senza inganni, canta la vita avendo capito che il cuore batte sempre illogicamente, insegue le immaginazioni, i sentimenti, le emozioni che scandiscono più di qualsiasi altra cosa il nostro passare dei giorni.

Elegia è uno dei dischi più belli che Paolo Conte ha realizzato nella sua carriera, un gioiello in cui le canzoni aprono universi, scoprono storie e persone, sempre con riferimento a quell’ uomo del dopoguerra che continua a rappresentarci perfettamente in questo confuso inizio di duemila, che sembra aver disperso l’ energia delle avanguardie artistiche del novecento. In tutto questo, Conte continua ad incantare quando fa incontrare la musica con le sue parole, ad altissimo livello artistico ed estetico, quasi non voluto, come se maturando gli venisse ancora più naturale, come se fosse un sogno nitido non cercato.

Le nuove canzoni di Paolo Conte lasciano nel cuore tracce di verità, sono canzoni necessarie l’ una all’ altra, indicano percorsi in cui perdersi e ritrovarsi, portano immagini evocate da una voce che ha nel suo timbro, nel suo canto un lasciapassare che va oltre i confini, che esplora l’ umanità con discrezione e non scende mai a patti con la banalità del tempo corrente. Elegia, titolo che dice e non dice, profuma di capolavoro, è uno scrigno pieno di sorprese che riscaldano il cuore. E’ sempre difficile capire cosa vedono gli occhi di un artista e da quali affondi nascano le sue opere, l’ unica cosa certa è che c’è della poesia in quello che Paolo Conte continua a creare.

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