Il 3° appuntamento è sempre quello più difficile, sia esso un programma televisivo, una rivista o un libro. Sei reduce dal grande successo del 1°. Non sai ancora com’è andato il 2°.
In teoria dovresti lasciare tutto com’è… invece ho già voglia di cambiare, di aprirmi a nuove esperienze, seppur dentro un progetto così atipico e rivoluzionario come questa rivista mensile in DVD. Così ho deciso di mettere in copertina Gianni Morandi. Lui non voleva. Si schermiva dicendo che non ha tanti fans come Vasco Rossi o Nomadi; che sì, ne ha tanti, ma non sono un target da DVD. Una sera a Bologna, prima di un suo concerto, abbiamo deciso di andare avanti così. Un grande contributo è venuto da Ketty, che gli cura il sito ufficiale www.morandimania.it e che ha rassicurato Gianni sul fatto che anche i suoi fans hanno lettori DVD. Avrei comunque deciso di rischiare, per tanti motivi…
L’intervista con Gianni dà il tema all’intero DVD. Abbiamo cominciato a parlare dei vegetariani, che in Italia sono 6 milioni, e di come si possa salvare questa terra. Ecco lo spunto di mostrare un filmato realizzato dalla Vegetarian Society britannica. La voce fuori campo che commenta è quella di Paul McCartney, che da anni combatte per un’alimentazione che escluda gli animali. Fece scalpore quando, per poter trasmettere le puntate della storia dei Beatles, le televisioni non potevano farcire i programmi con spot di carne o prodotti animali. Io questa scelta l’avevo già fatta a VideoMusic, durante il programma Roxy Bar.
Dalla terra divorata, a quella delle radici della musica. Il regista Martin Scorsese ha voluto i 7 film capolavoro sul blues e ha personalmente diretto “Dal Mali al Mississippi”. Vediamo parti del film insieme ad un imprevedibile Bobby Solo.
Nel film di Scorsese si cita la Ile de la Gorée, l’isola da dove partirono gli schiavi catturati in Africa per raggiungere l’America. Uscire dal cunicolo della casa degli schiavi e vedere il mare aperto, incredibilmente azzurro, ti riporta il sapore e l’odore dell’angoscia che per tre secoli i neri rapiti e incatenati provavano nel lasciare la propria terra, strappati dalle loro radici.
Ci sono anche le nostre radici, quelle da cui ce ne andiamo. Anche se siamo noi a decidere, è sempre uno strappo. Per questo ho portato Massimo Priviero a cantare “Ciao amore ciao” nella mia terra, dove sono vissuto per 25 anni. La casa sullo sfondo era la casa della mia solitudine adolescenziale. La casetta degli attrezzi accanto a cui Massimo canta è il luogo dove tento di ricucire e amare il mio passato, passando attraverso l’amore che ho dentro oggi. E’ un rito che assomiglia a quello di Gianni Morandi che canta “Che sarà” sulle colline di Monghidoro, guardando il suo paese da lontano.
Quando la storia di questo DVD prendeva corpo, eleggendo la terra come protagonista, ho subito pensato alla Milly, che in realtà si chiama Marilena Sassi. All’Artefiera di Bologna mi avevano colpito le sue opere, dove si faceva fotografare tutta coperta di terra e poi vi dipingeva sopra. E’ anche quella una ricerca delle nostre radici, in un rituale sciamanico.
Ci sono altre radici in noi, quelle delle emozioni. Non scompariranno mai, soprattutto quelle che abbiamo provato da bambini o adolescenti. Per questo le ragazzine che avevano 15 anni quando esplose la Duran mania oggi accorrono, attratte come da un pifferaio magico. A provocare questo sono i Duran Duran che si riuniscono o i loro sogni mai perduti? E’ una domanda che mi sono fatto ma che ho evitato di fare loro. E’ una risposta che non serve.
In Miti della Musica, lo spazio per artisti e gruppi emergenti, ci sono gli AD, che cantano di terra o morte, uno slogan tipicamente sudamericano. C’è la memoria con i Mandrax e le fasi con gli Zeropositivo.
La canzone del mese è quella che i Nomadi hanno dedicato a Chico Mendes, che fu ucciso per salvare l’Amazzonia.
Gianni Morandi
Conosco Gianni da anni. Abbiamo lavorato insieme tanto nel 1990: un programma sulla sua vita filmato in giro per l’Italia e un tour sotto la tenda, dove io ero tramite tra lui e il pubblico. Poi tante volte è venuto al Roxy Bar, Help, Yesterday e Cosa succede in città. E’ lui che mi ha fatto conoscere la Engel di Forlì, dove ho scoperto il vegetarianesimo, gli olii essenziali e la salute naturale. Lui ha iniziato un percorso interiore, cominciato quando Battiato gli scrisse una canzone, in cui si chiedeva cosa resterà di noi in questo passaggio terrestre, e continuato con una sana alimentazione, che ha eliminato carne latte, latticini e carne.
La sua evoluzione ha avuto uno sviluppo recente, quando ha incontrato l’amore, coronato dalla nascita di un bambino. Il Morandi che si apre con me è quindi diverso, più rilassato. Accetta anche di raccontare di quando ha rinunciato a 10 miliardi di lire per uno spot pubblicitario. Oggi vedo in Gianni più certezze interiori di quelle che aveva nel 1990, quando registrammo sulle colline di Monghidoro mentre cantava “Che sarà”. Era una canzone che Migliacci scrisse pensando alla sua Cortona e che aveva destinato a Morandi, perché si adattava perfettamente alla sua storia e a Monghidoro. Gianni non volle cantarla e così finì ai Ricchi e Poveri. Era logico terminare il suo momento con questa canzone, legata alla propria terra. Gianni ci è tornato per un concerto gratuito l’estate scorsa. Una parte di questo concerto è nella confezione speciale con DVD del suo ultimo disco “Solo chi si ama veramente”.
La terra divorata
Quando ho scoperto i benefici di una sana alimentazione, priva di carne latte e latticini, mi è sembrato doveroso diventarne un portavoce. Anche perché ho capito come i medici non facessero prevenzione, anzi: danno consigli spesso dannosi per la salute. D’altra parte, l’industria della salute si basa e guadagna su persone malate, non su gente che sta bene. Mi hanno raccontato che in Cina i medici sono pagati per non far ammalare i pazienti. Se uno si ammala, è un grave disonore per il suo medico che è costretti a guarirlo gratis. Da noi, in occidente, è il contrario.
Mi sono così ritrovato ad essere testimonial di questa forma di vita e dell’AVI, l’associazione vegetariana che si ispira alle idee pacifiste di Aldo Capitini. Il sito è www.vegetariani.it
Nei miei programmi ho sempre rifiutato spot di carne, latte e latticini ben prima che i Beatles lo facessero per il documentario sulla loro storia. Ed è proprio Paul McCartney il testimonial che commenta un filmato shock che mi era arrivato dalla Vegetarian Society. L’ho trasmesso al Roxy Bar nel 1997, spezzato in 5 parti. Ognuna aveva un personaggio che portava la sua testimonianza. Questo DVD è l’occasione per vedere questo documento nella sua versione integrale e, da quei Roxy Bar, ho recuperato gli interventi di Jovanotti e Marco Columbro.
Dal Mali al Mississippi
Della serie di film sul Blues, ho scelto quello diretto da Marin Scorsese perché riporta il blues alle sue radici africane. La musica è stata l’unica forma di cultura libera per gli schiavi strappati dalla loro terra.
Nel frattempo, avevo registrato un programma con Bobby Solo, che ha registrato un CD omaggio a John Lee Hooker. Visto che Hooker è uno dei protagonisti del film di Scorsese, ho chiamato Bobby a commentarlo con me. Gli ho anche chiesto di portare magari una chitarra e accennare un blues. Bobby ha replicato che sarebbe venuto con basso e batteria. Io gli ho detto di no, perché non avevo possibilità di amplificare… Chi ha vinto? Naturalmente lui. E’ arrivato con amplificatori e batteria. Hanno montato tutto in una scenografia che non prevedeva musica dal vivo. Bobby ha piazzato un microfono fantastico che ha captato tutto perfettamente. Vederlo lavorare, tra cavi, amplificatori, wah wah e distorsori, con la felicità di un bambino mi ha entusiasmato. La visione del film fatta con lui la trovo straordinaria, anche perché esegue due blues: “Boom boom” e “Big boss man”. Esperienza da ripetere, che apre comunque una nuova era del DVD e che porterà inevitabilmente strumenti musicali “attivi” nella scenografia.
Radici strappate
Quando nel 1991 sono andato a documentare la corsa Parigi-Dakar, ho sentito la necessità di visitare la Ile de la Gorée, da dove per 300 anni hanno imbarcato come schiavi i neri catturati in Africa. La casa degli schiavi impressiona per com’è piccola. Sembra impossibile siano passati di lì tante persone, seppur ammassate come sardine. Nel sole e nella pace in cui è immersa è difficile captare l’angoscia di cui è stata intrisa per 300 anni. Quanti morti, di cui molti bambini! Quanto dolore! Ricordo che lì mi sono chiesto perché la memoria del sopruso umano debba sempre essere identificata solo con l’olocausto degli ebrei. Mentre camminavo sulla sabbia dell’Ile de la Gorée, avevo in mente lo sceneggiato televisivo “Radici”, che raccontava la storia di uno schiavo, Kunta Kinte. Non è piaciuto agli abitanti dell’isola, perché provoca odio e rivendicazione. Mi ha stupito la calma con cui un ragazzo e il custode della casa degli schiavi raccontano il passato. Un atteggiamento propositivo per un futuro di pace e rispetto.
Massimo Priviero
Ho conosciuto Massimo nel 1989. Era smarrito e buttato nel mondo della musica sull’onda di uno slogan troppo importante per un ragazzo che si affacciava nel mondo della discografia. L’ho poi incontrato insieme a Little Steven, chitarrista e produttore di Bruce Springsteen, che aveva prodotto il 2° album di Massimo. Priviero era venuto anche a Help, anni fa. Ci ha rimessi in contatto Andrea di Media World. Ho scoperto che Massimo ha appena curato il CD compilation “Poeta Rock”, nato per aiutare il CESVI, che combatte l’AIDS in Africa. Tra canzoni di Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Finardi, Alice, Bennato etc., c’è un inedito: Massimo ha rifatto “Ciao amore ciao”, la canzone che Luigi Tenco cantò al Festival di Sanremo nel 1967, la sera prima di morire (suicidio, omicidio o incidente… non lo sapremo mai). La canzone parla di terra e Priviero, nel suo ultimo album “Testimone”, canta anche “Terrasanta”. Era tutto troppo perfetto per questo DVD sulla terra.
Marilena Sassi
Africa, Australia, energia aborigena sono nel mondo della pittrice Marilena Sassi. Lei ama cospargersi il corpo di terra, di argilla e le sue opere diventano quasi un rito sciamanico. Sono andato nel suo studio, sulle colline vicino a Parma. Mi ha descritto l’arte che fa, poi di è coperta di argilla, per emergere da un vaso di rami e foglie che aveva appena fatto. Mi piacerebbe tornare da lei, di notte, per documentarla quando non descrive le sue opere, ma le realizza. Sarebbe tutta un’altra atmosfera.
Duran Duran
Il ritorno dei Duran Duran, nella formazione originale, ha fatto uscire allo scoperto tante ragazze e ragazzi di vent’anni fa, mimetizzati oggi da signore e uomini. Avevano cercato di mescolarsi tra la gente comune, ma non hanno potuto resistere al richiamo. Eccone tanti, sciamare per Milano, correndo dietro alle tappe e alle mete di un Duran Duran day, che ho avuto il privilegio di seguire in ogni momento e che termina negli studi di 105, con i Duran intervistati da un bravissimo Ringo. I Duran sono miei amici, davvero, dal lontano 1981. Così, l’intervista che ho fatto in occasione di questo ritorno è più un gioco. Ringrazio i ragazzi di All Music che l’hanno ripresa, perché hanno lo stesso entusiasmo che avevamo noi a Video Music.
Miti della Musica
Tra i gruppi che hanno partecipato al Casting al Roxy Bar, organizzato grazie alla Volkswagen, ho scelto gli AD, perché eseguono “Tierra o muerte”, che nel disco e nel video vede la partecipazione di Luca Zulù Persico, ex-99 Posse.
La casa di produzione videoclip 095mm di Catania è straordinaria. Sforna clip fantastici. Hanno mandato quello dei Mandrax che è prezioso. La canzone è una cover di “Pomeriggio ore 6”, lanciata dall’Equipe 84 di Maurizio Vandelli negli anni ’60.
Gli Zeropositivo furono selezionati per il TIM Tour 2001. Io e Jessica li portammo in finale a Palermo, assieme ai Negramaro (che poi vinsero) e ai Suburbia (come si chiamavano allora gli Audiorama). La loro manager è Lisa, che aveva collaborato con noi al Roxy Bar. Siamo felicissimi del successo che stanno avendo e dell’album appena pubblicato per la Warner Music. Vennero al Casting per eseguire anche “Fasi”, che poi è diventato il loro primo singolo.
La canzone
La scelta di “Ricordati di Chico” è inevitabile. E’ da sempre la canzone dei Nomadi che preferisco. Chico Mendes fu assassinato nel 1988 perché si batteva contro chi, senza nessuno scrupolo, distruggeva la foresta Amazzonica e uccideva gli indios. Questa canzone ridiventa attuale, visto che in febbraio “i signori della morte” hanno assassinato l’ecologista Dionisio Ribeiro e la suora Dorothy Stang. Entrambi continuavano la missione di Chico. “Ricordati di Chico” è stata registrata, appositamente per questo DVD, lo scorso 13 febbraio al raduno nazionale dei Nomadi di Novellara.
Grazie, al prossimo mese
Grazie a Gianni Morandi. E’ sempre stato aperto e disponibile ad esplorare nuovi mondi con me. Grazie ai Duran Duran che non mi pongono mai limiti nel mio desiderio di filmarli e di documentare tutto quanto succede intorno a loro. Bobby Solo ha il merito di insegnarmi che non esistono limiti tecnici che possano impedire alla musica di nascere. Marco Lodola ha eseguito un’opera straordinaria, piena di luce, che troneggia nella scenografia del Roxy Bar. L’ha fatta dopo essere impazzito per il DVD e averlo “sfogliato” anche in auto, come fosse un programma radiofonico.
Il prossimo mese? Al momento appare certo il ritorno di Jovanotti, ma Lorenzo è imprevedibile. Vedremo. Di sicuro sarà un altro documento imperdibile, come ogni mese. Per i contatti? www.roxybar.it aspetta tante mail. Spero arrivino anche videoclip, servizi giornalistici, cortometraggi. Questo DVD si aprirà sempre più a chi ha qualcosa da dire, far ascoltare o mostrare.
Ciao
Red Ronnie
P.S. Il progetto Miti della Musica, grazie alla Volkswagen e a Vasco Rossi, darà l’opportunità ad artisti e gruppi emergenti di esibirsi sul palco di Vasco prima dei suoi concerti nelle 10 date che farà, a partire dal 7 giugno. Sarà un’opportunità incredibile. Per essere selezionati, entra nel sito www.roxybar.it e leggi le istruzioni sul casting filmato che organizzeremo ad Roxy Bar!