Music Man Luke Limited Edition 2006

Certo è che Steave Lukather non ha bisogno di presentazioni, chitarrista eclettico e dal gusto sopraffino, coadiuvato da una tecnica esecutiva ai massimi livelli.
La sua scelta è ricaduta su uno strumento dalle caratteristiche costruttive molto personali e da una cura realizzativa al top.
Questa in sintesi è la Music Man Luke Limited Edition 2006 , una chitarra veramente bella.
E’ bella a vedersi, con uno shape distintivo e sinuoso e è bella da imbracciarsi, con pesi ben distribuiti e razionalizzati.
Già aprendo la custodia, foderata internamente da un tessuto vellutato verde bottiglia, si ha la sensazione di essere al cospetto di uno strumento pregiato, di uno strumento professionale, per chi della chitarra ne fa motivo di vita.
La prima impressione imbracciandola è un senso di leggerezza e di agilità. La Luke sembra più piccola di altre chitarre con cui sono abituato a suonare anche se nella realtà le dimensioni sono analoghe. Neppure il peso è di molto inferiori ad altri modelli solo che, grazie ad una perfetta distribuzione dei pesi stessi sembra di avere al collo una chitarra agile e snella.
Il manico è perfetto, almeno a me piacciono quei tipi di manico, sempre ergonomico in tutta la sua lunghezza e mai affaticante, grazie anche ad una action piuttosto bassa, ottenibile solo su strumenti molto ben assemblati a livello di liuteria.

Il body è in ontano, legno leggero e risonante, con sonorità molto profonda caratterizzata da una brillantezza finale e da un attacco sempre secco e definito. La particolare struttura del legno del top consente alla finitura Midnight Black di aderire in maniera molto uniforme.

Il manico ha una particolare sezione a “V” che lo rende dopo pochi minuti comodo e riposante, pur avendo uno spessore complessivo che non è tra i più sottili. Il legno è di acero “birdeyes” puntellato con occhi di pernice come si usa dire. E’ avvitato al body tramite 5 viti di contrasto applicate ad una placca metallica nera in cui sono impressi il logo musicman e il numero di serie.

La tastiera è in palissandro con profilo bombato e i tasti, che sono 22, sono del tipo largo a profilo ribassato. Sia il capotasto senza fermacorde, sia i dot semplici ed eleganti, insieme all’impostazione generale della tastiera rimandano molto a un feeling vintage style.
A mio modesto parere la tastiera influisce molto sul tipico attacco preciso e tagliente della Luke. Su tutta la tastiera non ho trovato uno “sbattimento” di corda sui tasti o note con dinamiche sprecise o incerte.

I pickup, in configurazione H-S-S, molto Luke, molto ‘80s, sono EMG attivi: l’humbucker è il modello 85, con medi e bassi preponderanti, ma comunque limpidi e dettagliati, e morbida risposta sugli alti. Forse i pick-up sono quello che sorprende di meno di tutta la chitarra, dato che gli attivi, come sostengono i suoi detrattori, levano un pochino di personalità allo strumento. I single coil sono in tipico fender-style, con quello al manico che suona molto alla Stevie Ray Vaugan, e dico poco…

Il tremolo è il classico Music Man vintage, in finitura dorata. L’intervento è morbido, preciso e senza nessuna incertezza nella corsa. La corsa stessa è piuttosto ampia anche se non arriva a escursioni esagerate tipiche di alcune famose chitarre di costruzione giapponese. In effetti è più un effetto di tremolo quello che usa Steve e non un whammy bar esasperato. L’intonazione, anche mettendo la leva sotto torchio, è sempre perfetta.

Dopo essermi scaldato un pochino alzo il volume dello stack testa e cassa marshall su cui ho fatto la prima prova, senza nulla, dry, una testa jcm800 con cassa 1960 e cavo jack. L’humbucking è semplicemente spaventoso. La voce è grossa, roca e con le alte taglienti e urlanti, molto west coast potremmo dire.
Con gain molto decisi gli altri pick-up, senza alcun effetto, risultano un po’ poco utilizzabili secondo me, però quando dall’hi-gain passiamo ai crunch diminuendo dal potenziometro volume della chitarra l’uscita, il pick up al manico diventa spettacolare. Ti porta subito a un feeling blusy caldo e coinvolgente. I bassi sono fermissimi, precisi e il volume tra le varie corde perfetto.

Passo poi dal computer (e gia’ dopo le valvole di un jcm800 un po’ di silicio è concesso…) usando tramite logic audio amplitube che possiedo in un bundle software. Per un’ora ho provato un sacco di sonorità differenti. I pick up attivi in questo caso sono veramente utili, producono sempre suoni cristallini e definiti, siano essi puliti ritmici in stile funky o hi-gain lead con kili di riverbero e delay. Va detto che anche lo stesso Lukather, che ha un suono splendido, non è molto parco di effetti, e guarda caso i lead con reverb e delay per gli assolo sono potentissimi.
La chitarra porta veramente a camminare veloci sul manico, anche uno come me che purtroppo è un po’ arrugginito. Se dovessi evidenziare tra le altre una peculiarità direi senza dubbio che la Luke ha una definizione e un dettaglio sulle note in ogni situazione che difficilmente ho riscontrato su altre chitarre. Anche con saturazioni pesanti e effetti a go-go non si rischia mai di impastare le note.

Ho poi provato a suonare su puliti, arpeggiati, crunch e la Luke non delude mai. Forse se proprio dovessimo trovare un appunto è che in alcune situazioni suona un po’ da “disco”. Voglio dire che in alcune situazioni non ha timbriche personalissime, ma sembra suonare bene, benissimo sempre, come si sentono alcune parti di chitarre di dischi famosi…beh, scusate se è poco.
Il prezzo non ve lo dico neppure, uno strumento così si compera una volta nella vita forse.

info: www.ernieball.com

Aldo “hucchio” Chiappini
ZioMusic.it staff

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