Eccoci al nostro primo appuntamento di una serie di interviste che vogliono trattare del mondo della musica e dei suoi protagonisti, siano essi musicisti, tecnici, discografici, manager…
Il nostro desiderio è quello di far conoscere dalla viva voce degli adetti ai lavori, da chi di musica ci vive tutti i giorni, le varie sfaccettature di questo straordinario mondo. Tra i sacrifici, gli sforzi ma anche le soddisfazioni.
Abbiamo deciso di fare due chiacchere con una “vecchia” conoscenza di ZioMusic.it, Massimo Varini uno di quelli che la musica la conosce e la vive a 360° e da anni frequenta i più alti livelli della scena.
Ci ha raccontato, senza giri di parole e con il solito modo affabile, le sue esperienza, i suoi progetti senza risparmiare qualche “stoccata” costruttiva al mondo del musicbizz…
ZioMusic: Massimo, partiamo da un dato, o meglio, una curiosità. Leggendo la tua biografia (da info: www.massimovarini.it) verso la fine vedo questa frase :“agli inizi del 2006 il mio nome appare su oltre 37.000.000 (trentasette milioni di dischi, dove per DISCHI si intendano CD, Lp, musicassette, CD single, compilation e video…)”. Forse non tutti sanno che, oltre chitarrista, tu sei anche un attivissimo produttore, arrangiatore, docente e fonico. Da dove arriva questa tua versatilità?
Massimo Varini: Credo arrivi principalmente dalla curiosità e dai miei “inizi”… ho iniziato a suonare nel 1982 e dopo aver imparato con la chitarra i primi 4 accordi, con quelli ho scritto una canzone… poi nel giro di breve tempo noleggiai un registratore 4 piste (di quelli con la cassettina dentro!) e iniziai a registrare le mie idee… iniziai quindi ad occuparmi della “produzione” della musica… mi occupavo degli arrangiamenti nelle band in cui suonavo, degli aspetti tecnici quando registravamo o quando facevamo i concertini… è partito tutto così… e poi continuo ad avere “questo lavoro” come hobby! A volte alla sera mi costa fatica andare a letto per paura di perdere nel sonno le idee che ho in testa!!! Per quello che riguarda la “docenza”… diciamo che avendo iniziato molto presto a fare delle demo in fiera (all’epoca c’era la fiera di Pesaro e quella di Milano – Sim), mi sono accorto di quanto mi piacesse spiegare le cose e di come mi venisse particolarmente facile… vedendo nell’immediato i volti di fronte a me annuire sul fatto che le mie spiegazioni fossero chiare!
ZioMusic: Molti dei brani di artisti famosi a cui hai apportato il tuo contributo sono hit radiofoniche di indubbio successo. Come imposti il tuo lavoro a livello degli arrangiamenti e delle sonorità in modo da dare alla canzone la giusta spinta e la giusta apertura nei ritornelli.
Massimo Varini: C’è da dire che alla maggior parte dei progetti ho partecipato in qualità di chitarrista (e in qualche raro caso di bassista) e quindi le mie responsabilità sulle scelte sono state sicuramente inferiori (diamo a Cesare quel che è di Cesare!). Se posso sbilanciarmi posso dirti che la cosa che più mi appaga è che da qualche anno spesso vengo chiamato non per suonare delle parti “alla…”, quindi facendo dei riferimenti ad altri chitarristi o sonorità, ma vengo chiamato per il tipo di parti, suoni, sonorità che – istintivamente – apporto. Quello che avviene per dare le varie aperture e “colori” è un’alchimia spesso provata per parecchio tempo… c’è da dire che purtroppo ultimamente le produzioni sono abbastanza sullo standard…
ZioMusic: E veniamo al tuo strumento principale, la chitarra. Come sei solito trattare il percorso del segnale dal vivo per ottenere un suono potente e sempre molto definito.
Massimo Varini: Facendo riferimento al periodo in cui facevo il “dimostratore”, ebbi la fortuna di avere a disposizione una quantità di strumentazione che mai mi sarei potuto permettere… visti i costi delle apparecchiature ultra professionali che dimostravo (Hamer, Marshall, Mesa, Rocktron, Steinberger)… nemmeno riesco a ricordare la quantità di notti passate a fare esperimenti, a studiare i percorsi del segnale, a lavorare con le cuffie per capire come si formassero i loop di massa, con i vecchi sistemi tipo “cavo attaccato al rack e al calorifero” etc etc.. Da una serie di cose e dalla mia lunga amicizia con Marco Brunetti sono derivate parecchie esperienze e conoscenze… questo per dirti che sono sempre – ma proprio – sempre stato affascinato dal suono e dai percorsi necessari per ottenerlo… questo ovviamente senza dimenticare che per gli strumenti la parte fondamentale è quella “uomo-strumento”… ma mi sembra persino troppo retorico dirlo! Da qualche anno utilizzo la triamplificazione (che ho mostrato e illustrato anche nelle mie collane in DVD) che mi permette di avere una cassa “dry” mono con il suono principale e tutta l’effettistica utilizzata in modo seriale (in buona sostanza una discreta cifra di pedali attivati da un controller da me ideato per Brunetti – il Vector) e i canali delle varie teste utilizzate. Prelevando poi un’uscita di linea dall’ampli scelto vado nel rack effetti che entra in un finale stereo e va quindi nelle 2 casse deputate a fare il “wet”. Mi trovo quindi con 3 casse ma 4 microfoni. Utilizzo 3 sennheiser MD421 (1 sulla dry e 1 per ciascuna cassa wet) e uno shure sm57 per la dry. Tutti a centro del cono in asse (anche questi discorsi sulla microfonatura li ho curati nel volume 3 della mia collana in dvd). Dal vivo questi microfoni arrivano al mixer FOH, vengono premissati in un bus stereo che va in 2 compressori/limitatori Summit e tornano su 2 fader sul banco. Utilizzo un preset con il delay allo stesso volume del suono diretto e con pan pot centrale per tarare il sistema: quando entrambe le casse wet hanno lo stesso volume della diretta il bilanciamento dei segnali è ok. La triamp permette di avere il suono moooolto più a fuoco, anche perchè il cono riceve sono il segnale diretto e non ha altri segnali a volte non perfettamente in fase (vedi chorus, phaser, delay, rev. Etc. etc.) che fanno fare al cono movimenti non omogenei.
ZioMusic: In studio invece, almeno per le tue pre-produzioni, usi mai plug-in dedicati o altri espedienti per trattare il suono delle tue chitarre senza necessariamente passare da ampli pedali, pre, finali…?
Massimo Varini: In studio si usa tutto… ho fatto parecchi dischi con AmpFarm di protools quando c’era soltanto lui come valida alternativa agli ampli. Sul mio sistema Digital Performer (anche se da poco ho integrato con un protools tdm) uso da tempo Amplitube che mi soddisfa e anche il Nigel interno alla scheda UAD1… ma ho usato un po’ di tutto…
ZioMusic: Come dicevamo poco sopra lavori molto anche in studio come fonico e programmatore. Si può dire che sei tra quelli che la tecnologia la sfrutta e di certo non la subisce. Come hai visuto il passaggio al digitale e come ti poni di fronte alle continue innovazioni, alcune delle quali ad oggi sembrerebbero “stravaganti” (vedi chitarre USB…).
Massimo Varini: Credo che ci sia sempre una fase in cui la tecnologia ci faccia passare in secondo piano per poi assestarci e capire che la qualità di quello che si produce dipende dalle capacità di chi la musica la fa e non dalle potenzialità dei software o dei computer… ho iniziato a lavorare in studio con le macchine analogiche e ho vissuto l’arrivo dei registratori a nastro digitali, poi adat, poi dash, poi su hard disk… la tecnologia deve essere vista come un’opportunità e non deve far perdere troppo il fuoco della situazione che è fare musica! Ho sempre con me il mio Powerbook sul quale ho Digital Performer e Protools che mi servono per prendere appunti, fare preproduzione, editing etc. etc…. nel mio studio ho sia un pc che 2 G4 dual processor (che partono dal system9) e un G5 dual… non sono assolutamente contro la tecnologia quindi! Nel 1989 quando sapevo usare benissimo l’atari con i vari software (notator etc.)… ero per quel periodo “avanti” rispetto ai sequencer dell’epoca… si usavano gli editor dei synth sull’atari per utilizzare i sistemi esclusivi via midi di macchite tipo dx7 e roba varia in giro in quel periodo… i mac stavano arrivando ma sul sincronismo con smpte e robe varie non erano ancora stabilissimi… ho avuto un paio di chitarre midi nel periodo “fusion” e in alcuni dischi ho suonato le “tastiere” usando la chitarra midi… non sono contro a nulla… basta che sia funzionale alla creatività!
ZioMusic: Quindi il computer è uno strumento di lavoro molto importante per la tua professione. Ho visto infatti che fai anche delle interessanti lezioni on-line , oltre ai conosciutissimi video su VHS e DVD. Ci parli un pò di questa tua idea e di come l’hai concepita e strutturata?
Massimo Varini: Per quanto riguarda la didattica sono sempre stato molto attento alle varie cose che uscivano… poi per esperienze personali accumulate durante i seminari (ne tengo parecchi in tutta Italia durante l’anno), le email, forum, le fiere etc. etc., è maturata in me la voglia di dare maggiori informazioni ai chitarristi (ma non solo) riguardo effettistica, cablaggi, collegamenti vari, concatenazioni, microfonaggi etc. etc… e così è partita “l’avventura” de I SUONI DELLA CHITARRA… per ora sono arrivato al quarto DVD (per un totale di quasi 10 ore di lezione in 4 DVD)… l’esperienza è stata mooolto positiva e sto ricevendo un sacco di email di feedback positivi… come l’ho strutturata? Partendo dal capire che cosa fa al suono ogni singolo processore o effetto e spiegando poi come rispettare il signal routing per non snaturare le naturali dinamiche dello strumento… ma al tempo stesso lasciando una parte “creativa” libera per collegare in modo “poco corretto od ortodosso” gli effetti per ottenere altri effetti diciamo così: collaterali (un esempio potrebbe essere quello fatto di mettere un wha wha dopo il delay…); una volta capito cosa fanno gli effetti e come e quando vadano usati e concatenati tra di loro sono passato al volume 2: dove ho spiegato come interfacciare l’effettistica e l’amplificazione (quindi send & return, pre e finali etc. ), proseguendo poi con istruzioni per il cablaggio dei rack, l’uso di strumentazioni complesse in studio e live (con un sacco di riprese esterne e backstage di un tour). Nel volume 3 ho presentato microfoni, tecniche di microfonaggio, differenze tra le varie chitarre acustiche, tra le varie elettriche, con esempi pratici di microfonaggio sia degli speakers che delle casse delle chitarre acustiche… ho usato praticamente tutti i microfoni più usati in studio per far sentire le reali differenze… sfatando anche alcuni luoghi comuni… ma poi anche registrazioni e comparazioni tra casse 4×12” e 1×12”, casse aperte e chiuse, coni celestion V30 e Green back, alnico e tante tante altre cose… nel volume 4 poi ho messo in pratica tutto quanto appreso simulando 7 sessioni di registrazione… 7 arrangiamenti completi tratti dal mio manuale PROFESSIONE CHITARRISTA portati dal semplice basso e batteria fino al missaggio e scoprendo lungo il percorso importanti nozioni pratiche!!!
ZioMusic: Per concludere Massimo ti chiederei una tua riflessione sulla condizione del “mondo della musica” nel nostro paese. Mi riferisco alla condizione di “precariato” e inadeguatezza in cui versano tutti (o quasi) gli addetti ai lavori, intesi come musicisti, fonici, tecnici. Non si può dire certo che ci sia chiarezza e neppure molta considerazione e dignità per questi ruoli, fatti salvo rari casi. Anche lavorando ad alti livelli, si è lontani anni luce se confrontati con altri professionisti di pari caratura ma di altri settori. Eppure la musica è nonostante tutto una voce importante nell’economia oserei dire mondiale…
Massimo Varini: La condizione di precariato è sicuramente assoluta! Ma in parte la colpa è anche insita nel nostro modo di essere italiani e un po’… permettimelo “cazzari”… la musica è vissuta come un gioco; per esempio ho molti amici professionisti che lavorano nell’ambito dei locali dove suonano covers o tributi… queste persone che hanno posizioni enpals, inps, che versano i contributi e pagano le tasse, che investono denaro in strumentazione, in studio e preparazione si trovano poi a dover “competere” con chi fa un lavoro “normale” e pur di suonare e magari di “beccare” con le ragazze va a suonare gratis o per una birra… tutto questo è triste ma esiste. La musica dal vivo è considerata dal vivo anche se l’80% (e sono stato gentile) delle cose sono preregistrate e a volte solo il cantante canta (e nemmeno sempre)… tornando sul personale, essendo io ad un livello di collaborazioni sicuramente alto o di tutto rispetto – grazie a Dio – se avessi la stessa posizione in un settore diverso avrei la macchina aziendale di quelle megasuperdirigenziali, avrei le ferie pagate, la malattia pagata, per licenziarmi dovrebbero darmi un preavviso e poi darmi una liquidazione etc. etc… in tutta franchezza siamo veramente ridicoli! Quello che ci frega è che spesso ci lasciamo tartassare o trattare male (i contratti sono una vera rarità… quando invece si firma un contratto vincolante anche solo per avere una piccola scheda telefonica) perchè in fondo la musica te la senti dentro e cerchi di farla arrivare al prossimo in tutte le forme che puoi… ma poi c’è anche chi dice che quello del musicista è “un lavoro duro me è sempre meglio che lavorare”… eh eh eh !
ciao
Ringaziamo Massimo per le parole mai banali e che, a mio avviso, dovrebbero fare quantomeno riflettere tutti noi.
ZioFriends state all’erta perchè a breve ZioMusic.it recensirà gli splendidi video di Massimo, che per la grande mole di materiale didattico al loro interno, meritano di essere sviscerati come si conviene.
Per info, contatti e per reperire materiale didattico di Massimo Varini ecco i link utili:
info: www.massimovarini.it
info: www.kymottomusic.com
info: www.carisch.it
Aldo “hucchio” Chiappini
ZioMusic.it staff