SIAE, i soci minacciano una ‘fuga di cervelli’

Ennio Morricone e Gino Paoli, Lucio Dalla e Mogol, Gigi D’Alessio e Gianni Bella giurano di essere pronti a far le valigie e ad abbandonare la SIAE per trasferire all’estero l’amministrazione del loro patrimonio di canzoni.

E come loro sono sul piede di guerra anche i grandi editori locali e multinazionali, Sugarmusic e Curci, BMG Ricordi, Sony, EMI, Warner e Universal.
A provocare la minacciata diaspora sarebbe il prelievo forzoso da 20 milioni di euro che il ministro dell’Economia Padoa Schioppa vuole esercitare sulla società degli autori in quanto ente pubblico.
“Comprendo umanamente la rabbia degli autori e degli editori italiani”, ha commentato il presidente della SIAE Giorgio Assumma, informato delle intenzioni dei soci durante l’assemblea plenaria che ha avuto luogo lunedì mattina (27 novembre) nella sede romana di viale della Letteratura.

“I continui illeciti tentativi delle istituzioni pubbliche di appropriarsi delle casse della SIAE sono seri pericoli per la sua stabilità economica, dalla quale gli autori e gli editori traggono il loro sostentamento, presente e futuro”, ha aggiunto Assumma, sostenendo che la società “è un esempio unico nel panorama della economia nazionale. Al contrario della quasi totalità degli enti pubblici che, pur se alimentati con soldi dello Stato, versano in una cronica situazione di dissesto, la SIAE, senza ricevere alcun apporto economico pubblico ma con i soli proventi privati dei suoi associati, ha un eccellente patrimonio ed un ottimo bilancio. L’attuale tentativo del Ministro Padoa Schioppa di voler mettere le mani su tale patrimonio, con prelievi di milioni di euro, è un atto di prepotenza che non ha alcun fondamento giuridico”.
Quanto alla decisione ventilata da autori ed editori, ha concluso, “spero che ritornino sulle loro decisioni. Diversamente la SIAE si avvierebbe verso un grave ed inevitabile smembramento, con la conseguenza che migliaia di dipendenti e di collaboratori correranno il rischio di trovarsi sulla strada”.

L’assemblea generale della società degli autori ha intanto deliberato una prima iniziativa di protesta contro la “tassa” governativa: un giorno (ancora da fissare, ma sarebbe ai primi di dicembre) senza musica, teatro, lirica, cinema, ovvero senza le opere di tutti gli autori e gli editori associati alla SIAE.

Senza entrare nel merito della vicenda “politica” la nostra redazione si chiede se sia effettivamente arrivato il momento di privatizzare tale struttura.
Voce che da più parti si leva con insistenza.

info: www.siae.it

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