Nel Dicembre scorso, con grande sorpresa per la notizia inaspettata, mi sono ritrovato allo storico locale di Milano Blue Note nella duplice veste di fonico e redattore, in occasione della data Italiana del tour acustico degli Oasis.
Per essere precisi il tour vedeva la partecipazione del solo Noel Gallagher (senza l’amato/odiato fratello Liam) in trio insieme a Gem (Gem Archer fidato chitarrista degli Oasis) e dal batterista/percussionista Terry Kirkbride.
Ero al Blue Note in veste di fonico dei Trikobalto, una band emergente sony H20 con i quali collaboro da qualche tempo, ingaggiata per l’occasione da Milano Concerti (l’agenzia che ha portato il tour in Italia) con l’ingrato compito di band supporter.
Ovviamente non mi sono fatto sfuggire l’opportunità di fare un resoconto dell’evento potendo sfruttare un punto di vista assolutamente privilegiato: fonico e redattore.
Il mio collega (mica male…) era uno dei fonici più stimati in circolazione, conosciuto nel nostro paese per aver prestato servizio, tra gli altri, al nostro Eros Ramazzotti: John Lemon.
In questa situazione era impegnato in un mix acustico di pochi strumenti ma non per questo meno difficile se confrontato con altre produzioni più elaborate.
Purtroppo il tempo a disposizione era poco soprattutto per il sottoscritto, per questo motivo ho dovuto limitarmi a qualche “chiacchiera” reputando il momento non proprio indicato per un’intervista completa.
Credo che l’occasione per un’intervista esaustiva non mancherà, John mi è sembrato un tipo molto gentile e disponibile.
Veduta del locale dall’alto, a destra poco visibile il cluster d&b e in primo piano il P.A. del locale inutilizzato per l’occasione.
Anche se il Blue Note è dotato di impianto residente di tutto rispetto, l’organizzazione è ricorsa a un service esterno che ha fornito tutto il materiale audio (e una console Luci all’ultimo momento per l’indisponibilità momentanea di quella del locale).
Il service era il Coriolano Music Service che si è presentato con uno splendido impianto d&b, banchi Midas e outboard ai più alti livelli. Ma veniamo al dettaglio.
Ad accogliermi, oltre al fonico residente del locale, ho trovato il gentilissimo Michele Caria, referente del service, col quale per tutto il pomeriggio durante le prove ho avuto modo di lavorare fianco a fianco.
Una volta esaminata la channel list e scelto i microfoni per il set acustico dei trikobalto siamo andati dietro lo splendido Midas xl3 che si trovava in regia.
Ho subito avuto modo di sentire un cd e valutare il d&b audiotechnik così com’era stato predisposto:
– 6 Q1 per parte (top) di cui 2 usate come front-fill
– 4 Q sub per parte
Il tutto pilotato dagli ormai collaudatissimi finali processati d&b d12.
In regia trovavano alloggiamento nei rack anche un equalizzaore grafico Klark TekniK DN370 per l’impianto, uno stupendo Lexicon 480L con Larc (il controller remoto), un paio di Avalon 737, un TC elettronic M5000 un bel numero di canali di compressione BSS e poi Yamaha SPX 990 e Lexicon PCM 70/80/90.
Parte del rack della regia FOH
Il d&b è un P.A. che conosco molto bene perchè ho modo di usarlo spesso, è un impianto molto diffuso e se ne sente facilmente parlare tra gli addetti ai lavori, una fama guadagnata meritamente mi permetto di dire.
Michele e il suo staff avevano preparato un Pubblic Address perfetto sia per copertura che per risposta in frequenza. Veramente una gran fortuna trovare situazioni e professionisti del genere.
Ho appurato, col passare dei minuti e girando per il locale che il Blue Note aiuta molto l’intelligibilità e la diffusione del sonoro grazie a un progetto acustico impeccabile.
Il Midas xl3 è senza dubbio uno dei mixer Midas meglio riusciti e apprezzati anche se ha l’unico difettuccio (per me che non sono altissimo…) di avere la sezione dell’equalizzazione parametrica un po’ poco visibile. Per carità cose di poco conto, questione semplicemente di abitudine e manualità.
Gran parte dell’outboard era ovviamente riservato a Gallagher e compagni (e ci mancherebbe) nonostante tutto ho potuto usare per me (oltre ad almeno 14 o 15 canali del Midas) uno splendido compressore bss DPR-404, (4 channel con de-esser) uno Yamaha spx 990 usato per il delay col Tap e un Lexicon PCM 70 per una hall (c’era anche un PCM 90, ma forse forse preferisco il PCM 70 ver.2).
Il monitoraggio era affidato a un Midas xl 250 con il fonico del service Coriolani e a un bel numero di wedge Meyer Sound modello UM1, monitor attivi.
I ragazzi della band dei Trikobalto mi hanno detto che sentivano alla perfezione, in particolar modo, dopo 2 minuti di sound check i suoni erano presenti, caldi e definiti. Ne approfitto per ringraziare e salutare il collega in regia di palco.
Io e i triko abbiamo fatto il nostro sporco lavoro, la nostra performance è andata bene, oltre ogni più rosea aspettativa e, personalmente, mi sono pure molto divertito.
Area “backstage” dove trovava posto il backline della band, molto rock and roll!
Passiamo invece agli head-liner della serata.
Si presentavano in una formazione che, sinceramente, a “giochi fermi” lasciava qualche dubbio a tutti noi.
Noel chitarra e voce, il chitarrista (all’occorrenza anche all’hammond) Gem con una chitarra elettrica Gibson ES335 e Vox AC15 e Kirkbride con un rullante un Charleston e un cembalo a pedale, stop.
Ruolo importantissimo in questi casi è affidato al microfonaggio nel quale si è fatto uso di condensatori Neumann: Km 184D per la ripresa di Over Head e Hit Hat del Drum Kit, un U87 davanti al Vox della chitarra e poi classico sm 57 al rullante, un Corwn a terra per il Cembalo e un normalissimo Shure Sm 58 per la voce di Noel.
Una situazione del genere obbliga in un certo senso a fare un mix pulito, caldo e che punti alla valorizzazione delle dinamiche con effetti e filtri (sempre che non sia precisa scelta della produzione).
Questo è quello che ha fatto anche Lemon cercando di far risaltare dal mix non solo la voce dell’indiscusso protagonista, ma anche la chitarra ritmica e un piacevole “ambiente” del set percussivo.
Lo splendido Midas xl3
A dire la verità, il suono dei primi pezzi mancavano un po’ di “amalgama”, cosa abbastanza normale quando inizia uno show in condizioni diverse rispetto al sound check, salvo poi diventare compatto e rotondo.
Risultato ottenuto dopo qualche regolazione più che altro sui livelli, senza per contro agire troppo sulle compressioni che avrebbero probabilmente mortificato le dinamiche.
Ho notato che John è intervenuto ripetutamente sulla voce di Noel nella parte iniziale del concerto, usando l’equalizzazione dell’Avalon anche in maniera piuttosto decisa, probabilmente per “smussare” una nota leggermente stridente riscontrabile nei registri più alti.
Direi che dopo 5 o 6 pezzi il suono era oggettivamente bello. Ho potuto ascoltare parte del concerto dalla regia (a un paio di metri da John), dalla parte sinistra della sala e dal piano superiore e la copertura e la presenza erano pressoché invariate, a conferma ancora una volta, che di strutture come il Blue Note ce ne vorrebbero tante…
Particolare dell’Avalon 737 utilizzato sulla voce
Del concerto, che dire. I brani più famosi hanno soluzioni melodiche e armoniche oggettivamente molto efficaci e sono “canzoni vere” a tutti gli effetti, immortali. Anche a chi non è fan sfegatato degli Oasis pezzi come Wanderwall o Dont Look Back In Angel, Married With Children fanno comunque un certo effetto.
Noel è una rock star assoluta e ha una personalità decisamente spiccata. Quel suo modo di fare così altezzoso e inarrivabile (almeno nel vederlo in questa occasione) gli si perdona e anzi gli si addice.
Come dire …se non se la tira lui…chi può?
La sorpresa più piacevole è che canta veramente molto bene: c’è chi dice meglio del fratellino.
La sua voce è pulita, sempre molto intelligibile e intonata, e pur non facendo mai linee complicatissime, riesce sempre a “intersecarsi” con le tessiture armoniche e melodiche dei brani.
Alla chitarra fa una decina di accordi in tutto, sempre misurati e con la giusta intenzione, coadiuvato da un tipo di chitarra acustica e una sonorità assolutamente in tema col genere.
I giri armonici e le soluzioni metriche poi sono maledettamente efficaci e di sicuro le canzoni, sono canzoni vere, di quelle che funzionano a prescindere.
Particolare curioso è che i brani cominciavano sempre con lo stesso Noel che dava i quarti della prima battuta per il tempo che a sua volta prendeva da un metronomo posto su di un supporto.
Il resto della band “fa il suo” con la particolarità che il chitarrista Gem Archer si alternava alla chitarra elettrica e a un Hammond dallo style e dalle sonorità molto sixitie.
Il concerto è scorso via bene, a tratti leggermente meno frizzante ma con dei picchi di vera emozione quanto la band ha eseguito i pezzi storici e addirittura un tributo dovuto (i conti si fanno sempre con loro soprattutto se sei Inglese…) di Strawberry Fields dei Beatles.
Che almeno Noel abbia ripensato alla sparata che fece anni fa quando si paragonò ai Beatles?
Aldo “hucchio” Chiappini
ZioGiorgio.it staff