E’uscito da tre settimane e dopo parecchi anni di gestazione Buena suerte, il nuovo lavoro discografico di Armando Corsi al cui interno è contenuta Sia benedetto il Samba di Bruno Lauzi.
“Si tratta di un brano che scrissi sette anni fa,” racconta Armando Corsi “glielo feci ascoltare e lui butto’ giu’ il testo; lo scorso aprile lo registrammo. Quello che mi fece Bruno fu un vero regalo.”
Buena Suerte è un omaggio alla musica latino-americana, che vede un’altra importante collaborazione, sempre genovese, quella con il percussionista e trombettista Marco Fadda, autore del brano Anemos, e co-autore, con Armando Corsi, proprio di Buena suerte che da il titolo all’album.
Se in tutto l’album la melodia fa da padrona in quanto, secondo Corsi, noi italiani e latini ne abbiamo un gran bisogno, il chitarrista è particolarmente affezionato, oltre ovviamente al brano di Lauzi, alla sua intepretazione di Canciun, del popolarissimo cantautore cubano Pablo Milanes, della quale ritiene di essere riuscito ad interpretarne perfettamente lo spirito.
Armando Corsi, classe 1947, genovese, è nato musicalmente nei caffè della città ligure, nei quali si esibiva accompagnandosi con la chitarra e interpretando famose canzoni italiane.
Salito sulle navi da crociera, facile destino per chi vive in una città marittima, Corsi ha poi viaggiato per il mondo raccogliendo impressioni, sonorità e caratteri della musica latino-americana ben rappresentata dalle canzoni di Joao Gilberto, Antonio Carlos Jobim, Astor Piazzolla ma potremmo citare tutte le icone della musica di questa parte del sud del mondo.
Ritornato definitivamente in Europa ha iniziato collaborazioni importanti con Paco De Lucia, Eric Marienthal e infine 4 anni in tour con Ivano Fossati ma, più generalmente, ha accompagnato con la sua chitarra tutta la generazione del cantautorato genovese che comprende, Paoli, lo stesso Lauzi, Conte e molti altri.
Il primo album di Corsi fu Itinerari del 1995, il secondo Duende del 2002.
Va citato, del 2006, Come due somari, un successo scritto per Samuele Bersani inserito nell’album L’aldiqua.