Siamo andati all’Accademia del Suono di Milano in occasione della clinic di Pat Martino grazie all’invito del direttore dell’accademia Timur Semprini.
Pat si trovava in Italia perché la sera stessa avrebbe avuto una data al famoso locale Blue Note di Milano, alla quale, aimè, non siamo riusciti ad andare.
In quel dell’accademia c’era qualche amico della prima ora di ZioMusic.it come il Donato “begut” Begotti e il grande Gigi Ciffarelli.
Ma le attenzioni erano tutte per lui : Pat Martino.
Un signore distinto, esile, dai modi molto garbati e gentili, un accenno di sorriso, una gestualità appena accennata; il suo fraseggio per certi versi rispecchia il personaggio.
La musica per lui è ovunque, è tutto, è un modo di vita, una filosofia. Ne parla con una lucidità e una convinzione ammalianti.
Ha studiato per anni le geometrie più strane sullo strumento, le diteggiature più improbabili e bizzarre, tanto che sentendolo solo parlare non si riesce a comprendere fino in fondo la potenza e il fascino di questi concetti.
E’ al primo grappolo di note che la sala, inizialmente distratta e confusa, ha catalizzato l’attenzione sulla musica e la chitarra di questo incredibile jazzista.
Ma passiamo al racconto di questa splendida giornata che, vi assicuro, mi ha ridato voglia di prendere la chitarra e rimettermi a studiare.
Il buon Gigi Ciffarelli si era prestato per l’occasione a dar di mano a Pat per spiegare in Italiano qualche concetto tra i più complicati e andandosi a posizionare in piedi sulla destra della sala.
In prima fila il Begotti incalzava con le domande sempre attento e puntuale come un orologio svizzero.
Ecco, proprio di orologi dobbiamo parlare, non ci crederete, ma Pat anche in un orologio ritrova la sua musica e i suoi intervalli.
Quello che sta alla base della filosofia musicale di Martino è che la musica ha in sé un qualche cosa di geometrico, di ripetitivo, riconducibile a schemi prefissati dai quali far l’improvvisazione.
Chiamarli semplicemente licks (sono dei fraseggi ricorrenti e distintivi di taluni chitarristi) è riduttivo, pensavo più a un concetto warholiano dell’arte per Pat. Ok, torno nei raghi…
Dicevo che l’orologio c’entra eccome, perché è proprio dal quadrante con le ore che nascono le due figure geometriche che stanno alla base delle diteggiature di Martino: un triangolo e un quadrato che per Pat rappresentano in un certo senso le basic fundamentals , i fondamenti della sua “Nature of Guitar”.
Quindi, come riassunto nella figura sotto, il quadrato racchiude ai suoi vertici intervalli di terza minore e il triangolo quelli di terza maggiore, e in questo modo si possono visualizzare tutti gli intervalli e le triadi fondamentali.
Non nego che questa visione dello strumento non sia delle più immediate, ma appena entrati nell’universo “Martiniano” il tutto comincia a girare, a diventare sempre più nitido e, almeno nei suoi concetti di base, estremamente chiaro e razionale.
Ma non tragga in inganno questa visione estremamente schematica della chitarra, il fraseggio di Pat non è mai fine a se stesso, freddo o accademico, tutt’altro; le sue geometrie, le sue griglie e i suoi sillogismi sono al servizio della musicalità e del cuore.
Quello che Martino cerca è l’ispirazione e la cerca in ogni cosa, è da quella parte il discorso musicale e il suono della sua chitarra.
Altrettanto curiosa è la pratica di associare le note musicale alle lettere dell’alfabeto (anglosassone nel suo caso), in questo modo ad ogni parola è associata univocamente una scala che prenderà quindi un suo suono distintivo. La scala richiamerà a livello di sonorità la parola da cui deriva: decisamente visionaria come considerazione ma efficace, se suonata da Martino…
Il seminario è proseguito per due ore abbondanti (erano previste due ore N.d.R.) su questi ed altri temi, in alcuni momenti anche abbastanza complicati, ma sempre come filo conduttore la filosofia di base con la quale Pat Martino affronta la chitarra, la musica e, più in generale la vita stessa.
Credo che al di là della pur interessantissime visioni geometriche della chitarra il messaggio forte, che almeno a me ha dato motivo di riflettere, è che la musica sia in ogni cosa; è possibile trarre ispirazione da tutto ciò che ci circonda. Bisogna sentirla la musica per suonarla, sentirla tutta intorno, un’emozione che si sente dritta al cuore e che dal cuore stesso esce.
Mi rendo conto che queste prole possano suonare banali e in un certo senso retoriche, ma provate a fermarvi un attimo e riflettere se tutto ciò non sia maledettamente vero.
Un ultima considerazione, è possibile che molti dei presenti (me compreso) dimentichino qualche triangolo, qualche quadrato e qualche orologio per la strada, ma credo nessuno dimenticherà la musicalità di questo musicista…
Tanks to:
info: www.patmartino.com
info: www.accademiadelsuono.it
Accademia del Suono di Milano ringrazia “Blue Note” di Milano, nella persona di Fabio Mittino, per la disponibilità alla collaborazione didattica:
Aldo “hucchio” Chiappini
ZioGiorgio.it staff