iLive: piccolo e connesso

La redazione di ZioGiorgio (nella persona di Marco Maffei), il 17 giugno 2011 è andata a dare un’occhiata alle ultime novità nel mondo delle console digitali di Allen & Heath, guidata dalla curiosità e dalle parole d’ordine “piccolo, potente e connesso”.

Nella sala demo erano schierati e connessi 2 iDR-48, una espansione xDR-16 e due surface/controller T-112, per simulare una plausibile configurazione sala/palco.
Il product specialist Nicola Beretta, vecchia conoscenza (l’anno scorso ci svelava il PRO-6 presso Midas Consoles Italy), aiutato da Giovanni Bugari, ha mostrato diligentemente le peculiarità del sistema e, soprattutto, la sua straordinaria connettività, che lo rende una sorta di scheda audio formato live che dialoga con control surface, remote controllers, midi controllers, computer con il software proprietario Editor (PC/MAC/Linux), iPad, iPhone.
Un mondo realmente aperto, che di questi tempi certamente costituisce un vantaggio.

Il pensiero va a quei teatri (ebbene si… nel 2011 li chiamano coraggiosamente ancora così) in cui lo spazio tecnico per il fonico di sala, per ragioni misteriose, è sempre “quello che non si può utilizzare”, oppure a quei postacci in cui l’operatore dovrebbe essere privo di materia per poter ascoltare quello che succede in diversi punti della sala, per poter fare un equilibrio sonoro decente. Ancora… pensiamo alla comodità di avere un motore Dsp potente e configurabile, che suona bene e che "entra dove altri non entrano” senza sacrificare gli ingressi e le uscite. Guardando l’unità iDR64 (64 in / 32 out XLR – 17 Kg), che è possibile anche likare ad altre unità iLive, viene da esclamare: "che meraviglia" !

[Da sx a dx: Giovanni Bugari (Product Specialist per Grisby Music) e
Nicola Beretta (Product Specialist per Allen & Heath UK)]

Is this is the future, people? Se è vero che i suoni "si fanno con le orecchie” (come ci ricorderà giustamente Mr. Bugari), allora potremmo anche abituarci alla gestione di milioni di parametri che caratterizzano un concerto senza per forza mettere le mani su una superficie fisica. Per i parametri più soggetti a variazioni immediate (quindi legati al tocco) sarà possibile dedicare qualsiasi MIDI controller programmabile, oppure usare una surface (ad es. la piccola R-72 di A&H che si monta anche a rack), oppure dedicargli un iPad chiamandolo "salvavita".
Se lo fanno gli elettricisti, che in uno show gestiscono milioni di dati seriali DMX, allora possiamo farlo anche noi fonici.
Certo, toccherà essere davvero in gamba, perché i disastri potrebbero essere proprio dietro, o sotto (se preferite) l’iPad. Ma crediamo che vale la pena tentare, perché "essere in gamba" non ha mai fatto male a nessuno, no ? Una sfida al mondo della materia… uno stile nel modo di mixare legato all’idea del suono e non al contatto, al pomello… potrebbe dare anche dei bei risultati insperati (in positivo).

Tra le altre caratteristiche del sistema iLive, citiamo le card con connessioni da e verso i protocolli più diffusi, come ACE (protocollo proprietario A&H), Dante, RockNet, ADAT, EtherSound, MADI. Nel workshop abbiamo assistito ad una simulazione di Virtual Soundcheck utilizzando semplicemente una scheda Dante ospitata in uno degli iDR48, più una scheda Dante Virtual Sound Card in un PC laptop con un software audio che pesa solo 5 Mb (freeeware). Che vogliamo di più ?

Fra i numerosi effetti di elaborazione audio, segnaliamo Speaker Matrix Processor: una matrice assegnabile al main mix che migliora la percezione di tutti gli strumenti anche a chi si trova agli estremi del panorama stereo (pensiamo a chi sta di fronte ad uno dei due lati) senza comprometterne la stereofonia. La soluzione consente anche la gestione di array orizzontali di diffusori, tramite algoritmi proprietari.

Tornando allo stupendo software per iPad, che costa 79,99 Euro benedetti, iLive MixPad permette di accedere a quasi tutte le impostazioni della macchina (tranne il cambio scene, setup, routing e programmazione effetti) e consente di collegare tutti gli iPad che vogliamo per fare modifiche per FOH e/o Stage, o addirittura per Personal Monitoring, affidando un iPad per musicista e lasciandogli decidere i propri livelli.
Purtroppo, ad oggi, l’accesso alla console dall’iPad è totale: a causa di un errore umano il fonico di palco potrebbe interferire con l’audio della sala e viceversa [Secondo motivo per imparare a non fare errori ;-)]. Anche il musicista, regolando da solo le proprie mandate, potrebbe per sbaglio abbassare il Master Left/Right del banco… quindi anche i musicisti dovranno essere molto accorti.

In un futuro upgrade di MixPad, è consigliatissimo poter programmare degli accessi a livelli diversi, assegnabili ad ogni singola unità iPad, così l’amministratore deve avere la possibilità di accedere davvero a tutti i parametri, anche al più remoto, magari proteggendoli con password. Le scene, ad esempio, sono fondamentali e non poterle programmare o richiamare dall’iPad è troppo riduttivo (la Yamaha ha appena superato quest’ultimo problema con la versione 2.0 – ndr).

La strada che sta seguendo A&H al riguardo è comunque lodevole, poiché tutto il mondo dell’audio si sta rimpicciolendo… meno facchini, meno spazio e maggiore potenza, affiancato da una professionalità nella figura del fonico/backliner/PA Man che, rispetto agli anni ‘90, appare decuplicata.

Nonostante qualcuno confonda ancora oggi i fonici con i DJ (!!!) è indubbio che i cambiamenti tecnologici legati alle superfici di controllo stiano invadendo ogni settore della tecnica, dall’industria alla domotica e quindi alle applicazioni professionali. Pensare che fare il fonico equivalga ad avere minimo 32 fader motorizzati, altrimenti “non è possibile”, è un atteggiamento di chiusura, come quello che anni fa separava il Midi dalla musica o, ancora di più, il digitale dall’analogico.

Nessuna tecnologia è per sua natura distruttiva, bisogna solo applicarne le potenzialità in modo che funzioni bene. Who killed Bambi ?

Intervista a Nicola Beretta (Product Specialist per Allen & Heath UK):

ZioGiorgio: Un anno dopo ti incontriamo come Product Specialist di Allen & Heath in UK. Cosa è successo ?

Nicola Beretta
: E’ successa una opportunità inaspettata. Mia moglie ha trovato lavoro in Cornovaglia e di conseguenza io ho cercato qualcosa che calzasse a pennello. Neanche a farlo apposta, A&H stava cercando di espandere la propria rete di risorse umane e, dopo una prima conoscenza, è nata questa bella collaborazione.

ZioGiorgio: Sei in A&H per l’iLive o per l’intera gamma ?

Nicola Beretta: In generale, sono Product Specialist per l’intera gamma. Chiaramente, anche per quella che è la mia esperienza già acquisita, ho trovato molto semplice specializzarmi sulla gamma iLive dei mixer digitali, senza però trascurare il resto del portafoglio prodotti.

ZioGiorgio: Quali sono, secondo te, le caratteristiche principali dei sistemi iLive ?

Nicola Beretta: Sicuramente la flessibilità del sistema, il modo in cui puoi unire tra loro superfici e rack differenti, estendere il sistema nel tempo, interfacciarti con sistemi di terze parti per installazioni o altro con i diversi protocolli audio. La qualità audio non ha nulla da invidiare ai n. 1 sul mercato e le opzioni di controllo, cioè il fatto di poter controllare il mixer non solo da una superficie di controllo ma anche da tanti altri dispositivi, sono sicuramente i suoi punti di forza.

ZioGiorgio: Che evoluzione ha vissuto il MixPad dal Plasa 2010 ad oggi ?

Nicola Beretta: MixPad era nato come una evoluzione dell’altra applicazione per iPhone chiamata Tweak, che dà accesso ad un numero molto limitato di parametri. Con l’introduzione dell’iPad abbiamo voluto cercare una soluzione più completa che fosse un ausilio tecnico per il fonico. Ha vissuto diverse versioni beta e confronti con fonici, esperienze sul campo e valutazioni da proposte simili da parte della concorrenza nello stesso settore. Nel tempo, sono state perfezionate l’affidabilità e la GUI fino al lancio ufficiale sul mercato.

ZioGiorgio
: Quali sono le applicazioni della concorrenza che si avvicinano di più a MixPad ?
 
Nicola Beretta: Presonus ha un sistema simile, che però è vincolato all’utilizzo del computer oltre alla superficie: devi avere un computer collegato che fa da rimando all’iPad. Anche Yamaha ha il suo sistema di controllo per M7CL e per LS-9, che però consente il collegamento di una sola unità iPad.
Il nostro vantaggio è che uno o più iPad possono collegarsi direttamente al cuore del sistema, cioè al Dsp, tramite un normale router Wi-Fi e possono essere utilizzati in alternativa alla superficie, non solo in aggiunta.

ZioGiorgio: Come definiresti il suono dell’iLive rispetto alla sua fascia di mercato ?

Nicola Beretta: Lineare, trasparente e molto più simile all’analogico di tanti sistemi in questa fascia di prezzo.

ZioGiorgio: Che differenze ci sono tra l’Inghilterra e l’Italia nella visione del mondo Pro Audio ?

Nicola Beretta: Il modello inglese trova oggi meno differenze nel Pro Audio, poiché il modello stesso è stato man mano copiato e accettato dalle altre nazioni. Oggi troviamo il service super efficiente anche fuori dall’UK che non ha nulla da invidiare agli inglesi. Dall’altro canto, in Inghilterra la professione del sound engineer è una professione vera e propria, con una facoltà di sound engineering, ed è vista e percepita come un vero lavoro, mentre in Italia stiamo ancora cercando di arrivare a quel quadro normativo e formativo che ne garantisca il giusto riconoscimento.

ZioGiorgio: Che novità possiamo aspettarci da Allen & Heath ?

Nicola Beretta: Le novità saranno numerose e saranno lanciate in parte al Plasa 2011 mentre altre al NAMM 2012. La gamma Zone sarà rinnovata ed allargata, mentre nei sistemi live abbiamo interrotto la produzione della serie analogica ML per potenziare ulteriormente le serie digitali, ma ve ne parleremo prossimamente.

Intervista a Giovanni Bugari (Product Specialist per Grisby Music):

ZioGiorgio: Cosa ci dici sul marchio Allen & Heath?

Giovanni Bugari: La grossa particolarità che è emersa in questi ultimi anni, vista anche la fortuna economica avvenuta dopo la ri-acquisizione del marchio dal gruppo Harman, è che A & H è una compagnia fatta di persone. Loro producono mixer da circa 40 anni con esperienze blasonatissime tipo Glenn Rogers, Direttore Generale, che progettò il primo mixer quadrifonico per i Pink Floyd. Dall’altra parte del telefono ho sempre trovato un collega fonico con la passione per l’audio, che poi diventa passione per l’essere costruttori di soluzioni audio. Tutti quelli che lavorano in A & H hanno un passato o un presente da fonici e questo è il grosso valore aggiunto del marchio: non è una Corporation, ma è un’azienda che deve la sua fortuna alla passione della gente che ci lavora. La facilità che abbiamo noi distributori (così è anche per Meyer) è che abbiamo a che fare con dei colleghi.

ZioGiorgio: Quanti sistemi iLive ci sono in Italia ?

Giovanni Bugari
: Circa 150 della serie iLive T, circa 8 della serie iLive normale. Nel mondo siamo a circa 3.500 unità.

ZioGiorgio
: Messaggio ai nostri lettori ?

Giovanni Bugari: Fate i suoni con le orecchie, non con gli occhi !

Marco Maffei
ZioGiorgio Network

info: www.grisbymusic.it

info: www.ilive-digital.com

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