Recensione ALVA Nanoface

Quando ci è arrivata in redazione la notizia dell’uscita dell’interfaccia audio ALVA Nanoface sinceramente non potevo credere ai miei occhi: la somiglianza con la “Babyface”  del noto produttore tedesco RME Audio era a dir poco lampante. Per fortuna prima di pubblicare commenti a (s)proposito, ho raccolto qualche informazione, scoprendo che tra le due aziende tedesche esiste una vera e propria partnership, e che ALVA fabbrica da tempo cavi, audio tools e adattatori da rack per RME. Scoperto l’arcano, la mia curiosità è diventata ancora maggiore: l’autorizzazione a copiare spudoratamente il design, significa che possiamo trovare magari anche parte della squisita tecnologia RME nella Nanoface, spendendo meno di un terzo del prezzo di una Babyface? O “l’abito non fa il monaco”, come ha commentato prontamente un nostro lettore la nostra news di fine maggio su ZioMusic.it?
Ovviamente non potevamo non testarla!

Il nome “Nanoface” non è casuale. Alva punta molto sulle dimensioni e peso estremamente ridotti di questa interfaccia. Scartandola colpisce di fatti il peso pressochè inesistente dell’hardware: la bilancia da cucina di casa mia segna appena 200 grammi, lo stesso peso della “frusta” (il breakout cable) per gli ingressi e le uscite! Lo chassis è costruito completamente in plastica, che inizialmente da un po’ un’impressione “cheap”, ma devo dire che il tipo di plastica utilizzato è di quelli robusti e la superfice nera lucida risulta molto stilosa. All’interno della confezione troviamo anche un cavo USB, un cd con i driver per Windows e Mac OSX e il manuale stampato in lingua inglese. Sul cd oltre ai driver viene fornito anche il manuale in formato pdf e un video tutorial utilissimo. Il cavo USB incluso nella confezione ha due connettori per collegarsi al computer, anche se il produttore garantisce che in tutti i loro test è bastato l’uso del connettore USB principale per alimentare la Nanoface, perciò non richiede nessuna alimentazione esterna.

In & out
La frusta In/Out viene collegata tramite un connettore a 15 pin (con due viti) all’interfaccia e fornisce 4 ingressi e 2 uscite analogici. Due di questi ingressi (1+2) sono dotati di connettori XLR (sbilanciati) e preamplificatori microfonici con alimentazione phantom.
Gli altri due ingressi (3+4) come anche le due uscite hanno connettori RCA.
La frusta fornisce anche un ingresso e ben due uscite MIDI, per collegare masterkeyboard, synth, campionatori e/o altra effettistica che risponde al protocollo MIDI.

Sul lato destro del chassis si trovano un uscita cuffia ¼” e subito a fianco un ingresso ad alta impedenza per chitarra o basso elettrico, che può essere assegnato al canale 2 degli ingressi analogici. L’ I/O digitale supporta il formato S/PDIF standard, e dunque è adatta per ricevere per esempio un segnale digitale da un lettore CD, o magari per funzionare come unità effetti sorgente per un ricevitore surround con ingresso ottico.

Perciò in totale, la Nanoface fornisce come ingressi e uscite:

  • Audio: 6 ingressi + 6 uscite
  • MIDI: 1 ingresso + 2 uscite
  • 4 I/O analogici (canali 1-4)
  • SPDIF ottico digitale (canali 5-6)
  • 2 preamplificatori microfonici con alimentazione phantom (ingressi analogici 1/2)
  • 1 ingresso Hi-Z per strumenti (può essere usato al posto di un ingresso 1-4)

Control
Una particolarità della Nanoface è la totale assenza di software di controllo. Tutte le funzioni, compresa la gestione, il monitoraggio e l’alimentazione phantom per i microfoni, vanno impostate direttamente utilizzando il grande bottone multi-controller argentato (un encoder con funzioni sia da interruttore che rotativi) presente sull’unità, cioè:

– output 1-2: volume
– output 3-4 (cuffie): volume
– routing output 1-2 all’uscita cuffie
– output 1-2 sull’uscita cuffie: volume
– input 1-2: gain (mic/instr. preamps)
– input 3-4: gain
– 48V per input 1 e/o 2
– commutare input 2 in Hi-Z input
– hardware monitoring per gli input 1-2
– resettaggio ai valori di default

Invece il missaggio, il routing dei canali e i livelli digitali dovranno essere controllati dal software audio che si sta utilizzando, come Cubase, Sonar, Logic, Media Player, iTunes ecc. Questa mancanza di un software di controllo dedicato fa parte della precisa filosofia “reduce to the max” di ALVA, cioè ridurre al massimo “lo sbattimento” tecnico per poter dare il più possibile sfogo alla creatività.

In prova
Ho scaricato sul sito dedicato alla Nanoface l’ultima versione 2.9.40 del driver per Windows. L’installazione è stata semplice. Il cavo USB incluso secondo me poteva essere anche mezzo metro più lungo. La lunghezza di un metro scarso non mi ha permesso di arrivare dal desktop a una delle prese posteriori del mio pc-tower, posizionato per terra appena sotto il tavolo (e quelle davanti di solito sono occupate da hard disc esterni e/o chiavette). So che la Nanoface e mirata molto ad un utilizzo "mobile", ma cosa ci voleva a mettere un cavetto USB un pochino più lungo? Comunque funziona anche con qualsiasi cavo USB 2.0 standard.

Devo amettere che non sono un grande fan della filosofia “breakout cable”, secondo me non è bello da vedere, crea confusione sulla scrivania e mi da sempre la sensazione che un giorno si romperà. Ma sotto l’aspetto della mobilità il sistema frusta ha sicuramente grandi vantaggi: potersi infilare l’interfaccia audio/MIDI comodamente nella tascha della giacca ha un suo perchè.


Gli ingressi e le uscite non sono bilanciate e il cavo breakout con I/O bilanciati del cataologo ALVA prodotto per la RME Babyface purtroppo non è compatibile. Non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con un’interfaccia entry level . Ho dovuto comprare degli adattatori RCA/Jack per poter collegare i miei monitor da studio, visto che hanno ingressi XLR o Jack ¼”.

L’assenza di un software di controllo mi ha spiazzato abbastanza, chi (come me) sperava in un mixer matrix tipo “total mix” della RME rimarrà deluso. Il fatto di poter utilizzare esclusivamente il bottone multi-controller per impostare tutte le funzioni, inizialmente  mi è risultato un po’ scomodo, ma dopo un po’ ci si abitua (a tutto). Nella confezione è incluso anche un adesivo da appiccicare sotto il chassis, da consultare come guida veloce nei vari passaggi da eseguire.

Alcune delle possibilità di routing sono veramente utili: per esempio poter doppiare il segnale dall’output 1+2 anche sul 3+4 e avere così a disposizione lo stesso mix regolabile con volumi diversi, magari perchè voglio il livello in cuffia diverso da quello dei monitor o voglio utilizzare l’uscita cuffia per collegare un altro paio di monitor usando un adattatore a Y.

L’ingresso Hi-Z può essere dirottato sull’ingresso analog 2 per le registrazioni di chitarra o basso su multitraccia. Purtroppo il rumore di fondo di questo ingresso ad alta impedenza risulta un po’ altino.

La Nanoface è dotata anche di hardware monitoring per i canali 1+2, fondamentale per avere un ascolto senza latenza durante le registrazioni con una DAW. In questo modo i signali degli input 1+2 più il segnale del software output 1+2 (tipo la DAW) vengono miscelati insieme e mandati come segnale mono all’uscita delle cuffie.

Ho fatto qualche registrazione audio di prova (chitarra acustica, voce e rumore di fondo) sia con la ALVA Nanoface, che con la RME Fireface 800 che utilizzo di solito in studio. Lungi da me voler confrontare una scheda audio professionale da 1200 Euro con un’ interfaccia da circa 200 Euro; la Fireface 800 è servita solo per avere un riferimento.

Purtroppo durante la fase di registrazione ho avuto qualche problema con l’alimentazione di alcuni microfoni a condensatore. Tutti e due gli AKG C414 B-ULS che ho in studio con phantom power acceso e il gain del preamp al massimo avevano un volume bassissimo, praticamente inesistente. Il microfono handheld Neumann KMS 105 non funzionava affatto. Con un Audio-Technica ATM 10a invece sono stato più fortunato.
Qui le possibilità sono due, o la Nanoface che ci hanno mandato ha qualche difetto o forse si tratta di un problema che accomuna un po’ le schede audio che vengono alimentate esclusivamente tramite porta USB. Pare infatti che alcune di queste interfacce, di diverse marche, piccole e senza alimentazione esterna non riescano ad erogare potenza necessaria per alimentare i mic a condensatore più affamati.
Ho contattato il servizio di assistenza del distributore italiano MidiWare (ringraziamo Vittorio Paciaroni
del servizio clienti per la sua gentile disponibilità), che a sua volta ha contattato la casa madre, che dopo tre giorni ha risposto che la Nanoface  "fornisce un’alimentazione phantom a 48V (+/- 1V) per un amperaggio massimo di 14 mA". Forse allora ai due AKG 414 e il Neumann KMS 105 serve un amperaggio superiore?
Nessun problema invece con tutti i microfoni dinamici che ho testato.

Comunque…ecco i sample audio (24bit, 44.1kHz, potete anche scaricarli) fatti con il microfono condenser a piccolo diaframma Audio-Technica ATM 10a.

I primi due sono fatti con la chitarra acustica:

Qui invece due samples di un cantato:

Ho registrato anche il rumore di fondo delle due interfacce:

Alle mie orecchie la Nanoface suona scavata sulle medie e frizzante sulle frequenze alte e mi pare che tolga anche qualcosa sulle frequenze ultrabasse. Forse proprio per questa colorazione un po’ loudness potrebbe piacere a tante persone. Il rumore di fondo è un po’ più alto della Fireface ma sempre a livelli ragionevoli.

Set up:
– PC Intel Core(TM) 2 Quad CPU & 2.40 GHz,
– Windows XP, Nuendo4, 2 x UAD1
Output latency @ 24bit – 44.1 kHz:
– ALVA Nanoface: 6,372 ms @ 281 samples
– RME Fireface 800: 5,079 ms @ 256 samples

Il driver funziona bene, il sistema è stabile e ha un ottima performance. Il buffer size non va impostato con gli step abituali tipo 1024, 512, 256 samples ecc. ma è diviso in sei step da "relaxed" a "highspeed".

Valutazione finale
A parte il look accattivante la ALVA Nanoface c’entra poco con la RME Babyface a cui somiglia così tanto. A chi piace la filosofia "reduce to max" e da sempre avrebbe voluto fare a meno di un software di controllo, a chi fanno comodo il numero più elevato di ingressi e uscite rispetto ad altre interfacce entry level sul mercato, e in particolare per chi non vuole spendere troppi soldi (lo street price si aggira intorno alle 200 euro) la ALVA Nanoface può essere un buon investimento.

Info: www.alva-audio.de
Info: www.alva-audio.de/nanoface/en_index.php
Info: www.midiware.com


Guido Block                
Redazione ZioMusic.it

Vai alla barra degli strumenti