Orchestra di Piazza Vittorio: l’isola di legno

Non solo mega produzioni su ZioGiorgio.it!
Quest’anno da parte nostra il grande impegno nel dare visibilità a spettacoli forse meno “blasonati” ma non per questo meno interessanti.
Dal nostro corrispondente dalla Capitale un articolo su una realtà molto interessante che col tour precedente “Il flauto magico” ha macinato un sacco di date in ogni angolo della nostra Penisola. Col nuovo spettacolo “Il giro del mondo in 80 minuti” l’Orchestra di Piazza Vittorio ha deciso di prodursi da sola, una soluzione che visti i tempi che corrono sembra quanto mai ardita. E se fosse la formula vincente?
Andiamo a scoprire i dettagli del progetto con Alberto Maria Trabucco.

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Parliamo con Daniele Davino, Light Designer ma anche impegnato nella produzione esecutiva dello spettacolo.

Daniele: Finito il ciclo del Flauto Magico l’orchestra ha avviato un rinnovamento del proprio assetto organizzativo, ci è stato proposto uno spettacolo che non ci rappresentava e quindi abbiamo deciso di sciogliere gli accordi con i nostri produttori ed intraprendere un percorso autonomo.
Ci troviamo qui al Teatro Olimpico di Roma, per tre settimane di programmazione, (dal 7 al 24 marzo 2013, ndr) perché la data era già stata fissata, e non volendo deludere il nostro pubblico abbiamo deciso di preparare, producendoci da soli, uno spettacolo che avevamo in mente da tempo.

ZioGiorgio.it: uno spettacolo che definite autobiografico.

Daniele: sì, possiamo identificare questo spettacolo come autobiografico, è un viaggio basato sulla metafora, sul percorso musicale dell’orchestra, dei suoi primi dieci anni di attività, dal 2002 ad oggi.
“Il giro del mondo in ottanta minuti” è un incontro tra culture, tra emigranti di tutti i continenti, che si ritrovano su una zattera musicale che li porta in giro per il mondo.
Al porto di Belesh, luogo nato dalla fantasia, i musicisti dell’orchestra si incontrano, accompagnati ciascuno da un bagaglio pieno dei propri ricordi e delle proprie esperienze musicali.

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ZioGiorgio.it: quando è nata l’orchestra?

Daniele: l’orchestra nasce a Roma, nella famosa Piazza Vittorio, quartiere di immigrati ed esempio di integrazione multietnica, da un’idea del Maestro Mario Tronco e da Beppe D’Argenzio (Avion Travel, ndr).
Tante nazioni del mondo sono rappresentate nel gruppo, derivato dalla Associazione Apollo 11, che lavora tuttora sul territorio del quartiere per salvare il cinema Apollo.
Musicisti dal Senegal, dall’Algeria, dall’India, da Cuba, dai paesi dell’Est, ognuno porta le sue peculiarità e la sua cultura ed insieme si crea questa amalgama particolare che ci contraddistingue come esperienza unica al mondo.

ZioGiorgio.it: come avete deciso di fare auto produzione?

Daniele: sciolto il contratto con i nostri produttori ci siamo ritrovati a lavorare direttamente sul campo sia come produttori che come esecutori del progetto.
C’è un gruppo di riferimento che è formato da Mario Tronco, Pino Pecorelli, Leandro Piccioni, Daniele Spanò e da me, Daniele Davino.
L’ipotesi del nuovo spettacolo è basata sul nuovo disco, “L’isola di legno”, che viene presentato oggi in conferenza stampa.
Non avere alle spalle una struttura è molto difficile perché significa non avere il supporto di un aspetto logistico ed economico, però è molto stimolante perché ti fa capire innanzitutto quali sono le difficoltà di mettere in scena uno spettacolo, soprattutto quando hai una orchestra di 25 persone, con 18 musicisti e 7 tecnici.
La logistica, i rapporti con i fornitori, con il teatro e soprattutto con il pubblico, questa esperienza ci ha fatto capire come si lavora per la promozione, dal web al porta a porta sul territorio, i rapporti con le radio e la produzione di teaser pubblicitari.
Un lavoro difficile che ci ha imposto di centellinare ogni centesimo di spesa, ma che ci ha consentito di avere una libertà che, senza nessuna imposizione, ci ha consentito di poter scegliere in autonomia.

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ZioGiorgio.it: ma parliamo un po’ delle luci.

Daniele: massima libertà e fiducia da parte di Mario, il maestro, nella scelta della illuminazione.
Naturalmente la ristrettezza di mezzi economici ci ha imposto di lavorare sulla qualità, un lavoro di progettazione accurata per un risultato ottimale.
La prima scelta è stata quella di tornare all’utilizzo di materiali convenzionali, Domino per l’illuminazione del fondale, PC per i frontali, Par e Acl per tracciare i controluce, le Swoboda per gli effetti, e solo dodici motorizzati Mac 2000, di cui 8 wash e 4 spot.
Tanto del disegno luci lo fa il fondale, sempre su colori pieni e omogenei, l’uso dei convenzionali paradossalmente oggi diventa un modo diverso di lavorare su uno show.
Grande attenzione è stata posta nelle corrette orchestrazioni tra le luci e il video, che centra le sue immagini su tre schermi circolari appesi sopra all’orchestra.
Tutta l’immagine poi è caratterizzata da una scelta estetica che fa parte di un mio gusto personale, che è di illuminare gli orchestrali solo con piombi e controluce, senza mai svelare o appiattire con i frontali, con pochissimi effetti e pochissimi gobo.
Bandito in questo spettacolo l’uso dei Led, e per evidenti motivi produttivi in consolle la cara Spark 4D di Compulite.

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Daniele Spanò ha realizzato la regia video dello spettacolo.

ZioGiorgio.it: un lavoro di narrazione importante in uno spettacolo con tanti stili musicali.

Daniele: il video sottolinea il percorso del racconto e ci aiuta a far capire i testi che non sono in italiano, oltre ad essere strumento per una storia che abbiamo registrato intorno ad uno dei componenti dell’orchestra.
Vedevamo sempre una comunicazione non espressa tra le due discipline, le luci e il video, perciò con Daniele Davino abbiamo spinto molto per fare questo lavoro insieme, per creare un prodotto che non fosse solo legato alla musica ma anche alle immagini, con uno strumento strutturale e funzionale al racconto.
L’idea di avere tre cerchi su cui proiettare è nata dalla voglia di non avere una superficie unica, il mapping ci ha consentito di farlo con un proiettore solo, con un notevole risparmio economico.
Il lavoro fatto insieme, tra le luci e il video, ha portato un ottimo risultato, consentendoci di seguire il lavoro dal bozzetto alla regia finale, un processo che non sempre si ha purtroppo il tempo o l’occasione di fare.

ZioGiorgio.it: che media server usi?

Daniele: il software utilizzato per l’occasione è Modul8, su piattaforma Mac OS, un player che viene dal mondo dei VJ, ma che risulta essere efficiente sia per i controlli Midi che per la parte di mappatura video, oltre che per l’esecuzione di alcune tracce musicali sincronizzate con i filmati.
Il videoproiettore usato è un Christie 18K alimentato con fibra ottica.

Massimo Cugini e Gianni Istrioni sono i due fonici, Palco e Foh, che lavorano rispettivamente su consolle Midas XL 250 e Yamaha PM5D.
Anche l’audio risponde alle esigenze di una produzione indipendente attenta al budget, ma questo non compromette il risultato che si propone per un piacevole ascolto.

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Massimo: anche con l’audio ci siamo limitati molto per cercare di rendere vendibile lo spettacolo, oltre all’auto-produzione siamo in piena crisi economica e quindi abbiamo adeguato le nostre necessità.

ZioGiorgio.it: ci racconti come hai impostato l’impianto?

Massimo: sul palco c’è un mixer analogico, con molti monitor, un sistema misto con alcuni in-ear monitor e alcune cuffie a cavo.
Quando arriviamo in nuove location ci portiamo alcune cose nostre, la nostra sezione a cavo con tre power play ed un cablaggio già fatto tutto a cannon senza riduzioni e complicazioni ulteriori, un mixer analogico, dieci monitor e due in-ear monitor li troviamo sul posto a prezzi bassi.
Qui al Teatro Olimpico in sala tutto è gestito da Gianni con il PM 5D e i suoi processori interni, uno splitter della Klark Teknik ed un microfonaggio molto tradizionale.
L’impianto è un D&B Q1, tradizionalmente il nostro preferito, un impianti piccolo e versatile che suona molto bene.
Gli artisti si muovono sul palco con Headset con capsula Proel, per il resto la batteria con i 421, la cassa con Beta 52, dei 414 sugli over delle percussioni.
Gli archi invece di farli con i microfoni li facciamo con i piezoelettrici, per ovvi motivi di ritenzione al feedback.
Ci può stare che il suono non sia bello come mettere dei Neumann, ma visto che suonano anche un sacco di percussioni almeno abbiamo il suono degli archi puliti, e questo è fondamentale.

ZioGiorgio.it: tu vai in analogico, una scelta di natura economica?

Massimo: La scelta di usare un banco analogico non è stata facile, ma è possibile in questa orchestra dove tutti sono consapevoli del momento difficile economico e delle necessità di mantenere i budget ridotti al massimo.
Una mia considerazione, vale il fatto che questi sono artisti che andrebbero presi ad esempio, capaci di adattarsi ad ogni situazione e che vengono incontro a quelle che sono le esigenze tecniche, e non il contrario come avviene oggi a tutti i livelli.
In un altra produzione si sarebbe imposto un banco digitale.
Tante cose vengono spesso messe in ballo per coprire le insufficienze di espressione della musica, noi qui usiamo 48 canali e siamo full, in teoria avremmo potuto usarne molti di più, i musicisti si scambiano tra di loro i microfoni, noi con la memoria usiamo lo stesso gelato per più cantanti, loro si adattano e il pezzo comunque esce bene.
Tutto questo solo grazie all’assenza di divismi particolari, perché loro, i musicisti, sono bravi e perché i pezzi sono belli.

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La conferenza stampa:

Piacevole da raccontare il momento di incontro, prima dello spettacolo, con la stampa, invitata per la presentazione del nuovo disco.
“L’isola di legno” è l’ultimo progetto musicale dell’Orchestra di Piazza Vittorio, pubblicato dalla casa editrice “Parco della Musica Records”, e festeggia i primi dieci anni di attività dell’Orchestra multietnica più famosa d’Italia.
Il viaggio è l’incontro di culture diverse, di repertori musicali diversi, di esperienze diverse, Mario Tronco introduce e presenta l’orchestra sul palco del Teatro Olimpico, e timidamente si scusa per non essere un loquace presentatore.
Il suo mondo è la musica e le note il suo modo di esprimersi, così ci invita ad assistere ad una sessione di prove aperte, funzionali alla riuscita dello spettacolo.
Abbiamo in questo modo l’occasione di ascoltare più volte alcune canzoni, anche in versione non perfetta, in fase di prova, fino al raggiungimento di un optimum esecutivo, mentre i tecnici audio, luci e video, impostano la loro parte narrativa e chiudono le programmazioni.
Grazie alla stampa di essere intervenuta – dice Mario Tronco- e spero che vi fermiate per assistere allo spettacolo.

Noi di ZioGiorgio.it lo abbiamo fatto e lo spettacolo ci è piaciuto molto, in assenza di grandi virtuosismi tecnici, con un suono gradevole e non assordante, con luci misurate e non invadenti, con frammenti video eleganti e misurati, importanti anche per la comprensione dei testi, siamo riusciti ad apprezzare e godere i suoni, le parole e le emozioni.

Alberto Maria Trabucco
ZioGiorgio Staff

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