Mishima è il progetto che il maestro brasiliano Ismael Ivo ha portato in scena nella meravigliosa Arena del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrasanta a Napoli, ispirandosi alla vita e all’universo creativo dell’artista giapponese Yukio Mishima che, al culmine della propria brillante carriera, scelse il suicidio rituale dei samurai.
Lo spettacolo inizia al tramonto: come fondale naturale il golfo di Napoli, mentre la scena, ricoperta di riso come in un giardino zen giapponese, diventa terreno di incontro e scontro tra i danzatori che si impegnano in una celebrazione rituale tra alba e tramonto, tra vita e morte.
Lo spettacolo è cooprodotto dalla Fondazione Campania dei Festival e Arb Dance Company Accademia di Belle Arti di Napoli, e vede in scena il danzatore vietnamita Khải Ngọc V, nei panni del protagonista, accompagnato dai ballerini della Compagnia Arabesque/Les Danseurs Napolitains, dalla voce di Angela Luglio e dal violino di Federica Severini.
Ismael Ivo ha curato l’installazione coreografica, Marcel Kaskeline le scene, i costumi sono stati affidati a Gabriele Frauendorf, mentre il disegno luci è stato curato da Marco Policastro: “Come capita spesso – spiega il lighting designer – non avevo delle linee guida sulla tipologia di disegno luci, così ho prima assistito ad alcune sessioni di prova per poi costruire una mia interpretazione illuminotecnica, via via raffinata durante le prove generali”.
“Si tratta di uno spettacolo emotivamente intensissimo, ma praticamente privo di scenografia, quindi le luci assumevano un’importanza straordinaria, sebbene non fosse semplice creare con esse un’architettura. Fortunatamente gli Alpha Profile di Clay Paky mi hanno aiutato moltissimo in questo lavoro: grazie ai sagomatori dei Profile sono riuscito a creare delle scenografie luminose all’interno di questo palco/giardino senza scenografie reali. Infatti avevo solo due soggetti a disposizione su cui poter lavorare: la superficie del palcoscenico, formata da uno spessore di 3 cm di riso ed i danzatori”.
“Quasi tutti i proiettori erano montati su due americane in controluce, leggermente fuori asse, poste in fondo alla scena, volutamente abbiamo lasciato il centro libero per utilizzare il fondale naturale e due torri Layer frontali – continua Policastro – un parco luci di qualità, fornito dal service Emme2, composto da 18 sagomatori 1200 e 700 Clay Paky, accompagnati da 10 PAR 64 VNSP CP60, 10 RJ 713 e 16 ACL 250W 28V. Ho utilizzato una console Grand MA Full Size, con la quale ho lavorato sin dall’inizio della programmazione”.
“Uno spettacolo pieno di pathos – conclude Policastro – che mi ha assorbito totalmente, nel corpo e nella mente, prosciugandomi completamente… ma uno di quegli spettacoli che, quando tutto è finito, donano un così grande appagamento da restituire, moltiplicate, tutte le energie spese”.
info: www.claypaky.it