Skunk Anansie: l’illuminotecnica con Andy Smith

Tra i tanti tour passati nel nostro Paese nella stagione estiva, quello degli Skunk Anansie mi ha particolarmente incuriosito.
Intanto per il numero di date che la band di Skin ha fatto nella sola Italia, ben otto, e poi per il “format” che lo show proponeva, uno spettacolo decisamente “asciutto” e minimale.
Tutte le date sono state fatte a mezza produzione ma con il supporto puntuale e costante del rent Mister X che forniva il sistema audio d&b audiotechnick J e un’integrazione sostanziosa del plot luminoso.
Quindi, complice qualche amico comune all’interno dell’azienda Avolites ci siamo fatti mettere in contatto col Light Designer Andy Smith che ci ha prontamente accolto in quel di Firenze in una location stranamente indoor nonostante la stagione estiva.
La giornata alla ObiHall per Andy non è stata delle più semplici (essendo appena la seconda data del tour ndr) ed abbiamo quindi deciso di riprendere con calma la nostra intervista il giorno seguente. La serata invece è andata bene ed abbiamo assistito ad un concerto veramente serrato e granitico!
Ma passiamo subito ai fatti. Una prima intervista col Light Designer Andy “Fox” Smith e poi, la seconda, con Davide Pedrotti, responsabile per il reparto “luci” del service Mister X.

ZioGiorgio: Andy, che spettacolo potente! Suono granitico, playlist davvero incalzante. Come hai gestito l’illuminazione di uno show che mi ha dato l’impressione di essere piuttosto ‘minimale’?

Andy Smith: Grazie per i commenti positivi. Ho voluto creare uno show che fosse grande, ma potesse “scomparire” quando necessario, ovvero nelle parti più intime della scaletta. Il design di base prevede otto truss da 2.5 m nel retropalco, con cinque Ipix Satellites ciascuna. Essendo così piccoli, i Satellites sono quasi invisibili per lo spettatore, ma quando vengono utilizzati, una matrice di luce da 40 pezzi appare dietro alla band, dando un aspetto per così dire “enorme” quando richiesto.

Ho voluto creare uno show che fosse grande, ma potesse “scomparire” quando necessario, ovvero nelle parti più intime della scaletta…

ZioGiorgio: Ho notato che usi molte incandescenze, soprattutto Jarag (o prodotti similari). Come li impieghi?

Andy Smith: Utilizzo otto Source 4 26° profile come elemento luminoso chiave. Sul retro, montati su frame tra le torri, ci sono quattro Showtec 5×5 Matrix. Tra le americane posteriori e centrali sono montati 7 Jarag. Li uso per i momenti epici dello spettacolo, ma non troppo così da non inficiarne l’impatto. Sull’americana frontale sono installati cinque 4 light DWE moles, che uso per illuminare il pubblico in alcune parti dello show.

ZioGiorgio: Cosa hanno richiesto gli Artisti e la Produzione in termini di set-up?

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Andy “Fox” Smith

Andy Smith: Volevamo incorporare quanti più elementi possibili della produzione completa anche nel tour dei festival estivi. Abbiamo anche aggiunto alcune nuove componenti, come i 40 Ipix Satellites, così da avere l’impatto visivo adeguato a qualcune ora del giorno fosse previsto lo spettacolo. Abbiamo anche dovuto tenere in considerazione la necessità di avere un sistema facile e rapido da montare anche in spazi ristretti, come generalmente capita in un festival. Tenuto conto di tutti questi elementi, ci siamo incontrati e abbiamo concordato il progetto finale.

ZioGiorgio: Passiamo ai dettagli tecnici. Stai lavorando a mezza produzione. Cosa porti con te “da casa” e cosa richiedi alle rental companies?

Andy Smith: Il nostro sistema è fornito da Siyan Ltd. Il rig consiste di otto mini-beam truss da 2.5 m, ciascuna con un Clay Paky Sharpy montato in cima. All’interno di ogni truss si trovano cinque Ipix Satellite LED che creano una matrice 8×5. Le torri sono raggruppate in gruppi di due, e tra ciascun set abbiamo un frame con due strobo Martin Atomic 3000 e un accecatore Showtec 5×5 Matrix. Altre cinque Atomic 3000 sono disposte a terra sul palco lungo la backline. Infine abbiamo 2 GLP Impressions su ciascun lato, a fondo palco di fianco ai side-fill per dare luce laterale. Tutto è su ruote, così durante i cambi palco dei festival possiamo muoverci molto rapidamente. Per quanto concerne il video, abbiamo un proiettore Barco HD20 fornito da XL, utilizzato insieme ad un laptop con Avolites Media Ai, sempre fornito da Siyan e proiettiamo su un fondale grigio del tipo “sharkstooth gauze”. Il tutto è attentamente gestito dal mio capo crew Andy Bain.

Per gli spettacoli in Italia ci siamo rivolti a Mister X. Il rig prevede tre americane… posteriore, centrale e frontale. Tra l’americana posteriore e quella centrale abbiamo dodici Martin Mac Viper Profile, dieci Clay Paky Sharpy, dodici Martin Aura LED wash, sette Jarag e sette Atomic 3000. Sul fronte, sono installate otto Martin Mac 700 wash, otto Source 4 profile e cinque 4 light DWE Moles. E’ stato un vero piacere lavorare con la crew di Mister X.

ZioGiorgio: Quale console usi e come si svolge la programmazione?

Andy Smith: Il tour dell’album “Black Traffic” è iniziato lo scorso Ottobre e, in quel momento, stavo usando una Avolites Pearl Expert Titan, con una Touch Wing per gestire illuminazione e video.

Nel tour estivo avevamo bisogno di ridurre le dimensioni della console, in quanto avremmo sia viaggiato molto in aereo, per andare a Beirut per esempio, sia avuto spettacoli con il sistema completo. Di conseguenza, avevo bisogno di una console che poteva letteralmente viaggiare con me, quindi la Titan Mobile è stata la scelta più ovvia.

Insieme al mio laptop touchscreen, mi consente di portare l’intero setup FOH in un Avolites bag, che posso portarmi direttamente in aereo come bagaglio a mano.Ho programmato ogni canzone su una pagina con cues, chases, effetti etc assegnati su dieci fader. Ho anche una pagina sul touchscreen con tutti i cue fondamentali, ovvero sessanta pulsanti touch, letteralmente a portata di dito.Utilizzo i pulsanti grigi come “esecutori” di effetti strobo, chase per gli accecatori e simili.

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La Avolites Titan Mobile in regia

ZioGiorgio: Andy, oltre alla compattezze del tuo set up, perché hai scelto Avolites?

Andy Smith: Avolites è stata una scelta molto semplice. Sono le console che utilizzo da quando ho iniziato a fare tour. Mi piace la disposizione della superficie di controllo. Con una console Avolites posso ottenere ciò che desidero con facilità, rapidità ed efficienza.

ZioGiorgio: Usi anche prodotti LED, in che modo li impieghi?

Andy Smith: I proiettori LED hanno un ruolo importante in questo show. Forniscono tutti i colori base wash dall’alto. I quattro GLP invece vengono usati per i tagli laterali direttamente da pavimento.
Ciascuna delle otto torri “upstage” hanno cinque Ipix Satellites, che creano una matrice di quaranta blocchi LED dietro alla band. Li uso molto durante lo spettacolo, sia tramite programmazione standard che usando il pixel mapper della Avolites Titan. Il pixel mapper è un’aggiunta gradita al software Titan, in quanto mi consente di creare rapidamente immagini in movimento su diversi proiettori. Dare vita alle matrici LED diventa un gioco da ragazzi.

ZioGiorgio: La parte video dello spettacolo non sembra fondamentale. Cosa pensi dell’interazione tra video e luci?

Andy Smith: Penso che l’integrazione di questi elementi sia sempre più importante per dare al pubblico un’esperienza visiva completa, ma chiaramente dipende molto dalla canzone. Per alcune canzoni in scaletta il video è la forza motrice principale, in altre non è previsto alcun contributo video e tutto si basa sull’illuminazione. Si hanno più opzioni per creare uno spettacolo dinamico.

ZioGiorgio: Riguardo a prodotti e tencologie, cosa hai visto di veramente stimolante e creativo negli ultimi anni?

Andy Smith: Sul lato luci, il software Avolites Titan è stato un vero game-changer, grazie all’adattabilità a diverse console e alle nuove feature che vengono continuamente implementate.

Sul lato video, il software Avolites Ai è davvero bello da utilizzare, viste le numerose opzioni. E’ il mio primo tour con il sistema Ai e mi sto divertendo davvero molto ad usarlo, anche se credo di avere appena scalfito la superficie delle possibilità e delle capacità del sistema, visto il nostro setup piuttosto semplice. Il projection mapping è una delle feature che non vedo l’ora di utilizzare non appena ne avrò l’opportunità. Il sistema è semplice sia da programmare che da utilizzare e mi piace il modo in cui l’interfaccia è stata studiata.

ZioGiorgio: Un’ultima cosa. Anche una headliner band come gli Skunk Anansie sembra avere iniziato ad utilizzare un metodo di lavoro sempre più diffuso. Meno materiale, più venue e… sano rock and roll. Ritieni che si stia tornando a situazioni più semplici in termini di produzione?

Andy Smith: Sta divendando decisamente tutto più semplice in molti casi. Stiamo girando con un sistema “scaled down”, che ci deve garantire tempi di load-in, montaggio e load-out rapidi. Non è molto ma ci consente di creare uno show dall’aspetto unico con tempi di installazione quasi irrisori, in quanto molte luci sono pre-installate, per esempio le Ipix, le Atomic e gli accecatori . Inoltre, con una band come gli Skunk Anansie, non serve portarsi dietro montagne di apparecchiature, perché Skin è una show-woman incredibile e i ragazzi fanno uno spettacolo rock davvero grandioso. Lavorare con una band di questo livello rende il mio lavoro molto più semplice!

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La Crew Luci di Mister X con da sx: Giorgio Angeletti, Davide Pedrotti, Marco Farneti e Luca Casadei.

Abbiamo scambiato due parole anche con Davide Pedrotti che, nell’occasione, era il referente tecnico per l’allestimentoo illuminotecnico di Mister X, il service che ha seguito tutte le date del tour degli Skunk Anansie in Italia.

ZioGiorgio.it: Davide, tu sei il referente per la parte luci per Mister X, il service che segue il tour. Quali sono state le loro richieste?

Davide Pedrotti: fondamentalmente delle integrazioni di materiale con richieste abbastanza standard. Si parte con la fornitura di tre americane dove montiamo ulteriori Jarag e Sharpy per passare agli spot che sono i nuovi Martin Mac Viper, un prodotto molto valido. Per il frontale un’altrettanta dotazione standard di incandescenze mentre la console è fornita dalla loro produzione.

ZioGiorgio.it: di quanti universi DMX si parla?

Davide Pedrotti: loro per la verità viaggiano in Ethernet mentre a noi hanno chiesto in più altre tre linee DMX per così dire “volanti” alle quali si interfacciano tramite i loro dimmer e i loro splitter. Nella migliore tradizione anglosassone poi il materiale scende dal camion che è per il 70% praticamente già cablato.
Oggi per esempio abbiamo rilanciato una linea da 125A dal nostro generatore e loro in pochi minuti si sono resi operativi. Da questo punto di vista per il momento procede tutto in maniera molto semplice.

ZioGiorgio.it: ho saputo che gli Skunk Anansie viaggiano con un bilico caricato in prima, propongono uno show piuttosto basico e nello stesso tempo fanno otto date solo in Italia ed un sacco in tutto il mondo. Che sta succedendo? Torniamo al rock and roll quello vero?

Davide Pedrotti: a dire la verità noto che in molti stanno percorrendo (o ripercorrendo…) questa strada e dal nostro punto di vista non può che essere un bene visto che Mister X è solito seguire e fornire materiale per diversi artisti stranieri…

ZioGiorgio.it: c’è qualche accorgimento tecnico che ti ha particolarmente incuriosito in questo tour?

Davide Pedrotti: come puoi ben vedere tu stesso c’è una quantità di Jarag impressionante e in una venue come l’OBIhall se li accendi tutti rischi di abbronzare il pubblico! (ride ndr).
La sensazione insieme agli Sharpy e ai Mac Viper quando Andy da la “manetta” è che avvenga un’esplosione atomica, metaforicamente parlando… Sono curioso di vedere cosa succederà qui dentro, una venue al chiuso e piuttosto piccola.

non ne farei un discorso di qualità perché ad oggi, da quel che ho visto in questi anni, non abbiamo da invidiare nulla a nessuno, sia per qualità sia per organizzazione.

ZioGiorgio.it: segui diversi tour stranieri e mi chiedo se noti una qualche differenza a livello di impostazione degli show luminosi rispetto agli artisti nostrani.

Davide Pedrotti: differenze possono essercene, certo, soprattutto perché artisti come Slayer o Limp Bizkit – che ho seguito ultimamente con Mister X – fanno un certo genere di musica abbastanza “aggressivo” che necessita di show con un’impostazione altrettanto tipica. Ma non ne farei un discorso di qualità perché ad oggi, da quel che ho visto in questi anni, non abbiamo da invidiare nulla a nessuno, sia per qualità sia per organizzazione.
Poi che possa piacere uno stile piuttosto che un altro, beh, quello è un altro discorso.

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Andy alle prese con gli ultimi ritocchi…

Show Time!

Dalle parole di Andy abbiamo chiaramente compreso le intenzioni della produzione.
La band sul palco è un vero uragano, il sound era potentissimo e le luci, stranamento un po’ a sorpresa, hanno svolto la sola funzione di… illuminare. I fasci beam molto definiti ed l’uso massiccio di incandescenze e blinder hanno svolto la funzione di porre l’accento sui passaggi più concitati, rendendo lo spettacolo molto serrato adrenalinico. Video praticamente assente.
Essenzialità, certo, ma effetto grarantito, grazie sopratutto ad una band veramente solida e potente. Ci saremmo aspettati qualche cosa in più a livello di programmazione e varietà di soluzioni illuminotecniche, ma forse più per abitudine nostra che per reale necessità.

Aldo “Hucchio” Chiappini
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