Fender: la Strato compie 60 anni

La Fender Stratocaster compie, nel 2014, 60 anni, e li porta decisamente bene. Lo strumento è più popolare che mai, e non passa giorno senza che se ne veda un esemplare o se ne possa ascoltare l’inconfondibile sound. In effetti fu uno strumento “indovinato” sin dagli albori, nel 1954, ed oggi, dopo aver scolpito indelebilmente la storia della musica, la chitarra è rimasta virtualmente uguale a se stessa.

E’ la chitarra responsabile del suono di “That’ll Be the Day” (Crickets, 1957), “Purple Haze” (Jimi Hendrix Experience, 1967), “Smoke on the Water” (Deep Purple, 1972), “Pride and Joy” (Stevie Ray Vaughan and Double Trouble, 1983), “Even Flow” (Pearl Jam, 1992), “Dani California” (Red Hot Chili Peppers, 2006), “Get Lucky” (Daft Punk, 2013) e una infinità di altre hit.

Ho provato decine di chitarre, ma alla fine torno sempre alla Stratocaster,” dice Eric Clapton, la cui devozione alla Stratocaster cominciò a inizio del 1970, quando usò un modello del 1956, la chitarra chiamata affettuosamente “Brownie”, per registrare il suo disco di debutto da solista in gennaio e il capolavoro dei Derek and the Dominos, Layla and Other Assorted Love Songs, l’autunno successivo.
Jeff Beck ne definisce il suono come “il suono definitivo del 20° secolo“, e George Harrison asserì “Non puoi battere la Strat … puoi dire quello che ti pare“.

Dopo l’introduzione di Telecaster e Precision Bass nel 1951, il fondatore dell’azienda Leo Fender focalizzò le sue attenzioni sul realizzare una chitarra dal design innovativo. Lo strumento, progettato da Leo Fender in persona e battezzato “Stratocaster” dal responsabile vendite Fender Don Randall, debuttò nel 1954.
Progettata con una forma virtualmente immutata dal 1957, la Stratocaster ha “cantato” col suo timbro cristallino, incantando come una sirena migliaia di chitarristi. Inoltre, il suo avvento a meta’ anni ’50 ha coinciso con la nascita di uno sconvolgente fenomeno culturale noto come rock ‘n’ roll.

Ed in effetti la Stratocaster non ci mise molto a catturare l’attenzione, specialmente dopo che Buddy Holly fu visto da milioni di persone imbracciarne una al The Ed Sullivan Show nel 1957. E dagli anni ’60 in avanti, la Stratocaster fu usata in tante e innovative maniere, ben oltre le più sfrenate ambizioni degli stessi costruttori.
La Stratocaster diede voce alla musica surf, di cui sono esempi il debut album dei Beach Boys Surfin’ Safari e la esotica furia stumentale di Dick Dale in “Misirlou”, entrambi del 1962. Jimi Hendrix fece scalpore con la sua performance incendiaria al Monterey International Pop Music Festival di Monterey, California, nel 1967, concludendo la sua esecuzione con la distruzione della sua Stratocaster del ’65 e dandole poi fuoco sul palco. Quella performance rese Hendrix una stella anche in USA.

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Gli anni ’70 furono un periodo particolarmente fertile per la Stratocaster: come premesso, l’uso dello strumento da parte di Clapton nel disco di debutto del 1970 e in Layla and Other Assorted Love Songs portò ulteriore notorietà. Quando poi i membri dei Deep Purple assistettero, dall’hotel in cui alloggiavano sulle rive del lago di Ginevra, in Svizzera, all’incendio in cui fu distrutto il casinò di Montreux il 4 dicembre del 1971, furono ispirati dalle “fiamme nel cielo” (fire in the sky) e dalle volute di fumo che si levavano sopra alle acque del lago, e nel 1972 composero il brano, divenuto un classico di heavy metal seminale, “Smoke on the Water”, per il quale il chitarrista Ritchie Blackmore compose il riff per Stratocaster più imitato di sempre. E, tra gli innumerevoli assoli memorabili suonati da David Gilmour sulla sua Stratocaster durante la lunghissima carriera dei Pink Floyd, quelli di “Comfortably Numb” e “Another Brick in the Wall Part 2”, dal capolavoro del 1979 The Wall, rimangono tra i più belli di sempre.

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Un anno particolarmente “colorato” fu, per la Stratocaster, il 1983, grazie a due dischi-hit in cima alle classifiche: “Let’s Dance” di David Bowie, in cui milioni di ascoltatori nel mondo ebbero il primo assaggio delle capacità di un giovane virtuoso del texas blues di nome Stevie Ray Vaughan, e “90125” degli Yes, in cui il chitarrista sudafricano Trevor Rabin usa estesamente la sua Strat del ’62, in particolare nel celeberrimo assolo della hit “Owner of a Lonely Heart.”

La Stratocaster entrò negli anni ’90 piu’ forte che mai. Kurt Cobain registrò il capolavoro “mangia classifiche” Nevermind, dei Nirvana, pubblicato nel 1991, usando una Stratocaster. Quindi, la stessa chitarra che, nel 1957, fu usata per un brano, “Peggy Sue”, che fece ballare una generazione, negli anni ’90 diede voce aggressiva al più importante fenomeno rock, grunge e alternative dell’era moderna.
La Stratocaster diede anche voce ad altri capolavori pop e rock degli anni ’90, attraverso band come Smashing Pumpkins e Red Hot Chili Peppers.

Negli anni 2000, la Stratocaster rimane fondamentale per le idee musicali delle nuove generazioni, come nella hit dei The Strokes, del 2001, intitolata “Last Nite,” in “Show Me How To Live”, degli Audioslave, del 2003, in “Gravity” di John Mayer del 2006, in “Forget You” di Cee Lo Green, del 2010, e nella riconoscibilissima “Get Lucky” dei Daft Punk, del 2013.

Info:  fender.com/strat-60th

Fonte: www.casalebauer.com

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