Ligabue Mondovisione 2014: la crew audio

Abbiamo già ampiamente parlato degli aspetti legati all’audio di questo nuovo tour di Luciano Ligabue (link: Il progetto Audio) che, peraltro, si affida ancora una volta ad una collaudata crew di tecnici con Alberto “Mente” Butturini alla regia FoH, Stevan Martinovic ai monitor e gli ormai fidati quattro backliners ad assistere artisti e musicisti sul palco.
Sotto le interviste ai protagonisti che ci hanno svelato alcuni dettagli tecnici interessanti…

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La DiGiCo SD7 in regia FoH – appunti di Alberto Butturini.

ZioGiorgio.it: Alberto, ancora prima di parlare di aspetti tecnici, dimmi quanto ancora oggi per te influisce l’aspetto emozionale e come gestisci lo stress dell’attesa.

Alberto “Mente” Butturini: beh, l’aspetto emozionale conta eccome ed è comunque bidirezionale, perché c’è quello che provi tu come operatore tecnico e c’è quello che il pubblico ti restituisce sotto forma di energia. Non dimentichiamoci però che il fonico devo comunque ottenere un prodotto che soddisfi in primis il pubblico e il volere dell’artista, non è possibile farsi trasportare completamente dal mood del momento…
Come gestisco lo stress e l’attesa? Beh, io come prima cosa voglio essere estremamente sicuro di aver svolto tutto il lavoro prima, di aver fatto cioè prove curate ed un soundcheck il più possibile soddisfacente, a quel punto gran parte del lavoro è fatto.

ZioGiorgio.it: passammo gran parte del pomeriggio del Campovolo 2011 parlando del tua professione mancata di geologo! E’ sempre buona norma rilassarsi e sgomberare la mente?

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Lo stage del Mondovisione Tour 2014.

Alberto “Mente” Butturini: lo ricordo bene, come non potrei (ride ndr). In quell’occasione le aspettative erano molte e la pressione, nonostante avessimo fatto tutte le prove del caso, si faceva sentire. Impossibile restare impassibili, io cerco magari di concentrarmi su altro, evito di guardare la moltitudine di gente che mi circonda, l’enorme palco, insomma ricerco un po’ di tranquillità.
Poi spesso per mia abitudine dopo il primo pezzo mi consulto col PA man o con i miei assistenti e quando vedo facce rassicuranti mi rilasso anche io.

ZioGiorgio.it: parliamo invece di un altro aspetto non così scontato come sembra. Se nella musica classica esiste una terminologia codificata per indicare i suoni e le sonorità, nella musica “popolare” nulla di simile esiste. Quindi si parla genericamente di suoni “grassi”, “fangosi” ed ancora rullanti metallici fino ad arrivare al famoso aneddoto della “voce setosa”. In ultima analisi come ci si fa capire e come si capiscono le esigenze di produttori, musicisti, artisti in questo senso?

Alberto “Mente” Butturini: è una bella domanda. Diciamo che ci sono una serie di termini, spesso mutuati dalla lingua inglese, che ormai vengono più o meno universalmente accettati. Mi viene in mente “smoth”, “fat”, “crispy” ed altri. In altri casi bisogna semplicemente…farsi capire! Per quanto mi riguarda non ho grosse difficoltà a spiegare ciò che ho in testa al PA man di turno o ad un collega, perché posso affrontare la cosa da un punto di vista squisitamente tecnico partendo da una conoscenza comune di macchine ed impianti. Trovo maggiori difficoltà ad interfacciarmi con un produttore musicale per esempio che, spesso, ti chiede di riprodurre il suono del disco nel live, cosa che come sai bene è pressoché impossibile da ottenere. Anche in questo caso entra in gioco l’esperienza e la sinergia che si crea fra le persone.
Con Luciano Luisi, che al momento è il Produttore di Ligabue, c’è una buona intesa anche se il lavoro di preproduzione del live non è stato semplicissimo, proprio a causa di un cambio di rotto a livello sonoro.

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ZioGiorgio.it: passiamo alla tecnica. Vedo due sommatoti della Dangerus nell’outboard, che uso ne fai?

Alberto “Mente” Butturini: era un po’ di tempo che volevo provare la somma esterna analogica sui banchi digitali e l’occasione si è presentata con “piccole città tour” sempre di Luciano.
Nonostante la SD7 abbia già una somma soddisfacente devo dire che qualche cosa in termini di morbidezza è andata migliorando. Ne uso uno – poiché l’altro è spare del primo – e assegno i bus a batteria, basso, chitarra dx, chitarra sx, tastiere, sequenze e voce main. I bus del sommatore sono immobili anche se ho aggiunto un guadagno di + 6dB a quello della voce main ma solamente per avere il fader sulla console più agevole ed avere maggior controllo.
Da qui esco e vado all’impianto in analogico, ma ovviamente dal banco ho preso comunque un bus out L+R come scorta…
Le comparazioni sono state fatte, anche se non abbiamo mai molto tempo per prove lunghe ed accurate, ma posso dirti con buona sicurezza che la somma del Dangerus sembra essere più profonda, morbida e “aperta” come immagine sonora.

ZioGiorgio.it: quindi una scelta che merita?

Alberto “Mente” Butturini: diciamo che ce lo siamo potuti permettere in una produzione come questa, c’era la possibilità di provarlo e lo abbiamo fatto. Ne posso fare a meno in futuro se non ci fossero le condizioni…

ZioGiorgio.it: un aiutino dal punto di vista sonoro lo hai anche grazie ai plug-in della SSL?

Alberto “Mente” Butturini: esatto, quest’anno abbiamo installato SoundGrid sulla console con diversi plug-in a disposizione tra i quali alcune dinamiche bellissime di SSL. Li uso praticamente su tutti gli strumenti in cui ne ho bisogno e mi hanno aiutato per esempio a ricreare un suono di batteria molto “fat”, così come mi è stato esplicitamente chiesto di fare.
Per il resto ho il multibanda C4 sulla voce di Luciano e qualche riverbero esterno, insomma, nulla di esoterico…

ZioGiorgio.it: che idea ti sei fatto del cluster centrale dei Subs?

Alberto “Mente” Butturini: è un espediente che si è reso necessario a causa della particolare forma del palco. Funziona e ne sento i benefici, anche se devo confessarti che non mi sento di sposare questa soluzione al 100% in condizioni normali. Nell’Arena di Verona avevamo i cluster di doppi 18’’ appesi che dal mio punto di vista erano da preferirsi. Qui non era possibile appendere altro materiale per evitare di limitare la visuale al pubblico e quindi è stato implementato il cluser dietro al LedWall. Non è facile da gestire ma è stato fatto un lavoro curato e puntuale dai PA man e l’apporto lo si sente certamente.

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Stevan Martinovic e Alberto Butturini dietro al palco.

Lasciamo Alberto e ci spostiamo alla postazione di Stevan Martinovic che, dopo una giornata di lavoro passata davanti al rack delle radiofrequenze, preferisci concedersi qualche minuto di pausa sugli spalti dello stadio dove facciamo la nostro intervista…

ZioGiorgio.it: Stevan, oggi hai speso gran parte del tuo tempo a lavorare sulle radiofrequenze. Ormai è un aspetto che ti occupa molto tempo…

Stevan Martinovic: pensa che stamani sono arrivato alle 8 di mattina allo stadio e alle 10:30 avevo già finito di fare tutti i cablaggi della regia. Tutto il resto della mattina, fino alle 13, l’ora del Sound Check. l’ho impiagato per rimetter mano e sistemare le radiofrequenze. Il fatto è che “città che vai, sorpresa che trovi”. Qui a Firenze per esempio da 500Hz a 670Hz è un bel casotto…

ZioGiorgio.it: qual è il tuo metodo di lavoro in campo radiofrequenze?

Stevan Martinovic: comincio con una scansione di tutti i range (da 470Mhz a 820Mhz) usando WinRadio e trovo le frequenze pulite per poi inserirle dentro a TurboRF (un vecchio ma ancora utile programmino DOS…) al fine di ottenere la piena compatibilità,almeno sulla carta, poi bisogna fare i conti con l’etere e con le intermodulazioni, che possono crearsi ,dalle ‘’mie’’ freq. più quelle già presenti nella location.Quindi ricorro al vecchio metodo ON/OFF, semplicemente accendendo una per una le macchine (radiomicrofoni, IEM e quant’altro) verificando che il segnale sia pulito e che tutto funzioni.
Ci sono,ad ogni modo,programmi in grado di calcolare freq. pulite e compatibili con le ‘’spurie’’ trovate dalla scansione. Ho provato,ma sinceramente preferisco il ‘’mio vecchio metodo’’.

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Schermata dello scanning delle Radiofrequenze allo Stadio Franchi di Firenze.

ZioGiorgio.it: servono alte verifiche durante la giornata, succede che qualche cosa possa cambiare nell’etere?

Stevan Martinovic: beh dipende, ma diciamo che il quadro frequenze non varia così tanto durante la stessa giornata. Alcune volte arrivano crew televisive o intervistatori che il più delle volte entrano senza chiedere nulla e accendono le loro apparecchiature inserendosi dove capita. Per fortuna altrettanto spesso durante la serata queste macchine sono poi spente.
La cosa che invece sarebbe più logico fare, come accade in diversi paesi europei, sarebbe quella di lasciare un certo range di frequenze realmente libere ed assegnate al broadcast ed agli spettacoli itineranti, senza avere e temere sorprese ogni volta.

ZioGiorgio.it: hai la regia proprio dietro ai Subs, ti danno fastidio?

Stevan Martinovic: mi è capitato spesso di essere dietro ai sub, però devo dire questa volta li sento parecchio,sono in un punto proprio ‘’sfigato’’.
Però ho cambiato le cuffie, adesso uso le Etymotic ER4PT. Sono praticamente dei monitor di riferimento, molto flat ed incolore come piacciono a me ed inoltre riescono ad isolare fino a circa -36dB, diminuendo quindi l’interazione col suono esterno.In più,visto l’allineamento dei cluster e Subs 21’’ con il punto zero dei 18’’ appesi dietro lo schermo (vedi intervista ing.Morlini) devo applicare un delay nel mio ascolto di circa 70ms.

ZioGiorgio.it: cosa usi come IEM? Ci sono sistemi misti vedo.

Stevan Martinovic: dopo un po’ di prove siamo dovuti tornare in parte indietro ed affiancare agli Shure PSM1000 i Sennheiser EW300 G3. Nella pratica – ma ripeto abbiamo fatto diverse prove comparate – ci siamo accorti che i PSM1000 in alcuni casi tendono a comprimere il segnale per un discorso legato alla combinazione dinamica e di riproduzione della banda sonora in trasmissione, soprattutto quando trovi una band che “pesta” come in questa occasione.Ho dovuto lavorare con il filtro sulle Aux per ridurre il più possibile questo ‘’effetto’’applicando delle soluzioni piuttosto inusuali. Quindi ripartendo da questa ottimizzazione, alcuni musicisti, come ad esempio i due chitarristi, hanno,comunque preferito gli EW300 G3, il tastierista Luisi il PSM1000 mentre per Luciano mi ha detto, durante le prove, che per lui andavano bene entrambi, quindi scelgo io in base alle esigenze che trasmissione usare.
Vorrei capire meglio questa cosa magari con i tecnici della Shure perché come qualità il PSM1000 è una macchina affidabile, ed anche costosa. Tenendo conto che ho rispettato i settaggi livelli etc. da manuale, qualcosa non torna.

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ZioGiorgio.it: cosa state utilizzando invece per la voce di Luciano? Altro cambio?

Stevan Martinovic: DPA D:Facto con trasmettitore Sennheiser 5200 che mi ha consigliato Butturini visto che lo stava usando con Baglioni al tempo. Devo dire che ci piace molto e rende bene con la voce di Ligabue.

Abbiamo poi chiesto la testi monianza di Willy Gubellini di Nuovo Service, l’azienda che si occupa della gestione in toto dell’audio del tour.

ZioGiorgio.it: bentrovato Willy. Qual è il ruolo di Nuovo Service in questo tour? C’è un impianto audio di proprietà dell’Artista, una cosa un po’ anomala ai nostri giorni…

Willy Gubellini: hai detto bene, ai nostri giorni. Penso di essere un veterano di questo mestiere e ti posso assicurare che quasi quaranta anni fa quando ho iniziato, probabilmente la norma era che l’impianto per la diffusione sonora fosse di proprietà dell’Artista, solo dopo l’avvento dei primi sistemi commerciali sono cambiate le cose.
Nuovo Service si occupa dell’allestimento di tutto l’argomento audio, con la fornitura delle regie sala-palco del sistema monitor, microfoni e di ogni materiale necessario per la corretta gestione dell’impianto audio, con tutto il personale tecnico, fonici compreso.

ZioGiorgio.it: quindi il tuo lavoro non è cambiato?

Willy Gubellini: direi non molto, io da sempre non mi considero solo un noleggiatore di materiali, la mia è un’azienda che ha l’obbiettivo di offrire principalmente un servizio, possibilmente qualificato, indipendentemente dal reale possesso degli impianti che utilizziamo. Io non fornisco solo il materiale quindi, ma soprattutto l’ assistenza tecnica e l’organizzazione necessaria. In questo senso non è cambiato molto, perché con i miei tecnici gestisco e metto in opera insieme ai tecnici RCF il sistema audio, collaborando particolarmente nella fase preventiva del progetto come in questo caso.

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ZioGiorgio.it: ma se gli artisti si mettono a noleggiare impianti il mondo del rent non ne risentirà? Almeno dicono alcuni…

Willy Gubellini: non credo che nel breve periodo ci saranno altre occasioni come quella che stiamo vivendo ma non sarò contrariato anche se dovesse accadere. Il mestiere di service o noleggiatore rimane un mestiere duro, con scarsi margini di guadagno e grandi investimenti che richiedono organizzazione, competenza e continuità nel lavoro. Un solo Artista, anche se di grandissimo livello, difficilmente potrebbe ammortizzare solo con i suoi concerti tutte le esigenze che oggi, molto più di un tempo, esistono quotidianamente per la migliore conduzione dell’azienda.
Quanto si è realizzato in questo tour credo sia il giusto equilibrio tra la volontà del produttore di utilizzare un impianto di alto livello, un’ azienda Italiana con le capacità e la volontà di collaborare all’interno di un grande progetto ed un service e uno staff di persone che
cercano sempre la possibilità di confrontarsi con nuove esperienze. Considero positivo questa operazione, per come la vedo io qualsiasi cosa che rimescoli un po’ le carte in tavola nel nostro settore, va bene.
Dopodiché, in definitiva, ognuno deve fare il proprio mestiere!

Sul palco abbiamo avuto il tempo di intervistare anche i quattro Backliners! E’ vero, capita sovente che non inseriamo interviste ai backiliners nel nostri report ma la cosa non è voluta, anzi. Il fatto è che durante il pomeriggio quando noi siamo su piazza per fare le nostre interviste, è anche il momento in cui proprio i backliners hanno da fare il loro lavoro e, ben consci di quello che questo lavoro comporta, preferiamo non disturbare. A Firenze la situazione era molto tranquilla e siamo riusciti ad intrattenerci con Federico Galazzo, Salvo Fauci, Gherardo Tassi ed Alessandro Fabbri.

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da sx: Salvo Fauci, Gherardo Tassi, Alessandro Fabbri, Federico Galazzo.

ZioGiorgio.it: ragazzi bentrovati. Vedo che siete in quattro, come sono divisi i compiti?

Federico Galazzo: io faccio le tastiere, le sequenze e mi occupo della programmazione (un quarto d’ora di orologio dicono gli altri ridendo…ndr)

Salvo Fauci: io sono il Direttore di Palco e sono anche il personal di Luciano, mi occupo essenzialmente delle sue chitarre e delle altre richieste prima e durante lo show.

Gerardo Tassi: io curo le chitarre di Federico Piogipollini e i bassi di Davide Pezzin, quindi accordandoli, cambiando corde, piccole riparazioni…

Alessandro Fabbri: io, come avrai intuito, mi occupo della batteria, montaggio, accordatura e posizionamento microfoni e delle chitarre di Bossini.

ZioGiorgio.it: che cosa fa un backliner dovrebbe, auspicabilmente, essere noto ai lettori di ZIoGiorgio.it. Secondo voi però qual è la qualità particolare che deve avere un backliner, soprattutto durante lo show?

Salvo Fauci: credo che un buon backliner debba avere una grande attenzione e debba restituire sempre sicurezza al musicista sul palco. Per questo è sempre bene seguire con lo sguardo il proprio assistito in modo da farsi trovare sempre pronti e dare loro risposte veloci e chiare con interventi tempestivi.

Gerardo Tassi: aggiungerei anche che molte volte la richiesta deve quasi essere anticipata. Dopo anni di lavoro insieme col musicista si crea un’intesa perfetta, nel mio caso spesso appena Federico (Poggipollini ndr) gira la testa so già cosa vuole chiedermi, perché seguo lo show ed il contesto e riesco ad anticipare una richiesta.

ZioGiorgio.it: peraltro il backliner, forse ancor più che le altre figure tecniche, è quello che vive più a contatto col musicista, anche e sopratutto durante lo show. Ci vuole anche un po’ di psicologia con alcuni artisti…

Salvo Fauci: assolutamente, direi anche pazienza e discrezione. In questo tour non ci sono artisti particolarmente capricciosi ma in altre occasioni non è sempre facile la gestione delle personalità…

ZioGiorgio.it: ragazzi cosa non può mancare secondo voi nel work-bag di un backliner?

tutti: l’accordatore, il tool multiuso… il tabacco, il multivitaminico Polase…

Aldo Chiappini
ZioGiorgio Staff

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