Quando Jò Campana ci ha fatto vedere i primi rendering del palco del Mondovisione Tour 2014, onestamente, siamo rimasti abbastanza freddini. “Sembra tozzo”, “e poi tutto quel LedWall…” erano i commenti in redazione. Poi con le prime foto dell’allestimento il tutto ha cominciato a prendere forma e, sull’eccezionale metratura di Led fornita ed installata dalle sempre fidata STS Communication, le prime grafiche apparivano intriganti ed efficaci.
Lo show ha definitivamente sovvertito le nostre sensazioni poiché il palco, ancora una volta con una raffinata copertura a sbalzo, è sembrato più slanciato e armonico ma soprattutto perfettamente fruibile dal pubblico grazie alla sua apertura di quasi 180°.
Lo show luminoso è stato inevitabilmente molto potente anche e soprattutto in relazione all’importante emissione del maxischermo che, dobbiamo dirlo, avremmo voluto fosse usato più per la grafica 3D che non per il live del concerto.
Mai come in questa occasione le forme del palco hanno contribuito a “proiettare” l’artista e musicisti verso il pubblico che ha potuto godere totalmente della performance da praticamente ogni angolatura. Idea vincete, da ripetere.
La parola a Jò Campana prima e a seguire Giovanni Vecchi di STS Communication.
ZioGiorgio.it: Jò, sarò onesto, quando poco tempo fa mi hai fatto vedere i bozzetti ed i rendering del palco ero un po’ scettico. Dal vivo invece è un’altra cosa! Decisamente meno tozzo di quel che pensavo e molto proporzionato. Sono curioso di sapere se c’è stato qualche studio particolare sulle proporzioni, soprattutto tra la palle luminosa a fine catwalk o lo stage.
Jò Campana: Aldo , sarò onesto, anch’io ero un po’ scettico o, per essere più precisi, avevo delle perplessità in merito all’aspetto illuminotecnico che poi, giorno dopo giorno e grazie ad una mia serie di approfondimenti, sono andate fortunatamente scemando. Col senno del poi potremmo definirli dubbi assolutamente comprensibili e fisiologici quando hai a che fare con una struttura piuttosto insolita e inedita dal punto di vista dell’impianto strutturale . Tetto molto alto, palco poco profondo, circa un terzo dei corpi illuminanti non percepiti visivamente dalla mia postazione centrale in regia FOH e che ‘sfuggono’ sui lati data la rotondità del semi-cilindro, queste erano alcune delle caratteristiche che non mi hanno facilitato il compito; in particolare ero un po’ preoccupato dal non poter garantire un’adeguata illuminazione di Luciano e dei musicisti visto il posizionamento della front truss e vista la potenziale quantità di ansi lumen che il ledwall alle spalle degli stessi avrebbe potuto generare. Alla fine ho trovato la quadra implementando notevolmente il parco luci ‘floor’ disponendo 10 Martin MAC 2000 e 24 Clay Paky Beam 700 frostati esclusivamente dedicati ad una posizione ‘Luciano/band’.
ZioGiorgio.it: parliamo proprio della palla con la matrice luminosa. Un altro elemento che sembrava difficile da comprendere, invece aiuta molto a dare profondità e dimensionalità al palco. Come l’hai gestita affinché si integrasse con la struttura?
Jò Campana: La BLINDER-BALL non è altro che un piccolo elemento connotativo che serve come rimando all’immaginario artistico/concettuale del progetto di Luciano. Qualcuno lo vede come un piccolo mappamondo, qualcun’ altro lo interpreta come ‘ il cerino sfregato nel buio che è l’incipit dello show, per me l’importante era che avesse una sua dignità estetica e che si potesse integrare in maniera armonica e coerente all’interno della struttura-madre. E’ stata realizzata da Teyco su precise nostre indicazioni considerando l’alloggiamento delle 54 DWE a due lampade e pensando le migliori modalità di montaggio/smontaggio e trasporto dividendola in quattro spicchi.
ZioGiorgio.it: lo schermo a LED. Com’è noto non sei un amante degli schermi giganteschi ma alla fine siete riusciti a motivare così tanta superficie video…
Jò Campana: Faccio una precisazione che mi dà anche l’opportunità di introdurre la risposta: io non è che non sia un’amante degli schermi giganteschi, non sono un amante degli schermi giganteschi usati impropriamente. Come ogni strumento (in questo caso un ledwall) non è l’essenza dello stesso che ne determina la forza e l’efficacia, bensì dipende dall’utilizzo che se ne decide di farne. Ora si potrebbe aprire un fiume di considerazioni sul significato del mio ‘impropriamente’ e mi rendo conto si entra in un campo di valutazioni soggettive che non abbiamo qui lo spazio per approfondire; mi limiterò allora a dire che il gruppo di lavoro dei video-designer è lo stesso del precedente tour 2010 e di Campovolo 2.0 ed è composto da Roberto Costantino, Peter Grandi e Mikkel Garro. Nei mesi precedenti all’allestimento ci siamo confrontati assiduamente con Luciano che in questa fase della pre-produzione è sempre molto presente e prezioso nel farci pervenire specifiche indicazioni e richieste che, sviluppate nel tempo e aggiunte alle nostre proposte video, vanno poi a comporre quello che è il ‘pacchetto’ di content dell’intero spettacolo.
Il nostro focus principale è stato quello di non far percepire sempre e comunque allo spettatore, l’imponenza e la fisicità del cilindro; da qui l’idea di utilizzarlo a volte come pura e impattante sorgente luminosa, a volte come contributo tridimensionale, a volte come live ‘effettato’ o con finestre sagomate, a volte come grafica virtuale. Vorrei precisare che quando argomento sul tema video parlo sempre al plurale non tanto perché io ne produca o ne realizzi, quanto perché in questo caso svolgo un ruolo di ‘supervisione’ e in qualche modo di responsabile di tutto ciò che appartiene al mondo della percezione visiva senza distinzione di sorta. Ritengo infatti assolutamente obsoleto e stantio il concetto secondo cui il mondo delle luci viene considerato slegato da quello dei video-content o, peggio ancora, ritenuto un ‘antagonista dello stesso; uno spettacolo dovrebbe avere la forza di sfruttarne il potenziale sinergico ed essere concepito come un solo unico quadro.
ZioGiorgio.it: capisco le esigenze della produzione ma perché non puntare più sui contenuti in grafica avanzata e meno sulle proiezioni del live del concerto?
Jò Campana: Alcune cose di grafica virtuale erano spettacolari! Nell’ottica di variegare e differenziare le varie fasi della scaletta, nel segmento considerato più puramente rock’n’roll Luciano ci ha chiesto di uscire dal discorso ‘traccia narrativa’ o ‘effetti speciali’ e far vivere gli schermi più come un’amplificatore di energia live e un rimando dell’energia stessa generata dal pubblico.
Come sempre poi è una questione di trovare il giusto dosaggio e la migliore alchimia affinché il tutto non risulti piatto o monocorde.
ZioGiorgio.it: non ho visto l’allestimento, ma ho avuto l’impressione di uno stage non semplice da allestire, anche dal punto di vista dei corpi illuminanti. E’ così?
Jò Campana: Mi riaggancio all’aspetto solo accennato in precedenza: le difficoltà maggiori le ho avute più che altro nell’approccio mentale all’insolita disposizione delle macchine, scelta subordinata alla configurazione della struttura che di fatto è una superficie convessa con sviluppo a 160° e interamente rivestita da moduli led ad alta risoluzione (pitch 9mm). Il tutto si traduce nel fatto che non ho il contatto visivo e immediato di circa un centinaio di pezzi (in pratica tutti quelli disposti sulle corone esterne). E’ anche vero che, a parte tempi molto più lunghi per la correzioni di store-focus nel production-day, dopo le prime date ci ho fatto presto l’abitudine rientrando nei ranghi di una pseudo-normalità operativa.
ZioGiorgio.it: chi sono i tuoi compagni e colleghi di avventura a questa tornata? Chi ha fatto cosa?
Jò Campana: Oltre ai già citati video-maker, c’è Marco De Nardi che cura la messa in onda dei contenuti (contributi grafici e configurazioni live) nonché l’ottimizzazione e l’allineamento degli stessi sulla traccia SMPTE visto che gran parte di quello che si vede sugli schermi viaggia con un time-code mentre della gestione del media server (Pandoras Box fornito dall’azienda STS) si occupa Luca Manzoni, anch’esso presente nel precedente tour. Per me è molto funzionale operare con persone con cui hai sviluppato nel tempo un rapporto professionale e umano di tipo fiduciario e con cui ci si capisce al volo su obiettivi e intenzioni comuni. Visti i risultati, direi quindi della serie ‘squadra vincente non si cambia’ .
ZioGiorgio.it: tra tutte le tecnologie illuminotecniche a disposizione, a che cosa Jò Campana non rinuncerebbe mai? Jò, ti avverto che non puoi citare né i blinder né gli effetti strobo, perché quello già lo sappiamo…
Jò Campana: In una situazione da stadio dove gli spazi sono enormi e il palco è completamente ‘open-air’, oggigiorno non si può prescindere dall’avere a disposizione nel parco luci un cospicuo numero di fari traccianti che, soprattutto in questo caso, riescano a reggere la forza d’urto luminosa generata dall’enorme superficie del ledwall. Ormai sul mercato ce ne sono un tot ma spero vivamente che i prossimi sforzi siano indirizzati verso una migliore uniformità del fascio emesso e una benedetta tricromia invece della ormai anacronistica ruota-colori.
E poi ti butto lì un altra riflessione: un pannello led piuttosto che una proiezione possono anch’esse essere considerate sorgenti luminose. Quindi in un’ ottica di non considerare più il Light Designer come una figura professionale legata esclusivamente al modo delle luci ma con competenze più allargate in qualità di Show Designer come lo chiamano all’estero, ti dico la verità, ad oggi faccio fatica a concepire uno spettacolo senza la presenza dell’elemento visuale. Come sempre la differenza la fanno poi alcune variabili come per esempio la materia prima con cui ti devi confrontare (genere/qualità musicale), chiarezza di intenti e obbiettivi artistici da raggiungere, il contesto nel quale inserire l’eventuale supporto video (tipologia di venue), tempi e budget adeguati a sviluppare un progetto credibile ed efficace, insomma dettagli…
La mia prossima piccola ambizione è quella di realizzare uno spettacolo proporzionato, ‘piccolo’ ma dove non manchi nulla, dove tutto abbia un senso a partire da un concetto di fondo, dove l’aggettivo ‘tanto’ non sia di rilevanza prioritaria, dove la
tecnologia sia al servizio di un’idea. D’altra parte lo dice anche Luciano in un brano dell’ultimo disco, sono sempre i sogni
a dare forma al mondo .
ZioGiorgio.it: è uno schermo veramente grande quello di qust’anno, come avete affrontato il progetto?
Giovanni Vecchi: come prima cosa nella fase di progettazione del palco abbiamo fatto le verifiche di fattibilità del progetto dello schermo a LED inviatoci da Franco Comanducci.
Appurato che la cosa si poteva realizzare abbiamo scelto e poi fornito lo schermo LED pitch 8.9 outdoor, con il set di sending card master e set completo di sending card di hot back-up. Inoltre come STS Communication abbiamo fornito anche tutto il set video di ripresa e messa in onda.
ZioGiorgio.it: puoi parlarci in maniera più dettagliata di questi aspetti?
Giovanni Vecchi: abbiamo implementato una regia Full HD con mixer video doppio banco, 7 camere HD con ottiche long-throw (2 ottiche 60X, 1 ottica 86X, 1 ottica 55X, 2 ottiche grandangolo per le camere a spalla, 1 ottica standard per il totale), 3 camere PTZ- 3CCD Full HD, 1 camera fissa HD per la tastiera. Tutte le camere sono registrate singolarmente e nello tesso tempo viene registrato il program. Una unità di instant replay ci consente di registrare 4 canali live separati e produrre così gli highligts del concerto che mandiamo in onda a fine show.
Per la messa in onda ci avvaliamo di Server Pandora Dual SSD e processori Barco Encore 3ME. Entrambi i sistemi sono completamente “ridondati” ed è tutto sincronizzato da Timecode.
Abbiamo quindi: 4 Server Coolux Pandora Dual SSD Master + 4 Server Coolux Pandora Dual SSD backup, 6 processori Barco Encore 3ME Master e 6 processori Barco Encore 3ME backup, Matrice DVI Barco Folsom per lo switch fra master e back-up.
I server ed i processori sono posizionati nel backstage mentre le unità di controllo, fra cui una console GrandMA II Full ed una GrandMA II Light sono in regia FoH. Il collegamento fra FoH e Backstage è in fibra ottica.
Vorrei anche ricordare che sia le attrezzature di regia video che quelle di messa in onda sono alimentate elettricamente tramite UPS.
Aldo Chiappini
ZioGiorgio Staff
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