Come abbiamo detto nell’articolo dedicato all’audio, questo è uno show di sostanza dove è la band a fare lo spettacolo.
In questo contesto (e per di più in una situazione di pseudofestival) non c’è spazio per scenografie mirabolanti o contenuti multimediali minuziosamente pre prodotti. Un maxi ledwall in back, due schermi di servizio laterali e un plot di luci con tanti motorizzati e tantissimi, come non ne vedevamo da tempo, classici PAR64 rock and roll. Fine.
Il concerto ha funzionato anche sotto questo punto di vista? Certo, proprio in virtù del fatto che già vedere Tyler e Perry sul palco rimanda ad una immagine iconografica che è incisa a fuoco – e di diritto – nelle pagine del rock and roll. Una regia video fatta di tanti primi piani al cantante e diverse camere piazzate sugli strumenti con l’aggiunta di qualche contenuto grafico a sottolineare i pezzi più famosi.
Non c’è molto altro da aggiungere in merito allo show design, ma è pur vero che qualche trovata un po’ più “originale” avrebbe impreziosito ulteriormente lo spettacolo anche dal punto di vista squisitamente tecnico.
Luca Casadei ci ha dato i pochi ragguagli necessari in merito all’installazione luci mentre di rigging – cercheremo di parlarne sempre più spesso – ci ha raccontato Fabio Milleret.
ZioGiorgio: ciao Luca, raccontami di cosa vi siete occupati all’interno della produzione.
Luca Casadei: con MisterX abbiamo curato la parte di supporto luci local, che consiste in motori e americane extra per i fondali, il video ecc… Il rig delle luci è completamente a seguito della loro produzione che abbiamo integrato con i seguipersona e una GrandMa con cui gestiamo i gruppi spalla utilizzando una parte del rig degli Aerosmith.
ZioGiorgio: ho notato un rig luci molto tradizionale…
Luca Casadei: ci sono molti Par e un centinaio di motorizzati in tutto con due GrandMa, una main e l’altra spare e una dozzina di universi DMX. C’è un’altra Ma2 a seguito degli Alter Bridge, mentre con la console di MisterX gestiamo tutti gli altri gruppi tra i quali gli Exteme. Ci si trova in una situazione simile ad un festival, dove il materiale è quello della produzione più importante e quindi degli Aerosmith.

da sx: Davide Pedrotti, li LD degli Alter Bridge Gregory Kocurek e Luca Casadei.
ZioGiorgio: mentre per quanto riguarda il Ledwall e il palco?
Luca Casadei: il LEDWall è stato fornito da Event Management ed è stato montato due giorni fa mentre il palco è di ItalStage e i gruppi elettrogeni CME. E’ una situazione abbastanza “easy”, acquazzone a parte che però ci ha permesso di vedere la partita dell’Italia ai mondiali e che forse era meglio non vedere.
Lasciati Luca e Davide per quel che concerne le luci è più o meno tutto. Approfittiamo in uno dei rari momenti in cui ha i “piedi per terra” per un’intervista col coordinatore dei rigger, Fabio Milleret.
Fabio Milleret: io mi occupo degli appendimenti, tutta la parte che avviene in quota, quindi sul tetto del palco, l’appendimento dei motori dove poi vendono attaccate le truss per luci, audio e schermi.
ZioGiorgio: quando siete entrati nella location?
Fabio Milleret: siamo entrati ieri mattina e in mattinata si è svolto tutto il lavoro di appendimento, cablaggio motori ecc…
ZioGiorgio: di solito come si svolge il vostro lavoro?
Fabio Milleret: ci viene fornito un rigging plot, si segnano i vari punti a terra, poi c’è una squadra che rimane a terra con le bolle laser e prepara i motori, e un’altra squadra che sale sul tetto e con le varie corde tira su le catene che vengono poi ancorate al tetto. Una volta che audio e luci sono a posto e sono salite in quota, si eseguono tutte le sicure relative ai cluster audio, americane e video. Al termine del concerto si risale per lo smontaggio.
ZioGiorgio: quanti rigger sono stati impiegati per questo evento?
Fabio Milleret: siamo un totale di 12 persone.

Il LD degli Extreme. Ognuno ha il proprio modo per esorcizzare l’attesa…

Fabio Milleret – rigger
ZioGiorgio: siete la categoria che forse ha più bisogno degli altri di regolamentazioni. Come sono cambiate le cose negli ultimi tempi?
Fabio Milleret: sicuramente c’è un po più di attenzione per quanto riguarda la sicurezza, sia da parte della produzione, sia dalla parte delle varie location. Adesso bisogna mandare tutta una sfilza di documentazioni prima di poter accedere al luogo. Da parte nostra, bene o male, chi era preparato prima e già lavorava da tempo aveva tutti i vari corsi necessari, anche perchè essendo un lavoro a rischio è bene essere ben preparai onde evitare incidenti.
ZioGiorgio: una domanda di colore finale. Quando non ti occupi di eventi vai anche tu a fare arrampicata?
Fabio Milleret: ogni tanto. Io e alcuni miei compagni siamo di Aosta e quindi arriviamo dal settore rocciatori, e comunque non tutti i rigger arrampicano. E’ anche vero che il lavoro del rigger centra poco con la scalata, nel senso che in queste situazioni è raro che si stia appesi ad una corda. E’ necessario solamente non avere problemi con l’altezza e soprattutto non aver paura della fatica.
Aldo Chiappini & Guido Block
ZioGiorgio team
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