Strymon, pur essendo una piccola compagnia americana nata da giovani ingegneri provenienti da Line 6, è stata come un sasso in uno stagno per il mondo dell’effettistica a pedale. Il suo nome è passato di bocca in bocca rapidamente ed i suoi pedali di altissima qualità sono ormai presenti quasi ovunque nelle pedaliere dei più grandi chitarristi al mondo, nonostante Strymon stessa dichiari di non poter pagare alcun artista per usare i suoi prodotti, come fanno invece molti marchi.
Ogni nuova uscita di questa azienda ha fino ad ora alzato il livello di quel tipo di effetto per chitarra, portando con se un effetto simile a quello che il grande pubblico ha con Apple. Ora da ogni nuovo pedale Strymon, visto anche il costo medio, ci si aspetta solo che faccia ‘magie’, niente di meno.
Questa settimana è uscito lo Strymon Deco, un pedale simulatore di tape machine, le famose macchine a nastro usate per registrare nell’epoca d’oro della discografia. Queste ingombranti e costosissime macchine furono utilizzate prima solo per la registrazione, poi, grazie alla creatività di alcuni tecnici del suono, per creare effetti di saturazione, flanging, chorus e delay.
Il Deco fa proprio questo, riporta indietro il calendario agli anni ’50-’60, e mette in un pedale piccolo e compatto la possibilità di riprodurre quegli effetti, ormai chiamati tipicamente ‘vintage’, possibili con le macchine a nastro magnetico.
Come altri produttori, Strymon sa che in questo momento storico la musica guarda molto indietro nel tempo, andando a ricercare suoni valvolari, tape delay e riverberi plate, effetti dalle sonorità storiche. E’ ottimo quindi il tempismo per l’uscita di un pedale come il Deco, sapendo pur tuttavia che si tratta di un pedale di nicchia, dedicato a chitarristi che chiedono il massimo da queste sonorità vintage.
Il Deco non è un pedale singolo, bensì un pedale che combina due sezioni: una prima sezione dedicata alla saturazione del nastro, un tempo considerata un difetto, oggi molto ricercata per il calore e per la sua netta contrapposizione con il suono netto e nitido del digitale attuale; la seconda sezione, chiamata Doubletracker, provvede a tutti quegli effetti che nel tempo sono stati ottenuti con la manipolazione creativa del nastro e delle bobine, come tape echo slapback, tape flanger, tape chorus e così via.
Le due sezioni sono attivabili separatamente, e questo rende di fatto il Deco un pedale doppio. Mentre la sezione saturazione è tutto sommato semplice e intuitiva, si passa da una saturazione e compressioni molto lievi fino ad overdrive sporchi e lo-fi; la sezione Doubletracker nasconde una notevole quantità di possibilità date dal potenziometro Lag Time e Wobble, che controllano rispettivamente il tempo di ritardo della seconda ‘bobina virtuale’ rispetto al suono originale, e la profondità della modulazione creata dalla differenza di fase dei due ‘nastri virtuali’. C’è poi uno switch a tre vie che permette di selezionare la modalità del Doubletracking tra Sum, Invert e Bounce. Senza entrare troppo nei dettagli questo switch consente di cambiare il comportamento del ritardo e della modulazione e di variarne la distribuzione mono o stereo.
Dopo aver ascoltato bene tutti i video dimostrativi, poichè il Deco è in arrivo prossimamente, posso dire che un’altra volta Strymon ha reso disponibile a pedale qualcosa che solo alcuni plug-in di alto livello sanno fare negli studi di registrazione. Ancora una volta si rivela strategico un percorso di segnale e conversione di prima qualità, 24-bit/96kHz, ed il processore SHARC che processa l’audio a 32-bit permettendo un dettaglio, una dinamica ed una profondità difficilmente udibili in altri effetti.
Info: www.strymon.net
Info: www.backline.it