La Sciantosa secondo Autieri

Siamo stati invitati al teatro Al Massimo, per la data palermitana del lungo tour teatrale “La Sciantosa” scritto da Vincenzo Incenzo, regia di Gino Landi e interpretato da una sorprendente Serena Autieri.

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Serena Autieri è riuscita a far rivivere al pubblico in maniera impeccabile quel senso di napoletanità nelle vesti di Elvira Donnarumma, vissuta agli inizi del ‘900, e considerata un’icona della canzone napoletana, celebrata nei cafè chantant della Belle Epoque. Il termine “sciantosa”, deriva dal francese “chanteuse” – cantante, che, in un processo di italianizzazione ha assunto anche il significato di donna seducente, rubacuori, ammaliatrice. E da questo deriva anche un’altra caratteristica fondamentale della sciantosa, la mossa, un movimento del bacino inventato da Maria Campi e, negli anni, reso famoso da personaggi del calibro di Anna Magnani, Gina Lollobrigida, Marisa Laurito fino a Serena Autieri.

Abbiamo intervistato Enrico Griselli, produttore dello spettacolo ed esigente ricercatore del bello anche per quanto riguarda la tecnologia da impiegare negli spettacoli, che fa una panoramica sulle scelte tecniche per “La Sciantosa”.

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ZioGiorgio.it: Enrico, ti ho visto molto appassionato, partecipe ed attento agli aspetti tecnici. Partiamo dal palco, pulito e senza monitor come mai?

Enrico Griselli: abbiamo scelto di non avere monitor e la scelta di adottare i personal mixer Aviom A360 ci consente di avere un palco molto più pulito e, per le date spot, l’allestimento è velocissimo, ogni musicista crea il proprio mix senza l’ausilio di un fonico di palco e non ci sono problemi di rumori di ritorno ecc…
Serena utilizza in-ear monitor Shure SE535 forati per non perdere il contatto con il pubblico, mentre dei microfoni panoramici le permettono di avere in cuffia la presa diretta. Abbiamo inoltre un sistema di trasmissione in qualità broadcast Wisicom, mentre nel FOH è presente un mixer Yamaha QL1.

IMG_2178ZioGiorgio.it: quale PA state utilizzando per questo spettacolo?

Enrico Griselli: dopo un lungo giro in tutta Europa per seguire fiere e spettacoli, consultandoci con tecnici del settore italiani ed internazionali, siamo approdati in RCF. Siamo stati molto contenti di questa scelta perchè è una società italiana che ci ha convinto per la qualità, capace di offrire un prodotto che ci permettesse di lavorare sia all’interno che all’esterno, in location di dimensioni piccole, medie e medio-grandi, con un sistema facile da montare e da trasportare, con una resa buona sia per il parlato che per il sussurrato senza lasciar capire che c’è una amplificazione forte e valida anche per il cantato e la parte musicale strumentale. Il sistema TTL33, è stato facile da individuare grazie ai nostri requisiti e alle nostre richieste. Al momento della prima produzione, RCF ha messo a disposizione tutta la propria competenza per mezzo dei loro ingegneri, che hanno saputo inserirsi nella produzione e interfacciarsi con i nostri tecnici.

Ed eccoci con Giordano Pastorini, fonico FOH dello spettacolo. Siamo andati nel dettaglio per quanto riguarda le scelte audio.

ZioGiorgio.it: bentrovato Giordano, raccontaci le scelte relative a questa location

IMG_20141218_172452Giordano Pastorini: ci siamo trovati di fronte ad un appendimento molto alto e abbiamo dovuto nascondere il P.A. nell’arlecchino, per motivi estetici. L’hardware che monta RCF ci ha dato l’opportunità di fare ciò, unitamente alla possibilità di dare al sistema una giusta curvatura ottenendo il fuoco dell’impianto già dalla seconda fila. Questa location rappresenta la via di mezzo tra tutti i teatri in cui andrà in scena “La sciantosa” e abbiamo optato per installare 6 cluster per lato: le prime poltrone distano ad 1 metro dal proscenio e, grazie alla versatilità del diffusore, sono riuscito comunque ad ottenere un’ottima copertura.
Il P.A. è composto da cluster tutti uguali, non esistono downfill e, con la copertura del diffusore a 90° ad una altezza come questa (n.d.r. 9 mt), non c’è stato bisogno di aggiungere downfill o frontfill sul palco. Siamo riusciti ad usare questo impianto ovunque, grazie all’ottima dinamica si riesce a lavorare ottenendo risultati ragguardevoli anche a volume bassi. Anche i sub si comportano molto bene e credo che in futuro opteremo per una distribuzione multi linea. I tempi di montaggio sono iper-rapidi: in 15 minuti il cluster è appeso e collegato, mentre il sistema monta degli amplificatori digitali con bassissimo assorbimento e con una 32 A mono copro tranquillamente 12 cluster.

IMG_2158ZioGiorgio.it: Enrico Griselli raccontava di un palco molto pulito, puoi dirci qualcosa di più?

Giordano Pastorini: per il palco utilizzo 32 canali con solamente 2 aste visibili e tutto il monitoraggio è in-ear con Aviom. Gestisco il tutto dalla regia FOH con un mixer Yamaha QL1 molto compatto e che posso mettere ovunque, mentre con una rete wireless ed un iPad posso andare a fare le regolazioni direttamente dei monitor sul palco.

DPA ha realizzato una serie di supporti che permettono un cablaggio pulito e per la batteria utilizziamo la serie 4099, semplici da utilizzare e da regolare, mentre l’archetto di Serena è il DPA d:fine 4088, un modello molto versatile che permette di cantare e parlare senza che “scappi” mai nulla.

Luigi della Monica è invece l’operatore luci del tour, che ci racconta le scelte illuminotecniche per questo spettacolo in collaborazione con il Light Designer Francesco Adinolfi.

ZioGiorgio.it: ciao Luigi, ho notato un setup semplice e di effetto, con molto LED…

Luigi della Monica: si, insieme al Light Designer e la produzione abbiamo scelto di utilizzare i nuovi DTS Wonder come wash e Robe Profile DLS per gli speciali. Il LED ha semplificato il tutto permettendoci di mantenere la giusta luminosità, con pesi e consumi ridotti.

ZioGiorgio.it: console e programmazione?

Luigi della Monica: la console è una grandMa imposta dalla produzione con cui mi trovo benissimo. Lo spettacolo è composto in totale da 60 cue quasi tutte in GO con qualche follow ogni tanto e poche palette di posizione. Abbiamo una presenza essenziale di tagli ghiaccio con un rosa su Serena per dargli un’adeguata lucentezza. Il Light Designer Francesco Adinolfi ha scelto di mantenere in alcuni momenti la band all’oscuro per concentrare l’attenzione su Serena al fine di far percepire meglio l’emozione.

Concludiamo con Serena Autieri, che non si limita solamente alle proprie doti di artista, ma che ha dimostrato una grande passione ed interesse a 360° sulle scelte tecniche per il proprio spettacolo.

ZioGiorgio.it: allora Serena, mi dicono che sei diventata un’esperta di audio vero?

Serena Autieri: sono anni che lavoro in teatro, live e in tv ed ho fatto esperienze trasversali. Con “La Sciantosa” è nata l’esigenza di avere qualcosa che mi permetta di sentire bene e che risalti naturalmente ciò che l’attore porta in scena, parlato e cantato, oltre a mettere insieme le due cose con la musica.
Insieme ad Enrico abbiamo chiesto ovunque e indagato per ottenere l’eccellenza e più persone ci hanno indicato RCF. Da li abbiamo instaurato un rapporto con loro e ci hanno restituito un servizio umanamente importante. Mi sono sentita coccolata e supportata non in modo sciocco ma giusto e professionale, permettendomi di provare molte cose, di capire, di testare, di valutare e di ascoltare.
Alla fine abbiamo scelto loro proprio perchè mi sentivo protetta. Il suono è quello che volevo, i tecnici sono contenti, io sono contenta riascoltandomi e non ho mai sentito una lamentela da parte del pubblico, spesso molto esigente in termini di intelligibilità. La risposta dell’impianto è sempre precisa e costante sia nei momenti in cui la voce è “piccola”, sussurrata che nei momenti in cui è potente.

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ZioGiorgio.it: com’è l’esperienza con gli in-ear monitor?

Serena Autieri: non avevo mai utilizzato in-ear monitor perchè avevo paura di allontanarmi dal pubblico e dall’ambiente. Ho trovato un tecnico, Stefano Recchioni che mi ha fatto provare un solo in-ear monitor ed ha saputo convincermi. Dopo un po’ mi sono resa conto che l’ascolto mono era fastidioso e un’altro tecnico, il nostro fonico Giordano Pastorini, mi ha convinto ad utilizzarli entrambi e da adesso non si cambia più. Ora sono curiosa di provare diversi modelli.

Serena è stata abile nel far rivivere un personaggio, un’epoca e una cultura attraverso questo spettacolo in grado di far sorridere e aprire il cuore per meglio ricevere le emozioni e le sensazioni di uno status che abbiamo “respirato” volentieri durante le due ore di spettacolo, merito dell’ottima distribuzione del suono e della semplice ma efficace illuminotecnica, ma ancor di più di un’artista come Serena Autieri, che ha saputo perfettamente interpretare e trasmettere la magia della Belle Epoque. E la mossa? La mossa, è proprio vero, è nel DNA delle donne napoletane!

Walter Lutzu
ZioGiorgio Staff

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