Era il lontano 1968, e quello che poi è diventato probabilmente il più famoso pedale fuzz al mondo, il Big Muff Pi della Electro-Harmonix, doveva ancora aspettare un anno prima di uscire. Ecco che in Italia usciva questo pedale, il Sinfhoton, un distorsore fuzz che la Montarbo mantenne in produzione fino agli anni ’80.
Ora diciamolo, non c’è nessuna apparente relazione tra il Big Muff Pi e il Sinfhoton, anche perchè la circuitazione è abbastanza differente. Però è indubbio che, nonostante tra gli appassionati di pedali vintage sia una piccola gemma da avere assolutamente, questo pedale meriti un posto nella storiadella musica migliore di quello scaffale polveroso e dimenticato su cui fino ad oggi era stato lasciato.
Il Sinfhoton era un pedale fuzz dal suono particolarmente riconoscibile, con una firma sonora inconfondibile per chi ne ha potuto sentire e provare uno. Un timbro aggressivo e sabbiato, caratterizzato da una quantità di gain sempre costante, anche perchè il pedale non ha mai avuto il controllo del guadagno, ma solo di equalizzazione sulle alte e basse e controllo del volume. Questa filosofia molto dura-e-pura gli ha forse fatto guadagnare quell’aura particolare che lo mette tra i pedali vintage più particolari e ricercati.
Piccola nota per i collezionisti. Fu costruito in tre versioni differenti: la prima con tre potenziometri in gomma bianchi, la seconda tutta in metallo cromato e una terza che si distingueva solo per piccole modifiche estetiche come il logo Montarbo e la scritta più moderna invece che nel classico corsivo. Piccoli cambiamenti invece furono fatti all’elettronica, con i primi modelli ad usare due transistor BC149, che successivamente vennero sostituiti da un BC113 un BC208.
Tutte e tre le versioni sono molto collezionabili ma la prima versione è la più difficile tra trovare, e quindi più preziosa, invece si trovano diversi pezzi in vendita dell’ultima versione che in ottimo stato di conservazione viene scambiata tra i 150 e 200 euro.
Oggi Montarbo ripropone questo pedale nella sua seconda versione, lasciando il design e l’elettronica esattamente come nell’originale, per riportare tutta l’atmosfera ed il suono vintage della fine degli anni ’60 sui palchi del ventunesimo secolo. Il Sinfhoton quindi è pronto per una nuova vita e, diversamente da alcuni pedali che sono stati modernizzati, ritorna semplice ed dritto al punto come quando nacque. Niente controllo di gain, pasta sonora sabbiata e sgranata, sustain pressochè perenne, e un formato allungato che sicuramente si farà notare per la diversità rispetto alla grande omologazione di formato odierna.
“Ancora oggi numerosi appassionati lo ricercano su forum e blog; qualcuno ha tentato di riprodurlo artigianalmente; qualche azienda ha provato persino a clonarlo!” dice Paolo Stefani, Sales Manager di Elettronica Montarbo.
“Quello del Sinfhoton è un suono dalla timbrica unica, subito riconoscibile, non riproducibile con altri tipi di pedali dalle stesse caratteristiche.”
Con il prepotente ritorno al vintage-style, alla ricerca di suoni più grezzi e underground, questo pedale Sinfhoton potrebbe decisamente dire la sua. Se inserito nel giusto contesto può fare la differenza.
Info: www.montarbo.com