Lo so, lo dico sempre, ma cosa ci posso fare, alcuni marchi per noi chitarristi sono come luci nella notte per le falene. Ogni volta che esce qualcosa di nuovo da Strymon è un’attesa trepidante di aspettative. Anche questa volta, e si sapeva che stava per arrivare una chicca dedicata agli anni ’80, avevo le antenne puntate.
Finalmente è uscito il nuovo pedale Strymon DIG, ovvero Double Digital Delay, dedicato alle sonorità delay che hanno caratterizzato quel ventennio che è andato dalla fine degli anni ’70, quando hanno iniziato ad uscire i primi effetti digitali, fino alla fine degli anni ’90, quando l’ondata della moda vintage e del modeling ha fatto mettere nel cassetto questi delay in attesa di tempi migliori.
I tempi migliori sono arrivati. Come vuole la legge della moda, gli anni ’80 sono tornati, e non solo, impazzano in tutti i campi, tra eccessi e rivisitazioni, ed anche la musica non ne è immune. Ed allora Strymon ha pensato bene che non ci fosse momento migliore per produrre un suo pedale delay dedicato ai rack delay che hanno dominato quell’epoca.
E’ ancora presto per dire se sarà un successo come altri pedali Strymon, che a distanza di qualche anno sono diventati riferimento per tutta la categoria, però il DIG promette decisamente bene.
E’ un pedale delay particolare, dedicato a chi vuole non solo rievocare certe sonorità ma anche sperimentare e superare certi confini e miscelare delay, riverberi e modulazioni creative. DIG permette infatti di creare, grazie alle sue due linee di delay indipendenti e diverse funzioni avanzate, intricate combinazioni di ritardo che vanno dall’atmosferico all’ipnotico, dalla ritmica serrata al loop infinito.
Ovviamente il processing e l’elettronica sono all’altezza dei precedenti pedali Strymon, con una qualità del suono professionale e di prima qualità. Invece di concentrarsi su modelli specifici di delay a rack degli anni ’80 la casa americana ha preferito mettere nel pedale tre voicing diversi di delay: quelle dei primi anni ’80 con i delay adattivi ed il loro particolare algoritmo derivato dalle telecomunicazioni che generava una modulazione oggi inconfondibile; i delay a 12-bit di metà ’80 con quel chorusing distintivo e leggermente infedele; infine una modalità di delay ad alta fedeltà con risoluzione da studio a 24-bit/96kHz.
Il pedale ha due voci simultanee (memoria da 20ms fino a 3.2s) che possono essere impostate in tempo libero o sincronizzate tra loro con cinque suddivisioni ritmiche. La modulazione può essere impostata per essere molto presente, leggera o nulla, in più cinque funzioni ‘nascoste’ controllano algoritmi molto interessanti che aiutano a rifinire finemente il suono. Tra queste troviamo il filtro impostabile per equalizzare le ripetizioni, l’impostazione separata del feedback dei due delay, la possibilità di mettere in freeze il delay e avere la ripetizione circolare del suono e altro ancora.
Una critica che posso fare è che non vedo la connessione MIDI, che per un pedale che si rifà agli anni ’80 può essere un limite di un certo livello, per di più pone un limite all’utilizzo con rig professionali. La risposta sta probabilmente nello spazio ridotto , che in effetti guardando il retro del pedale, per le porte MIDI non c’è. Però da Strymon ci si aspetta sempre il massimo.
Lo Strymon DIG è già in fase di pre-ordinazione ed avrà un prezzo di 299€. Mica poco, ma purtroppo e per fortuna da Strymon credo che non vedremo mai pedali ‘cheap’.
Info: www.strymon.net
Info: www.backline.it