Partenza col botto per un’estate che, da come sta andando, difficilmente dimenticheremo.
Forse non grazie a qualche mega evento, ma per colpa di una serie di veri e propri colpi di scena che riguardano da vicino i lavoratori dello spettacolo e non solo.
E’ notizia di queste ore l’esito dell’inchiesta della Guardia di Finanza su delega del pm Paolo Ielo, a proposito di un presunto giro di elargizione di denaro, favori e beni materiali tramite un gonfiamento delle fatture in cambio dell’aggiudicazione dei bandi di gara tra il reparto acquisti di viale Mazzini ed alcune società dell’imprenditore David Biancifiori (tra cui Di.Bi. Technology). L’inchiesta coinvolge anche società del gruppo Mediaset, La7 e Infront, come riportano i giornali in queste ore.
La Rai ha provveduto immediatamente alla pubblicazione di un complesso documentato contenente l’elenco delle procedure di appalto che potete scaricare qui.
Benchè del tutto regolare secondo il codice degli appalti, Di.Bi. Technology risultava spesso l’unica azienda partecipante. Tutto ciò ha comunque insospettito prima gli ispettori interni, poi la Gdf, che, successivamente ad una serie di indagini, ha rilevato che alcune delle gare erano pilotate da generose mance ai funzionari interessati.
In attesa delle opportune verifiche e sviluppi della vicenda dal punto di vista giudiziario, senza dilungarci nell’esprimere punti di vista, giudizi e opinioni quanto mai arbitrari, ma limitandoci a riportare i fatti provenienti dalle varie agenzie di stampa e testate nazionali, proviamo comunque ad osservare la questione dal punto di vista del tecnico professionista, che è la parte che più ci interessa.
A nostro avviso, azioni di questo tipo da parte della giustizia italiana sono sicuramente più utili al nostro settore, piuttosto che colpire, come spesso accade, i veri appassionati che a fatica riescono a campare di questo mestiere, costretti a molti sacrifici e spesso vittime della burocrazia stessa.
La speranza è che questo sia un’altro passo verso una condizione lavorativa più trasparente e pulita, con una reale e ben regolamentata apertura al mercato ed alla concorrenza e la possibilità di esercitare la propria professione in un contesto più sano dove ancora di più verrebbero rispettate le condizioni minime in termini di orari, sicurezza ecc…
Ci auguriamo realmente che questa vicenda porti a questo tipo di vantaggi per tutti i lavoratori dello spettacolo.
Passiamo ora alla seconda brutta notizia che purtroppo non ha avuto la stessa risonanza della precedente e che riguarda un fatto assai più grave.
Dal 1 gennaio 2015 gli adempimenti contributivi per il settore spettacolo sono stati definitivamente trasferiti dall’Enpals all’INPS. Tuttavia, il sistema flussi informatici dell’INPS ad oggi non è ancora in grado di elaborare le denunce UNIEMENS con i tutti i dati dei lavoratori dello spettacolo.
Certo per molti è arabo, ed ha la parvenza di un problema del tutto burocratico che nulla ha a che fare con il montare fari o settare P.A. ecc… Sappiate solamente che, grazie a questo disservizio, la maggior parte delle aziende dello spettacolo non risulta in regola con le denunce proprio a causa dell’inadeguatezza dello stesso sistema informatico INPS.
Tutto ciò comporta per le aziende un DURC negativo con conseguente perdita dei benefici contributivi e problemi finanziari dovuti all’impossibilità di incassare dai cliente; per i lavoratori invece comporta l’assenza di dati contributivi negli archivi INPS con conseguente impossibilità di accedere alla NASPI o addirittura di andare in pensione. E scusate se è poco!
Il problema è che, ancora una volta, il sito dell’INPS non è pronto. Ergo, dal 1 giugno ci sono migliaia di lavoratori che rischiano di non andare a lavorare perché non hanno il certificato di agibilità per colpa dell’INPS, o che accettano di lavorare “in nero” perché in questo settore “the show must go on”.
Ancora più paradossale è la situazione dei lavoratori dello spettacolo intermittenti, per i quali il certificato di agibilità sostituisce la comunicazione preventiva alla DTL. Senza certificato di agibilità, il datore di lavoro che retribuisce in busta paga un intermittente, senza comunicarlo preventivamente, rischia 800,00 € di sanzione (più onerosa della sanzione per il lavoro “nero”).
Che dire… dopo la vicenda del decreto palchi, che non ha completamente risolto le numerose problematiche legate al settore spettacolo, ancora una volta viene meno il rispetto verso il lavoro dello spettacolo. La nostra speranza nel riportarvi queste tipologie di notizie è che sempre di più si prenda coscienza anche degli aspetti legislativi legati al lavoro, così da non sentirsi come una serie di individualità indipendenti, ma una unica rete di professionisti informati in grado di far valere i propri diritti.
Potete scaricare il comunicato del Tavolo Legalità e Sicurezza sulla questione INPS qui.
Buona estate a tutti! (si fa per dire…)
alla fine la paghiamo sempre noi. Chissà come mai a lavorarare in televisione sono sempre gli stessi da anni! Però se ne sono accorti ora!?!?!? A Roma son cose che si sanno… Meglio tardi che mai! Ziiogiorgio devi occuparti più spesso di queste schifezze! Che si sappia! ciao
Devono scoppiare!!!!! L’INPS nonk è pronta?! Sai che novità. Siamo un paese che non è mai pronto, dove vogliamo andare?!!! Assurdo. E noi lo paghiamo pure con le nostre tasse. Zio giorgio devi continuare a parlare di queste cose, siete rimasti gli unici! Altro ch Ligabue e Vasco rossi!!!!! Un saluto al quasi concittadino Walter Lutzu !
Eccomi! La mia azienda è perfettamente in regola (e dio sa cosa mi è costata negli ultimi anni in corsi e adeguamenti sulla sicurezza). Ho scoperto la scorsa settimana di avere proprio il DURC non in regola proprio perchè non incassavo. Stamani devo andare a perdere una mattinata all’INPS nella speranza che mi dicano cosa non va. Al telefono non mi hanno saputo dir nulla per giorni…
Complimenti a Walter per l’ottima analisi… Ma quindi come fare?
Possibile che non esista la possibilità di suggerire una strada “migliore”?… Insomma, c’è un qualche suggerimento, un indicazione da dare o davvero siamo così allo sbando da avere come unica soluzione la consapevolezza di essere una categoria inesistente per la nostra classe politica?
L’unica soluzione è fare rete, essere collettività Sauro. Nel momento in cui chi legifera fede un gruppo coeso e compatto ci pensa due volte.
Io vedo più questo tipo di soluzioni morali e culturali piuttosto che altro…
Ho scoperto per l’appunto che all’INPS non mi sanno dire nulla della mia posizione previdenziale. Bene! Poi ci sarà agosto, le fierie e se va bene a settemre mi sanno dire qualche cosa… Mah…
Novita continuano ad arrivare dalla cronaca, anche a luglio!