Le maggiori difficoltà tecniche che si incontrano in uno spazio così grande e con pubblico a pian terreno sono, ovviamente, legate alla fruibilità ed alla visibilità del concerto stesso.
L’obbiettivo era che i fans potessero godere al meglio del concerto riuscendo a vedere “da vicino” l’artista e la band che, con queste distanze, avrebbero potuto perdersi nel palco.
La soluzione per certi versi più sicura e semplice è stata quella di concepire il tutto intorno ad un grande cliclorama video usato per le immagini live ed arricchito da contributi multimediali di qualità, una scelta che ha permesso di centrare l’obiettivo.
Certo il grande impatto scenico – e cromatico – dell’enorme LEDWall ha fatto per certi versi perdere l’emozionalità del normale concerto, spostando l’attenzione più sul video che non sul palco vero e proprio, ma ad onor del vero questo Campovolo 2015 di “normale” aveva ben poco e in questo senso andava pensato anche il concept.
Paradossalmente siamo sicuri che avremmo potuto godere meglio dello show ad una distanza maggiore rispetto alla nostra posizione relativamente ravvicinata e considerando che alle nostre spalle c’erano oltre 100.000 persone la direzione tracciata è apparsa corretta. Col senno di poi e con la tranquillità di chi non deve operare certe scelte ci domandiamo se si sarebbe potuto fare qualche cosa di “diverso” anche in questo senso…
In questo appuntamento il Lightning Designer Jo Campana e il team dei Videomakers formato da Peter Grandi, Mikel Garro e Roberto Costantino ci hanno raccontato tutto su luci e video.
Marco “Made” De Nardi ci ha fornito qualche dettaglio tecnico…
ZioGiorgio.it: come prima cosa chiaritemi com’è stato organizzato il lavoro “scenotecnico” per Campovolo 2015.
Jo Campana: considerata la grandezza dell’evento e soprattutto vista l’enorme superficie di schermo LED installata, ci siamo sostanzialmente divisi il lavoro in due gruppi sulla base di un rapporto consolidato da anni di esperienze condivise. Due team coordinati operanti in totale sinergia che sostanzialmente si traducono nel sottoscritto e i tre videomakers, coloro che nella pratica producono i video-content che successivamente vengono allineati da Marco De Nardi alla traccia SMPTE.
Io mi occupo della consueta programmazione e della esecuzione del Lightning Show vero e proprio che interagisce cromaticamente con i video prodotti.
Mai come questa volta è stato necessario lavorare in una direzione ben precisa, indicata chiaramente da Luciano, e cioè ricreare il sapore degli anni in cui sono stati pubblicati i dischi in questione e contemporaneamente fare in modo che tutte le persone potessero godere dello spettacolo anche da molto lontano; in un’area così ampia, e parliamo di qualche centinaia di metri.

Jo campana – Lighting Designer.
ZioGiorgio.it: immagino che sia stato complesso far convivere i due mondi…
Jo Campana: ormai è da qualche anno che negli spettacoli il video è sempre molto presente ed in particolare in questo caso in cui il LED screen arriva a 800 mtq di superficie l’impatto visivo è notevole. Senza contare il fatto che emette una grande quantità di luce anche se dimmerato a meno della metà della potenza massima. E’ necessario approcciarsi a questi eventi considerando il progetto a 360° e non focalizzarsi su un “disegno luci” vero e proprio, lavorando meticolosamente per trovare la giusta convivenza e far si che risulti un prodotto finale armonicamente integrato.
ZioGiorgio.it: passiamo all’organizzazione strettamente tecnica e delle macchine utilizzate per quanto riguarda i contributi video.
Marco “Made” De Nardi: i contributi video vengono gestiti tutti da Pandoras Box in timeline e sincronizzati al time code che riceviamo dalle sequenze del palco da Pro Tools. Dalla GrandMa 2 controlliamo i feeds delle camere live che poi possiamo eventualmente effettare in real time e che arrivano già “impacchettai” direttamente dalla regia. Noi a quel punto li rimandiamo sugli schermi inquadrandoli in finestre, sovrapponendoli etc…
In regia c’è un’altra GrandMa 2 (in realtà sono 4 se consideriamo le due di scorta) utilizzata da Jo per governare tutti i corpi illuminanti.
Jo Campana: la mia console la uso sganciata dal time code, in questo tipo di show non esiste la necessità di fruire di questo stratagemma, ho tutto programmato in classica modalità cue-list brano per brano oltre a considerare sempre l’aspetto di quella che io definisco una sorta di “partecipazione fisica/emotiva” allo spettacolo con interventi e accenti mirati a sottolineare alcuni momenti della serata.
ZioGiorgio.it: passiamo alla contribuzione video vera e propria, che input ci sono stati da parte dell’Artista? Peter, fai tu da portavoce?
Peter Grandi: Luciano ha espressamene chiesto a noi del team video – e approfitto per ricordare i miei colleghi Mikel Garro e Roberto Costantino – di fare un qualche cosa che fosse nuova rispetto al Campovolo passato e anche rispetto ai recenti tour. Quindi, l’idea di base, proprio in virtù del fatto che festeggia proprio quest’anno i 25 anni di carriera, era di raccontare tutta la sua carriera attraverso il video, attingendo ad una serie di filmati talvolta inediti e risalenti al periodo passato e a foto riprese da copertine dei dischi o da album di ricordi.
La prima parte è dedicata agli inizi, ai primi passi con i Clandestino e i primi successi, poi al grande “botto” del disco “Buon Compleanno Elvis” per poi giungere a quella che è la sua storia più recente.

da sx: Roberto Costantino e Peter Grandi.
ZioGiorgio.it: avete ricercato in qualche modo di far rivivere le sensazioni dell’epoca anche attraverso la grafica, la fotografia, il colore?
Peter Grandi: una cosa che Luciano ci ha richiesto costantemente, anche stamattina a poche ore dal concerto, è quella di considerare le tre parti come fossero tre concerti separati. In questo senso abbiamo ricercato il “mood” giusto per ognuno dei tre momenti lavorando anche su grafica e luce. Un grande lavoro grafico è stato fatto in special modo sulla seconda parte, perché volevamo ricreare quella dimensione iconografica tipica di quell’album, sul palco viene gonfiato un Elvis gigante e l’immagine ricorrente è quella dei tipici occhiali da sole.
ZioGiorgio.it: Jo, a livello di luci sei andato a ricercare anche tu la “forma mentis” di quegli anni, magari rispolverando macchine ed effetti dell’epoca?
Jo Campana: le mie scelte tecniche, e parlo a livello di corpi illuminanti, sono state fortemente legate alla presenza del video, quindi tutte macchina con grande potenza di emissione. Sui colori invece ho lavorato per esempio ricercando atmosfere “sgargianti”, “ridondanti”, un po’ “Las Vegas”, soprattutto nella seconda parte. La terza parte, che è quella con brani più dinamici e moderni negli arrangiamenti, è stata giocata molto sui bianchi, più vicina per ovvi motivi ai concerti degli ultimi anni di Luciano.
La prima parte fondamentalmente è impostata sugli elementi grafici, videoclip, vecchie foto di repertorio e riflette un po’ la semplicità e l’innocenza, se vogliamo, degli esordi, e per questo il ruolo delle luci è più di appoggio e volutamente meno appariscente.
Come hai potuto vedere poi anche Ligabue ha reindossato i vestiti dell’epoca e questo ha indubbiamente contribuito ad enfatizzare il senso dello show che alla fin fine ha un po’ il sapore dell’anniversario, ricercando l’effetto revival.

da sx: Franco Comanducci e Jo Campana riflettono sugli ultimi dettagli il giorno prima del concerto…
ZioGiorgio.it: il palco è molto grande e la sua forma peraltro non offre molti punti di apprendimento se non dietro e sopra! Come hai concepito il lighting plot?
Jo Campana: la presenza di uno schermo così esteso vincola e condizione ogni scelta ma paradossalmente risulta per certi versi più semplice o quantomeno obbligato concepire un lighting plot, quindi: “luci sopra, sotto e di lato” (Jo ride divertito ndr)
Il parco luci è composto da più di 600 sorgenti luminose (di cui 350 motorizzati) che sembrano tanti, ma rischiano di essere appena sufficienti se relazionati alle dimensione ed all’altezza di questo palco. Il tetto a sbalzo è molto alto e per contenere il carico ho dovuto utilizzare fari compatti ma comunque con caratteristiche di spiccata tracciabilità.
Un gadget che merita di essere citato è la presenza di queste 10 truss di 5 mt ciuascuna in grado di compiere movimentazioni con motori a velocità variabile la cui pancia è rivestita da 60 Halupix che creano degli effetti suggestivi, soprattutto in quei momenti in cui assumono delle posizioni oblique o verticali creando una forte interazione con lo schermo retrostante.
ZioGiorgio.it: ok, ma per illuminare musicisti ed artista?
Jo Campana: ho 34 Martin Mac 2000 dedicati esclusivamente a questo scopo, il resto sono tutti Clay Paky Sharpy, Clay Paky Beam 1500 sulle calandre esterne oltre alle tradizionali DWE e Martin Atomic per gli effetti blind, per un totale di 28 universi DMX. Disposti su tre torri in sala sono poi posizionati poi 6 Robert Juliat Followspot 2500HMI.

Le truss mobili con le fixtures montate.
ZioGiorgio.it: e poi la questione “fumo”. Ieri durante alcune prove tirava un vento deciso che non aiuta molto il tuo lavoro…
Jo Campana: siamo all’interno di un aeroporto, non c’è nulla tutto intorno, il palco con copertura così alta è praticamente open-air, nonostante la presenza di quattordici macchine del fumo con ventole dedicate, spesso non si percepisce la presenza di alcun fascio. L’intensità del vento e il fattore meteo in generale è una variabile che non possiamo controllare ma tutto sommato mi ritengo fortunato se consideriamo che ha piovuto solamente durante un paio di notti mentre ero intento nella programmazione luci e che quindi sono arrivato alla prima delle due prove generali già sufficientemente strutturato e pronto per la serata del 19 settembre. Gli eventi di questo tipo considerati one-shot nascondono sempre potenziali trappole ed insidie ma un po’ l’esperienza e un po’ l’alta professionalità delle figure chiamate in causa hanno fatto sì che tutto sia filato via liscio!
Aldo Chiappini
Editor-in-Chief