Panariello sotto l’albero

La trasmissione in diretta RAI1 “Panariello sotto l’Albero” è andata in onda pochi giorni prima di Natale, incollando al televisore oltre 6 milioni di spettatori.
La location scelta è stata il Modigliani Forum di Livorno, che non si è certo rivelata un luogo acusticamente ideale per ospitare questo genere di show. La scommessa era quella di ricreare una atmosfera coinvolgente e “live” rispettando però quelle che sono le esigenze sceniche e relative alla pulizia sonora richieste da una messa in onda televisiva.
Per una corretta diffusione il service Agorà ha fornito un sistema RCF installato e gestito per l’occasione dal PA Man Antonio Paoluzi, mentre il mix di sala è stato affidato a Gianmario Lussana. Inoltre abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con i fonici della regia musicale RAI Emilio Logozzi e Stefano Benedetti, così da avere un quadro il più ampio possibile in merito agli aspetti audio di una trasmissione di così grande successo.

livorno_panariello
Partiamo proprio da Antonio Paoluzi, che ci ha spiegato come ha concepito e tarato il sistema all’interno della location.

ZioGiorgio.it: Antonio, partiamo dalla “mission”…

Antonio Paoluzi: la richiesta è stata quella di ricreare una situazione sonora simile a quella che normalmente si ha in uno studio televisivo, però all’interno di una struttura come il Modigliani Forum, una location non particolarmente indicata dal punto do vista sonoro. Tradotto, dovevamo riprodurre un audio coinvolgente ad un volume adeguato senza per questo disturbare la ripresa microfonica, al fine di garantire una messa in onda pulita e senza rientri di alcun genere.
C’era poi l’esigenza televisiva di nascondere il più possibile cavi e cablaggi, ed in questo senso il sistema attivo RCF ci ha dato un bel vantaggio…

ZioGiorgio.it: ok, ma come hai ottenuto tutto ciò?

Antonio Paoluzi: in generale come primo espediente abbiamo deciso di posizionare il sistema più a “pioggia” possibile sul pubblico, con sorgenti ravvicinate per poi dividere le varie aree da sonorizzare e cercare di servirle con il giusto numero di moduli, scegliendo tra le varie opzioni disponibili.
Il sistema appeso è organizzato in due cerchi concentrici e, come puoi vedere, il sistema è interamente RCF: partendo dal TT55A per le gradinate (cerchio esterno) fino ai sistemi TT33 più piccoli per il parterre (cerchio interno).

Una visuale d'insieme del sistema appeso.

Una visuale d’insieme del sistema appeso.

ZioGiorgio.it: passiamo alla descrizione dell’impianto.

Antonio Paoluzi: partendo da quella che è l’area dedicata agli spalti abbiamo 6 cluster composti da 12 moduli TTL55A ciascuno e 4 cluster composti da 6 casse TT33A ciascuna dedicato alle sedute di sala. Occorreva ricercare un certo realismo nell’ascolto perché trovo che sia molto sgradevole per coloro che stanno seduti in sala ascoltare le voci provenienti dall’alto invece che dal palcoscenico. Per questo motivo abbiamo utilizzato dei front-fill posti dietro ad un telo nero non ideale per le applicazioni audio e per questo tirate ad un bel volume.

Particolare del rigging e dei cluster RCF.

Particolare del rigging e dei cluster RCF.

ZioGiorgio.it: parliamo di frequenza basse e sub. Com’è hai impostato il tutto?

Antonio Paoluzi: anche in questo caso massima attenzione… Idealmente si poteva circondare il palco di sub a terra formando un semicerchio, ma in questo modo avremmo avuto una somma di frequenze difficilmente gestibile, col fuoco esattamente al centro del palco, dove campeggia il grande albero, una zona “delicata” per ovvi motivi. Quindi abbiamo utilizzato 14 sub TT56A ma disposti in doppie fila a circa un metro di distanza così da avere un annullamento posteriore più marcato.

ZioGiorgio.it: mi parlavi di un totale di 132 sorgenti che in qualche modo hai dovuto allineare. Quale hai considerato come “punto zero”?

Antonio Paoluzi: beh, con così tanti diffusori non c’è la possibilità di fare un vero allineamento in tutti i punti. Quindi abbiamo trattato soprattutto le zone dove ci sarebbe stato reale disturbo nella diffusione e nell’ascolto con particolare riferimento ad una zona delle tribune dove c’era sovrapposizione tra i cluster di TTL55A, utilizzati per le gradinate, e i cluster dei TT33A usati invece per il parterre. Il cluster di TT33A in effetti copre anche una zona d’ombra lasciata dai TTL55A. Il punto zero invece è stato considerato dove si trovano le casse più vicine al palco, ossia il primo cluster delle TT33A del primo anello. Da quel punto, piano piano, ho cercato di allineare tutto.

Antonio Paoluzi - PA Man per Agorà.

Antonio Paoluzi – PA Man per Agorà.

ZioGiorgio.it: come hai controllato il sistema?

Antonio Paoluzi: dalla regia audio – capitanata da Gianmario Lussana – mi arriva un left and right che mando in un processore della Lake che uso per fare le varie matrici di segnale. Una volta immessi i segnali nella rete RdNet utilizzo poi il software proprietario di RCF per il controllo ed il “fine tuning”. Devo dire che il software funziona molto bene ed è stato utile per un sistema così complesso.

A pochi passi dalla postazione di Antonio troviamo Gianmario Lussana, il fonico di sala che ha curato il mix per la diffusione all’interno del Modigliani Forum.

ZioGiorgio.it: Gianmario, guardando alla posizione regia FoH posso intuire che non hai un ascolto ideale dell’audio…

Gianmario Lussana: come capita la maggior parte delle volte in ambito televisivo bisogna sottostare alle esigenze di regia, quindi come prima regola bisogna non intralciare ed “impallare” le telecamere. In effetti oggi ci troviamo in una situazione un po’ penalizzata dal punto di vista dell’ascolto. Ad onor del vero il sistema, che è stato gestito molto bene da Antonio, in questo punto non ci dovrebbe proprio arrivare ed in effetti non ci arriva, se non parzialmente. Ci siamo perciò organizzati per tempo con due monitor near-field Genelec allineate all’impianto e che tendono a riprodurre un po’ di frequenze medio-alte che altrimenti sarebbero mancate.

ZioGiorgio.it: le accenderai all’occorrenza?

Gianmario Lussana: no, sono spesso accese e durante la serata saranno sicuramente il mio riferimento.

ZioGiorgio.it: cosa gestisci nella tua regia? Vedo due banchi audio…

Gianmario Lussana: gestisco sia il musicale sia i parlati per il live qui in teatro. Utilizzo due banchi più che altro per comodità e perché RAI ci ha chiesto di fare due suoni diversi per parlato e musicale. Soprattutto per il parlato c’è l’esigenza di avere il suono meno “alonato” possibile per cui la parte talk del programma è stata fatta con molta attenzione, cercando di attenuare le frequenze fastidiose.

ZioGiorgio.it: tipo quali?

Gianmario Lussana: in questo caso dalla regia di messa in onda ci hanno chiesto di attenuare per la diffusione in teatro intorno agli 8 Khz e soprattutto lavorare sulle 100 – 160 Hz, queste ultime frequente decisamente dipendenti dalla location producono molto rimbombo.

ZioGiorgio.it: hai avuto delle imposizioni particolari dalla produzione in merito ai volumi in sala?

Gianmario Lussana: per la verità con Antonio (Paoluzi ndr) siamo partiti con un volume basso, proprio per non creare problemi, ma durante le prove sia i registi sia produttori ci hanno chiesto a più riprese di dare un po’ più di coinvolgimento e quindi di alzare il volume. Adesso, a poche ore dalla diretta, devo dire che c’è una bella pressione, senza dare fastidio al pubblico.

Gianmario Lussana - Fonico FoH live.

Gianmario Lussana – Fonico FoH live.

ZioGiorgio.it: parliamo di dinamiche, sempre molto complicate in situazioni come queste.

Gianmario Lussana: le compressioni ci sono, ovvio, ma devo dire che sono riuscito a controllare comunque bene strumenti e voci ed il sistema audio mi ha aiutato. Sono solito lavorare, come credo ormai facciano in molti, con gli “stem”, quindi limito sul canale le sorgenti con maggiore escursione dinamica per poi comprimere a gruppi di canali in base all’area di appartenenza: batteria, chitarre, voci, tastiere etc…
Provengo dagli studi di registrazione e questo approccio mi è congeniale. Peraltro con DiGiCo ho la possibilità di smistare questi gruppi compressi in altre “macro” gruppi che posso nuovamente gestire singolarmente. E’ molto importante avere un “totalone” della band, un’altro di tutti i parlati e magari tenersi anche qualche collarino dei presentatori ulteriormente separato. Tieni conto che qui il diktat, ancor prima di far sentire bene l’orchestra, è che si senta ogni singola parola del parlato. Fare un errore nella gestione delle voci e, ancora peggio, far perdere una battuta o uno sketch al pubblico equivale a farsi linciare…(ride ndr)

ZioGiorgio.it: nell’outboard vedo due Manley e un XL42, un bel classico non c’è che dire!

Gianmario Lussana: ammetto che li uso più che altro per pigrizia mia, perché sui canali più importanti preferisco intervenire direttamente sull’outboard, per essere più rapido. E poi in effetti sulla voce di Panariello il compressore ottico Manley fa la sua bella figura. Lui canta spesso con un headset oltre che con un SM58 ed avendo anche gli spare alla fine ho un totale di 4 canali solo per lui, ed ecco perché ho a disposizione due Manley stereo.

ZioGiorgio.it: che capsula usi sugli headset?

Gianmario Lussana: è una Sennheiser HSP4 cardiode che mi ha piacevolmente sorpreso. Facendo molto live tradizionale non mi capita spesso di utilizzare headset e questa volta i tecnici RAI hanno insistito perché usassimo questa capsula che va veramente bene. Le omni HSP2 sono ancora migliori, ma in questo caso avremmo avuto troppi rientri sul palco, quindi abbiamo optato per le cardiodi stando sempre bene attenti al posizionamento.

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Umberto Polidori – fonico di palco

A lato palco troviamo Umberto Polidori che ci racconta in breve i suoi compiti.

ZioGiorgio.it: ciao Umberto, situazione anomala per una regia di palco, hai i musicisti proprio rivolti verso di te!

Umberto Polidori: per ragioni di scenografia succede che i musicisti siano proprio rivolti verso la regia audio di palco, tanto che mi sembra di mixare FoH! (ride ndr). Per la verità dal mio punto di vista non c’è nulla di complicato, un lavoro abbastanza “standard”. I sedici musicisti e gli otto guest hanno a disposizione un sistema IEM di Roland (con controllo remoto). I radio in tutto sono 28, quindi c’è da fare attenzione alle radiofrequenze, ma nulla che non sia gestibile col mio solito set-up.
Ci siamo concessi solamente due Side-fill formati da un dV-Sub più 5 top sempre L-Acoustics e due Cobra di K-Array, praticamente invisibili, sulle passerelle. Stop.

ZioGiorgio.it: e lo show? E’ molto variegato da quel che ho capito…

Umberto Polidori: esatto, devo osservare bene cosa succede sul palco, soprattutto guardando Panariello che è un personaggio istrionico e non sempre rispetta i copioni. Mi aspetto momenti di improvvisazione, ci sarà da divertirsi…

Appena fuori dal teatro, su un OB-Van nei pressi della porta carraia ci soffermiamo con Stefano Benedetti ed Emilio Logozzi.

ZioGiorgio.it: qualche particolarità in questo show rispetto a quello che è il vostro standard abituale?

Stefano Benedetti: devo dire che ormai ci capita abbastanza spesso di seguire questo schema, soprattutto a livello di segnali audio. Infatti non portiamo i nostri pre-amplificatori ma prendiamo un feed via MADI che ci manda direttamente il service che usa pre e convertitori della DiGiCo direttamente sul palco. Per motivi di maggior sicurezza abbiamo chiesto di non agganciarci al loro clock ma di averne uno indipendente nostro e questo è possibile grazie ad un interessante ed efficace prodotto dell’azienda DoTeck, l’SRC.

ZioGiorgio.it: quanto avete subito il rimbombo tipico del Modigliani Forum?

Emilio Logozzi: la ripresa per la messa in onda non è compromessa, anche perché in sala è stato fatto un ottimo lavoro di sonorizzazione. Inoltre le riprese microfoniche sono molto ravvicinate, per avere quel tipo di problemi nella messa in onda deve esserci proprio una situazione disastrosa, e non è questo il caso.

Stefano Bendetti: soffriamo solamente un po’ di più la parte dei parlati, anche perché la voce è differente da persona a persona e non tutti gli ospiti possono essere così abili nel gestire un microfono come alcuni presentatori consumati. Diciamo che occorre fare attenzione e seguire da fader e da monitor video quello che succede sul palco.

da sx: Emilio Logozzi e Stefano Benedetti - Regia Musicale per la diretta RAI.

da sx: Emilio Logozzi e Stefano Benedetti – Regia Musicale per la diretta RAI.

ZioGiorgio.it: avete impacchettato il segnale per confezionare un audio adeguato?

Stefano Bendetti: come sai il segnale audio da qualche anno deve sottostare ad una apposita normativa sul loudness che prevede una media sul programma a -23dB +/- 1dB, ma non è un’operazione che facciamo direttamente qui noi nella regia musicale, ma è gestita dai colleghi del Van della messa in onda posto a pochi metri da noi. Le correzioni comunque vengono fatte su finestre temporali lunghe, non in tempo reale, altrimenti si percepirebbe il cambio di volume dai telespettatori e non sarebbe una cosa piacevole.
Da parte nostra utilizziamo solo un compressore multibanda per rendere più omogeneo il mix che i nostri colleghi, come ultimo anello della catena, finalizzeranno per la messa in onda processandolo a loro volta.

ZioGiorgio.it: a San Remo ci avete raccontato delle cosiddette “spie”, persone fidate che ascoltano la diretta dalla televisione e vi danno qualche dritta sul mix? Vi avvalete ancora dei questi consigli?

Emilio Logozzi: tra colleghi succede spesso che ci si mandi indicazioni o consigli per sms o chat durante una trasmissione per segnalare qualche cosa in merito al mix, certo, è pratica comune. Noi ascoltiamo dai nostri monitor di riferimento e facciamo il nostro mix da questi, come è ovvio che sia, ma la diretta ascoltata da un televisore può avere un audio leggermente differente. Ecco perché è sempre ben accetto qualche feedback che arriva da chi ascolta dal televisore…

Non abbiamo assistito alla data live all’interno del forum, ma abbiamo assistito alle prove del giorno precedente e l’audio, a palazzetto vuoto, ci è apparso coinvolgente ed equilibrato in tutte le zone irradiate dal sistema; anche con un volume maggiore rispetto a ciò che ci aspettavamo.
Abbiamo poi ascoltato alcune parti della diretta su RAI1 sul normale televisore di casa (i moderni LCD non fanno certo dell’audio la caratteristica migliore ndr) e, anche in questo caso, l’audio ci è apparso uniformato agli standard ai quali siamo abituati, esprimendo un sound con una buona “spinta” e certamente intelligibile.

Aldo Chiappini
Editor-In-Chief

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