Arezzo Wave, ed Italia Wave, rappresenta uno dei principali punti di riferimento nel calendario dei festival estivi. Quest’anno la manifestazione si svolge per la trentesima volta, un traguardo storico e di prestigio per un contest in cui si lascia ancora molto spazio a giovani ed emergenti.
Ci siamo recati a San Giustino Val d’Arno, sede della manifestazione, il primo giorno di eventi per assistere all’inizio dei concerti ed all’anteprima europea di un nuovo “giocattolone” di cui troverete notizie nel corso dell’articolo…
Al nostro arrivo veniamo accolti nell’ufficio di produzione, in cui in un brevissimo momento di pausa incontriamo l’ideatore e padre della manifestazione, Mauro Valenti.
ZioGiorgio: trent’anni di storia: com’è cambiato Arezzo Wave nel corso di un periodo così importante?
Mauro Valenti: Arezzo Wave non è cambiato per niente nell’anima, stessa passione che ha portato a iscriversi gratuitamente più di 47.000 (quarantasettemila!) band al nostro concorso, Arezzo Wave Band ed a dare il nostro contributo per il rinnovamento del repertorio musicale. Stesso impegno negli anni da parte dei responsabili di ogni regione italiana nel creare selezione, formazione e ricerca dei gruppi emergenti, in questo continuiamo ad essere unici in Italia lavorando in modo volontario e senza nessun partner istituzionale, a differenza dei colleghi europei che sono direttamente finanziati da vari partner pubblici.
È cambiato tantissimo invece come rapporti con la politica locale che di fatto ci ha impedito di continuare a esistere nelle forme dei primi 20 anni di vita. Il tentativo di controllarci e il nostro rifiuto ha portato all’allontanamento dalla nostra città ed a tutti i problemi connessi…
ZioGiorgio: quali sono le principali aziende ed istituzioni coinvolte in questo evento? Che ricordiamo essere ad ingresso gratuito!
Mauro Valenti: piccoli sponsor locali uniti a Smemoranda, Peroni e si spera Regione Toscana che dovrebbe esser anche quest’anno nostro partner.
ZioGiorgio: come vengono gestite (ed assecondate) le richieste dei vari gruppi presenti al Festival?
Mauro Valenti: in modo preciso e scrupoloso. Tutti i tecnici e le figure coinvolte svolgono il loro compito con passione e dedizione, sono un esempio della professionalità italiana al nostro servizio oltre che amici veri del festival e miei personali.
ZioGiorgio: infine uno sguardo al futuro: come si immagina i prossimi Arezzo Wave?
Mauro Valenti: chissà forse qua o forse in Spagna.. Chi vivrà vedrà…
Con questo dubbio lanciato nel finale, lasciamo quindi gli uffici di produzione, ovviamente oberati di lavoro, e ci rechiamo nell’area concerti dove andiamo a trovare la vera novità tecnologica presente al festival.
Ci aspettano infatti i ragazzi di Sinergie Group, distributore per l’Italia del prodotto, insieme ad un vero pezzo di storia del sound reinforcement, Ken Berger, CEO di VUE Auditechnik LLC che, presente come partner tecnico della manifestazione, porta in anteprima europea ad Arezzo Wave il nuovo sistema Line Array serie Al, insieme ad altri materiali dell’ampio catalogo del marchio americano. Cogliamo quindi l’occasione per scambiare alcune impressioni con un personaggio che non capita di incontrare tutti i giorni…
ZioGiorgio: da dove nasce VUE Auditechnik LLC?
Ken Berger: è importante capire la mia storia per arrivare a VUE. Ho cominciato con EAW nel 1978, poi sono arrivato in Mackie, ho fondato Pro Sound Web per poi passare diversi anni come consulente per Avid, Pre Sonus, ecc… Dopo tanti anni sentivo la mancanza di un’azienda che andasse a coprire determinati aspetti del sound reinforcement che non trovavo in alcun prodotto esistente. Ho passato quindi molto tempo alla ricerca di persone che mi aiutassero a realizzare ciò che avevo in mente, fin quando con Mike Adams abbiamo trovato il giusto feeling per la progettazione dei nuovi sistemi.
ZioGiorgio: come siete arrivati quindi dalla progettazione alla realizzazione?
Ken Berger: abbiamo instaurato rapporti con aziende di tutto il mondo, dall’Europa all’America per arrivare fino all’Asia, cercando in ognuno il meglio della tecnologia ad oggi disponibile, in modo da arrivare velocemente allo sviluppo finale ed alla realizzazione del prodotto completo.
ZioGiorgio: questo sistema si distingue per l’utilizzo di un materiale molto particolare all’interno del driver delle alte frequenze. Ci puoi spiegare meglio di cosa si tratta?
Ken Berger: abbiamo deciso di dare una svolta sul tema delle alte frequenze. Molti costruttori utilizzano cupole in titanio o alluminio che però presentano dei limiti legati o alla riproduzione delle onde sonore o alla resistenza meccanica ad alte potenze. Grazie ad una recente ingegnerizzazione realizzata negli Stati Uniti, è stato possibile utilizzare il Berillio per costruire le cupole dei driver che, in esclusiva per la nostra azienda, vengono assemblati in Italia da uno dei maggiori costruttori mondiali di altoparlanti. Questo materiale, finora limitato all’alta definizione “casalinga”, definisce un nuovo standard perché permette una riproduzione fedele e cristallina delle alte frequenze, unita ad una notevole tenuta in potenza che permette quindi la costruzione di un sistema di diffusione sonora di grandi dimensioni.
Ringraziamo quindi Ken ed i ragazzi di Sinergie Group, con la curiosità di sentire più tardi il nuovo sistema in azione, per spostarci nella posizione FOH, dove troviamo dietro ad un Allen & Heath DLive fiammante Mr. Enrico Fumasoli, Fonico residente del festival.
ZioGiorgio: Enrico, come hai composto il setup con il nuovo mixer?
Enrico Fumasoli: abbiamo installato una superficie di controllo S7000 con un Mix Racks DM64, collegati con il sistema proprietario Allen & Heath. Non ho accessori esterni, utilizzo quindi tutte le varie effettistiche messe a disposizione dal mixer che peraltro trovo molto convincenti.
ZioGiorgio: come ti trovi a lavorare con questo prodotto?
Enrico Fumasoli: il feeling è buono, suona bene e consente un ampio margine di personalizzazione per quanto riguarda sia la disposizione dei comandi sulla superficie, sia a livello di routing e segnali.
ZioGiorgio: vediamo una scheda Dante, come l’avete usata?
Enrico Fumasoli: esatto, l’abbiamo implementata per registrazioni e gestione di segnali input ed output per sorgenti secondarie.
ZioGiorgio: come gestite l’interfaccia con il palco?
Enrico Fumasoli: dato che abbiamo come mixer di Palco uno Yamaha M7CL48, abbiamo installato uno splitter analogico che divide i segnali per sala e palco, in modo tale che ogni tecnico può settare i guadagni in modo completamente indipendente.
ZioGiorgio: infine, hai qualche trucco per gestire in modo più agevole un lavoro di per se complicato come un festival musicale?
Enrico Fumasoli: trucchi particolari non ci sono, l’unica cosa che puoi fare è cercare impostare il ceck con la mente già proiettata alla serata, cercando di prevedere il più possibile i cambiamenti che potrebbero presentarsi in corso d’opera. Con un po’ di esperienza ed astuzia, si può cercare di arginare almeno i problemi principali che solitamente si verificano…
In conclusione ci spostiamo nella regia luci in cui troviamo, ai comandi di una Compulite Vector Ultraviolet, l’LD Cristian Pisciotta.
ZioGiorgio: come nasce il plot del progetto luci per un palco di un festival così articolato?
Cristian Pisciotta: il disegno nasce da un lavoro a quattro mani: ci abbiamo lavorato sia io, sia il light designer Gianni Merli, collaboratore della nostra azienda. Abbiamo recepito le schede tecniche dei vari gruppi dalle quali abbiamo cercato di estrapolare un disegno che riuscisse ad accontentare il più possibile tutte le richieste pervenute. Abbiamo macchine Led Robe, Sharpy di Clay Packy, oltre ad alcune incandescenze tradizionali per i piazzati e l’illuminazione generale.
ZioGiorgio: come hai approcciato il lavoro? Sei riuscito ad anticiparti anche con delle pre-programmazioni oppure hai dovuto fare tutto sul posto?
Cristian Pisciotta: in realtà è stata un po’ una via di mezzo, nel senso che durante l’installazione abbiamo incontrato alcune difficoltà che ci hanno portato a variare leggermente il plot originario. Ho dovuto quindi riaggiornare sul posto le varie programmazioni per renderle efficaci e funzionali.
ZioGiorgio: tre serate di festival sicuramente porteranno a condizioni variabili di vento ed atmosfera, come ti sei attrezzato per gli effetti ambiente?
Cristian Pisciotta: ho cercato di distribuire il più possibile le macchine, in modo da usare ciò che serve all’occorrenza senza dover spostare nulla. Abbiamo due fog ed una hazer.
Lasciamo quindi Cristian e tutti gli altri tecnici perché i ritocchi finali non finiscono mai ed il live è sempre più vicino!!!
In conclusione possiamo dire che, già all’avvio della prima serata, l’impatto generale sia del suono sia delle luci è molto buono, segno evidente di un team affiatato e professionale che è riuscito a creare un sistema di lavoro che permette a tutti di esprimersi in modo adeguato e ad alto livello.
Dispiace che una manifestazione del genere non sia ospitata in località di maggiore attrattiva, ma ci auguriamo che tutte le istituzioni si adoperino affinchè Arezzo Wave possa rimanere una realtà Italiana che si continua a fare in Italia e non in altre parti del mondo.