Prendete alcuni dei brani più geniali della musica italiana – d’accordo? – inseriteli in un contesto straordinario come quello di Piazza Santissima Annunziata in Firenze e, ovviamente, fateli cantare ed interpretare dal carisma del Maestro Franco Battiato. Il quadro già dovrebbero essere chiaro…
Forse i concerti del Maestro non hanno più lo smalto di qualche anno fa ma nonostante i suoi 71 anni (ripeto, 71…) già dal Sound Check l’Artista è sembrato in forma, volenteroso e la sera sul palco òe aspettative non sono state tradite.
Un concerto altalenante con momenti più intimi e godibili fino all’entusiasmo vero e proprio quando, nel finale, sono arrivati i brani storici e più “ballerini” che, ancora oggi, hanno un tiro pazzesco. Abbiamo altresì apprezzato anche la performance della Signora Alice, come la chiamano tutti in produzione, sempre ispirata con voce sicura ed intonata intonata, sebbene molti tra il pubblico aspettavano l’arrivo del cantautore siciliano.
Lo show illuminotecnico di Firenze era inserito in un insolito palco senza quinte e senza copertura, che ha reso certamente giustizia alla location ma che rappresenta una alternativa quanto meno “insolita” alla quale, per così dire, non siamo abituati. Anche la luce, come il sonoro, ha svolto il compito richiesto, ricercando atmosfere sobrie, morbide, con grande parsimonia dell’effettistica, praticamente inesistente, cosa della quale non si è sentita la mancanza. Partono le nostre intervista con Pino “Pinaxa” Pischetola, fonico FoH ed a seguire Federico Maule.
ZioGiorgioi.it: Pino, partiamo dalla gestione del routing del segnale che come mi dicevi adotta ius espediente particolare.
Pino Pischetola: in sala uso un Midas Pro 6, mentre sul palco Turi Turrisi una DiGiCo SD10 e, in aggiunta a questo, in regia avevo un limite di 64 canali (per l’esattezza 56 IN + 8 EFX RTRN), appurato che 58 In fisici non mi sarebbero bastati abbiamo trovato in effetti questa soluzione. Abbiamo usato per i canali supplementari da mandare in regia uno I/O della DiGiCo per poi rigirare i canali tramite un convertitore Klark Teknik DN9652 da segnali MADI della DiGiCo in AES/50 che è lo stardand di protocollo Midas.
ZioGiorgioi.it: e siamo arrivati al banco Midas Pro 6, adesso, visto che non hai fisicamente altri canali come hai organizzato?
Pino Pischetola: qui sta per così dire “l’artifizio”… Abbiamo utilizzato questi canali extra per gli archi e gli abbiamo poi inviati dentro 4 Matrix Mix del Pro 6, che sono a tutti gli effetti dei mixer virtuali, così da poter creare una sorta di premix delle varie sezione dell’orchestra. A questo punto ho assegnato a 4 fader fisici sulla console ognuno di questi Matrix Mix così da poter mixare le varie sezioni insieme al resto della band. Ad essere proprio precisi i fader sono cinque, perché ho deciso di tenere un fader dedicato al “primo violino” che in un’occasione in particolare fa un assolo e avevo bisogno di seguirlo con molta attenzione…
ZioGiorgioi.it: DCA slegati dall’automazione? Ribadiamolo il perché, a qualcuno a volte può sfuggire la motivazione…
Pino Pischetola: in questo caso io li uso tutti slegati certo, per il semplice motivo che se al primo brano mi accorgo che ho bisogno di aver bisogno di – per esempio – più basso, lo alzo dal DCA e rimarrà la modifica in tutte le scena. Stesso discorso identico per qualsiasi altro DCA, batteria, tastiere, chitarra…
ZioGiorgioi.it: effettistica?
Pino Pischetola: esternamente uso un Tc Electronic System 6000 e poi ho una scheda RME MADI interfacciata con in computer sul quale uso il sequencer Logic, giusto per aver la possibilità di fare degli insert su alcuni canali, specialmente batteria e pianoforte.
ZioGiorgioi.it: cosa usi a livello di Plug-In?
Pino Pischetola: alcuni plug-in specifichi che non ho sulla console Midas tipo De-Esser, Mulitibanda, cose con le quali sono abituato a lavorare anche in studio.
ZioGiorgioi.it: hai una microfonazione con praticamente tutti condensatori, molti strumenti sul palco, una situazione non semplicissima. Come hai affrontato il mix?
Pino Pischetola: come prima cosa non c’era bisogno di spingere in maniera pesante, ci siamo tenuti su volumi adatti allo show, che richiedeva appunto sonorità naturali, morbide. In questo senso anche la batteria non è esageratamente fuori, non ho bisogno di usare molte compressioni ma piuttosto far convivere in maniera ottimale e, appunto, naturale la band e la sezioni d’archi. Ho ricercato un balance più tipico di un disco in studio, se così possiamo dire.
Quindi, il fatto di avere tutti condensatori mi ha aiutato ad ottenere questo tipo di suono, certo c’è da far attenzione alle interazione ed ai rientri degli stessi. I rischi maggiori sono legati alla batteria che però è ben schermata dietro al plexiglas.
Più che altro ti faccio notare come siano gli arrangiamenti ad essere sempre molto “pieni”, ci sono sempre molti strumenti che suonano in contemporanea, quindi la difficoltà dal mio punto di vista è quella di far sentire sempre tutto e comunque…
ZioGiorgioi.it: cassa della batteria, sequenze, un violoncello, un basso elettrico…effettivamente nelle frequenze c’è molta roba che suona. Come ti sei mosso in questo senso?
Pino Pischetola: ed in più aggiungo che che all’Artista non piacciono neppure più di tanto le basse frequenze. Ho tagliato molto gli archi, ho cercato di asciugare la cassa della batteria e, soprattutto, abbiamo lavorato molto bene sul sistema al fine di avere dei sub controllati ed a fuoco.
ZioGiorgioi.it: ormai mi capita sempre più spesso di vedere alcuni tuoi colleghi che mixano praticamente in mono, tu in questo caso per contro apri molto il pan dei canali. Approccio diverso?
Pino Pischetola: intanto, come linea di principio, a me piace restituire un’immagine stereo al pubblico ma soprattutto dipende dalla location dove stai mixando. In questa piazza almeno l’80% del pubblico può godere di un ascolto stereofonico e quindi perché non utilizzarlo!
ZioGiorgio.it: ciao Federico, una piazza non certo facile: palazzi posteriori, colonnati a destra e a sinistra…insomma, da dove sei partito?
Federico Maule: intanto devo premetterti che questa è una delle tre date estive dove siamo a produzione completa e il sistema che vedo montato è un d&b audiotechnik V fornito da Input Studio. Nello specifico due cluster con otto V8 più due V12 down-fill per lato con un cospicuo sistema di front-fill composto da Q10 e Q1 mentre la parte bassa è affidata a V-Sub, sempre d&b. Il tutto è amplificato e processato dai nuovo amplificatori D80 ed infatti stiamo “pilotando” tutto il sistema con appena sei amplificatori e ancora abbiamo qualche canale libero.
ZioGiorgio.it: mi dicevi che i nuovi D80 ti hanno dato una bella mano…
Federico Maule: per essere il d&b un sistema “chiuso” per cos’ dire questo amplificatori hanno tutto ciò che serve per svolgere al meglio il lavoro, con molte utility che ti permettono di lavorare di fino. Quindi, a parte il software per la misurazione che è il classico Smaart di Rational Acoustics, tutto il resto è fornito col sistema.
ZioGiorgio.it: qual è stata, se c’è stata, l’indicazione più importante a livello di suono per questo tour?
Federico Maule: la cosa già importante, e forse l’unica che ci ha chiesto direttamente la produzione per volere dell’Artista, è che il suono fosse uniformato il più possibile in ogni angolo della location. Evitare quindi di “spettinare” le prima file – dove capita che ci siano delle Signore anche di una certa età… – ed arrivare in maniera intelligibile e coinvolgente anche fino all’ultima fila delle tribune, quelle che chiamiamo “democrazia sonora”. In aggiunta a ciò con Pino, col quale ormai collaboro da anni tendiamo a ricercare un suono piuttosto accomodamento, senza essere troppo aggressivi, soprattutto sulla parte bassa dello spettro.
ZioGiorgio.it: però vedevo oggi che hai lavorato molto sugli allineamenti e sulla percezione dell’immagine sonora, ossia la corretta posizione degli strumento e della voce nello spazio.
Federico Maule: questa è una cosa che personalmente odio nei concerti, ossia quell’effetto di ascoltare la voce dell’artista che hai davanti a te che proviene per contro dall’alto dall’array posto a cinque, sei metri di altezza ed oltre. Stessa cosa vale per gli altri strumenti, anche se la maggiore evidenza la hai ovviamente sulla voce dell’artista.
ZioGiorgio.it: certo, ma come rendi al meglio questa cosa quindi?
Federico Maule: intanto devo partire dal disegno del PA, al quale in fin dei conti devo sottostare, un disegno che dipende anche dalla scenografia etc. Quello che faccio è triangolare l’array con i front, ricercando sempre la situazione migliore. Alla fine sono forme geometriche sulle quali devi lavorare per ottenere il giusto compresso. Per lo stesso motivo faccio sempre grande uso del front-fill e non ti nego che anche in questo caso avrei preferito avere un paio di casse in più posizionante proprio davanti.
In questo caso avere un remoto sul computer per gestire il PA e una sonda di misura wireless dovevano fondamentali!
ZioGiorgio.it: problemi? Difficoltà? Quali sono le maggiori che incontro data per data?
Federico Maule: per fare un lavoro di progettazione ben fatto e una previsione acustica che rispecchi il più possibile la realtà hai sempre bisogno di avere dati dettagliati sulla location. Questo, in molte piazza italiane, è pressoché impossibile. Qui per esempio sono riuscito a farmi mandare un PDF con una planimetria abbastanza verosimile della piazza, quindi ho trasformato il PDF in un file CAD tramite un semplice software che fa un conteggio dei pixel così da poter avere una proiezione un minimo veritiera. Queste per me sono le difficoltà maggiori, proprio perché non è già come un tempo quando arrivavi nella location ed installavi un numero imprecisato di casse per poi trovare la “quadra”, ad oggi tutto va definito prima, anche per votare di trasportare materiale in eccesso, che ha dei costo come ben sai.
ZioGiorgio.it: torniamo al d&b V, dimmi una cosa che apprezzi in particolare e qualche cosa che vorresti che la d&b implementasse su questo sistema.
Federico Maule: di sicuro come prima cosa di posso dire il rigging ed il peso. Siamo passati da un rigging un po’ più complesso e con tanti pezzetti del Q a questo che è velocissimo e molto preciso. Pesa anche poco, dieci elementi vengono alzati con motori da 500 Kg con tranquillità. Aggiungo anche che il suono è veramente di alto livello, ma questi possono essere gusti personali.
ZioGiorgio.it: ok, dimmi una cosa che non ti piace! (ridiamo ndr)
Federico Maule: mi piacerebbe che i D80 avessero una uscita di segnale per poter vedere cosa sta facendo il DSP in fase di misura del sistema, mentre in questo caso, uscendo il segnale processato, come segnale di potenza, la cosa risulta impossibile.
Sul palco incontriamo Turi Torrisi da anni addetto ai monitoraggi del Maestro.
ZioGiorgio.it: Turi Turrisi, ti occupi di monitoraggi. Sul palco c’è un podi tutto, da dove sei partito?Turi Turrisi: i musicisti sono tutti in cuffia, soprattutto l’orchestra non ha grosse esigenze, sicuramente è più importante che seguano lo spartito e guardino il Direttore che li guida. Il resto è un band standard, qualcuno ha un sistema Aviom per io monitoraggio per poter intervenire più direttamente. Unico “strappo” alla regola è il subwoofer per i batterista che oggettivamente è quasi irrinunciabile.
ZioGiorgio.it: l’Artista ha una vera e propria cuffie invece?
Turi Turrisi: dopo molte prove ha scelto lui stesso questa della Bose con la cancellazione di fase. I calchi gli danno fastidio ed alcune erano comunque troppo aperte o scomode, con questa sembra aver trovato il giusto compromesso. A me oggettivamente cambia poco, è da tanti anni che collaboro con Franco Battiato e ha un orecchio molto “fino”, vuole sentire in maniera adeguata e senza pressioni esagerate.
ZioGiorgio.it: ho visto che durante il sound check lamentava una troppa presenza di frequenze basse provenienti dal PA.
Turi Turrisi: non le ama, chiede molto spesso che vengano abbassate e così abbiamo fatto. Però tenendo conto che era appena arriva sul palco, senza il pubblico, con le orecchie “riposate”, sono sicuro che questa sera non lamenterà lo stesso problema…
ZioGiorgio.it: ed Alice?
Turi Turrisi: alla Signora piace avere un po’ di volume in più, con batterie e chitarra belle presenti.
ZioGiorgio.it: come operi sulla SD10 durante lo show?
Turi Turrisi: devo assolutamente seguire gli Artisti, specialmente Franco che anche all’interno di ogni brano ha necessità di sentire aggiustamenti sul balance. La Signora invece è molto più “lineare”, mi limito al cambio di snapshots e poco altro.
Sempre sul palco incontriamo Claudio Tappi, intento a puntare ed aggiustare posizioni direttamente sul palco, aspettando un po’ di buio…
ZioGiorgio.it: come nasce il progetto luci per l’estiva? Con quali adattamenti rispetto al tour invernale?Claudio Tappi: il disegno del tour estivo è nato sulla falsariga di quello invernale mantenendo inalterata l’illuminazione di orchestra band e di alcuni effetti tagliando lo screen di led e il gioco di fondali nel backstage per ottenere il massimo della versatilità, cosa più che necessaria per venire incontro alle esigenze di produzione.
ZioGiorgio.it: quali richieste di materiale in un festival e come ti poni di fronte alle “alternative” che probabilmente ti vengono via via offerte?
Claudio Tappi: inoltriamo sempre in fase di pre produzione il disegno di base su cui si comincia a lavorare incrociando le nostre esigenze con quelle delle location che ci ospitano. Ci sono dei punti fermi sotto cui non siamo disposti a scendere a compromessi poi naturalmente ottimizziamo il materiale messo a disposizione per ricreare le scene che compongono lo show. L’avvento di mixer che permettono di sostituire fari di marche diverse mantenendo inalterata la programmazione ha reso più facile lavorare in mezza produzione venendo incontro alle esigenze dei service locali che non sono costretti a ricercare materiali che non sempre potrebbero essere reperibili a buon prezzo.
ZioGiorgio.it: come cercare di ottenere uniformità nei vari show serata dopo
serata?
Claudio Tappi: l’uniformità che contraddistingue uno show si ottiene delineando in fase di programmazione lo stile che identifica lo spettacolo,nel caso specifico sobrietà e semplicità. Da qui si imposta il lavoro mantenendo alcune scene che identificano i passaggi fondamentali dello show che devono essere montate mantenendo il più possibile le atmosfere originali.
ZioGiorgio.it: vedendo lo show ho notato molta sobrietà, come peraltro la
situazione richiede? Ma la quasi totale assenza di traccianti, smoke e
efx in genere è stata esplicitamente richiesta?
Claudio Tappi: l’assenza di effetti particolarmente incisivi è dettata da scelte condivise tra Light designer e produzione che vanno incontro alle esigenze artistiche dei protagonisti dello show, non è stato difficile rinunciarvi perchè ritengo sia la scelta più consona al tipo di spettacolo proposto.
ZioGiorgio.it: la tua regia è compatta ma funzionale vedendoti al lavoro. Come ti sei organizzato?
Claudio Tappi: la mia Regia Luci è un Chamsys Maxi Wing con estensione Extra Wing. E’ una macchina molto versatile che si adatta in modo veloce alle diverse situazioni che affrontiamo in questo tour estivo.Tramite il touch screen di ampie dimensioni ho la possibilità di intervenire in modo veloce sui cambiamenti che abitualmente devo impostare. Sui Playback della maxi wing mantengo le programmazioni di base impostate ad inizio tour, sui playback della extra wing aggiungo mano a mano memorie impostate sul materiale plus che troviamo su piazza o che dobbiamo aggiungere per valorizzare determinate scene.
ZioGiorgio.it: durante la serata, soprattuto in primi brani ti ho visto andare a “pescare” dal vivo alcuni posizioni. I soliti problemi di tempi ristretti?
Claudio Tappi: come ho già descritto nel punto precedente in questo tipo di produzione ho impostato il banco nel modo più pratico possibile tenendo conto del poco tempo che ho avuto a disposizione per la programmazione e della continua mobilità del materiale utilizzato è giocoforza quindi appoggiarsi alla propria esperienza nel gestire Live lo show per sfruttare al massimo il potenziale delle macchine a disposizione.
Aldo Chiappini
Editor-In-Chief
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