e se io non ti pago?!

Questa dei pagamenti posticipati è una abitudine tutta italiana, quantomeno nelle tempistiche epiche e nei risvolti talvolta grotteschi di alcune storie che nel tempo ci sono state riportate.
Soprattutto in questi anni, con la crisi infinita che l’Italia sembra attraversare, sembra quasi impossibile sfuggire a questo sciagurato fenomeno di mal costume che, come è risaputo, riguarda persino lo Stato e gli enti pubblici, che sono cattivi pagatori per antonomasia.

debitoAncora più incredibile quando i non pagatori sono personaggi legati alle istituzioni che, tramite abili giochi di potere si negano, scaricano responsabilità sul prossimo o, semplicemente, si ostinano a non pagare restando di fatto impuniti. Andando oltre l’indignazione, lecita e sacrosanta, vorremmo domandarci in un esercizio di pensiero pseudo-serio come mai succedono queste cose e, se possibile, come si possano evitare. Forse molti dei consigli contenuti in questo articolo sono ben chiari alle aziende “navigate” del settore, ma siamo altrettanto sicuri che molte aziende giovani là fuori potranno apprezzare qualche piccola dritta.
E’ possibile in maniera preventiva fiutare il pericolo ed evitare personaggi poco raccomandabili? Nella malaugurata ipotesi che ci si trovi nella posizione di dover ricevere dei soldi, quali sono i passi da percorrere e quali i grossolani errori da evitare?

Ecco a voi qualche precauzione e qualche piccolo consiglio per prevenire la “fregatura”…

Contratto preliminare:

In un recente viaggio in macchina un amico imprenditore si meravigliava come spesso, sia nel pubblico che nel privato, molte aziende del nostro settore non firmino un Contratto Preliminare con il committente.
Pensateci bene, quante volte avete cominciato a lavorare – movimentando materiali e persone – ad uno show o ad una installazione senza un accordo scritto, ma semplicemente sulla base di un accordo verbale? Sono sicuro che in molti non considerano neppure le mail che, in certi casi, possono essere una testimonianza importante. Forse molti pensano erroneamente che la formalizzazione contrattuale possa appesantire o addirittura compromettere la chiusura dell’accordo, che invece si rivela, in caso di necessità, un’ottimo paracadute.
Potete benissimo prendere un qualsiasi contratto standard reperibile in rete ed adattarlo alle vostre esigenze, specificando sempre con perizia l’anagrafica di aziende e persone, date, scadenze e mansioni. Tra più utilizzati e versatili c’è senza dubbio il modello OScon, valido un po’ per tutte le situazioni e rilasciato sotto licenza Creative Commons (buona ricerca).

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Acconto sul prezzo:

L’acconto sul prezzo pattuito è uno strumento utile ed efficace per ridurre il rischio di insolvenza e per mantenere alla larga i furbetti o i clienti in mala fede. In questo caso potrebbe bastare anche una semplice scrittura privata che chiarisca in maniera inequivocabile la causale del pagamento in acconto e la tipologia del servizio erogato. Questa possibilità è praticamente un miraggio con gli enti pubblici che, per contro, sembrano essere legittimati a pagare con ritardi imbarazzanti, addirittura di anno in anno, quando va bene: “ok, faccio il lavoro di quest’anno se mi paghi almeno una parte del dovuto dell’anno scorso…”, suona familiare?

Banche dati:

Oltre al sempre efficace passa parola tra professionisti forse non tutti sanno che esistono banche dati che elencano i cosiddetti “cattivi pagatori”. Ne potete trovare di consultabili sia gratuitamente sia a pagamento in internet talvolta le liste sono divise per campi e business. Attenzione però alle cosiddette SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie) dove vanno a finire molte aziende e professionisti che sono stati segnalati perché hanno “semplicemente” saltato o ritardato il pagamento di una o più rate di un finanziamento, questo non vuole necessariamente dire che siano farabutti…

Visura camerale:

Dovete fornire un servizio ad una azienda che non conoscete per nulla? Con un paio di click e pochi euro si ottiene facilmente la Visura Camerale di quell’azienda che vi dirà informazioni sul vostro cliente, in merito alla proprietà (non sempre purtroppo) più alcuni altri dettagli utili per comprendere con chi si ha a che fare.

E se, presa ogni precauzione, il committente non paga ugualmente? Ecco come muoversi e soprattutto cosa NON fare.

Il nostra avvocato di fiducia, senza perdersi in discorsi tecnici e talvolta incomprensibili ai più, ci è venuto in aiuto dicendoci che intanto è bene distinguere tra due sostanziali forme di mancato pagamento: un mancato pagamento in buona fede ed un mancato pagamento in cattiva fede.
Nel primo caso il committente quando ha assunto l’impegno di pagarci era genuinamente convinto di volerlo fare e di poterlo fare. Poi succede qualcosa che crea loro un impedimento, una mancanza improvvisa di liquidità, un incidente di percorso che distrae le risorse impegnate per i nostri servizi o anche l’insoddisfazione per il lavoro che abbiamo consegnato. In questo caso la pazienza e la mediazione sono sempre l’arma migliore evitando – testuali parole dell’avvocato stesso – le vie legali, almeno in una prima fase. Meglio pensare ad un piano di rientro rateale instaurando un buon dialogo tra le parti.

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Nel secondo caso siamo al cospetto di un delinquente ed in questo caso la cosa migliore è rivolgersi ad un legale soprattutto per evitare errori e azioni compromettenti che potrebbero poi ritorcersi contro noi stessi. Il primo suggerimento, che dovrebbe essere ovvio, è evitare mail o sms offensivi e/o minatori, gesti avventati e/o violenti (anche a parole) che potrebbero causare problemi legali di non poco conto, incorrendo in citazioni o denunce.
L’iter corretto è invece, come prima cosa, telefonare alla persona di riferimento o col quale si è fatto l’accordo e mantenere un tono comprensivo e disponibile.
Se la telefonata non ha alcun effetto – o peggio non si riesce proprio a ottenere la conversazione – si procede con una una raccomandata di sollecito con ricevuta di ritorno, che funge anche da formale lettera di costituzione in mora ai sensi dell’art. 1219 del Codice Civile, nella quale venga indicato un termine ragionevole (es. 15/20 giorni) per saldare la fattura.
Se anche questa, e alcune volte una seconda, non hanno effetto l’unica via è quella di farsi rappresentare da un avvocato cercando di documentare nella maniera migliore possibile la vicenda, eventualmente anche servendosi di materiale fotografico che attesti che il lavoro è stato eseguito regolarmente (fate sempre foto dei vostri lavori…ndr).
Attenzione bene, da questo punto in poi, una volta quindi che la pratica è stata presa in mano dagli avvocati, è sempre consigliabile interrompere qualsiasi dialogo diretto tra le parti lasciando la gestione del contenzioso in mano agli avvocati, a meno che non ci sia precisa volontà da parte della controparte a trovare un accordo concreto.

In conclusione, senza entrare nella materia specifica che non è di nostra competenza, con questo articolo magari non abbiamo risolto il problema dei pagamenti, però si può convenire che con un po’ di organizzazione preventiva, un po’ di malizia, diffidenza quanto basta e astuzia è forse possibile evitare la “sola” e, se arriva e quando arriva, gestirla nella maniera più corretta possibile.

Considerando che spesso un “no grazie” permette di risparmiare qualche soldino e guadagnare in salute, qualità e professionalità…

Aldo Chiappini
Editor-In-Chief

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    …la mazza sul camion! Bella Zio!

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    Bellissima guida! Ci sono cose che non conoscevo, complimenti! E’ vero, spesso meglio un no prima che casini dopo.

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    Il problema è, che con i tempi che ci mette la giustizia italiana, anche il fatto di fare contratti a regola d’arte purtroppo non serve moltissimo. Quando non ti vogliono pagare c’è poco da fare purtroppo…

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    • Con un contratto a regola d’arte, se stabilisci un anticipo e non viene saldato il giorno del tuo presunto arrivo, semplicemente non ti presenti. Con una scrittura privata in mezzo ci pensano due volte.

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    Questo articolo è praticamente inutile…Le cose che consigli ziogiorgio sono impraticabili, mai viste in 20 anni di lavoro, e va sempre peggio. Ti dirò di più non ho neppure i soldi per pagarlo l’avvocato…

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      Aldo Chiappini 18 Agosto 2016, 4:59 pm

      Ciao Flash1978 (ripeto ancora una volta che firmarsi nome e cognome sarebbe cosa gradita :-), magari l’articolo è inutile, non sta a me giudicarlo. Sul fatto che quel che consigliamo, nel nostro piccolo, sia impraticabile non sono d’accordo visto e considerato che sono operazioni legittime e sensate, non vedo anomalie. Sul fatto poi che non hai soldi nemmeno di pagare l’avvocato questo non può che farci dispiacere ma ogni attività “sana” dovrebbe poter contare su un piccolo “materasso” di sicurezza proprio per far fronte a spese improvvise. In bocca al lupo!

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        Non vedo cosa e a chi possa interessare chi sono o cosa faccio caro zio…Se ho soldi o no sono fatti miei e sono fatti miei come gestisco la mia azienda. Non mi pagano e in più devo dare soldi all’avvocato che non ho proprio perchè non mi hanno pagato? Quando ho un bel po’ di debiti anche io chiudo tutto e sparisco come fa certa gente! Ciao!

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          Aldo Chiappini 18 Agosto 2016, 5:05 pm

          Ok, non voglio che diventi una diatriba tra noi due, non è questo il senso. Lasciami però esprimere il totale disaccordo con quel che dici, è questo atteggiamento che rovina il mercato ed il Paese, semplice e chiaro. Il fatto è che in pochi vedono il mondo del “service” come imprenditoria, ancora oggi nel 2016 e questo non fa che peggiorare le cose. Con stima e rispetto. Aldo

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        • L’avvocato è considerata l’ultima spiaggia, se si adottano precauzioni prima non è necessario.

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    cazzo ragazzi, un po’ di furbizia…ha ragione quando dice contratto preventivo e visura camerale…ho evitato tanti ladri così facendo…E poi spesso son sempre i soliti che cambiano nome e aziende…

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    mi sembra che l’articolo dia sensati suggerimenti per evitare di dare poi soldi all’avvocato. mi spiace che ci sia chi ha avuto esperienze diverse (e chi non ne ha avute?) certo è che questo settore è quantomeno particolare e un po’ meno leggerezza in fase contrattuale sarebbe doverosa da parte di tutti noi

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    Ho mandato ieri una scrittura privata per chiarire i termini del contratto e soprattutto chidere un anticipo prima di muovere il camion…vediamo che succede 🙂 Vi farò sapere. Purtroppo a volte mancano anche i tempi per fare tutto ciò, a me capita che mi chiamino anche 3 o 4 giorni prima e un lavoro è un lavoro… Il mio service è al sud e devo dire che dei miei clienti pochi non hanno pagato o comunque mi stanno pagando.

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    Gran bel articolo, il fatto che se ne parli è già un gran passo avanti.

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    Buongiorno, tutto bene, ma P enso che la questione sia un po’ più complessa, purtroppo riscuotere è diventato un’altro lavoro, e non bastano contratti o anticipi per garantire un pagamento entro i termini previsti. I pagamenti arrivano oramai ad un’anno senza problemi, mettendo in crisi molte aziende. Questo si ripercuote poi sui fornitori di servizi di persona o di beni e sulle tasse. Le aziende sana su carta sono tutti in attivo, e se non lo sono non reggono sei mesi. Il problema è che ci siamo anche assorbito il materassino per pagare il più possibile. Lo sa bene chi ha dipendenti. In più devo riconoscere la continua concorrenza sleale che oramai incombo sul mercato dovuto a mancanza di fondi o semplicemente a lavoro in nero. Poi la questione avvocati mi fa ridere, come dice il mio, chi non Ti vuole pagare, si è già organizzato prima, chi non Ti paga in buona fede, come avete accennato voi si trova con le lettere dei avvocati, che preventivamente hanno verificato se sei in grado di pagare per crearsi un’altro entroito sicuro. Mi dispiace dirlo ma avrei tanto da ridire su questo settore è la non voglia di raddrizzarlo. Con i soliti argomenti sul nulla.

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      Scusa sarei in contrasto a ciò che scrivi, a mio avviso il male maggiore deriva dagli anni passati, lo hanno causato tutte le aziende distributrici di prodotti che hanno in buona fede inondato il mercato di prodotti a chiunque e gran parte di questi prodotti non sono stati nemmeno pagati. Quidi è chiaro che chi non ha pagato 500k di materiale può fare concorrenza sleale. Tutte queste aziende distributrici a doppia faccia devono sparire,da tempo ho preso le distanze, hanno dato fiducia a molta gente pur di fare numeri senza scrupoli e questi sono i risultati, A buon intenditore!!

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    leggo sopra “chi non ti vuole pagare si è organizzato prima…”. E quindi? Vuol dire che c’è sempre il modo i farla franca? non esageriamo…ho 63 anni e 40 nel settore e di gente chiudere una, due aziende ne ho vista tanta e non è che adesso sono a godersela ai Caraibi…va bene che c’è l’umpunità ma non facciamola così semplice… Credo che questo atteggiamento arredenvole sia quanto di peggiore di possa adottare. anzi, BENVEGANO i consogli, fuori ci sono tanti ragazzi giovani che non sono magari così smaliziati come noi vecchietti…o forse adi più…chi lo sa…

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      Non è un comportamento arrendevole, se no, in molti avrebbero chiuso, credo più in una delusione dovuto a molti aspetti commerciale marci in questo settore. In famiglia abbiamo 6 attività diverse con tanto di dipendenti, ogniuno con le proprie problematiche, ma nessuna di queste ha un accumulo di tanti aspetti negativi come quello nostro. E questo è un dato di fatto.

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    Il contratto oscon è l’equivalente del sito fatto dal cugino.
    Se volete risparmiare ok, ma basare una professione su quel contratto… brividi! 🙂

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      Non sono d’accordo. Il contratto Oscon casomai è l’equivalente di un sito sviluppato con WordPress (che ormai è lo standard de facto di quasi ogni sito internet sulla terra, inclusi quelli delle grandi multinazionali), ovvero una piattaforma aperta, modificata e gestita da più utenti, estremamente versatile e funzionale. La qualità finale, esattamente come con WordPress, dipende da cosa scriviamo noi, ma la base è a dir poco eccellente.

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