Gianna Nannini History Tour 2016

Il primo grande successo di Gianna Nannini è datato 1979 con il singolo America, un brano che ancora oggi a nostro avviso rappresenta perfettamente la grinta verace della cantautrice Toscana.
Il concerto di questa stagione estiva, Gianna History tour 2016 – prolungamento del fortunato tour invernale nei teatri – si apriva proprio con queste stesso pezzo, una vera e propria bomba, una sferzata di energia per poi proseguire con una scaletta serrata e ricca di “hit” con una certa predilezione per i brani più rock.
Per dare il giusto sfogo alla carica dell’Artista, in una forma come non vedevamo da tempo, si è optato per un palco con una particolare predisposizione di pedane e backline a forma di “V” così disposte al fine di offrire un piano calpestabile molto ampio che, manco a dirlo, Gianna ha saputo sfruttare in lungo ed in largo per tutto lo show.

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Siamo andati ad assistere alla data di Forte dei Marmi, nella suggestiva location di Villa Bertelli ed, essendo una mezza produzione, la diffusione audio era affidata un datato ma sempre valido Martin W8 LM, “sedato” da vincolo di volume imposto un po’ bassino.
Nonostante questo il sound del concerto era godibile e coinvolgente, grazie anche ad una band molto solida e di carattere. Interessante notare come Luca Nobilini (PA man) e Marco Dal Lago (Fonico FoH) siano riusciti comunque a rendere morbido e definito un sistema, il Martin W8, che in genere della morbidezza non ha mai fatto la sua caratteristica migliore, e soprattutto valorizzando e ricercando  la giusta “pacca”, nonostante dei volumi tutto sommato contenuti.
Abbiamo apprezzato il mix, in particolare per il lavoro fatto sulla sezione ritmica (bravissimi i due giovani mucisiti tedeschi al basso e alla batteria ndr), potente ma rispettosa delle dinamiche e sul suono delle chitarre, decisamente “avanti” nel balance rispetto ad un sound tipico italiano. Insomma, se rock bisogna fare, che sia fatto bene!

Lo show illuminotecnico dal canto suo fonda le basi su alcuni espedienti già adottati nel tour invernale, come ci spiegherà bene Jò Campana nell’intervista di seguito, salvo poi riorganizzarsi e reinventarsi in base alla disponibilità di materiale e di “scenario” che ogni data offriva (capirete meglio in seguito…ndr).
La caratterizzazione dello spettacolo era affidata ad un fondale organizzato con una matrice di Martin MAC Aura, spremuti a fondo, ed alcuni fari su piantane messi di taglio un altro espediente che, purtroppo, si è un “perso”nel tempo, ma sempre interessante ed efficace. Il resto fa parte dall’ormai riconoscibile repertorio in cui Jò è maestro: fasci, movimenti precisi e sempre pianificati con logica e qualche immancabile effetto strobo e un impatto scenico di sicura potenza ed efficacia nonostante un numero di fixture non così cospicuo come in altre situazioni.

Il nostro giro di interviste parte con Marco Dal Lago, fonico del tour.

ZioGiorgio.it: Marco durante il soundcheck il volume era contenuto, dovrai fare lo stesso durante la serata?

Marco Dal Lago: sì, questa è una di quelle location in cui i vincoli che ci hanno imposto sono abbastanza restrittivi…

ZioGiorgio.it: come gestisci a livello di mix queste situazioni penalizzanti? C’è qualche espediente particolare?

Marco Dal Lago: nessun espediente, non c’è molto da fare, bisogna stare nei limiti sperando che il pubblico non sia troppo rumoroso, magari prediligendo la pulizia nel mix piuttosto che la spinta di volume. Comunque la serata si porta a casa lo stesso, non vedo problemi di sorta, certo è che questa particolare scaletta della Nannini meriterebbe qualche dB in più…

ZioGiorgio.it: quindi, in definitiva, cosa ti è stato chiesto a livello di sound per questo spettacolo?

Marco Dal Lago: di ricreare un suono rock, visti anche i pezzi in scaletta. Considera che il concerto parte con una “bomba” come “America” per poi proseguire con un ritmo abbastanza serrato e ripercorrendo i suoi più grandi successi, ma con una matrice abbastanza potente. Inoltre Gianna a questa tornata è molto carica e la band quando c’è da “pestare” non si tira certo indietro.

ZioGiorgio.it: guardando il palco si nota una divisore netta tra la zona orchestrale, con gli archi, e la band di impostazione più rock. E’ stata una scelta dettata da esigenze audio, così da avere meno interazione tra i due reparti?

Marco Dal Lago: no, era così già nella tranche invernale in teatro ed è stata un’impostazione di regia voluta insieme all’artista che, come vedi, ha a disposizione tutta la parte centrale che sfrutta (con il movimento) per fare uno show energico come lei sa fare! Io ovviamente ho goduto di questa disposizione che per certi versi agevola anche il mio lavoro.

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Il fonico Marco Dal Lago durante il sound check con a dx il PA Man Luca Nobilini.

ZioGiorgio.it: facendo i conti mi sono reso conto che alcune hit sono nate oltre trent’anni fa! Hai adeguato il suono di quei pezzi o hai cercato di attenerti all’originale?

Marco Dal Lago: io col mio lavoro devo valorizzare gli arrangiamenti voluti dall’Artista coadiuvata da Davide Tagliapietra, che è chitarrista e Direttore Musicale, ma soprattutto fare i conti con i nuovi musicisti sul palco. La sezione ritmica per esempio è formata da questi due ragazzi tedeschi giovanissimi che hanno un suono molto moderno, potente, grosso, ma controllato, potrei dire molto “americano” ma dal background europeo. Quindi inevitabilmente il mix che scaturisce è molto attuale, e ben si adatta allo stile di Gianna che in queste date si sta godendo ogni singola serata. In conclusione quindi si può dire che anche i brani meno recenti “suonano” molto più freschi ed attuali grazie a tutto quello che già arriva dal palco.

ZioGiorgio.it: Moritz Muller, il batterista, in effetti è veramente molto bravo. Ha un suono molto fermo, come hai trattato il set in dinamica?

Marco Dal Lago: ti sembrerà strano, ma sono intervenuto pochissimo. Ha un braccio incredibile ed è lui stesso ad avere questo suono così potente e nello steso tempo corto, quasi come se suonasse molto forte senza far “casino”! Tant’è che anche se molto potente non ho avuto bisogno di usare il plexiglas nemmeno in teatro.

ZioGiorgio.it: parliamo di dinamiche ed effettistica in genere, cosa stai usando?

Marco Dal Lago: al solito con la DiGiCo uso il DiGiGrid su server con una serie di plug-in fidati, alcuni della Waves, altri SSL. Tutto interfacciato con la SD10 di sala da dove attingo comunque a qualche multibanda e qualche limiter.

ZioGiorgio.it: hai anche hardware esterno vedo.

dal_lago_nanniniMarco Dal Lago: sì, di più particolare ho un Crane Song HEDD 192 che è un emulatore di nastro e valvola che uso sulla voce per spingerla un po’ in avanti. Poi, sempre sulla voce, un multibanda XTA D2, una macchina sempre molto valida, e qualche transient designer sulla batteria che uso veramente con molta parsimonia.
Inoltre non mancano ormai da parecchi tour i mie effetti Universal Audio interfacciati da un Apollo16 che mi permettono di avere 8 macchine stereo in una sola unità rack.

ZioGiorgio.it: parliamo della voce, partendo dal fatto che hai un nuovo microfono per Gianna.

Marco Dal Lago: Gianna Nannini mi ha chiesto fin dalle prove pre-allestimento se poteva provare altri tipi di microfoni, il primo giorno allora gli ho fatto testare un DPA D:Facto, un microfono che io uso da anni ormai, e tempo 5 minuti la scelta era fatta! Nel senso che Gianna, che ha un sensibilità molto spiccata per le sfumature, mi ha subito detto che la sensazione era di grandissima qualità, come stesse cantando davanti ad un microfono da studio. Ovviamente questo mi ha dato molta soddisfazione perché è sempre difficile far cambiare strada su certe abitudini ad un Artista. Sempre sulla catena oltre il Crane Song e XTA d2 uso un altro multibanda interno al banco, usato in maniera molto soft, più un de-esser giusto per avere quel controllo in più utile per imbrigliare la voce dell’Artista che è veramente in una forma pazzesca e canta con grandissima emissione!

ZioGiorgio.it: le chitarre suonano molto aggressive, un sound quasi poco “italiano” (ridiamo ndr)

Marco Dal Lago: i due chitarristi hanno questo grande suono, che dipende (oltre alla loro bravura) in parte dalla scelta degli strumenti: per la maggior parte del tempo usano una Gibson Les Paul ed una Fender Telecaster che insieme timbricamente si incastrano alla perfezione, direi un classico del rock!!
Il suono esce poi da un combo per Thomas e da una 2×12 da Davide, e ripreso con un Shure sm 57 e un AT4050 sullo stesso cono. Come vedi sia Davide che Thomas riescono ad avere questo suono bello grosso anche senza stack voluminosi ed ingombranti.

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Il cabinet di Davide Tagliapietra e la configurazione di ripresa microfonica.

ZioGiorgio.it: l’Audio Technica 4050 anche sugli Over Head?

Marco Dal Lago: sì certo funzionano benissimo anche lì. Sempre sulla batteria uso altri microfoni per me quasi irrinunciabili, Telefunken M82 sulla cassa abbinato ad un subkick, un M81 sul rullante e poi dei Beyerdinamcs sui Tom etc. etc…

ZioGiorgio.it: finiamo il giro dai! Sugli archi che microfoni usi e come li hai trattati?

Marco Dal Lago: i microfoni sono dei 4099 DPA mentre a livello di mix non c’è nulla di particolare, mi sono impostato bene la console così da avere la sezione di archi sotto controllo quando serve. Qualche taglio, un leggero limite in dinamica e via. Ovviamente riverberati con un bel Lexicon 224 UAD

ZioGiorgio.it: Marco, chiudiamo in maniera pseudo-seria con un concetto divertente ma sempre vero e inconfutabile! Lo vuoi dire tu?

Marco Dal Lago: che se non ci sono i pezzi e il suono giusto dal palco c’hai voglia di “spippolare”… (pronunciato con l’accento tipico di Marco ha tutto un altro effetto…)

Luca Nobilini si è occupato dell’ottimizzazione del PA residente Martin W8 LM. Ecco la sua testimonianza.

ZioGiorgio.it: ciao Luca, siete in mezza produzione, questo significa che ogni volta trovi un sistema audio diverso e, alla fine della giornata, c’è da portare a casa la data…

Luca Nobilini: in linea generale stiamo trovando una qualità adeguata anche se non sempre è scontato trovare sistemi che siano ben settati. Spesso ci sono da rivedere gli allineamenti che è una cosa dove in molti ancora “scivolano”. Al fine di avere sempre una sorta di paracadute io mi porto sempre con me uno strumento di misura e una macchina dove io possa gestire in maniera separate L+R, i sub e magari front. Oggi devo dire che ci siamo imbattuti bene il Martin W8LM montato in questa location va bene, non abbiamo molto volume in termini assoluti ma la porteremo a casa…

ZioGiorgio.it: appena sopra affermavi che ancora qualcuno commette errori nel fare allineamenti? In che senso dici questo?

Luca Nobilini: nel senso che qualcuno si fida delle regole di base che ha imparato e, soprattutto, prende sempre e comunque per vero quello che il software di gestione dice di fare. Vorrei ricordare che l’ultimo giudice è sempre l’orecchio e se qualche cosa non va come dovrebbe bisogna essere sufficientemente critici ed attenti per capire dove intervenire per migliorare.
Ormai molti sistemi di produzione recenti sono tecnologicamente molto avanzati e mettono a disposizione un gran numero di strumenti per il set-up. Bisogna fare solo attenzione a non farsi sopraffare da tutta queste tecnologia. Però molto spesso ho notato che questo dipende non tanto da una impreparazione tecnica del personale, quanto da una scarsa esperienza sul campo…

Sul palco troviamo Umberto Polidori che è stato protagonista anche sul palco! Purtroppo la foto non si vede bene, perché la cosa ci ha preso di sorpresa anche noi, ma Gianna ha fatto un gesto veramente molto carino e sentito nel ringraziare Umberto che, per altri impegni sopraggiunti, lasciava il tour ad appena due date dalla fine. Cose che fanno sempre piacere…

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ZioGiorgio.it: Ciao Umberto. Che emozione, Gianna ti ha riservato un’ovazione sul palco! Sono soddisfazioni anche queste, un bel gesto. Raccontaci tu…

Umberto Polidori: Gianna è un artista straordinaria, un talento unico nel genere, generosa e riconoscente, sono veramente orgoglioso di aver lavorato con lei e la sua fantastica band, è stato un momento per me molto emozionante e inaspettato.

ZioGiorgio.it: come saprai abbiamo intervistato anche Davide Tagliapietre ed anche lui ci ha detto essere contentissimo del suono in cuffia, nonostante non abbia mai gradito più di tanto gli IEM. Insomma, qual è il trucco per farli tutti contenti?

Umberto Polidori: Davide Tagliapietra, in quanto band leader, mi ha dato fiducia, abbiamo lavorato bene da subito in sala prove, musicisti con suoni molto curati e bilanciati, si è creato subito un clima molto bello tra noi tutti, mi hanno messo in condizione di fare il mio lavoro, ma non ci sono trucchi, io lavorando in post sulle loro mandate con il mix, escluso il proprio strumento pre per ogni singolo musicista, riesco a tenere sotto controllo sempre il balance.

ZioGiorgio.it: che set up hai usato per questa estiva della Nannini, qualche nuova macchina, qualche nuovo espediente tecnico?

Umberto Polidori: il set up prevedeva ascolti in cuffia per tutti, IEM e qualche ampli cuffia per chi non aveva particolari esigenze di movimento sul palco, la scelta dei microfoni giusta consigliata da Marco Dal Lago, mixer DiGiCo che ci permette sul palco di essere estremamente versatili e precisi. Mi piace sfruttare anche le macro del banco per seguire il mix più dettagliatamente, assegnando ad esempio il pan delle mandate in cuffia, seguo i soli delle chitarre che nel panorama stereo sono di solito aperte una a Left una a Right ma quando è il momento dei soli, con le macro, le sposto al centro per averle bene presenti nel mix. Per il resto ho tutto sotto VCA e seguo molto il mix all’interno del brano.

ZioGiorgio.it: ti vedo sempre molto tranquillo quando operi alla console, anche in eventi molto grandi. Come ricerchi questa concentrazione e come comunichi relax agli artisti?

Umberto Polidori: forse è vero, mi sento abbastanza tranquillo, sia nel lavoro che nella vita al di fuori del lavoro, ho una soglia molto alta di “stress” in merito ai problemi in genere e affronto il lavoro non come fosse una guerra, le tragedie vere che affliggono il mondo sono altre…
Devo dire che sono molto fortunato, ho avuto e ho dei maestri in questo ambito di altissimo livello che mi trasmettono professionalità e sicurezza. Ma una sana tensione prima di ogni show c’è, adrenalina, voglia di fare bene per dare un contributo alla riuscita dell’evento.

Col Direttore di Produzione Giulio Koelliker parliamo ovviamente dell’History Tour ma troviamo il tempo per sviscerare qualche tema di attualità. E Giulio, in questo senso, ha sempre una visione interessante da darci…

koelliker_nanniniZioGiorgio.it: Ciao Giulio, la mia prima curiosità è relativa alla platea, ci le sedute ma dubito che le persone riescano a stare sedute con la scaletta che propone Gianna. E’ così?

Giulio Koelliker: bella domanda! Diciamo che così è stato previsto ma nella pratica non è cosa facilissima da gestire. Se siamo bravi e la sicurezza è attenta al lavoro che gli è stato spiegato allora la gente si alza ma rimane nei pressi del loro posto, se incomincia a farsi la calca sotto il palco bisogna andare a ripristinare le posizioni, per ovvi motivi…

ZioGiorgio.it: in che senso?

Giulio Koelliker: nel senso che come sai le prime file pagano un biglietto più caro rispetto a chi sta indietro ed è normale che chi ha pagato di più voglia godere di questo privilegio. Ti dirò di più, è statisticamente provato che i posti seduti si vendono a prezzo maggiore rispetto a quelli in piedi.

ZioGiorgio.it: siete in mezza produzione ed anche piuttosto agile, nonostante si stia parlando di un Artista importante.

Giulio Koelliker: ad oggi o fai girare un tour molto grande e completamente autonomo, e possono permetterselo veramente in pochi in Italia, oppure se decidi di fare festival ed in genere molte date ospite di location pre-allestite è follia pura portarsi dietro tutto il materiale. Sono più le volte che non entri con la tua struttura per gli spazi ristretti, che hai problemi con gli appendimenti oppure che non vale la pena togliere il sistema audio resident con quello al seguito. Sono scelte che vanno decise molto in anticipo e se pianifichi tutto con perizia sei nelle condizioni di poter comunque lavorare bene.

ZioGiorgio.it: qualche problema lo si contra sempre durante le date?

Giulio Koelliker: beh, qualche cosa succede sempre, fa parte del nostro mestiere, però sono e devono essere tutte problematiche ascrivibili a qualche malfunzionamento dell’ultimo momento, perché come ti dicevo in fase preventiva deve essere previsto tutto.

ZioGiorgio.it: quindi cosa avete deciso per questa “reprise” estiva con la Nannini?

Giulio Koelliker: è stato deciso di mantenere il floor ed il back sostanzialmente uguale alla teatrale, compresa la disposizione dei musicisti, così da mantenere la connotazione dello show per poi andare di volta in volta ad ricreare al meglio l’atmosfera servendosi della dotazione messa a disposizione, Jò Campana in questo senso ti saprà dire di più..

ZioGiorgio.it: ok, prima di andare da Jò vorrei chiederti in questo senso se trovi sempre materiale all’altezza o se vi imbattete in qualche disavventura…

Giulio Koelliker: no, devo dirti che negli ultimi anni si rientra sempre nel “decoroso”, anche in quelle situazioni meno favorevoli. Da nord a sud non ci sono grosse differenze, nonostante quello che si possa pensare. Diciamo che è un po’ che non mi capita di trovare qualche “azzeccagarbugli” che non ha idea di come fare questo mestiere, certo a volte trovi l’eccellenza nei prodotti utilizzati a volte un gradino sotto, ma sempre di soluzioni professionali si tratta. Poi noi portandoci le regie e le fixtures più importanti già ci pariamo il…sedere!

ZioGiorgio.it: Giulio, anche la Nannini quest’anno macinerà un qualche cosa come cinquanta date totali, di cui oltre trenta nell’estiva. Non male, e non è la sola artista che quest’anno ha girato bene…

Giulio Koelliker: è il teatro che ha aiutato non poco! Perché se devi mettere in scena una produzione teatrale già parti con qualche cosa necessariamente più dimensionata, che poi potrai portare in giro abbastanza facilmente anche in estate scegliendo molte location anche diverse tra di loro. Un tour nei palazzetti per contro è già complicato, faticoso e anche il numero delle locazioni tesse dove ormai è possibile lavorare è ristretto.
Quindi, considerando anche che non esiste più il gratuito – e qui ci sarebbe da parlare per ore – queste 50 date di Gianna sono un bel traguardo, certo.

Arriviamo poi da Jò Campana che ha utilizzato gran parte del pomeriggio per rimettere a posto e “reinventare” lo show, in base alla caratteristiche della location soprattutto in base al materiale trovato sul posto perché, lo ricordiamo, in quanto mezza produzione anche l’equipaggiamento illuminotecnico era solo in parte al seguito…

campana_nanniniZioGiorgio.it: Jò, Giulio mi ha accennato qualche cosa in merito a quello che portate con voi, puoi essere più preciso dalla tua posizione?

Jò Campana: portiamo il materiale sulle piantane montate sul palco e il fondale fatto con quelle scalette che vedi dove ci sono dei MAC Aura e poco altro. Tutto il resto è materiale che trovo sul posto ed il compito mio è far convivere le due forniture.

ZioGiorgio.it: un lavoro a volte stimolante, ma a volte anche no…

Jò Campana: sì, diciamo che come approccio a me piace reinventare ogni volta, però non dimentichiamoci che durante lo show tutto poi deve tornare e tutto deve accendersi in maniera coerente ed organica. Molte volte faccio merging, posso copiare delle cose, ma altrettanto spesso riparto quasi da zero, non proprio così scontato far funzionare tutto… (ride ndr)

ZioGiorgio.it: mi dicevi poco fa che ultimamente cerchi spesso di valorizzare le location del concerto. In che modo? Spiegami meglio…

Jò Campana: mi sono accorto, magari avvalendomi di una certa esperienza, che in molte piazze italiane si ottengono cose interessanti cercando di valorizzare alcuni particolari tipici della location. Sia una facciata di un edificio di particolare valore architettonico, degli alberi o comunque dei particolari degni di nota di cui il nostro Paese è pieno. Quindi, un po’ sperimentando e un po’ anche per gioco, cerco sempre qualche cosa da illuminare. A volte la cosa riesce bene a volte meno, se non altro ci si prova.

ZioGiorgio.it: non hai tante posizioni da quel che vedo, piuttosto noto materiale a terra e su piantana, abbastanza sobrio direi…

Jò Campana: il fatto di avere poche posizioni e anche pochi effetti movimento è un retaggio della fortunata tournée teatrale dalla quale abbiamo attinto. A terra utilizzo delle SGM Q7 a Led che fanno ancora un bel lavoro e aiutano sia per colorare, sia all’occorrenza per essere usate come strobo. Per il resto ho una ventina di MAC Aura, piccoli, veloci e con una bella qualità di luce e otto DTS Evo posizionati di taglio dove si trovano le piantane, poi molto bianco, ambra, considerando che nell’invernale mi è stato chiesto di dare risalto alla colorazione calda, verso l’oro.

Aldo Chiappini
Editor-In-Chief

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