Quando Zoran Matejevic, fonico resident del Blue Note di Milano e amico dello Zio, mi ha chiamato il mese scorso per informarmi che sta utilizzando un microfono array KEM 970 dell’azienda tedesca Microtech Gefell GmbH nelle serate dal vivo al Blue Note non volevo credere alle mie orecchie.
Che strana coincidenza: un po’ di tempo fa avevo visto un discorso di Angela Merkel dal “Bundestag”, il parlamento tedesco, e mi ero chiesto cosa fossero gli strani tubi che si vedano spuntare fuori dal podio dell’oratore. Cercando in rete scoprii che si trattava proprio di due microfoni array KEM 970, e sulla pagina prodotto del sito internet dell’azienda berlinese c’è pure una foto del Papa con questo microfono. Molto incuriosito dall’idea di utilizzare un microfono di questo tipo per la ripresa dal vivo di strumenti musicali sul palco, e anche grazie al grande entusiasmo di Zoran, ho accettato di buon grado l’invito al Blue Note per sentire con le mie orecchie i suoi esperimenti e conoscere meglio questo microfono particolare.
Microtech Gefell, fondata da Georg Neumann nel 1928, ha una lunga storia ed una grande tradizione nella progettazione e produzione di microfoni. Nel 1928 Georg Neumann e Erich Rickmann diedero vita a questo importante progetto realizzando il loro primo microfono a condensatore industriale. Ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936 apparve la prima versione del mitico condensatore valvolare con capsula M7 sviluppato da Georg Neumann, dalla caratteristica forma a bottiglia. Nel 1938 Erich Rickmann muore ma Georg Neumann continua a guidare la società in collaborazione con Erich Kühnast, che prende le redini dell’azienda dopo la Seconda Guerra Mondiale quando Georg Neumann si sposta a Berlino. Da molti questo è considerato il vero e proprio marchio di Georg Neumann, soprattutto dopo l’acquisizione di Neumann da parte di Sennheiser nel 1991.
Il microfono
La particolarità di questo microfono sta nel sistema di capsule cardioide multiple allineate sullo stesso piano che è stato progettato in collaborazione con l’Institut für Rundfunktechnik di Monaco di Baviera. Si tratta di otto capsule in un array verticale montate in un tubo fissato ad una bacchetta di metallo che funge da supporto e nasconde il cablaggio, che rendono il microfono direttivo, indipendentemente dalla frequenza. Difatti è molto interessante la sua caratteristica forma nel diagramma di ripresa. Osservando la risposta polare, si nota che il microfono riceve i suoni sull′asse orizzontale come un normale cardioide, ma sull′asse verticale solo su un arco di 30 gradi. Vuol dire che stiamo parlando di un caratteristico sistema di ripresa cardioide planare o a “direttività non rotazionale simmetrica”, ovvero un cardioide largo sul piano orizzontale (120°) e verticalmente un microfono a fucile (30°), in grado di riprendere la profondità di campo.
Questo pattern direzionale rende il microfono adatto alle situazioni in cui la sorgente da registrare è ampiamente diffusa o si muove attraverso il piano orizzontale mentre il suono che arriva da altre direzioni deve essere attenuato.
Per la natura altamente direzionale di questo microfono, è ovviamente importante capire bene le direzioni da cui provengono i suoni desiderati e quelli indesiderati. Significa che più viene curato il posizionamento del KEM 970, migliori saranno i risultati che si ottengono.
Le specifiche tecniche dettagliate potete trovarle QUI.
In prova
Chiediamo allora a Zoran Matejevic qualche informazione in più e che cosa lo ha portato a sperimentare l’utilizzo di un microfono di questo tipo sul palco del più rinomato jazz club milanese.
ZioMusic.it: Quando hai avuto il primo contatto con questo particolare microfono array di Microtech Gefell?
Zoran Matejevic: Ho avuto a che fare con il KEM 970 per la prima volta circa tre anni fa, quando il Duomo di Milano, prima dell’EXPO, ha indetto un appalto per risolvere la situazione dell’amplificazione nel Duomo. Facevo da consulente per una delle aziende partecipanti e nel progetto da me proposto c’era anche il KEM 970. Purtroppo poi il lavoro non ci è stato assegnato ma da quel giorno mi è rimasto sempre il desiderio di testare bene questo microfono. Era da tempo che volevo provare dal vivo qualche ripresa alternativa degli strumenti, ad una distanza più adeguata, più simile alla tecnica di ripresa nella musica classica, e mi è tornato in mente il microfono array della Microtech Gefell. Così lo scorso settembre ho contattato Ezio Gatti e tramite il distributore italiano Midiware sono riuscito avere in prova il microfono.
ZioMusic.it: Di solito questo microfono non viene indicato però per la musica dal vivo?
Zoran Matejevic: Di solito i microfoni a fucile che vengono usati nel broadcast o per le riprese video non sono adatti alla musica dal vivo. Ero curioso di sapere se questo microfono fosse all’altezza anche per questo scopo, oltre al campo di applicazioni indicato da Gefell, come microfono da podio per oratori, come supporto del palco in teatro o per la ripresa di cori, dove il microfono viene appeso con dei cavi di acciaio sopra le teste dei cantanti.
ZioMusic.it: Raccontaci allora come hai impostato questa prova.
Zoran Matejevic: Il primo test l’ho fatto in una situazione da trio, con il sassofonista Chico Freeman, più un violoncello e delle percussioni. Ho posizionato il KEM 970 a circa un metro dal sax tenore, e sinceramente avevo un po’ di timore, considerando che i microfoni cardioide di solito a questa distanza prendono più il palco che la sorgente davanti. Ero sorpreso di sentire invece come il KEM 970 respingesse tantissimo gli altri strumenti, mantenendo un suono di sassofono vero, senza alcuna necessità di EQ sul canale. Nel PA si sentiva un suono rinforzato, bello, senza nessun tipo di problema riguardante i registri dello strumento, molto definito, e con una risposta ai transienti e le articolazioni eccezionale.
ZioMusic.it: Quale è stata la tua reazione?
Zoran Matejevic: Sono rimasto praticamente scioccato dalla facilità d’uso del microfono, soprattutto dal fatto che non sentivo le riflessioni della stanza. Dai 600 Hz ai 2 kHz respinge molto bene. Il suono era molto “intimo”, con tanti dettagli, le alte frequenze molto morbide, reali, con tanta aria e pochi di quegli attacchi violenti tipici del sassofono, frequenti quando si posiziona il microfono molto vicino alla sorgente. Particolarmente nel range dai 3 ai 5 kHz risultano molto artificiali. Sappiamo tutti che nel live si cerca di avere la sorgente più vicino possibile al microfono per aumentare la potenza acustica di guadagno, sia per i monitor, ma anche per non mettere in crisi il PA. Avendo qui però la possibilità di allontanarsi dalla sorgente, permette di bilanciare questi difetti che derivano dalla distanza molto ravvicinata.
ZioMusic.it: Non hai avuto problemi di rientri?
Zoran Matejevic: No. Tra l’altro i musicisti erano anche posizionati abbastanza vicini. Non ho avuto nessun problema ne con il monitoraggio, ne con l’impianto, senza nessun compromesso o delle impostazioni di EQ strane.
ZioMusic.it: E da lì poi hai cominciato a provare il microfono anche con altri strumenti?
Zoran Matejevic: Si, già il giorno dopo c’era in programmazione un duo, Adalberto Ferrari e Nadio Marenco, fiati e fisarmonica. Sono riuscito su diversi fiati abbastanza problematici come clarinetto, clarinetto basso, clarinetto contrabbasso e sax c-melody ad ottenere sempre lo stesso risultato di Chico Freeman, in questo caso anche con strumenti in legno, senza cambiare l’equalizzazione o altro adattamento, e solo aumentando in base all’emissione dello strumento, ho fatto il concerto senza problemi. Sono riuscito a provare il microfono durante il soundcheck anche sulla fisarmonica. Sempre con il microfono ad una distanza di oltre un metro, e posizionandolo proprio davanti la fisarmonica, e non sulla parte laterale dello strumento, il suono era assolutamente vincente rispetto alla soluzione con due Neumann KM 184 sulle basse e sulle alte, che spesso risulta un po’ violento e enfatizzato. Usare il Gefell ad una certa distanza davanti alla fisarmonica mi ricorda una tecnica che usavo anni fa con i Sennheiser KMH 40 in configurazione XY o ORTF. Comunque nonostante il KEM 970 sia un microfono monofonico ha una grandissima precisione e scommetto che a livello di qualità sonora convincerebbe chiunque in un attimo.
Microtech Gefell KEM 970 vs. AKG 414
(file audio normalizzati – no EQ – no Comp)
ZioMusic.it: E poi …
Zoran Matejevic: …è partito un test dopo l’altro. Il prossimo concerto sarebbe stato quello di Sarah Jane Morris e Antonio Forcione, praticamente un concerto pop, con batteria, basso, chitarra, voce e violoncello. Per la mia esperienza nell’audio posso dire che il violoncello e il trombone secondo me sono gli strumenti più difficili da amplificare dal vivo, perciò questa volta per sfida ho scelto di usare il KEM 970 proprio sul violoncello. Considerando la situazione del club, con monitor EV da 12”, quindi alta pressione sonora sul palco, con la batteria che si trovava subito dietro le spalle della violoncellista, sinceramente non mi aspettavo più di tanto, e invece il risultato è stato sorprendente. Il violoncello, suonato con l’archetto, era sempre ben presente in sala, il pizzicato, considerando l’energia che produce lo strumento e la presenza della chitarra suonata arpeggiata e del basso acustico fretless, si perdeva un pochino, ma più per una questione di arrangiamento.
ZioMusic.it: Ho visto che avevi messo anche un AKG 414 di fianco al KEM970.
Zoran Matejevic: Si, ho messo anche un 414, ma solo per poter fare un confronto. Invece ho montato sul violoncello anche un microfono Schertler a contatto, per sicurezza. Alla fine ho utilizzato il KEM 970 assieme allo Schertler, ma stiamo parlando di un mix di 70% Gefell e 30% Schertler.
ZioMusic.it: Presumo che una grande sfida sia la ripresa del pianoforte?
Zoran Matejevic: Si. Desideravo tantissimo provare questo microfono sul piano. Per mia esperienza, nella musica classica e per tutte le riprese fatte nel broadcast, è praticamente vietato mettere un microfono all’interno del pianoforte.
ZioMusic.it: Che è invece la tecnica di ripresa che utilizzi di solito qui al Blue Note?
Zoran Matejevic: Si. Ma nonostante io usi due microfoni DPA iper-cardioide posizionati dentro il pianoforte, cercando di respingere il più possibile le riflessioni della tavola, i rientri della batteria o del basso elettrico sono abbastanza evidenti e quindi le equalizzazioni non vengono fatte solo su base della sonorità dello strumento, ma sono spesso un compromesso per respingere meglio i disturbi esterni. Considera che il pianoforte nel forte/fortissimo arriva al massimo al 95 dB di pressione sonora, che in realtà sono pochi rispetto a tutti gli altri strumenti che suonano sul palco. Fondamentalmente il problema della ripresa del pianoforte dal vivo è questo. D’altra parte la ripresa stereofonica con posizionamenti XY, AB o ORTF all’interno dello strumento è abbastanza complicata, perché crea spesso problemi di fase e tanti fenomeni acustici problematici del pianoforte vengono peggiorati ulteriormente nella ripresa, che esce poi con sonorità quasi “honky tonky” o l’enfatizzazione di alcune note, problemi con i registri, ecc…
ZioMusic.it: Presumo poi che in un club, e in particolare con un palco come qui al Blue Note dove la distanza tra PA e microfoni è abbastanza ridotta, i problemi siano anche maggiori.
Zoran Matejevic: Difatti è così. Era da tempo che cercavo di trovare una soluzione soddisfacente e il KEM 970 anche qui si è mostrato una rivelazione. Ho provato il microfono sul pianoforte in due occasioni, con il trio jazz di Harold Maborn (piano, batteria e basso), che ha sonorità abbastanza spinte sul palco, e il duo piano e tromba di Jacky Terrasson & Stéphane Belmondo, dove ho piazzato il 970 a una certa distanza dal bordo superiore all’esterno del pianoforte. Ovviamente ero preoccupato di avere dei problemi di rientri, in particolare dalla batteria, ma invece non c’è stato nessun momento dove il pianoforte non riuscisse a dominare, e senza dovere fare interventi drastici sull’equalizzazione.
ZioMusic.it: Il fatto di trovarsi il pianoforte in mono non è penalizzante?
Zoran Matejevic: Tutt’altro! Con questo tipo di ripresa, alla vecchia, il suono risultava ben definito e molto naturale, un suono vero di pianoforte. Quindi non ci sono quelle basse frequenze falsate delle note gravi del pianoforte, alle quali ci siamo abituati negli ultimi anni. Basta mettersi in piedi davanti a un pianoforte per capire immediatamente che le note basse non suonano così. Il KEM 970 restituisce un suono molto piacevole e realistico che vive in armonia con gli altri strumenti. In particolare mi è piaciuto anche il fatto che si riuscisse a distinguere molto meglio contrabbasso e pianoforte sulle basse frequenze, con strumenti ben distinti anche nelle parti di unisono.
Pensavo che Jacky Terrasson con la sua tecnica pianistica poco convenzionale e molto dinamica, potesse magari creare dei problemi al microfono, invece il KEM 970 ha reso perfettamente la grande creatività e fisicità del pianista francese. Temevo che la tromba, che era diretta verso il coperchio aperto del piano, potesse rientrare troppo, ma non è stato così, e non sono dovuto intervenire nemmeno nel momento di un particolare interplay dei due musicisti, con Terasson che pizzicava furiosamente le corde del piano con le mani e Belmondo con la tromba praticamente dentro il pianoforte.
ZioMusic.it: Durante il concerto ho sbirciato un po’ sopra la tua spalla e ho visto che l’EQ sul canale del KEM 970 era praticamente inesistente.
Zoran Matejevic: Si, praticamente flat, al contrario della elaborata equalizzazione che devo adoperare di solito con due microfoni iper-cardioide all’interno del piano. Chi lavora nel sound reinforcement sa che il filtro passa-alto è d’obbligo in tantissime situazioni per tenere sotto controllo il low-end, invece qui proprio per provare a mettere in crisi questo microfono ho scelto di non metter nessun tipo di passa-alto sul KEM 970, e sorprendentemente ha tenuto benissimo. Non ho avuto nessun problema sulle frequenze basse, tipo rumble o simile.
ZioMusic.it: Cos’altro ci vuoi dire a livello tecnico riguardo il microfono?
Zoran Matejevic: Visto che il microfono fu progettato per il parlato o per applicazioni teatrali si potrebbero avere dei dubbi sulle dinamiche, invece per il KEM 970 le dinamiche sono di 116dB sull’uscita principale, 126 dB a -10dB, e 136dB a -20dB del preamplificatore. Stiamo parlando di un microfono che è perfettamente matchato con il suo preamplificatore e permette una precisa impostazione del guadagno, il che mi piace molto, visto che il gain staging è un po’ un mio chiodo fisso. Anche la risposta in frequenza di 40 – 18000 Hz potrebbe magari insospettire qualche maniaco del suono, ma a me sinceramente non è mancato niente, anzi.
ZioMusic.it: Mi sembra di aver capito che il microfono ti piace molto.
Zoran Matejevic: Si! Non posso nascondere che è da tempo che non mi divertivo così con un microfono, mi sembra di essere tornato un ragazzo [Ride, ndr]. Stiamo parlando di un microfono veramente eccezionale, di manifattura eccellente e tutto nel dominio analogico. Essere riusciti ad allineare otto capsule senza l’utilizzo di alcun tipo di DSP è veramente superlativo.
Mi sarebbe piaciuto poter testare il 970 in una posizione ruotata di 90°, cioè non in verticale ma in orizzontale, ma era impossibile senza adeguati supporti. Secondo me sul contrabbasso, ma anche sul violoncello, potrebbe essere molto interessante.
Mi piacerebbe molto provare anche il successore di questo microfono, si chiama KEM 975, che sulla carta dovrebbe essere ancora più performante, grazie ad alcuni miglioramenti al circuito, preamplificatore, costruzione e range dinamico, senza però cambiare niente delle dimensioni critiche dell’array, essendo le capsule e il loro arrangiamento parte integrante del design fatto dall’Istituto per Radiotechnologie di Monaco (IRT München).
ZioMusic.it: Allora appena è disponibile il modello più recente ci ritroviamo di nuovo qui al Blue Note per qualche prova?
Zoran Matejevic: Certo! Quando volete!
Considerazioni finali
Personalmente, da ascoltatore, posso solo confermare tutto quello che ha detto Zoran Matejevic. Nelle due serate che ho passato al Blue Note, sia il suono della violoncellista di Sarah Jane Morris che quello del pianista Jacky Terrasson era eccezionale. Complimenti a Microtech Gefell per il KEM 970, un microfono davvero ingegnoso. Complimenti anche a Zoran, che dopo tanti anni di professione riesce ancora a emozionarsi con delle trovate come queste, che significa avere la voglia e la passione di provare e trovare delle soluzioni nuove mettendo in discussione le tradizioni e perché no, anche se stessi.
Ringraziamo tantissimo Zoran Matejevic per la sua segnalazione e per la bella intervista.
Ringraziamo anche tanto il distributore MidiWare per il supporto.
Info: www.zoranmatejevic.com
Info: www.midiware.it
Info: www.microtechgefell.de
Info: www.irt.de