Qualche giorno fa in redazione, tra le solite mille faccende da sbrigare, abbiamo guardato al calendario e, come d’improvviso, ci siamo resi conto che erano ben dieci anni che l’amico Guido Noselli ci ha lasciati.
Molti nel mondo dell’audio conoscono Guido come talentuoso ed originale progettista e come persona affabile, garbata e sempre disponibile. Noi di ZioGiorgio non possiamo poi non ricordarlo, oltre che come amico, anche come collaboratore! Già, perché agli inizi della nostra avventura – e per diverso tempo – era solito, lavorando alla notte, consegnarci degli interessantissimi articoli che hanno contribuito a far conoscere ZioGiorgio e renderlo autorevole ed apprezzato.
Io arrivai qualche tempo dopo in redazione ma ricordo bene un giorno in cui, ignaro della sua situazione di salute, chiesi a Guido un’intervista in merito ad alcune questioni tecniche che meritavano un approfondimento. Lui accettò di buon grado, come sempre, ed anzi mi consegnò il materiale appena due giorni dopo. Scoprii solo dopo che proprio in quei giorni stava combattendo con tenacia una battaglia contro una malattia che non concede sconti.
Abbiamo pensato di ricordarlo nelle parole di Michele Noselli (uno dei figli insieme a Stefano) e di alcuni collaboratori stretti che con lui hanno lavorato fianco a fianco, soffermandoci su alcuni aspetti tecnici, visto e considerato che l’eredità che ha lasciato alla sua azienda, Outline, e al mondo dell’audio intero è preziosa e merita di essere raccontata.
E chissà se i concerti come li ascoltiamo adesso sarebbero gli stessi se Guido fosse ancora qui tra di noi…
ZioGiorgio.it: Michele, la tua famiglia, voi di Outline, ed in generale chi era legato a Guido è ovviamente sentimentalmente coinvolto. Prova però a pensare all’eredità di Guido Noselli come professionista, cosa ha lasciato al mondo dell’audio?
Michele Noselli: caro ZioGiorgio, prima di tutto un grosso “grazie” per aver dedicato questo spazio a Guido. La risposta a questa domanda è complessa a maggior ragione per il sottoscritto, ma, in generale, per tutti coloro che “vivono” l’azienda dall’interno. L’eredità che ha lasciato Guido potrebbe essere meglio raccontata da chi “vive” Outline dall’esterno. Fan, clienti e persino concorrenti. Non voglio sottrarmi alla domanda: preferisco però passare la “palla” a Francesco Simeoni (responsabile progettazione sistemi di altoparlanti) e Daniele Pagani (responsabile progettazione DSP e sistemi di processamento), che con mio padre hanno condiviso anni in laboratorio. Credo inoltre che a distanza di un decennio siano in grado di “rileggere” i milestones di Outline con maggiore consapevolezza.

Guido e Domenico Zambara in falegnameria.
Francesco Simeoni: ciò che spiccava tra le caratteristiche di Guido Noselli era certamente la passione con cui si approcciava ad ogni cosa. Con la stessa passione affrontava un nuovo progetto, dibatteva di politica, si indignava di fronte a questioni di equità e sperequazioni e discuteva animatamente con i suoi collaboratori per perseguire un obiettivo che aveva già chiaro nella sua mente.
Ricordo ad esempio il trasporto emotivo che ebbe in quel tragico 11 settembre quando arrivò in ufficio dicendoci che chi avesse voluto avrebbe potuto andare a casa e che lui quel giorno non sarebbe più riuscito a lavorare, o il coinvolgimento con cui negli ultimi mesi della sua vita mi parlava di come avrebbe voluto ripensare le strutture di supporto per le degenze ospedaliere per migliorare le condizioni a volte molto disagevoli e poco dignitose degli “ospiti” negli ospedali o ancora, quando si prodigò per difendere il diritto e la libertà di ascoltare la musica ad alti livelli di SPL nei locali o negli eventi pubblici (contro la legge sulla limitazione dei livelli di SPL).
La passione era anche uno dei criteri principali che cercava nei nuovi collaboratori e candidati al punto che spesso, proprio la passione, poteva essere la discriminante per l’assunzione.
In questo modo riuscì pian piano a circondarsi di persone di fiducia, appassionate e di grandi competenze, persone che tuttora fanno di Outline un’azienda che con orgoglio contribuisce a confermare ogni giorno nel mondo il marchio del “Made in Italy”.
Grazie alla sua passione, Guido Noselli riusciva anche a contagiare i suoi più stretti collaboratori nel non perdersi mai d’animo di fronte alle difficoltà mantenendo chiaro l’obiettivo da raggiungere, possibilmente senza sconti e compromessi.
Questa certo è una delle qualità più significative che ha lasciato in “eredità” a chi, dopo la sua scomparsa, ha proseguito con entusiasmo nella grande avventura dell’ideazione, progettazione e realizzazione di prodotti sempre innovativi e dalle prestazioni sempre più esasperate.
Guido Noselli aveva un rapporto personale con tutti i dipendenti e i collaboratori della Outline, spesso andava nei reparti di produzione per risolvere delle difficoltà o per aiutare a facilitare delle operazioni; sapeva, e anche questo trasmetteva a noi che lavoravamo al suo fianco, che per “superarsi” nella progettazione e anche nella gestione di tutti gli aspetti aziendali, bisognava “sporcarsi le mani” anche vivendo direttamente e capendo realmente le difficoltà pratiche che si incontrano tutti i giorni nei vari reparti (officina meccanica, falegnameria, reparto produzione casse e reparto produzione elettroniche). Certamente l’onere, ma anche l’onore di ingegnerizzare le sue idee e renderle concrete, realizzabili e produttive (sempre senza sconti e compromessi) è stata una scuola dura ma anche quella che ha consentito a noi collaboratori più stretti di assorbire quel DNA che fa di OUTLINE un’azienda con un’identità fortemente riconoscibile.

Il Butterfly, iconico prodotto di Outline.
Cominciai a lavorare in Outline nel 1992 quando Guido Noselli stava cercando una persona da inserire nell’ufficio tecnico da dedicare quasi esclusivamente allo sviluppo di prodotti fortemente orientati all’utilizzo Touring per il mercato dell’audio professionale; fui accolto da lui con grande benevolenza: la differenza d’età e di esperienza fecero sì che per me fosse quasi un secondo padre. In quattordici anni (per parecchie ore ogni giorno) di stretta collaborazione ho condiviso e imparato molto, e non solo sul piano professionale. In quegli anni vi furono molti cambiamenti: introducemmo la progettazione tridimensionale (allora era ancora abbastanza rara in aziende di questo tipo) per spingerci nella progettazione di prodotti sempre più integrati e ad “alta densità elettro-acustica”, venne acquisita una falegnameria per avere il pieno controllo delle caratteristiche costruttive e tecnologiche del cabinet e per poter aver più potenzialità di R&D; vennero acquisiti nuovi macchinari per aumentare precisione e produttività; vennero acquisite nuove risorse per formare quelli che oggi sono i reparti di R&D di elettronica e informatica, ovvero ciò che oggi rappresenta “l’intelligenza a bordo” per il controllo dei sistemi audio Outline. Potrei dilungarmi anche molto di più, ma in sintesi credo che queste caratteristiche, passione, concretezza, genialità e una buona dose di lungimiranza, siano state anche quelle percepite dai clienti, collaboratori o chi, per qualsiasi motivo si è trovato ad avere a che fare con il Sig. Guido.

Il Kanguro, la “cassa nella cassa” in una pubblicità dell’epoca. Il Dottore a sinistra è Guido Noselli!
A titolo di esempio di questa sua spiccata personalità citerei solo alcuni prodotti pionieristici che furono poi presi ad esempio da produttori concorrenti anche tra i più blasonati. Il Pro 408, nota console degli anni ‘80, diventata un riferimento all’epoca ma tutt’oggi impiegata con successo; il Pro 4008, il mixer per “quadrumani”; il Pro 405, il primo con quegli specifici rapporti dimensionali (“lo stretto indispensabile” era il pay-off) che ha ispirato moltissimi prodotti concorrenti negli anni successivi; il Kanguro, la famosa “cassa nella cassa”: sistema di sonorizzazione a volumetria variabile (vincitore di un Plasa Award for Product Excellence nel 2001); il monitor ultra slim H.A.R.D. 212 (33 cm di altezza) dotato di tecnologia brevettata S.P.R.W.G. – Single Parabolic Reflective Wave Guide; il Butterfly, primo Line Array con guida d’onda a doppia riflessione parabolica che tutti conosciamo.
Poi il COM.P.A.S.S. – COMpact Polar Adjustable Sound System – primo esempio mondiale di robotica applicata ad un diffusore acustico. Dotato di 5 motori (e due laser) permetteva la regolazione della direttività da 60° a 150° sul piano orizzontale (anche asimmetricamente) e da 0° a 15° sul piano verticale, contemporaneamente. Sempre per mezzo di un motore, ogni singolo cabinet all’interno di un line array era in grado di auto-regolarsi. Il tutto controllabile a distanza via software (vincitore di un Plasa Award for Product Innovation nel 2005). A seguire fu presentato il Mini-COM.P.A.S.S., line array di produzione con regolazione della direttività orizzontale e amplificazione intelligente a bordo (vincitore di un Plasa Award for Product Innovation nel 2010). Fra i milestones di Guido Noselli ricorderei un paio di strumenti di misura quali il GSR – Globe Source Radiator, sorgente omnidirezionale con possibilità di configurazione dei pattern di direttività tramite pilotaggio di 12 canali indipendenti (i primi studi sulle tecniche di steering e di controllo elettronico della direttività in collaborazione con l’università di Brescia incominciarono nel 1998) e la serie di tavole rotanti ET1, ET2 ed ET250-3D per le misure dei diagrammi polari 2D e 3D dei loudspeakers systems.

Il rivoluzionario Outline Globe.
Ideate nel 1990 da Guido al solo scopo di misurare i diffusori da lui creati, sono diventate lo standard mondiale, tanto da venir impiegate dalla concorrenza (difficile pensare a un costruttore di sistemi audio senza una base rotante Outline). Curiosamente questo marchingegno viene anche venduto a colossi quali Apple, Microsoft, Samsung, Nokia, Philips, Pioneer, AKG, Siemens etc. (per citarne alcuni), oltre a prestigiose università nonchè centri di ricerca fra i più avanzati del mondo quali, ad esempio, il MIT (Massachusetts Institute of Technology) e il Fraunhofer Institute (Germania).
ZioGiorgio.it: Puoi immaginare cosa avrebbe pensato Guido del Sound Reinforcement attuale? Ma soprattutto cosa di quel che poi è successo aveva già intravisto?
Daniele Pagani: il nuovo millennio non poteva cominciare meglio, in quanto ebbi l’onore di svolgere il progetto di tesi presso Outline. L’accoglienza fu a livello delle migliori famiglie, mettendomi a mio agio e con tutte le accortezze per far esprimere al meglio una persona. Non c’erano vincoli all’immaginazione e decidemmo di avviare un progetto per la gestione di un sistema di rinforzamento del suono.
L’idea nella testa del sig. Noselli era già limpida e può essere riassunta nella dicitura “PC-Cassa”.
In dieci anni è cambiato tantissimo in un sistema di rinforzamento del suono ma a ben vedere Guido aveva già individuato molte delle tendenze che oggi sono realtà assodate.
La crisi economica macroscopicamente diffusa in tutti i settori ha portato alla nascita di figure professionali ibride, con competenze in diversi settori.
Un PA man a volte svolge anche il ruolo di fonico, un fonico di studio di registrazione a volte è anche fonico di palco, ecc… I prodotti hanno dovuto rispondere a questa metamorfosi, basti pensare alle tecnologie dei plugins per le console digitali.
Ma il tutto può essere visto anche in chiave positiva, in quanto le influenze e le contaminazioni dei diversi ruoli e settori hanno portato alla sperimentazione di nuovi prodotti, di nuove forme nella gestione dei sistemi di rinforzamento del suono.
Nel contempo, sia l’elettronica che l’informatica si sono sviluppate, e continuano ad evolvere, in modo rapidissimo. Basti pensare ad un cellulare di 10 anni fa ed ad uno di oggi.
Certo, 10 o più anni fa si usavano maggiormente i libri cartacei, quando ad oggi si predilige un motore di ricerca, ma la curiosità nell’imparare nuove tecnologie, nel spingere le sinapsi oltre i binari, è rimasta integra e questo aspetto è una delle più grandi lezioni che ci ha insegnato il sig. Noselli, studiare ed essere curiosi, sempre!
ZioGiorgio.it: puoi scendere più nello specifico parlandoci ci quello che è cambiato e quello che sostanzialmente è rimasto quasi immutato?

Il mixer Pro 408.
Daniele Pagani: per esempio il bus di comunicazione di un sistema di rinforzamento del suono è cambiato dalla seriale (tipicamente RS485) alla rete Ethernet.
C’è molta più banda a disposizione (ossia maggior capacità nel trasportare le informazioni), più velocità, al punto che ad oggi spesso i segnali audio transitano, non compressi, su rete Ethernet.
Tuttavia sono rimaste immutate le necessità di controllo e di monitoraggio del sistema.
C’è più attenzione all’ottimizzazione dei costi, soprattutto nella logistica dei cablaggi (tipo di cavi) e dei trasporti (pesi ed ingombri).
Ma anche in questo caso il sig. Noselli aveva anticipato i tempi, con progetti quali il Kanguro che ospitava nel sub il satellite, consentendo un facile trasporto (in occasione di alcuni concerti ho avuto il piacere di provare sul campo questo piacevolissimo sistema).
Ma ciò che più di tutto è rimasto immutata è la ricerca del bel suono. Nel caso di sistemi di rinforzo del suono non si può prescindere da un buon puntamento meccanico/acustico.
Ed ecco che già a metà degli anni ‘90 il sig. Noselli aveva lavorato moltissimo a V.I.P., software che supportava l’operatore al puntamento del sistema.
Poi, l’elettronica (a quel tempo la matrice Genius M412) ottimizzava la qualità acustica affinando alcune imperfezioni dettate dall’ambiente, ricevendo le indicazioni dal software medesimo.
Infine, da più di 3 anni in Outline lavoriamo con tecnologia FPGA (Field Programmable Gate Array), quando 10 anni fa il termine DSP (Digital Signal Processor) era sinonimo di qualità.
Ma la necessità di interventi nelle dinamiche (a protezione dell’altoparlante) e in frequenza (filtri) è rimasta intatta.
Mi rimane un aneddoto da raccontare e che forse è più esplicativo degli altri, così da comprendere la lungimiranza di Guido Noselli.
Ricordo molto bene quando si presentò un giorno con un palmare della Compaq e mi chiese se era possibile controllare il processore attraverso il palmare. Lo stupore e l’incredulità colsero l’intero R&D. Con queste frasi aveva la capacità di motivare ed esaltare l’R&D, di non intrappolarlo nelle catene dell’operatività quotidiana, ma di pensare oltre.
Ad oggi, l’iPad (attraverso il quale è possibile controllare i diffusori della serie iMode ed il processore iP24) rappresenta quello che era il palmare in quelle parole.
Sono cambiate le tecnologie, i sistemi operativi, ma l’idea (immutata) del controllo semplice ed efficace è sempre il fine ultimo, l’obbiettivo da centrare.
ZioGiorgio.it: qual era la giornata tipica di Guido? Quali erano gli aspetti del suo lavoro che lo divertivano maggiormente?
Michele Noselli: Guido era una persona abitudinaria, piacevolmente abitudinaria. La sua giornata iniziava alle 8.30, quando scendeva in azienda dall’abitazione al piano superiore, e terminava a notte fonda, con due pause per pranzo e cena (rigorosamente a casa sua – rifuggiva dai ristoranti). Credo che in molti definirebbero la sua giornata tipica piuttosto mono-tematica e quindi noiosa…ma per lui di certo non lo era (a proposito, di notte scriveva anche per ZioGiorgio!). Guido era veramente se stesso nell’atto creativo. Costruiva prototipi a centinaia senza però seguire “gli schemi”. E quando si imbatteva in un ostacolo, anzichè sbatterci contro e rinunciare, trovava soluzioni originali. Quello per lui era puro divertimento. Per fortuna ha irrimediabilmente contagiato molte persone in Outline…
ZioGiorgio.it: Come lo descriveresti per coloro che non l’hanno conosciuto?
Michele Noselli: una persona gentile e perbene, uno stacanovista infaticabile e cocciuto per quanto concerne il lavoro (sua grande passione), generoso e leale, amante della tranquillità familiare.
info: www.outline.it
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