Oggi siamo a Guidonia Montecelio, dove Fabrizio Ludovici ci racconta il suo Bloom Recording Studios.
ZM: Ciao Fabrizio, da dove ha preso origine l’idea di questo studio e come si è evoluto negli ultimi cinque anni?
BR: Dall’esperienza di un precedente Studio, il Revolver, nasce il Bloom. Anni bellissimi ed intensi quelli del Revolver, produzioni internazionali, colonne sonore per cinema, indie…tanta diversificazione ma tanto duro lavoro con esigenze sempre diverse e così abbiamo deciso di progettare un nuovo Studio con più spazi e che potesse offrire ospitalità per produzioni con budget diversi oltre a riservare spazi dedicati del nostro Producer e Mix Engineer Walter Babbini.
ZM: Qual è la filosofia dello studio e cosa offrite ai musicisti e produttori rispetto ad altri studi?
BR: La filosofia che da sempre ci contraddistingue è al servizio dei musicisti e produttori con professionalità e qualità. Il continuo aggiornamento, lo studio intensificato e profuso dell’evoluzione delle macchine di registrazione e l’attenzione sui processi dinamici a cui siamo sottoposti si fondono con l’esperienza di chi ci ha insegnato questo lavoro che per anni attentamente abbiamo osservato e che oggi mettiamo a disposizione.
ZM: Digitale o Analogico?
BR: Non si può fare a meno dell’uno e dell’altro. Dopo anni di lavoro siamo convinti che le due fasi, analogica e digitale debbano coesistere perchè entrambe hanno caratteristiche di lavoro fondamentali ed imprescindibili. Bisogna sfruttarle al meglio e catturare l’essenza in ogni passaggio della produzione. A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati rispetto al passato nel poter sperimentare quasi a costo zero…nel passato per i tecnici la situazione era molto diversa e l’errore costava davvero caro. Sicuramente il digitale ha permesso a più persone di potersi cimentare in queste attività e questo non fa altro che dar linfa vitale a tutto il mercato.
L’analogico è materia diversa che coinvolge più nozioni, strumenti e conoscenza oltre alla necessità di spazi e sicuramente di buona acustica.
ZM: Come è stato realizzato lo studio dal punto di vista acustico?
BR:Venendo già da altre realizzazioni il lavoro è stato più dinamico e divertente che in passato. Josif Vezzoli ha curato la progettazione acustica partendo da un foglio bianco e da superfici senza pareti. Abbiamo massimizzato fin da subito le geometrie delle stanze, sfruttando al massimo la riflessione naturale delle superfici. L’isolamento delle singole stanze è realizzato con materiali naturali senza l’utilizzo di piombo o sintetici nocivi, ma il giusto accoppiamento di materiali diversi ha permesso un ‘abbattimento notevole tra stanze che devono lavorare su progetti diversi senza disturbi. La realizzazione dell’acustica interna è naturalmente diversificata nelle stanze per ottenere livelli di riverberazione differenti. Soffitti alti e tanto tanto buon legno proveniente da diverse parti ci hanno permesso di realizzare lo Studio come lo abbiamo sempre immaginato e desiderato.
ZM: Parlaci delle esperienze più significative e quali sono i progetti futuri?
BR:Tanti ricordi belli e tante esperienze indimenticabili…si perchè la prima cosa che da subito abbiamo imparato è che lavorare bene e con professionalità ti porta ad una maggiore condivisione con la produzione che stai ospitando in Studio. Si crea quell’empatia e ci si concentra sul fulcro del nostro lavoro: realizzare opere. Farsi trovare pronti è fondamentale, test continuativi e sperimentazione nei day off e nel momento in cui serve proporre la propria conoscenza della struttura diventa vincente. Ricordo Michael Brauer durante i Mix della Session Cubana di Zucchero che mi chiede: dove mettere il microfono per registrare una voce… Insomma uno dei Top Mix Engineer che mi chiede dove? Questo ci dovrebbe far capire molto…la presunzione entrati in Studio non serve, l’approccio giusto è quello di ottimizzare con il personale residente le singole fasi e ottenere il massimo dagli Artisti. Il Maestro Piovani durante l’ascolto di una registrazione appena eseguita si gira mi guarda e comincia ad accennare la Vita è bella concludendo… è l’insieme di piccoli dettagli che fa la differenza.
Il futuro? Non vedo l’ora che arrivi…perchè abbiamo appena ricominciato e un anno e mezzo di lavori sono stati lunghi da passare…
ZM: Quattro cose di cui non puoi fare a meno?
BR: ProTools, un Neve 1073, uno Shure sm57 e una buona tazza di tè.
ZM: Riferimenti discografici. Mix dell’anno e mix della vita
BR:Sono tanti, dal ’50 in poi abbiamo così tanta musica che è davvero difficile, comunque le realizzazioni inglesi fine anni ’60 inizi anni ’70 sono state incredibili…e sono un riferimento ancora oggi. Non facciamo torti a nessuno… certo le produzioni fatte con Alan Parsons, Michael Brauer e Fabio Venturi sono state davvero entusiasmanti.
Info:
BLOOM RECORDING STUDIOS
Responsabile: Fabrizio Ludovici
Via della Piscina
Guidonia Montecelio (RM)
[email protected] www.bloomrecording.com