Perchè le nostre chitarre devono cambiare. La legge sul legname

Il 2 gennaio 2017 è entrata in vigore la legge CITES (la Convenzione sul Commercio Internazionale di Specie a Rischio di Flora e Fauna Selvatica). Una legge interazionale che salvaguarda finalmente oltre 35 mila specie in pericolo di estinzione a causa dell’eccessivo sfruttamento commerciale. Tra queste specie ci sono molte piante da legname utilizzate in maniera intensiva per la produzione delle nostre amate chitarre, bassi e tutti gli strumenti musicali in legno.

I dati di esportazione di legname dal 2005 al 2009 forniti da CITES

Nei due grafici potete vedere come un paese come il Congo, nel giro di soli 10 anni può passare a disboscare il suo territorio in modo devastante, in questo caso la principale risorsa è la Afrormosia (o Pericopsis elata) pianta dal legname molto pregiato ed apprezzato per la realizzazione di parquet. L’esportazione di questo tipo di legname è passato da poche decine di migliaia di metri cubi a oltre 6 milioni di metri cubi in pochi anni. E prima di questo è stato il caso del mogano, ebano e del palissandro.

Questo grafico mostra la situazione 2010-2014 con l’evidente e drammatico caso del disboscamento in Congo.

Se il legno per parquet non incide sulle nostre chitarre, il mogano, l’ebano ed il palissandro sono tra i principali legni con cui vengono costruiti gli strumenti di fascia media e alta. Queste restrizioni, accolte dal governo degli Stati Uniti, iniziano ora a mostrare i primi effetti, che costringono le case a cambiare direzione in fatto di utilizzo delle essenze ed a cambiare gli strumenti a cui eravamo abituati per non rischiare che queste piante rimangano solo un ricordo o una foto sui libri di scienze per coloro che verranno.

Fender, ad esempio, ha annunciato proprio in questi giorni che cesserà di utilizzare il palissandro nei prossimi mesi per tutte le chitarre Made in Mexico e per le American Elite. Il palissandro è principalmente utilizzato per le tastiere delle chitarre e bassi, grazie alla sua compattezza, l’ottima risonanza data dalla densità, la durezza ed anche il bel colore bruno rossastro.
I modelli messicani passeranno a tastiere in Pau Ferro, un legno molto duro proveniente principalmente dal Brasile, già utilizzato ad esempio per la Stratocaster Signature Stevie Ray Vaughan. Le American Elite invece monteranno tastiere in ebano.
Fender ha però dichiarato che continuerà ad utilizzare il palissandro nelle solid-body americane come le American Professional, mentre valutazioni di cambiamenti simili stanno avvenendo per il marchio Squier e la gamma di chitarre acustiche.

Non esiste di fatto una data entro la quale questi legni non potranno più essere utilizzati, anche perchè la regolamentazione li rende meno convenienti, ma non del tutto illegali, a patto di non violare le leggi dei paesi esportatori. Il cambiamento quindi sarà diseguale e diverso da brand a brand nel tempo e anche i legni scelti in sostituzione potrebbero rientrare in questa lista in futuro.
Il Pau Ferro in Brazile è minacciato dal disboscamento selvaggio e deregolamentato, ed il suo habitat è fortemente a rischio. L’ebano ed il palissandro sono soggetti a fortissimo sfruttamento e pressione commerciale, tanto che per il caso del commercio di queste essenze dal Madagascar si è parlato dell’equivalente dei ‘blood diamonds’ africani, ovvero legname tagliato in zone di guerra o a rischio politico e venduto clandestinamente per finanziare insurrezioni, invasioni o sostenere le attività dei signori della guerra.

All’esportazione clandestina di legname dall’isola africana è legato il caso Gibson Guitar, che nel 2009 fu perseguita dallo US Fish and Wildlife Service per aver importato ebano illegale da Madagascar e India, il legname illegale fu sequestrato ed il brand si accordò per una multa di 350 mila dollari per chiudere il caso. Questo proprio perchè il Madagascar negli anni precedenti aveva dichiarato illegale il taglio o l’esportazione di ebano e palissandro.

Ora, tutte le case costruttrici di strumenti dovranno prima o poi confrontarsi con questo problema, e grossi brand come quelli citati hanno già fatto molti passi avanti, rendendo più etica la loro produzione e facendo più attenzione al problema ambientale ma tanta strada c’è ancora da fare su questo tema. Una produzione sostenibile di queste specie potrà mantenere i nostri amati strumenti in produzione per molti anni, ma se si continuerà a sfruttare le foreste in modo selvaggio, i musicisti di domani e dopo-domani forse saranno costretti ad utilizzare strumenti molto diversi da quelli di oggi.

 

Luca “Luker” Rossi
Redazione ZioMusic.it

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