Laser Entertainment a La Scala di Milano per la Gazza Ladra

Classico o moderno, incandescenza o LED, andare sul sicuro o osare? Sono alcune delle questioni che da qualche anno — a partire dal momento in cui la tecnologia in campo illuminotecnico ha intrapreso un percorso ricco di continue innovazioni — suscitano curiosità e confronto tra i “maestri delle luci” di tutto il mondo.
Una tematica questa che all’estero in campo teatrale ha trovato risposte sin da subito e che solamente di recente viene affrontata anche in Italia su produzioni di spessore elevato.

Per apprezzare concretamente il risultato di tali scelte abbiamo preso in esame il noto melodramma in due atti “La gazza ladra” di Rossini, riproposto al Teatro La Scala di Milano a 200 anni dalla sua prima rappresentazione, diretto da Gabriele Salvatores e con il progetto illuminotecnico a cura di Marco Filibeck (www.filibeck.it)

La gazza ladra si tratta di un’opera semiseria, o di “mezzo carattere” che presenta tratti intermedi fra quelli di un dramma serio e quelli di un’opera buffa. Ambientata nella contemporaneità e tra personaggi umili e reali e fondata su sentimenti umani e naturali, punta a suscitare il senso della commiserazione e della partecipazione alla sventura, sottolineando implicitamente la dignità morale dei ceti non aristocratici, la virtù del popolo contrapposta alla ribalderia della classe nobiliare.

Sulla base delle esigenze espresse dal regista, il Lighting Designer Marco Filibeck ha scelto di utilizzare Blacktrax, un sistema innovativo distribuito in Italia da RM Multimedia e installato per l’occasione dallo staff di Laser Entertainment, la prima realtà italiana ad averlo acquistato. Blacktrax rappresenta una soluzione ideale per importanti progetti illuminotecnici e multimediali al fine di creare interattività tra performers, artisti e proiezioni video, luci ed effetti laser. Ulteriori info sul sistema Black Trax sono disponibili all’interno del blog di Laser Entertainment. Di seguito invece un esempio di applicazione all’interno del recente MIR di Rimini.

Cominciamo l’intervista proprio con Marco Filibeck per capire il perché di questa scelta e per farci illustrare concept e scelte artistiche e tecniche di questo progetto.

ZioGiorgio: partiamo dal concept, com’è nato il progetto illuminotecnico e visivo di questa produzione?

Marco Filibeck: ho incontrato la prima volta il regista Gabriele Salvatores alla Scala nel settembre scorso. Gabriele mi ha illustrato la sua idea dello spettacolo ed in particolare la sua visione registica del personaggio della Gazza, spiegandomi come per lui fosse ,aldilà del titolo dell’opera, centrale nello sviluppo della narrazione. Salvatores ha pensato che una acrobata nel ruolo della Gazza potesse sviluppare perfettamente ciò che lui immaginava , cioè che fosse quest’uccello impertinente, dispettoso e giocherellone il vero regista di tutta la storia, colui che crea lo spazio attraverso le sue evoluzioni (overture) e che muove i fili di tutta la vicenda semi-comica. Ho capito subito che avrei avuto bisogno di un sistema speciale per seguire con la luce tutte le evoluzioni della Gazza-acrobata che non poteva essere un semplice seguipersona.

ZioGiorgio: puoi descriverci quali fixture e controller sono stati utilizzati e il motivo della loro scelta?

Marco Filibeck: alla Scala esiste un impianto di illuminazione potente e ben assortito, montato in modo stabile in palcoscenico . Questo ci permette di gestire la successione dei tanti spettacoli in tempi relativamente brevi. L’impianto è composto da tipologie diverse di proiettori e sorgenti ,come moving HMI , moving a LED, incandescenze di grande potenza, colorscroller, diffusori ecc… Questo impianto è stato integrato con altre luci ed in particolare 5 Arri da 4kw hmi con color scroller, proiettori vari a terra e strobo per creare l’effetto dei lampi. Un importante lavoro è stato dedicato alle installazioni all’interno della scenografia con un impianto composto da strip LE nelle tipologie White e RGB posizionate all’interno dei 4 piani del “carro prigione”.

ZioGiorgio: quali sono i punti di forza nell’utilizzo del sistema Blacktrax secondo il tuo punto di vista?

Marco Filibeck: il Blacktrax è stata la soluzione ideale che mi ha permesso come accennavo all’inizio, di illuminare l’acrobata Gazza, durante le sue evoluzioni sulle corde che erano state predisposte. L’artista saliva lungo le corde anche a 10 m di altezza e non sarebbe stato possibile seguirla con i followspot tradizionali. Ho utilizzato 2 VariLite 3500Q montati sotto il primo ponte luci per gestire il sistema. Si tratta, come vedi, di un allestimento ricco di integrazioni tra diverse tecnologie.

ZioGiorgio: è stato complicato combinare il tutto?

Marco Filibeck: si è stato abbastanza complicato ma non più di altre produzioni. Ormai gli impianti che gestiamo sono sempre compositi da sorgenti di diversa natura e potenza con LED, fluorescenti, scarica e incandescenze. Per l’occasione ho utilizzato anche un diffusore ai vapori di mercurio.

ZioGiorgio: in fase di allestimento come ti sei interfacciato con il resto del team e gli artisti e come hai risolto le criticità, se presenti?

Marco Filibeck: ho seguito la settimana di prove che ha preceduto l’allestimento qui alla Scala, all’interno del Teatro dell’Arte. Durante queste prove il confronto con Salvatores e lo scenografo Maurizio Fercioni è stato fondamentale per mettere a fuoco le necessità e immaginare una drammaturgia della luce per poi tradurla in un impianto efficace.

ZioGiorgio: infine com’è, a livello emotivo, lavorare alla Scala?

Marco Filibeck: lavoro qui da tanti anni ma nonostante questo, l’aspetto emozionale di ogni nuova produzione non si spegne mai. Per la Gazza ladra poi è stato tutto un po’ speciale perché di Salvatores ho visto quasi tutti i suoi film e poterci lavorare insieme è stato molto stimolante, difficile ma alla fine appagante.

Mattia Diomedi, Blacktrax specialist per Laser Entertainment si è occupato insieme a David Todaro del settaggio e gestione dell’intero sistema sulla base delle indicazioni del Lighting Designer.

ZioGiorgio: bentrovato Mattia, puoi descrivere il principio di funzionamento di Blacktrax?

Mattia Diomedi: partiamo dalle basi per chi non conoscesse l’argomento. Il tracking è una tecnica utilizzata per localizzare la posizione di un marker o oggetto all’interno di uno spazio, sia questo 2D o 3D. Nel tracking 2D si parla di coordinate relative allo spazio bidimensionale di una immagine o video mentre per tracking 3D possiamo intendere la localizzazione dell’oggetto in uno spazio reale. Nello specifico il Blacktrax è in grado di effettuare il tracking nello spazio 3D e quindi di restituire coordinate di posizione e rotazione con accuratezza millimetrica
Il tracking di Blactrax è basato su di un sistema di telecamere che possono lavorare sia in modalità infrarosso che nello spettro del visibile (utilizzata solo nelle fasi di puntamento e fuoco) e che sono posizionate intorno all’area in cui si muove il performer o gli oggetti di cui si intende tracciare il movimento.
Il Blactrax utilizza tecnologie derivate dal mondo della Motion Capture cinematografica, per intenderci la stessa tecnologia con cui vengono animati i personaggi virtuali nelle produzioni Hollywoodiane, e deriva da questo know-how maturato in anni di lavori sui set la grande stabilità, precisione ed affidabilità del sistema. Il lavoro fatto da Cast Software è stato quello di adattarlo e semplificarlo per adeguarlo all’utilizzo nel mondo del Live Entertainment, facendolo poi comunicare con il software propritario Wysiwig per il controllo dei proiettori.
Oltre alle camere, il sistema è poi composto dai Beacon che sono dei bodypack a cui si collegano i led ad infrarossi (fino a tre per ogni Beacon). Tutti i bodypack e quindi i LED sono sincronizzati via wireless tramite un router ed un Timekeeper che effettua la sincronizzazione di tutto il sistema. Grazie a questa sincronizzazione il software è in grado di riconoscere fino a 256 LED differenti, ognuno con accensione ad una frequenza definita.
Il sistema si completa poi con un server dedicato su cui gira una suite di software tra cui Wysiwig, Motive e Blactrax, ognuno con compiti differenti. Potremmo riassumere il tutto in questo modo: il software Blacktrax raccoglie da Wysiwig informazioni circa il patch ed il posizionamento delle fixture all’interno dello stage, mentre da Motive ricava le coordiante di posizionamento dei singoli LED infrarossi.

ZioGiorgio: quali sono i pre-requisiti prima di procedere con l’installazione di Blacktrax? E’ necessario preparare, simulare e configurare il sistema prima dell’allestimento?

Mattia Diomedi: prima di procedere con l’installazione del sistema di tracking, è necessario verificare che esistano le condizioni adatte per il corretto funzionamento del sistema. Per far questo è necessario valutare criticità ambientali ed eventuali problematiche relative al posizionamento LED-telecamere ed alle tempistiche di taratura dell’impianto.
Solitamente questa fase prevede l’acquisizione e l’analisi dei disegni tecnici nonché la ricostruzione in 3D dell’area. Successivamente in Wysiwig verifichiamo il posizionamento delle camere e la relativa copertura della zona di tracking. È in questa fase che viene scelto il numero ed il posizionamento degli apparecchi.
All’interno di Wysiwig sono presenti le fixture delle camere che mostrano l’area di copertura nello spazio 3D, così da poter visualizzare posizione e puntamento. Questa è una fase obbligatoria in installazioni complesse come ad esempio quella del Teatro alla Scala dove è necessario effettuare opportune verifiche ma che può anche essere tralasciata se l’installazione non presenta problematiche ad una prima valutazione. Non è obbligatoria a livello tecnico per il corretto funzionamento del sistema ma fondamentale per una corretta progettazione.

ZioGiorgio: di quante telecamere/sensori è composto il sistema Blacktrax realizzato?

Mattia Diomedi: il sistema montato al Teatro alla Scala per la Gazza ladra di Salvatores è composto da 9 telecamere: 2 ai lati del boccascena, 2 sul ponte luci e rispettivamente 3 e 2 sui primi ballatoi. Per quanto riguarda questa installazione la scelta delle zone di installazione delle camere è stata la fase più delicata e complessa.
È stato infatti necessario rispondere a determinate specifiche per quanto riguarda il posizionamento. Avevamo necessità di ricavare punti di appendimento in posizioni fisse che non si muovessero nell’arco dei 30 giorni in cui il sistema è rimasto installato, e questo risulta molto complesso in un teatro dove vengono montate fino a tre produzioni contemporaneamente. Oltre a questo naturalmente le posizioni scelte dovevano essere libere da ostruzioni come fondali o scenografie, senza contare che l’artista per cui era richiesto il tracking era in continuo movimento lungo tutto il palco.

ZioGiorgio: quanto tempo avete impiegato per il setup completo e funzionante del sistema e quante persone erano necessarie?

Mattia Diomedi: il sistema è stato montato in 2 giorni da due persone, tenendo presente che alla Scala si è sempre soggetti alle tempistiche dettate dalle produzioni.
Abbiamo poi eseguito un pre-montaggio al CRT dove per una settimana abbiamo potuto simulare in piccolo l’installazione, verificando in quella sede il comportamento del sistema nelle situazioni più critiche, cioè quelle in cui l’acrobata assumeva posizioni particolari che potevano nascondere i LED alla visione delle telecamere.

ZioGiorgio: come funziona l’interfacciamento con la console luci?

Mattia Diomedi: l’interfacciamento con le console luci è effettuato tramite il merging dei canali dato dai Nodi Artnet di Luminex, gli unici al momento che gestiscono il protocollo RttrPL proprietario di Blacktrax.
Il nodo effettua un merging dei canali di Pan Tilt, Zoom ed Iris delle fixture che si intende utilizzare, mentre tramite il fader di un canale è possibile spostare il controllo delle fixture dal banco luci al sistema Blacktrax. In questo modo il Lighting Designer è libero di utilizzare i proiettori nei momenti in cui non sono impegnati dal tracking, ed è inoltre possibile settare canali di trigger separati per fixture o gruppi di fixture in modo da gestire modularmente l’impianto.

ZioGiorgio: ci sono state criticità o problematiche e se si come sono state risolte?

Mattia Diomedi: come anticipato precedentemente le maggiori criticità sono state relative alla scelta delle posizioni delle telecamere in relazione ai movimenti dell’artista sul palco. Altra particolarità riguardava il posizionamento dei LED sul costume. Considera che dovevamo garantire il massimo comfort ad un’atleta che si esibiva in acrobazie a 10mt dal suolo.

ZioGiorgio: avete fornito voi il sistema?

Mattia Diomedi: si, il sistema è stato fornito ed installato da Laserentertainment. Ad oggi siamo la prima realtà italiana ad aver investito nella formazione di personale qualificato all’utilizzo del software nonché a proporlo sul mercato rental nazionale ed internazionale.

ZioGiorgio: esistono possibilità di utilizzo di Blacktrax al di fuori del mondo del Lighting?

Mattia Diomedi: il sistema è in grado di comunicare con i media server tramite il protocollo RTTrPM che racchiude al suo interno tutte le informazioni di coordinate relative ai singoli LED, ed è proprio all’interno di questo protocollo che si trovano a nostro parere le potenzialità creative del sistema al di là dell’utilizzo in modalità followspot. Utilizzando questi dati siamo in grado di creare scenari che interagiscono con l’artista o il performer coinvolgendo diversi media: dalla creazione di contenuti video interattivi processati in realtime, all’interfacciamento a sistemi laser o alla gestione di segnali audio. Un esempio di utilizzo è il balletto creato per la fiera MIR di Rimini, dove due ballerini interagivano con le proiezioni in tempo reale.

BlackTrax è distribuito in Italia da RM Multimedia con cui Laser Entertainment organizza demo e training sul sistema, previo appuntamento presso lo show room di Cologno Monzese (MI).

Info: www.laserentertainment.com

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