Recensione pedale Electro Harmonix Canyon Delay

Oggi testiamo l’ultimo delay da Electro-Harmonix, un delay che già dopo l’annuncio fatto questa primavera aveva suscitato notevole interesse. Già a prima vista prometteva di essere una delle uscite più interessanti nel campo degli effetti per chitarra di questo 2017. Il Canyon Delay è un pedale a formato singolo che però è in grado di fare con la qualità molto alta a cui al casa newtorkese ci ha abituati, quello che solo altri pedali doppi riescono a fare con un ingombro e costo maggiore.

Presentazione

Iniziamo col dire che il Canyon Delay & Looper è un delaly digitale che contiene dieci effetti di ritardo differenti più un looper da oltre un minuto. Quest’ultimo come si sa, seppure va inserito di diritto tra gli effetti di ritardo, di fatto è una categoria a se, poichè non viene utilizzato per un arricchimento del sound come effetto mixato al suono originale ma come un vero e proprio registratore in grado di costruire layer successivi su cui poi suonare e improvvisare. Il delay di questo pedale è molto versatile, riuscendo a creare effetti di ritardo che vanno da un minimo di 5 millisecondi fino a tre secondi. Solitamente lo standard sono un paio di secondi, ma il digitale permette di aggiungere ancora più ritardo così che anche nei pezzi lenti e più psichedelici possiate sfoggiare dei sottofondi amplissimi e praticamente infiniti.
Attraverso il tap tempo, che si può controllare dallo switch in modo intelligente o da un tap tempo esterno, si può sincronizzare il delay al proprio pezzo, e la funzione Divide aiuta ad ottenere divisioni ritmiche molto precise. Il tap tempo è intelligente poichè capisce da solo se state impostando il tempo o se state disinserendo l’effetto, tutto sullo stesso switch. Inoltre il tasto Tap Divide permette di scegliere tra tre divisioni diverse di ritardo: quarti, ottavi puntati e ottavi. In questo modo potete creare strutture delay precise e incastri ben programmati.

I controlli, pur essendo un pedale abbastanza complesso, rimangono semplici e classici: FX LVL, per mixare il segnale effettato con quello dry; DELAY, per impostare il ritardo manualmente;FEEDBACK, per settare il numero di ripetizioni. Il quarto controllo seleziona invece la tipologia di delay scelta tra le dieci che vedremo più sotto nella prova.
La complessità del pedale si rivela tenendo premuto il tasto TAP DIVIDE, i tre comandi principali assumono qui funzioni di secondo livello, diverse e dedicate per ogni tipologia di delay. Per questo motivo è necessario un po’ di apprendistato ed una buona lettura del manuale per sfruttare appieno le potenzialità del pedale. Il pedale mantiene in memoria gli ultimi parametri di secondo livello impostati per ogni effetto, così che non dobbiamo impostarli da nuovo ogni volta.

Dal punto di vista strutturale è realizzato ottimamente, molto robusto e nel formato standard con belle serigrafie e manopole in plastica resistente. Electro-Harmonix da questo punto di vista non delude mai.
L’alimentazione è la solita 9V DC ed il pedale assorbe circa 200mA di corrente.

La Prova

 

Ecco gli algoritmi del Canyon riassunti e spiegati brevemente:

1. ECHO – Delay Digitale classico. Il classico delay senza modulazione con decay regolabile e ripetizione fedele del segnale. Vedi i suoni alla The Edge, uno su tutti.

2. MOD – Delay con Modulazione, più caldo e d’atmosfera. La modulazione regolabile permette effetti anche particolari e sintetici, ma io preferisco valori più moderati. Qui ho spinto un po’ per renderla molto evidente, con un effetto quasi psichedelico.

3. MULTI – Multi-tap Delay, con ripetizioni in numero preciso che non vanno a calare in volume. Si possono fare cose moderne e ottenere incastri molto netti e precisi, programmando ad hoc il numero delle ripetizioni.

4. REVRS – Reverse Delay, con l’eco che viene riprodotta al contrario con un effetto molto creativo, slavato e nostalgico, soprattutto sugli arpeggi come questo.

5. DMM ­­– Deluxe Memory Man, emulazione del famoso pedale analogico con linea di ritardo bucket brigade e possibilità di modulazione regolabile sulle ripetizioni. Un classico assoluto con un suono caldo e che può ricreare il sound di pezzi memorabili.

6. TAPE – Tape Delay, emula il delay a nastro con la sua tipica modulazione e distorsione. Il taglio progressivo delle alte e l’aumento della distorsione via via con le ripetizioni creano un suono old-style caratteristico. Bella anche l’emulazione fedele della variazione della velocità del nastro in tempo reale e dell’auto-oscillazione perpetua giocando con feedback e tempo di delay.

7. VERB – Riverbero più Delay, il delay passa attraverso un riverbero tipo plate. Anche qui un classicone per mille occasioni. Se mettete il delay e feedback quasi a zero ottenete un semplice riverbero plate molto utile all’occorrenza.

8. OCT – Octave Delay, dove le ripetizioni vengono alzate o abbassate di un’ottava. Effetto super-creativo. Anche qui se volete potete annullare il tempo di delay e ottenere un octaver puro. Piccolo trucco che risparmia un pedale e un bel po’ di soldi.

9. SHIM – Shimmer, un effetto che genera un ambiente ricco di ripetizioni, effetto octave, modulazione e molta densità. La chitarra può diventare quasi un synth dalle sonorità angeliche. Anzi, se mettete il livello dell’effetto al 100% Wet lo diventerà.

10. S/H – Sample and Hold, con cui il pedale genera un delay infinito che suona fino a che non viene suonata la nota o accordo successivo. Regolando la soglia con il controllo Feedback potete creare un auto-accompagnamento basato sulla dinamica della vostra mano. Ci vuole un po’ di pratica ma l’effetto sorpresa sugli ascoltatori è garantito.

11. LOOP – Looper  da 62 secondi. Qui non credo ci sia alcun bisogno di spiegazioni. In ogni caso funziona bene e potete salvare nel pedale l’ultimo loop registrato, anche se togliete l’alimentazione.

Conclusioni

Il Canyon Delay, dopo averlo provato molto sia nelle registrazioni in studio che live, è il pedale che secondo me, una volta inserito nella propria pedaliera, è difficile da abbandonare. La sua qualità è ottima, riassume in un piccolo spazio una quantità di possibilità incredibili e, una volta fatta un po’ di pratica, è semplice da usare come un delay normale.
L’ho utilizzato con la chitarra elettrica, con l’acustica e persino su alcune voci sperimentali per qualche arrangiamento in studio. Inoltre, con la modalità Delay+Riverbero ed il delay e feedback al minimo diventa un buon riverbero Hall, il che mi ha permesso di togliere il pedale riverbero dalla mia pedaliera. In fondo è un risparmio di spazio e denaro notevole.
Per tutto quello che ho detto qui sopra, anche se costasse il doppio, il Canyon sarebbe un gran pedale. E invece costa circa 150€, che con i prezzi che girano oggi, non dico che è regalato ma è sicuramente nella mia top-five dei pedali col maggior rapporto qualità/prezzo che abbia mai provato.

Info: www.ehx.com

 

Luca “Luker” Rossi
Redazione ZioMusic.it

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