Dopo l’articolo sulla registrazione del Charleston oggi continuiamo con altri due elementi fondamentali per la registrazione di una buona batteria: i Tom e gli Overhead.
I Tom: come partire?
Considerando che il numero varierà secondo le esigenze del batterista, per i tom vi serviranno almeno tre microfoni uguali, o anche di più, per far si che la ripresa dei fusti sia più omogenea possibile. Personalmente ho sempre preferito i microfoni dinamici per questo scopo. Si tratta di un elemento percussivo capace di una pressione sonora molto alta ed i microfoni dinamici sopportano meglio queste dinamiche estreme. Questo mi permette anche di avvicinare parecchio i microfoni alla pelle battente e sfruttare l’effetto prossimità, che mi darà più basse. Tengo il microfono sul bordo del cerchio ma lo inclino verso il centro se la mia intenzione è di avere più attacco, mentre per un suono più corposo e meno aggressivo lo punto più verso il rim per riprendere più la risonanza della pelle piuttosto che il colpo.
Quali microfoni? Tra scelta sonora e budget
Avrete bisogno di più microfoni dello stesso tipo, quindi il budget qui può influire abbastanza nella scelta. In ogni caso il suono cambierà a seconda del microfono scelto, quindi anche questo è un fattore importante da considerare.
Si utilizzano spesso i Sennheiser MD421, per la loro direzionalità e anche perchè sono versatili e utili non solo per i tom. A me poi piacciono molto anche gli AKG D112. Ricordo anche un progetto dove c’era una parte da registrare di soli tom e timpani. Ho sperimentato usando degli Electro-Voice RE20, potenti, definiti e di grande profondità. Fu impegnativo intonare i tom con quel dettaglio e precisione ma il risultato fu da brividi!
Nel caso in cui desideriate dei tom più mediosi e con tanto attacco, gli Shure SM57 tornano sempre utili, oppure una soluzione economica di mezzo potrebbero anche essere degli SM58.
Non dimenticate i preamplificatori
Sui tom preferisco sempre attenuare in fase di tracking quella parte mediosa che arriva dal fusto che genera l’effetto “cartone”. Per questo sono abituato ad usare dei preamp API 512c che vanno verso altrettanti EQ parametrici API.
Mi sono trovato bene anche con i preamp della SSL, per non parlare dell’ SSL 4000G, quello è perfetto per tutta la batteria. Nei banchi analogici però è utile inserire un gate per togliere la risonanza prodotta per conduzione dagli altri elementi, così si elimina la coda di medio-basse che riduce la definizione della ripresa. Sulle workstation digitali servirà comunque un plug-in di gate in insert sulla traccia per lo stesso motivo.
Gli Overhead: una scelta di campo
I microfoni Overhead riprendono i piatti e, ovviamente, anche tutto il resto della batteria in sottofondo. Sono quindi una ripresa delicata.
La quantità di microfoni, oltre al budget a disposizione, dipenderà da diversi altri fattori: posizione e disposizione della batteria, posizione del musicista e quantità di pezzi da riprendere.
Su di un set standard solitamente metto due microfoni a condensatore con attenuazione fino a 20dB puntati con la capsula parallela alla superficie dei piatti. L’idea generale è quella disegnare una specie di triangolo equilatero tra il primo e l’ultimo piatto per lato.
Un’altra tecnica di ripresa che talvolta utilizzo è di posizionare i microfoni quasi sopra la testa del batterista, ma direzionati dalla parte opposta rispetto al rullante, cassa e tom, con pattern cardioide a coppie coincidenti.
Quindi aggiungo sempre un secondo o terzo microfono sui piatti ritmici come il ride, solitamente un condensatore a capsula stretta diretto sempre sul lato battente ma più vicino degli altri.
Microfoni e Preamp da Overhead
La scelta che preferisco in questa applicazione sono i DPA 4011. Sono molto lineari e vanno benissimo per il pop. Se invece stiamo su pezzi rock allora mi oriento verso un paio di AKG C414 con pattern cardioide, decisamente aggressivi. Se invece il budget ristretto vi costringe a scelte più abbordabili potete optare per gli AKG C451, Rode NT5 o i BM800, cercateli in rete….
Per il ride mi piace molto usare il Neumann KM184.
Anche qui come preamp sceglierei gli API 512c, che sono fedeli alla sorgente ed hanno una linearità che molto si addice allo scopo, soprattutto quando lavoriamo a livelli di RMS attorno allo zero. Qui la mia scelta segue la filosofia di non saturare mai un segnale ad alta frequenza già in registrazione, potrò sempre farlo in un secondo momento. Le distorsioni sugli acuti sono davvero fastidiose. In questo caso, sempre stando sui preamp a stato solido, consiglio anche il Neve 1073.
La ripresa degli overhead a mio modo di vedere non va equalizzata quasi per niente. Se proprio ne sento il bisogno metto un filtro passa-alto a 200Hz per tagliare un po’ di basse. In fase di mix potremo lavorarci anche molto, ma è meglio avere una ripresa naturale, poichè il rientro di rullante e tom è significativo e contribuisce a dare un carattere piuttosto che un altro al suono complessivo della nostra batteria.
Per il capitolo finale riguardante la batteria andremo a parlare della ripresa dell’ambiente.
Marco Borsatti
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