Dopo l’annuncio dell’uscita di Superior Drummer 3, della svedese Toontrack, si è generato in brevissimo tempo molto interesse per questo libreria/v-instrument, poichè le sue caratteristiche di punta hanno lasciato pensare fin da subito ad un prodotto di alto livello.
Anche sui social si è scatenata una ridda di discussioni tra estimatori e detrattori, soprattutto per il peso dei pacchetti che questa libreria propone – oltre 230 GB di campioni – ma anche per il coinvolgimento e la direzione del guru della registrazione George Massenburg, inventore anche dell’equalizzatore parametrico, in questo progetto.
Presentazione
Superior Drummer 3 è l’apice della catena alimentare delle batterie virtuali. Nessuno aveva mai fatto nulla di simile prima, campionando 7 drum kit professionali in uno studio di livello stellare come i Galaxy Studios in Belgio e con una capacità di mixaggio fino a 11.1. Oltre a questo la scelta dei rullanti – ben 25 – e 16 grancasse, 350 suoni di percussioni elettroniche e diversi set di piatti, percussioni acustiche e strumenti accessori come spazzole, mallet e bacchette hot-rod, fanno si che la scelta per la creazione del proprio suono di batteria non sia mai stata così ampia a questo livello.

Il mixer custom di SD3 con gli effetti integrati e la barra di composizione in basso.
Un grande passo in avanti, rispetto alla versione 2, SD3 lo fa con l’integrazione dell’interfaccia e delle funzioni di composizione di EZ Drummer 2, diventando di fatto non più una libreria ma una vera e propria piattaforma completa per la composizione delle batterie. Questo ecosistema permette di integrare in modo estremamente semplice i groove di batteria, che attraverso un sistema intelligente di ricerca possono venire ricercati per somiglianza, per nome, per tempo, per tipologia, intensità o anche introducendo un beat da tastiera o un MIDI da file.
A questo aggiungiamo la nuova funzione Tracker, che è in grado in pochi secondi di convertire una parte audio in MIDI, sia singole tracce di batteria che mix di batteria completi, distinguendo i suoni all’interno e creando una parte MIDI per rimpiazzare suoni, creare layer e fare un lavoro di produzione creativa sulle batterie con una facilità e praticità prima solo immaginabile.
La possibilità di rimpiazzare ed editare una batteria audio dopo averla registrata, sostituendo anche un solo tamburo, rinforzando il rullante o la cassa, aggiungendo parti elettroniche sincronizzate, prima avrebbe richiesto un lavoro manuale di precisione e lunghezza estenuanti.
Chiudo la presentazione soffermandomi sull’interfaccia di SD3. E’ davvero ottima e molto migliorata. Le funzioni di editing del suono e dei groove sono aumentate e molto più razionali. Il mixer ed i plug-in integrati funzionano bene e permettono di risparmiare tempo ed in molti progetti evitare addirittura il bounce in audio quasi fino alla fine. L’integrazione con le librerie di EZ Drummer e tutte le librerie Toontrack mette per altro a disposizione un vasto menù di scelta dei groove in moltissimi stili.
Infine sia sotto DAW che in standalone SD3 è pensato per lavorare in modo professionale con le batterie elettroniche fisiche – le e-drum – aumentando notevolmente il realismo delle parti suonate e registrate, potendo personalizzare i kit ed ogni parametro nel dettaglio.
La Prova
Per questa prova ho scritto un breve brano, “Funk That Funk”, proprio per mettere alla prova SD3 in uno degli ambiti più difficili ed ostili per le batterie virtuali, il funk. In questo genere ci sono tantissime articolazioni diverse ed i batteristi si sbizzarriscono con groove intricati che spesso rivelano i difetti e la mancanza di realismo di questi software.
Ho preso le librerie integrate nel pacchetto, che sono suonate molto bene, e le ho adattate alle mie esigenze, utilizzando sia l’editor di stile che l’editor MIDI. Quello che mi piace molto di questo software è che praticamente si può fare tutta la composizione della batteria ed arrivare fino al mix, senza mai lasciare l’interfaccia. Un gran risparmio di tempo.
Sono partito da un drumkit funk Ayotte preso dai tantissimi preset disponibili ed ho modificato qualche suono e poi agito sia sulle velocity dei tamburi che sugli inviluppi – soprattutto cassa e tom – per personalizzare il tutto.
Negli esempi che seguono potete ascoltare anche la batteria isolata per apprezzare il realismo davvero notevole di cui SD3 è capace. L’articolazione sull’ hi-hat, rullante e sul ride sono impressionanti ed il risultato generale è altamente credibile.
Vi ho realizzato anche qualche altro esempio in generi e tempi diversi per testare la versatilità di questo v-instrument. Potete trovare un esempio suonato con le spazzole in cui si sentono dei bei dettagli di questa tecnica, oppure un esempio con una batteria molto processata e tutta realizzata con gli effetti interni e l’editing di SD3 con un risultato molto creativo. e poi un pezzo metal serratissimo con i tamburi accordati bassi.
Conclusioni
E’ stato molto divertente lavorare a questa recensione su SD3, un v-instrument che davvero mette in difficoltà l’orecchio umano – anche esperto – poichè se utilizzato per bene riesce ad ottenere parti di batteria praticamente indistinguibili in un mix da una vera batteria registrata. Lo so che con questa affermazione mi farò odiare da molti batteristi ma è così, a tal punto che ormai non sappiamo mai davvero in un disco cosa è reale e cosa no.
Ciò che è ancora migliorabile è la funzione Tracker, molto utile ma non ancora precisa quanto vorrebbe essere. Diciamo che può darti un buon punto di partenza ma non pensiate che farà tutto da sola, il lavoro di raffinazione del risultato ottenuto è ancora piuttosto lungo, ma sempre meno che se non ci fosse.
Tra i difetti che alcuni rilevavano c’è la pesantezza del software. E’ pesante? Si, abbastanza, 250 GB richiedono praticamente un HD apposta solo per lui e quindi dovrete tenerne conto. Però se vi evitate di scaricare i pacchetti per il surround 11.1 – che non so quanti potranno vantarsi di utilizzare – ridurrete il peso quasi alla metà. Per quanto riguarda invece il caricamento delle librerie, direi che se la cava piuttosto bene, non meglio o peggio degli altri strumenti analoghi. Se avete un computer con un bel po’ di RAM non avrete mai problemi di velocità o latenza.
Ovviamente Superior Drummer 3 non sostituisce il batterista, la sua creatività, la sua capacità espressiva, ne il fatto che una batteria ben registrata in studio probabilmente suonerà ancora meglio. Il discorso però è che Superior Drummer 3 costa dai 179€ della versione base ai 349€ della versione full, e lo si può ammortizzare anche con una sola produzione. Una batteria registrata da un professionista in uno studio di buon livello può costare 100-200 euro l’ora. Se si lavora su produzioni veloci, pre-produzioni, arrangiamenti per jingle, sigle, video e produzioni discografiche con batterie ibride, le possibilità, praticità, velocità ed il prezzo di questo software sono difficilmente battibili.
Info: www.toontrack.com
Info: www.midiware.it
Luca “Luker” Rossi
Redazione ZioMusic.it