Orientarsi nel mondo della musica oggi è diventato piuttosto difficile. Non si può dire certo che nemmeno in passato questo mondo magico ed allo stesso tempo precario abbia goduto di buona fama per quanto riguarda le possibilità lavorative e di carriera, tuttavia oggi la trasformazione del mondo al digitale e la globalizzazione hanno reso maggiori i “pericoli” ma anche aumentato le possibilità.
Per guidarci alla comprensione, o quanto meno a diradare di un poco le nebbie che avvolgono l’ambiente musicale attuale, abbiamo scelto di fare qualche domanda a Luigi Sansò, docente di Trattamento digitale dell’audio II presso Università di Tor Vergata a Roma ed esperto di professionalità musicali e dell’audio per la sua lunga militanza in questo settore e per il suo impegno nello sviluppo di una didattica legata all’universo in continua espansione dell’audio digitale e della musica per il gaming.
Si tratta di una chiacchierata molto utile per tutti i professionisti ma ancora più utile per tutti i giovani che intendono fare il mestiere del musicista, del compositore o del tecnico nella musica.
ZioMusic.it: Il panorama della musica è cambiato molto in questi anni. La tecnologia nella musica, che tu insegni ad utilizzare nei tuoi corsi, ha cambiato molto sia il modo di fruire i contenuti musicali che le possibilità che ha la musica di inserirsi in contesti sempre più ampi.
A tuo modo di vedere, quali sono i lati migliori e quelli peggiori di questo nuovo mondo per la musica, un mondo che probabilmente abbiamo solo iniziato a scoprire?
Luigi Sansò: Ritengo che l’innovazione tecnologica sia al centro del nuovo modo di vivere la musica e di vivere “con” la musica, parallelamente alle competenze musicali oggi sarebbe anacronistico non costruire una solida base di competenze sull’utilizzo delle tecnologie per la produzione musicale e sonora. Le prospettive lavorative sono ampie ma è necessario costruirsi un bagaglio di competenze trasversale. Da questi presupposti abbiamo creato percorsi didattici di alta specializzazione in contesti accademici di primo piano. Grazie ad un mio rapporto diretto con le aziende che producono le tecnologie software e hardware per il sound design e la music composition, i nostri studenti dispongono delle ultimissime tecnologie e imparano ad utilizzarle al massimo livello.
ZM: La possibilità di produrre musica professionalmente in piccoli studi e talvolta anche solo con un portatile ed una scheda audio ha rivoluzionato il music business. Contestualmente i lavori possibili nella musica sono aumentati, ed alcuni di questi sono insospettabilmente più ‘convenienti’ di altri se si vuole farne un mestiere vero. Ci dai una mano a fare una panoramica, un’istantanea di questo momento?
LS: È possibile individuare dei pro e dei contro. Il periodo storico che viviamo è indubbiamente costellato di “micro-creatori”, spesso anche molto bravi, tuttavia la facile reperibilità di tecnologie molto basiche permette potenzialmente a chiunque di proporsi e guadagnare visibilità, creando una situazione per la quale il mercato si è riempito di persone non ancora pronte. Un caso differente è costituito, ad esempio, dal mondo del sound design per videogame: simili condizioni non si verificano poiché le competenze tecniche richieste, a parità di preparazione musicale, sono scarsamente accessibili in autonomia e senza sforzi d’apprendimento. Da questo punto di vista anche la music composition per cinema e TV oggi richiede un alto tasso di utilizzo delle tecnologie e un serio ed impegnativo approfondimento sull’utilizzo delle sound library piuttosto che dei sistemi multi-espressivi che, come sai, sono al centro della più importante svolta innovativa dai tempi della creazione del MIDI. Stiamo vivendo in una fase storica nuovamente pioneristica, grazie anche ai nuovi linguaggi come ad esempio quello “cinematico” che ha aperto la strada a delle forti influenze di sound design sul comparto compositivo musicale e viceversa. I nostri studenti riescono a lavorare tranquillamente dalle loro postazioni create ad hoc in casa, per poi finalizzare i prodotti in termini di MIX, magari in studi professionali una volta definita la parte compositiva con il regista o il supervisor musicale del progetto. In Italia ci sono alcuni studi registrazione che hanno allargato la loro operatività verso questi settori, personalmente adoro lavorare in una struttura fra le più attrezzate in Italia (e non solo), che è bellissima e si trova incredibilmente in Calabria. In questa struttura abbiamo realizzato e finalizzato lavori molto importanti, in particolare nell’ambito dei videogame. Sarà mia cura invitarti a visitare questa bellissima realtà che si chiama Metro Records, durante una delle prossime sessioni.
ZM: Se un ragazzo/a ha molta passione e talento per la musica, quale ambito ti sentiresti di consigliargli/le dovendo affrontare un corso di studi?
LS: Negli ultimi anni, la crisi della discografia ha drasticamente ridotto il segmento del mercato musicale dedicato agli studi di registrazione. L’idea di avviarsi oggi verso una carriera di “tecnico del suono” o di “musicista per l’industria discografica” non risulta attualmente la scelta più saggia per i più giovani e talentuosi. Le competenze alla base di queste professioni appena citate rimangono assolutamente necessarie ma necessitano di fondersi con altre. Oggi il mercato è dominato da figure “ibride”, professionisti che uniscono elevate competenze musicali, competenze nel sound design e nell’utilizzo delle più avanzate tecnologie hardware e software. La cosiddetta musica “cinematica”, che trova grandi spazi di applicazione nell’ambito del cinema, è fortemente influenzata dal sound design: si tratta, nella quasi totalità dei casi, di progetti iniziati su un computer grazie al massimo utilizzo di DAW e Virtual Instrument con routing audio-MIDI non banali. Da non sottovalutare anche il comparto di creazione di contenuti e librerie virtuali.
Dallo scorso anno a Roma per esempio abbiamo introdotto un nuovo corso: “Sviluppo sound library e plugin Audio-MIDI”. In Italia abbiamo grandi eccellenze nello sviluppo di library e strumenti virtuali, penso ad esempio ad Audio Modeling, Ethera e molte altre realtà della manifattura digitale italiana. Quello che ho cercato di fare da coordinatore del Master in Sonic Arts e degli otto corsi di formazione del nostro ateneo è stato convincere questi grandi professionisti a dare un contributo attivo nelle nostre attività didattiche in qualità di docenti, portando la loro esperienza alle nostre classi, tutto questo grazie all’appoggio del direttore del Master, Giovanni Costantini. Questo nuovo anno che inizierà a gennaio sarà fondamentale per una novità importantissima per il mercato italiano, il Master in Sonic Arts raddoppierà l’offerta formativa con la creazione di due indirizzi: uno dedicato alle tecnologie per la produzione musicale ed uno totalmente nuovo dedicato al sound design e music composition per cinema e videogame Questi ultimi si aggiungono agli otto indirizzi di alta formazione già attivi. Sono lieto di annunciare qui anche l’ingresso della RAI con una strategica convenzione stage per i nostri studenti.
Siamo inoltre felici dell’ingresso del Maestro Renato Serio in qualità di docente di tecniche di orchestrazione. Renato Serio si aggiunge alla lunga lista di eccellenze italiane e non solo che abbiamo l’onore di avere fra i nostri docenti.
ZM: E’ innegabile che il mondo del gaming e della produzione di contenuti audio per videogiochi e app sia esploso con l’espandersi vertiginoso di questi due business. Quali sono le caratteristiche che un musicista deve avere per approcciarsi a questo ambito che ha caratteristiche abbastanza diverse dalla normale produzione?
LS: A mio avviso le competenze strettamente musicali non mancano, purtroppo mi capita immancabilmente di riscontrare un’assoluta mancanza di consapevolezza riguardo le differenze operative. Un esempio lampante è dato dalla prassi concettuale e operativa di “non linearità” di musiche e sound design per gaming. Spesso i musicisti mi chiedono consiglio su come possano farsi conoscere presso le case di sviluppo di videogame, perché capita che le stesse non rispondano alle loro mail di presentazione, nonostante siano aperte posizioni da sound designer o altro. La mia risposta consiste, solitamente, in una domanda: “Quali software utilizzi per creare sound design o musica adattiva”? Per tutta risposta mi sento dire che i software utilizzati sono Cubase, Logic, ProTools o simili: è proprio questo il problema. Le DAW sono solo una parte della filiera per la realizzazione degli ASSET musicali e sonori in un videogame. Se nelle skill del musicista o sound designer che si propone non compaiono tutti gli strumenti necessari per creare i contenuti, le proposte saranno ovviamente cestinate.
I percorsi formativi di cui mi occupo godono dell’abbinamento di tutte le certificazioni internazionali grazie a numerosi partner che sono le stesse case realizzatrici dei software per la creazione di contenuti non lineari. Cito come esempio Audiokinetic WWISE e Steinberg: la nostra struttura è una Wwise licensed school, ma anche uno Steinberg training center.
ZM: Le tecnologie nella musica hanno permesso di aggiungere sempre più gradi di libertà alle capacità di intervento in tempo reale sul suono. Oggi i controller musicali sono anni luce da quello che erano solo 15-20 anni fa. Molti sostengono che il messaggio musicale stia evolvendo sempre più verso una trasmissione timbrica piuttosto che solo armonica e ritmica. Vedi un rischio di eccessiva omologazione in questa digitalizzazione massiccia della musica?
LS: Non credo ai rischi di omologazione. Credo che questa situazione si verifichi solo per un eccessivo desiderio mimetico, da parte di alcuni operatori, di realizzare qualcosa mantenendo lo stile di qualcos’altro o di qualcun altro. Se si lavorasse con meno temp track, forse, ci sarebbero meno condizionamenti per tutti.
Sono però contento della strada che si è appena aperta: mi riferisco agli strumenti MPE che si sono appena affacciati sul mercato. Questi strumenti permettono oggi la massima capacità espressiva e la possibilità di velocizzare il processo creativo e realizzativo in modo esponenziale. Noto che anche i software iniziano a svilupparsi in quest’ottica. Personalmente, oggi non potrei pensare di lavorare senza strumenti come quelli che produce Roli, i quali, abbinati a strumenti virtuali come quelli di SWAM by Audio Modeling e di altri produttori, permettono risultati veramente straordinari.
È ancor più interessante constatare come questo segmento tecnologico sia solo agli albori. Attualmente l’unico vero limite è la fantasia, indirizzata verso le modalità d’uso e l’interazione multi-espressiva di realtà, hardware e software, di differente provenienza. Quindi, guardandola in prospettiva, direi che la possibilità di spendere le proprie competenze oggi è una realtà.
Con grande gioia vorrei ancora una volta usare la tua sensibilità per fare un piccolo atto di riconoscimento ad alcuni dei nostri studenti che si sono particolarmente impegnati e, grazie ai loro sforzi, hanno raggiunto risultati eccellenti creando musiche e sound design a livelli lavorativi importanti. Alessio Sbarzella, sound designer per la campagna Halloween del brand nazionale di telefonia; Valerio Cartareggia, che ha musicato i video ufficiali di uno dei più importanti musei italiani; Massimo di Paola, che ha musicato alcuni film importanti e una serie di spot televisivi nazionali; Gabriele Duregon, che ha fatto musiche sound design per uno spot dei un brand motociclistico di rilievo mondiale.
ZM: Da docente come giudichi la preparazione musicale nel nostro Paese? Dopo l’introduzione dei Licei Musicali, in molti criticano la diminuzione delle ore di musica nei programmi. Potremmo parlare dei programmi musicali frammentari e quasi inutili nelle scuole per l’infanzia, laddove non si usi ancora il sempre-verde flauto dolce per tutti. Potremmo parlare dei nostri conservatori, che risultano estremamente distanti dal mondo musicale contemporaneo, soprattutto se comparati con ciò che accade all’estero.
Qualcosa è migliorato rispetto al passato?
LS: Pur non sentendomela di fare un commento, condivido il giudizio non proprio lusinghiero su questo fronte che il maestro Ennio Morricone espresse tempo fa, ribadendolo lo scorso dicembre durante l’incontro a porte chiuse con i nostri studenti del corso di Music Composition per Cinema e TV.
Info: Luigi Sansò
Luca “Luker” Rossi
Redazione ZioMusic.it