Sabian: piatti Frequency Reduced per più feeling e meno volume

Da chitarrista è strano che mi occupi io di scrivere un articolo su dei piatti da batteria ma l’uscita di questi piatti Sabian FRX – la sigla sta per Frequency Reduced – mi ha stimolato su di un punto a cui sono particolarmente sensibile: i volumi giusti e la protezione dell’udito.
Sono anni che uso degli auricolari protettivi durante i live e le prove ed i miei test audiometrici confermano che funziona: decine e decine di live ogni anno anche a volumi importanti e migliaia di ore di prove da rock band ad un metro dalla batteria non hanno intaccato il mio udito, permettendomi di lavorare in studio e fidarmi di quello che ascolto. Come capita a molti però, l’episodio che mi ha convinto definitivamente a tutelare i miei timpani è stato un colpo di crash ad un palmo dall’orecchio durante una serata che mi ha quasi assordato per giorni.
Non è colpa di nessuno, un batterista deve essere libero di suonare con la carica giusta per dare il groove alla band, e quando si è in locali piccoli o situazioni non adatte a “picchiare”, chiedergli di suonare piano perchè da fastidio metterà in difficoltà i batteristi meno esperti e di cattivo umore anche i più navigati.

Per questo motivo i piatti Sabian FRX mi sembrano una buona idea per risolvere questo ricorrente problema. Spesso appunto capita che i piatti rientrino troppo nei microfoni o che siano troppo penetranti per suonare in posti come lounge bar, piccoli pub, chiese, sale prova o studi televisivi.
Sono progettati per suonare in posti dove i piatti tradizionali sono semplicemente troppo invasivi e, specifica Sabian, non sono i piatti da allentamento a basso volume diventati oggi abbastanza comuni, ma sono studiati per avere una risposta in frequenza più controllata e gestibile.

Di questa serie sono stati realizzati: un hi-hat da 14″, crash da 16″-17″ e 18″ e ride da 20″ e 21″. Gli FRX hanno un suono corposo e versatile, che tende ad essere ovviamente più scuro dei piatti tradizionali poichè sono le frequenze alte eccessivamente potenti quelle più critiche. L’hi-hat accoppia un top leggero con un bottom di peso medio, per dare una risposta nitida alla bacchetta e buona definizione. I crash mantengono comunque brillantezza e velocità di attacco ma sono più morbidi. E i ride hanno un timbro scuro, articolata risposta alla bacchetta e un feeling più soft.

In questo modo il batterista non deve trattenersi ed i compagni di band, i fonici e i proprietari dei locali sono più contenti e tranquilli per i loro timpani.

Info: www.fbt.it

 

Luca “Luker” Rossi
Redazione ZioMusic.it

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