Il professionista dello spettacolo nei programmi di governo

Ebbene si, l’abbiamo fatto, in questo articolo parleremo di “politica” sfatando un tabù dei più rigidi. Ma a ben vedere non è con i nostri destini che “giocherà” la nuova classe dirigente? Molte scelte future influenzeranno probabilmente il nostro futuro lavorativo e non solo.
Il nostro Walter Lutzu (in versione IENA) è perciò andato alla ricerca di proposte che riguardano il mondo dello showbiz all’interno dei programmi dei due gruppi parlamentari che, stando ai risultato di voto e alle ultime prospettive di governo, stanno contendendosi proprio in questi giorni la guida del Paese.

Mi sono approcciato a questa ricerca con la speranza di non leggere per l’ennesima volta solamente promesse su Pompei o ancora “cultura e turismo, vedi musei”, ma di captare qualche attenzione in più che riguardasse il professionista dello spettacolo sia in termini di sicurezza, sia in termini di riconoscimento professionale, principi, qualità del lavoro, albi, diritti d’immagine e altro ancora.

Come sappiamo – e a quanto pare lo sappiamo solo noi e i nostri lettori – la Cultura e lo Spettacolo si basano su due pilastri fondamentali:

  • le opere frutto della creatività italiana presente e passata di veri e propri artisti, siano essi musei, antiche rovine, spettacoli live, teatri, lirica, danza, film, cibo ecc…
  • coloro che producono, allestiscono, danno visibilità, conservano e diffondono tali opere, e quindi artisti, tecnici professionisti, produttori ecc…

Cominciamo in modo sintetico ad analizzare le promesse elettorali dei pentastellati e della coalizione di centro destra.

Movimento Cinque Stelle

Nel programma elettorale abbiamo individuato tre aree di intervento dove potrebbe nascondersi il “pilastro mancante”: Lavoro, Turismo e Beni Culturali.

Per quanto riguarda il Lavoro leggiamo:“istituzione di un tavolo tecnico di esperti​ al fine di elaborare misure volte ad una significativa revisione e semplificazione dei codici Ateco dell’attività dei professionisti”. Una cosa utile, nella speranza che l’Istat e le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori conoscano anche l’esistenza dei professionisti del settore spettacolo.

Altro passaggio interessante, e che riguarda una buona parte dei lavoratori dello spettacolo riguarda la lotta alle false cooperative, dove il M5S propone “intendiamo introdurre un regime di incompatibilità tra incarico politico-istituzionale e carica di amministratore e/o dirigente di società cooperativa o consorzio di cooperative. Saranno previsti controlli adeguati e la fissazione di stringenti parametri di liquidità, di solidità finanziaria, di trasparenza, d’informazione, di pubblicità dei bilanci e degli investimenti da parte delle cooperative a favore del socio aderente. Il MoVimento 5 Stelle ritiene inoltre necessario eliminare il criterio del massimo ribasso per l’aggiudicazione degli appalti pubblici, tutelare i lavoratori soci di cooperativa dal punto di vista contrattuale, retributivo e normativo, contrastare gli abusi della pratica delle «esternalizzazioni» aziendali della manodopera nonché rafforzare l’attività ispettiva per garantire il rispetto del requisito della mutualità delle cooperative”.

Passiamo al Turismo, dove notiamo che anche qui si da più peso al patrimonio culturale e storico, senza considerare le professionalità in campo, con una serie di proposte che vanno dal turismo sostenibile, alla difesa del Made in Italy passando per la gestione fiscale, fino a proporre un ministero ad hoc.
Genericamente si parla di Alta formazione per gli addetti, dove si dichiara che “l’Italia non ha ancora investito sufficienti risorse nella formazione delle competenze gestionali in grado di valorizzare la nostra capacità promo-commerciale a livello internazionale. Una possibile soluzione sarebbe quella di avviare un network di iniziative di alta formazione sul turismo (Fondazione di studi universitari e di perfezionamento sul turismo) e costituzione di un tavolo operativo con il MIUR per rafforzare la formazione turistica lungo tutta la filiera (formazione formatori, ITS, scuole professionali e così via) con uno sguardo verso il futuro imprenditoriale in linea con le nuove tecnologie 4.0.”

All’interno del capitolo Beni Culturali si parla invece delle figura professionali, e precisamente nella sezione dedicata al Codice dello Spettacolo dal Vivo. Il Movimento 5 stelle si è sempre battuto per rilanciare il settore e per difendere i lavoratori del comparto, umiliati dalla mancata valorizzazione da parte di una politica priva di una visione d’insieme e che corre ormai sempre sui soliti binari senza vedere le opportunità offerte della valorizzazione di certi settori. Crediamo sia pertanto di fondamentale importanza cambiare il senso di marcia e per questo riconoscere il valore culturale dei lavoratori del comparto e garantire tutela e riconoscimento giuridico (per le specificità del comparto sia dal punto di vista della retribuzione sia da quello contrattuale e previdenziale) [… ] Quanto detto vale per tutti i settori dello spettacolo dal vivo, ma ognuno di loro ha le sue caratteristiche e le sue esigenze”.

Lega e Forza Italia
Molto sintetici invece i partiti che formano la coalizione di centro destra. A guardare bene però, troviamo alcuni spunti che meritano considerazione, come ad esempio nella gestione del lavoro, con una interessante proposta presente all’interno del programma della Lega che recita: “CARD DI LAVORO SALTUARIO E TEMPORANEO (TEMPORARY CARD) La card è nominativa, i committenti accreditano i compensi relativi alle prestazioni effettuate, sempre ed unicamente a carattere meramente saltuario, ed i lavoratori titolari potranno utilizzare per acquisti e pagamenti come una qualunque tessera bancomat o postpay. Il pagamento della prestazione da parte del datore di lavoro avverrà solo per via telematica attraverso una piattaforma digitale, denominata TW (temporary work), al quale ciascun committente accede tramite specifiche credenziali e all’interno può costituirsi un “montante” prepagato di prestazioni temporanee, con limite massimo di importo prefissato.”. Non male, se non fosse per il limite di importo, segno che anche in questo caso si ignora la valenza del lavoro a chiamata.

Per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo troviamo tra gli interventi a medio termine “Riforma radicale del FUS, che è il sistema con cui si finanzia lo spettacolo dal vivo.” e tra gli interventi legislativi immediati “Più ampia defiscalizzazione degli investimenti in cultura (cinema, musei, spettacolo dal vivo…).”

Forza Italia presenta invece un programma condiviso del centro destra estremamente sintetico e poco spiegato, dove troviamo all’ultimo punto che racchiude tecnologia, cultura, turismo e tutela dell’ambiente, un semplice “Sviluppo e promozione di cultura e turismo” .

Tralasciando giudizi, simpatie e commenti, quello che proponiamo con questa ZioArea è di informarvi sull’attuale stato di considerazione che le forze politiche, da qui a poco alla guida de Paese, hanno nei confronti del settore dello spettacolo. Nel prossimo appuntamento analizzeremo e proporremo le possibili risorse individuabili in persone, associazioni di categoria e altro ancora, che potrebbero essere di supporto al governo nella ricerca della migliore soluzione per il pilastro fondamentale, quello dei professionisti dello spettacolo, che se correttamente normato sarebbe di fondamentale supporto alla cultura e al turismo.

Ah, quasi dimenticavo. Condividere e parlarne è il modo più immediato per far arrivare il messaggio alle persone giuste. Datevi da fare!

Walter Lutzu
ZioGiorgio team

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    Le “false cooperative” sono una manna dal cielo per chi lavora per più di 4000 euro (ed esce dalla prestazione occasionale) e chi fattura meno di 40/50.000 euro (e riesce quindi a campare con una partita IVA).
    La “regolarizzazione” del settore significa solo avere un target preciso per guardia di finanza, ASL, e balzellati simili, ma soprattutto una manna dal cielo per i sindacati che campano di corsi inutili e obbligatori, e imposizioni di vario genere.

    Tra qualche anno ci ritroveremo in studio o ai concerti con l’obbligo delle cuffie antirumore omologate dal ministero, o a frequentare corsi obbligatori che ci illustrano i pericoli della phantom in caso di tsunami.

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