Ombre nell’inverno: lo show di Capossela con una nuova luce

Abbiamo avuto modo nel 2016 di assistere ad una data del tour estivo di Vinicio Capossela “Polvere Tour“, dove vi abbiamo raccontato un’esperienza focalizzata su una illuminazione semplice ma di grande impatto, con una grande attenzione agli elementi scenografici e un’integrazione ben realizzata tra luci, audio e scena. Questa volta siamo tornati a Bologna per vedere da vicino l’evoluzione di questo progetto in un nuovo tour “Ombre nell’inverno“, da poco concluso e che ha riscosso un grande successo in tutti i teatri d’Italia.

Particolarità di questo live è l’utilizzo della luce per dare vita a delle vere e proprie ombre su 2 diverse dimensioni all’interno del palco, che hanno permesso di creare effetti spesso inaspettati ma di grande impatto scenico, illuminando oggetti statici ed in movimento con una semplicità spettacolare, in un gioco dinamico fatto di pochi elementi che hanno dato vita a cambi di scena mai scontati, sempre originali e che hanno dato risalto in modo perfetto alle storie raccontate dall’artista tramite le proprie canzoni.

Daniele Pavan, Lighting Designer dei questo particolare progetto in collaborazione con Anusc Castiglioni, artista indipendente, hanno curato della realizzazione del particolare “teatro d’ombra”.

ZioGiorgio.it: Daniele, anche questa volta vige la regola del semplice ed emozionante, ed è tutto racchiuso nel titolo del tour: Ombre nell’Inverno. Vuoi raccontarci il concept?

Daniele Pavan: il concept si rifà un po’ allo scorso tour “ombra” dove l’utilizzo delle luci era mirato alla realizzazione di ombre controllate. È un progetto che Vinicio stesso aveva in mente da anni e che questa volta abbiamo seguito assecondando le sue idee. “Ombre nell’inverno” mi ha fatto subito pensare ad una serie di racconti attorno al fuoco di un caminetto, rappresentato con il fuoco di un bidone in una stazione.
Il concerto è un libro di racconti (canzoni) intervallati dalle presentazioni delle stesse al bidone come fosse un ritorno alla realtà. Inoltre Vinicio ha chiesto di essere staccato dai musicisti per tutta la prima meta del concerto, e per fare questo, oltre al tulle frontale che lo separava dal pubblico, ne abbiamo aggiunto un altro a metà palco. L’uso di questi 2 teli ci ha permesso di lavorare con le ombre su 2 dimensioni diverse creando degli effetti a volte inaspettati ma di grande impatto scenico.
Più di metà concerto è un continuo susseguirsi di effetti di ombre creati da oggetti statici (arbusti, sagome di cartone, mascherine colorate), oggetti in movimento (girevoli piuttosto che animati a mano) ed infine da ombre corporali.

ZioGiorgio.it: mi dicevi che anche gli aspetti visual sono stati ideati da Vinicio in persona. Come è stato il
confronto con lui e chi altro è stato coinvolto nella fase creativa?

Daniele Pavan: diciamo più che ideare gli aspetti visuali, Vinicio ha scritto pagine e pagine di idee e pensieri su ogni pezzo e su ogni presentazione. Un grosso aiuto ad interpretare e mettere in pratica queste idee me lo ha dato Anusc Castiglioni che ha contribuito con le proprie competenze di “teatro dell’ombra”. Assieme abbiamo appunto interpretato e messo in piedi i voleri del Capo. Non è stato proprio semplice all’inizio far coincidere idee, pensieri e budget, ma una volta trovato l’equilibrio siamo andati via veloci.

ZioGiorgio.it: passiamo agli aspetti tecnici. Vuoi raccontarci il setup?

Daniele Pavan: fino ad una settimana prima dell’inizio dell’allestimento sembrava che l’impianto luci fosse uguale
a quello del tour estivo, ma nel giro di pochi giorni e qualche telefonata con Vinicio il setup è stato cambiato e adeguato alle nuove esigenze, con un doppio tulle e un aumento significativo del numero di proiettori per realizzare le varie ombre. Insomma alla fine si è trattato di un work in progress che ha portato a dei risultati ottimi dal punto di vista scenico.
Il tutto si sviluppa in 3 truss: la prima frontale dove si trova il primo tulle nero con sistema kabuky elettrico, 6 Martin Mac Aura e 4 DWE. A metà palco una seconda truss con 6 Martin Mac Aura e 3 Martin Viper e un binario sipario per il secondo tulle. Nella terza truss sono presenti invece 6 Martin Mac Aura per il controluce.
A terra ho usato 8 Mac 700 di taglio 3 Viper a terra posizionate in fondo al palco, le immancabili lucciole per il frontale dei musicisti e Par 300 per le ombre dei musicisti. Vinicio è sempre illuminato da terra con 3 Par ETC senza lente per rendere l’ombra più nitida, 4 DWE che non fanno mai male e 2 Patt 2013 su palo per ricreare l’effetto lampione. Il tutto è controllato da una GrandMa 2 light.

ZioGiorgio.it: vorremmo andare più a fondo parlando della programmazione in fase di produzione. Parlaci di
come hai gestito il tutto.

Daniele Pavan: di base ho programmato tutto in cue list per garantire ad Anusc l’accensione corretta delle “ombre”
I proiettori special su Vinicio li controllo a mano, anche perché spesso capita che decida di cambiare la posizione del piano o del bidone senza avvertire. Inoltre, come ti dicevo, le scene sono state pensate su carta, interpretando le idee di Vinicio, ma molto spesso alcune di esse sono state completamente stravolte da una prova di una luce
piuttosto che di un’ombra, che tecnicamente non doveva esserci. In alcuni pezzi abbiamo perso ore cercando di dare vita ad effetti da mille e una notte, per poi scoprire che cambiando la posizione dell’ombra o illuminando la stessa sagoma con un altro faro, cambiava tutta la prospettiva del palco.
La difficoltà più grande è stata sicuramente il fatto che, per provare le scene, tutti dovevano essere al proprio posto. Mi spiego meglio: senza i musicisti o Vinicio sul palco, le ombre erano incomplete, per cui alcune scene in prova sembravano delle luci messe li a caso. Se Anusc non sistemava i puntamenti e le sagome delle ombre nei vari pezzi durante le prove notturne, all’accensione le scene risultavano completamente sballate. L’esperienza ha comunque permesso di gestire al meglio il tutto.

ZioGiorgio.it: abbiamo capito che riproporre una situazione così delicata in ogni data del tour comporta delle difficoltà. Come avviene l’allestimento nei vari teatri?

Daniele Pavan: vista l’esperienza del tour OMBRE, questa volta abbiamo considerato fin da subito le misure del
teatro più piccolo dove saremmo andati, preparandoci quindi al peggio. Dopo l’allestimento a Carpi, ho avuto una settimana di tempo assieme a Nicola Rossoni direttore di produzione in tour, per verificare tutte le piante dei teatri e capire come fare. Sicuramente la difficoltà più grande è quella di vincolare la posizione di tutti dietro alla prima
americana disponibile per via del tulle frontale. Ad esempio, a Milano nel teatro Nazionale siamo riusciti ad incastrarci in mezzo all’allestimento di flash dance.
L’altro problema era il secondo tulle che doveva avere distanze precise dal fondale per permettere di creare correttamente le ombre grandi, a scapito dello spazio per i musicisti. Nel posizionamento delle truss luci, invece, non ho mai avuto problemi in quanto non avevo la necessità di essere preciso nel posizionamento. Certo è che ogni mattina dovevamo fermarci tutti a valutare gli ingombri di pedane, tagli luce ecc… in modo da non trovarci con delle brutte sorprese. In linea di massima comunque, bindella alla mano, si partiva dalla posizione del tulle e si andava verso la posizione upstage cercando di far combaciare le misure ideali con i tiri teatrali.

Vorremmo raccontarvi molto di più su questo live tutto sommato originale e potente. Purtroppo non è stato possibile raccogliere i punti di vista del comparto audio e dell’artista che ha collaborato alla realizzazione del gioco di ombre. Magari durante il prossimo tour, quando tutti saranno costretti ad alzare l’asticella per uno show ancora più semplice ma sempre più spettacolare – come del resto ci ha abituati Capossela negli ultimi anni – saremo li a raccontarvi ancora una volta il retroscena che accompagna le canzoni e la poesia dell’artista irpino.

Walter Lutzu
ZioGiorgio team

© 2001 – 2018 NRG30 srl. All rights reserved

Vai alla barra degli strumenti