Caparezza Prisoner tour. Parte 2: produzione e visual

Continuiamo il nostro reportage sul Prisoner Tour di Caparezza affrontando gli aspetti visual di questa particolare produzione. Durante la chiacchierata con la crew tecnica che accompagna l’artista ormai da oltre 10 anni, abbiamo raccolto alcuni spunti interessanti che testimoniano l’evoluzione degli show live con l’inserimento di nuove tecniche e tecnologie come il timecode, l’utilizzo dei LEDWall e molte innovazioni che riguardano la scenografia.

Cominciamo con Massimiliano Innocente, che insieme a Giampaolo Tarantini – entrambi proprietari di GM Music – gestiscono e coordinano tecnica e produzione del tour.

ZioGiorgio.it: bentrovato Massimiliano, ormai sono più di 10 anni di crescita con Caparezza. Dove siamo arrivati?

Massimiliano Innocente: seguiamo Michele da ormai 10 anni, il rapporto è consolidatissimo e anche passando da una agenzia all’altra (da questo tour è con l’agenzia Vertigo ndr.) ha voluto che continuassimo a seguirlo affidandoci anche la produzione dell’evento. Nella fase invernale del tour eravamo seguiti da una figura dell’agenzia e, una volta resosi conto delle particolari dinamiche di questo carrozzone ha affidato a Giampaolo Tarantini il ruolo di direttore di produzione per quanto riguarda l’estiva. Qui, come avrai potuto notare, siamo in un clima rilassato e collaborativo e non trovi le classiche tensioni che possono presentarsi all’interno di un tour. Gli stessi Bull per le luci e Antonio Porcelli per l’audio seguono l’artista sin dagli esordi, ancora prima di noi.
Per l’invernale abbiamo messo su uno show di seria A, preparato ad Ancona e che ha girato moltissimo con i palazzetti sempre pieni. Per l’estiva abbiamo dovuto ridurre leggermente il tutto, soprattutto per integrarci alla meglio con i festival. Non posso che essere soddisfatto di come è andata.

ZioGiorgio.it: come siete organizzati a livello logistico?

Massimiliano Innocente: giriamo in tour con tre bilici più uno dedicato al merchandising. Il primo trasporta le scenografie e i “giocattoli” che vedrai durante lo show oltre al ponte realizzato da Paolo Fossataro, uno dedicato alla tecnica con console, luci e backline, e un terzo per il P.A. e le regie audio.

ZioGiorgio.it: raccontaci la genesi di questo show.

Massimiliano Innocente: con Michele esiste uno scambio alla pari. Prima di ogni tour ci sediamo a tavolino e a partire dal budget a disposizione studiamo una situazione da portare in giro che sia economicamente sostenibile, dove tutti hanno la giusta retribuzione e nessuno sia costretto a rimetterci l’osso del collo. Michele affronta ogni lavoro con serietà e soprattutto con in piedi per terra, ed è giustamente presente sia nella parte creativa, sia in quella manageriale. Durante le riunioni di produzione Michele ha tirato fuori un palco costruito con i lego, l’ha messa sul tavolo e ha detto “questo è ciò che voglio fare”. Da li ci siamo dovuti ingegnare per realizzare quello che aveva in mente. È partito dal concept del carcere e delle persone ingabbiate nei propri ruoli e all’utilizzo di chiavi per aprire queste gabbie. Nell’invernale abbiamo realizzato il ponte, le torrette di avvistamento tipiche dei luoghi di reclusione e la serratura realizzata con le truss sul tetto con la chiave ripresa sul palco. Nell’estiva il tutto era complesso da gestire in quanto avrebbe allungato i tempi, e il ponte è stato modificato con l’aggiunta di un supporto da terra. Paolo Fossataro ha “tradotto” la struttura dal lego, realizzando una struttura in ferro magnifica da 4 tonnellate che gestisce personalmente nelle fasi di setup e smontaggio.

ZioGiorgio.it: vuoi darci qualche numero sulle persone coinvolte?

Massimiliano Innocente: abbiamo tre addetti alla scenografia, tre addetti al P.A. più due di dBTechnologies, quattro per le luci più il lighting designer e l’operatore, fonico di palco, due backliner, io e Giampaolo nel ruolo di direttore di produzione, autisti. Insomma circa una ventina di persone in totale.

ZioGiorgio.it: dove avete realizzato la produzione?

Massimiliano Innocente: per le luci una parte è stata pre-programmata da Bull in Wysiwyg con il suo assistente Marco. La Produzione a avvenuta a Veglie in Salento, all’interno del palazzetto dello sport dove ormai da anni prepariamo gli show con costi molto contenuti in quanto noi siamo a due passi e con gli alberghi e i ristoranti siamo ormai ospiti fissi.

All’interno dell’area riservata alla produzione incontriamo Bull Bulletti, Lighting Designer degli show di Caparezza dal lontano 2003.

Bull insieme al programmatore Marco Malatesta

ZioGiorgio.it: raccontaci questa evoluzione lunga 15 anni

Bull Bulletti: seguo Caparezza dal 2003 e nel corso degli anni c’è stato un incremento del rapporto di fiducia e un innalzamento della qualità degli show, grazie anche all’evoluzione tecnologica degli ultimi anni. Considera che prima non c’era il video e ora si, abbiamo aggiunto i laser nell’invernale ecc… Si tratta di un work in progress continuo tutti insieme tra tecnici, produzione e service. Personalmente in termine di crescita, dopo anni di Avolite sono passato a GrandMA2 e di conseguenza abbiamo introdotto il timecode che per me è come avere altre mani che fanno altre cose. Da una parte ho basso e batteria gestite dalle mie mani, mentre dall’altra parte ho chitarra voce e tastiere dal timecode che, se si trova in leggero ritardo, posso gestire con la parte ritmica mascherando ritardi nelle chiusure ecc…

ZioGiorgio.it: parlaci della fase di pre-programmazione?

Bull Bulletti: abbiamo riservato 12 giorni di pre-programmazione ad Ancona con Marco Malatesta, il mio nuovo assistente venticinquenne super-nerd (ride! ndr.) che sa tutto e parla direttamente con la GrandMa in numeri e in algoritmi. Marco mi ha permesso di gestire al meglio lo show con una nuova console dandomi una estrema tranquillità in questo tour e raggiungendo un livello di precisione e pulizia elevati.

ZioGiorgio.it: vuoi dirci qualcosa sul disegno luci?

Bull Bulletti: solitamente a questa domanda preciso che non conta tanto la macchina ma come viene utilizzata. Esistono svariate tipologie di fixture, più o meno costose, più o meno affidabili, però tendenzialmente dipende da come li usi. Nel mio caso la scelta delle macchine non è in funzione delle mie influenze e mi fido ciecamente delle operazioni commerciali fatte dal GM Music. Con questi presupposti, mi limito a chiedere cosa è disponibile in magazzino e normalmente prendo tutto! (ride! ndr.).
La tournée è partita molto spessa quest’inverno con una caratterizzazione estetica molto importante dovuta sia al palco a forma di chiave e dal roof a forma di serratura con un conseguente numero di fixture superiore rispetto alle date estive. Per l’estiva ho dovuto tagliare un bel po’ di materiale per ottimizzare al meglio gli interventi all’interno di festival e per velocizzare la fase di setup e per questo motivo ho dovuto creare un disegno “standard”, cosa che solitamente non faccio visto che se devo caratterizzare un artista devo creare qualcosa ad hoc per lui.
Da li ho cercato di ottimizzare al meglio il tutto e di creare comunque uno show di livello grazie anche alle potenzialità offerte dalla GrandMa, come la possibilità di clonare le fixture e di sfruttare al meglio i rig luci dei vari festival che uniti al nostro materiale hanno dato vita a degli show veramente belli. Inoltre con molte date inserite all’interno di festival ho dovuto fare i conti anche con in consumi, e per questo ho utilizzato fixture a bassa potenza, ad esclusione delle classiche strobo che non devono mancare mai.

ZioGiorgio.it: nello specifico cosa ti stai portando in tour?

Bull Bulletti: Abbiamo 24 Alpha Beam 300 di Claypaky, 24 Prolights Unico, 14 Robe MMX Blade, 14 Robe Robin 600 Wash LED, 16 Sagitter Quartz 300, 16 Martin Atomic 3000, 12 DWE 4 Lampade, 04 Sagitter Pikeone, 14 SGM SixPack, 12 Domino, 2 ETC con ottica 36°, 02 PC da 2000W, 2 Smoke Robe X1 FTPRO, 6 Antari MH4, 2 Robe Faze 1050FT, 8 Sparkular  e 1 Followspot da 2500.
In particolare gli Unico, nonostante i piccoli scatti sui movimenti lenti, fanno una luce molto potente e sono risultati molto funzionali per gli effetti a mezz’aria, mentre con i Beam300 di Claypaky posizionati sul frontale ho ricreato l’effetto sbarre della prigione. Come ti dicevo gran botta di accecatori e strobo e infine domino sul frontale per riuscire ad illuminare Michele ed evitare l’effetto ombra dall’alto dato dalla folta chioma.

Alle prese con le ultime finiture, conosciamo lo “smanettone” della MA, il giovane Marco Malatesta.

Marco Malatesta e Massimiliano Innocente

ZioGiorgio.it: Bull ti ha definito con un tono di ammirazione un nerd delle console. Raccontaci chi sei.

Marco Malatesta: vivo ad Ancona e provengo da qualche esperienza in ambito teatrale e questo per me è il primo tour. Più che nerd mi definisco un giocherellone delle console (ride ndr.). Qui mi occupo di seguire gli adattamenti e la fase di focus dalla console, mentre durante il tour invernale gestivo la programmazione dei laser con Beyond, sempre sotto timecode e con la MA Wing mandavo gli effetti speciali come Sparkular ecc…

ZioGiorgio.it: raccontaci l’architettura del sistema e come hai improntato la programmazione?

Marco Malatesta: dalla MA2 Light usciamo in ArtNet con 8 universi totali oltre ad un backup fisico, mentre nelle venue più grandi abbiamo fatto uso di una NPU per inglobare anche il rig luci residente.
Prima dell’inizio del tour abbiamo dedicato una decina di giorni alla pre-programmazione con 4 truss e 15 fixture in ognuna di esse e durante il tour Bull decideva cosa utilizzare delle truss fittizie e quali macchine residenti associare attraverso l’operazione di cloning di MA.
Per quanto riguarda il timecode, arriva dal palco a me e al video il segnale SMPTE generato dal sequencer in mano ai musicisti. Sul banco ho creato una traccia di timecode per ogni canzone con le macro che richiamano la cuelist. Tutto è completamente automatizzato tranne le macchine del fumo, bianchi, strobo, blinder e dimmer che invece sono gestiti a mano da Bull.

Massimo “Maki” Lonero

Con Massimo “Maki” Lonero affrontiamo invece la questione video.

ZioGiorgio.it: partiamo dalla tecnica, descrivici il setup.

Massimo “Maki” Lonero: abbiamo un LEDWall LightBeam passo 5 con un back di 14.5 mt x 2.5 mt con una resa dinamica e cromatica niente male che soffre leggermente sugli effetti strobo visto il refresh rate non elevato, anche se molto dipende anche dalla post-produzione e dai contenuti. Inoltre ha una luminosità che mi permette di tenere il passo con le luci anche nei rig più grossi. In regia abbiamo Arena con una decina di layer con i contributi post prodotti su singolo file senza scaling. Abbiamo poi una sola uscita con i tre schermi insieme così da evitare sincronizzazioni, drop e quant’altro.

ZioGiorgio.it: vai in timecode anche tu?

Massimo “Maki” Lonero: si, da questo tour anche i contributi vengono lanciati in timecode al quale affianco tanta manualità. Ho tenuto il tracking del video automatico per aumentare la precisione con i lanci di effetti, fade e altro a mano.

ZioGiorgio.it: come ti sei interfacciato con Bull?

Massimo “Maki” Lonero: i contributi sono arrivati dopo il periodo di pre-programmazione e per questo motivo non sono riuscito a seguire passo passo la programmazione luci. Con Bull, durante le prove abbiamo stabilito buio, colore, e dinamiche dei chase video/luci. Dopo di che ognuno va per la sua strada e durante il tour man mano affiniamo il tutto.

ZioGiorgio.it: ti sei occupato anche della realizzazione dei contenuti?

Massimo “Maki” Lonero: quest’anno no. Per ottimizzare i tempi la band ha affidato la realizzazione dei contenuti ad un grafico vicino loro geograficamente parlando. A me viene lasciata la libertà di esecuzione ed interpretazione o di tagliare determinate parti. Alcuni video sono stati rimontati, su altri sono stati aggiunti effetti o ancora sono state modificate le cromaticità per integrarsi al meglio con le luci.

Chiudiamo il reportage su Prisoner tour con Paolo Fossataro, coinvolto quest’anno per la realizzazione dell’imponente struttura voluta dall’artista.

ZioGiorgio.it: una struttura imponente, pesante e di effetto, e finchè ci pensi tu sono tutti tranquilli…

Paolo Fossataro: l’idea è arrivata dalla realizzazione con i Lego di Michele, una cosa eccezionale! Voleva rappresentare un carcere. A parte qualche dubbio iniziale da parte della produzione siamo riusciti a realizzare questa struttura che, rispetto all’invernale è stata ridotta per ovvi motivi legati alle tempistiche di allestimento e alla impossibilità di appenderla. Molti mi proponevano il layher, ma effettivamente sarebbe risultato brutto da vedere.

ZioGiorgio.it: per quanto riguarda la praticità di montaggio e il trasporto come ti sei organizzato?

Paolo Fossataro: strutturalmente è molto semplice e modulare. Durante il tour invernale avevamo un roller stage e potevamo montarlo in modo diverso, con la realizzazione dell’impalcato, quattro motori che lo sollevavano e alla fine mettevo i piedi sotto. Quando arrivava il palco sotto lo appoggiavamo completandolo con le scale. Per l’estiva abbiamo dovuto convertirlo in una struttura autoportante riuscendo a creare una struttura simile a quella invernale e funzionale allo show. Per la scenografia siamo in due più un rigger per gli appendimenti e un paio di facchini e ci occupiamo del ponte e delle luci installate su di esso. In due ore siamo in grado di consegnare il tutto senza sbatterci più di tanto.

In definitiva uno spettacolo che ci è veramente piaciuto, ben articolato e ricco di momenti clou, grazie ai numerosi oggetti di scena ben congegnati e ben combinati con luci e video. Uno show sempre di effetto, mai monotono e ben integrato con le più moderne tecniche come timecode e LEDWall che hanno dato pulizia e precisione con un intervento manuale che è servito a trasmettere quel pathos che spesso gli automatismi non sono in grado di generare.

Walter Lutzu
ZioGiorgio team


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