Roma, e in particolare lo Stadio Olimpico, ogni estate ospita molti live di artisti italiani ed internazionali e quello che stiamo per raccontarvi è uno degli eventi più indimenticabili e degno di nota di questa stagione. Stiamo parlando dello show di Ultimo.
Sarà per la nostranità della cosa, sarà per i numeri incredibili che questo ragazzo riesce a fare, sarà per la sua semplicità, fatto sta che chiunque abbia avuto la fortuna di essere presente, difficilmente si toglierà dalla testa questa serata estremamente emozionante.
Anche noi di ZioGiorgio eravamo presenti grazie alla disponibilità della produzione Lemon and Pepper capitanata da Giorgio Ioan che ringraziamo per l’ospitalità.
Ma facciamo un passo indietro e partiamo dall’incontro con Mikkel Garro che ci parla della parte Visual, elemento predominante nello show.
ZioGiorgio: vuoi raccontarci il concept di questo show?
Mikkel Garro: ho curato (per il mio studio roof videodesign) la direzione artistica visual e la programmazione dei media server con i relativi live nelle varie configurazioni sia per il tour nei Palazzetti che per la favola finale all’Olimpico dove sia la produzione che l’artista, hanno deciso di rifare quasi interamente il progetto visual.
ZioGiorgio: un tour pensato per i Palazzetti e adattato allo stadio. Cosa cambia?
Mikkel Garro: pur mantenendo lo stesso setup degli schermi ovviamente sono aumentate le dimensioni; attualmente abbiamo un LedWall centrale da 26m x 12 e due schermi laterali da 8m x 12, tutti con passo da 7 mm. Nei Palazzetti avevamo immaginato mondi di favole e reali attraversati dal palloncino rosso. Allo stadio il palloncino è stato liberato assieme a tanti altri all’inizio dello show e poi abbiamo cercato di creare situazioni e ambientazioni suggestive interrompendo una narrazione, cercando un estetica morbida piacevole e sempre a favore delle riprese live concentrandosi principalmente nel mostrare l’artista.
ZioGiorgio: puoi raccontarci la fase di programmazione?
Mikkel Garro: abbiamo programmato i media server d3 utilizzando ed integrando anche notch, piccole cose, forse impercettibili ma in fondo questo ci pare l’obiettivo primario: integrare il video negli schermi assieme al live come un corpo unico.
La realizzazione dei contributi è stata fatta per lo più utilizzando il 3D mapping, ovvero creando un modello 3d degli schermi ed esportando il video come texture dei vari schermi. Questa tecnica garantisce una maggiore profondità visiva, inoltre permette di visualizzare la profondità reale degli schermi che altrimenti si perderebbe dal punto di vista frontale, ma allo stesso tempo è facile sfalsarla creando altri punti di vista.
Aiutare lo spettacolo musicale ad emozionare e sentire il calore e la partecipazione degli oltre 60.000 ragazzi presenti che cantano ed urlando di gioia (per esempio con la cascata d’acqua improvvisa nei ritornelli di “i tuoi particolari”), è per noi massima soddisfazione e gratificazione.
ZioGiorgio: ci sembra di capire quindi, che dalla fine del tour hai dovuto ricominciare la programmazione da capo, come hai organizzato il lavoro?
Mikkel Garro: lavorare a queste risoluzioni e con solamente 15 giorni di pre-produzione e 3 giorni di allestimento a Lignano Sabbiadoro con una prova generale senza ospiti, non è semplice. Abbiamo allestito in location due postazioni per editing e rendering video. Pur avendo fatto una buona riproduzione e conoscendo bene il modus operandi del d3, vedere realmente l’impatto dei video implica sempre ritocchi e nuove creazioni. In studio simuliamo e programmiamo sempre molto, abbiamo da poco implementato ogni nostra produzione con la visualizzazione in VR, ma l’impatto reale non si può simulare del tutto.
ZioGiorgio: immagino che per fare tutto ciò serva un bel team di professionisti. Da chi è composta la tua squadra?
Mikkel Garro: insieme a me collaborano altre persone che voglio ringraziare, in particolare Paolo Quintozzi per quanto riguarda la programmazione Notch e animazione 3D, Luca Giovannardi per le animazioni video e Michele Billi che ha seguito gli Unreal rendering.
Direzione ed animazione sono state curate da Mikkel Garro Martinsen.
Spostiamoci in regia F.O.H. dove troviamo il Lighting Designer Andrea Arlotti
ZioGiorgio: ciao Andrea, com’è nato il progetto del palco e di conseguenza quello luci?
Andrea Arlotti: il disegno del palco e degli schermi è stato progettato direttamente da Giorgio Ioan, il mio ruolo è stato quello di realizzare il progetto luci, la programmazione e l’esecuzione dello show.
ZioGiorgio: cosa è cambiato per te dal tour dei Palazzetti?
Andrea Arlotti: ho seguito sia il progetto luci per questa data che per quello del tour nei Palasport che si è con concluso un paio di settimane prima. Sia Giorgio che io siamo partiti proprio da lì ampliando lo stage per le dimensioni da stadio, ingrandendo il palco ad una misura di circa 25m di larghezza per 10 di profondità e allargando la scena sia stage right che stage left con due ali da 10m di larghezza ed una passerella lunga 13m che terminava con un palco “B” di dimensioni 8x8m .
ZioGiorgio: parlando di palco “B” notiamo una disposizione delle luci abbastanza settoriale, spiegaci a cosa è dovuta
Andrea Arlotti: sostanzialmente l’impianto luci è stato suddiviso in tre zone: le luci che coprono l’area Main cioè del palco, quelle sulle ali laterali e quelle dedicate alla passerella e al palco B, per un totale di 390 corpi illuminanti che coprono anche gran parte del pubblico con il quale Ultimo interagisce tanto.
ZioGiorgio: come hai affrontato la programmazione luci?
Andrea Arlotti: anche la programmazioni Luci è uno sviluppo del Tour nei palasport, cambiando però l’ordine della scaletta e aggiungendo nuovi brani. Il tutto è stato possibile grazie a Wysiwyg R42, che mi ha permesso di programmare l’80% dello show in Time code off-line. E’ un simulatore veramente reale ed impeccabile che aiuta tantissimo a capire il risultato finale con ottima fedeltà. Ho corretto tutti i brani in scaletta nei giorni precedenti all’allestimento con appunto Wysiwyg ed una Ma2 Pc, mentre nei giorni di prove e allestimento ho programmato le nuove canzoni aggiunte. Durante i pomeriggi lavoravo off-line in una stanza adibita alla programmazione e condivisa con i creativi del video mentre la sera correggevo eventuali imperfezioni testando lo show nella situazione reale.
ZioGiorgio: lo show è tutto sotto time-code?
Andrea Arlotti: una buna parte dello show è in time code. Ho tenuto slegate le luci frontali della Band e i blinder per il pubblico in modo da seguire il più possibile la fotografia e le la regia video live. Gli unici brani completamente slegati dal timecode sono quelli acustici e quelli con l’ospite di punta , Venditti, che si svolgono nel palco B al pianoforte.
Tutto lo show è stato programmato tramite 2 Consolle MA3 Lite, una Main ed una di back-up che era presidiata dal mio assistente Marco Malatesta. Per il resto lo show lo fa principalmente Ultimo, è un ragazzo sicuro di quello che vuole con una carica e una umiltà unica. Un vero artista.

In uscita dall’Axient Digital della voce, entro in un Pre Teknosign che ormai uso sempre sulla main vocal. Devo dire che pur amando profondamente il sound della S6L e di conseguenza anche i suoi pre, il Gain di Teknosign sulla voce si riconosce subito: aumenta il dettaglio e la grana del suono specie quando si spinge sull’ingresso.

Parliamo infine con Luca Nobilini che per conto di Agorà ha seguito il progetto del P.A.
ZioGiorgio: come hai gestito il P.A. per un evento così importante?
Luca Nobilini: sono entrato a progetto già fatto, perciò mi sono limitato a fare alcune modifiche di piccolo conto mirate ad ottimizzare il Setup su carta nella realtà. A Lignano ho realizzato il set up, poi ci siamo messi all’opera con Davide per ripartire e ritrovare gli equilibri dei palasport. C’è stata una bella collaborazione e si è creato un bell’ambiente.
ZioGiorgio: come è composto il P.A.?
Luca Nobilini: il P.A. è tutto L-Acoustics ed è composto da 4 K1sb, 12 K1, 3 K2 più 8 Ks-28 appesi a completare. Stessa composizione per i Side mentre a terra ho altri 36 Ks-28 a blocchi di tre in configurazione cardiode. Come front utilizzo delle Arcs distribuite nei punti più critici.
Il sistema è tutto in analogico pilotato da 2 Galileo Galaxi, uno per i canali A degli LA-12 (main) e uno per i B (spare).
La sfida più grande riguardava la gestione dell’impianto nei momenti in cui lo Show si svolge sulla passerella centrale, in particolare nella postazione al pianoforte alla fine, ma non ci sono state grosse problematiche.
E’ stato davvero un concerto esplosivo nonostante la sua semplicità, uno show dove la musica la fa da padrona ed ha finalmente un ruolo centrale!
Nicola Trapassi
ZioGiorgio Editor
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