Love Music Park: dove vintage e moderno si incontrano!

Al Love Music Park — una tre giorni di musica, arti varie e street food, organizzato all’interno del Parco Forlanini di Milano dall’Associazione Sonora, Unconventional Events, Arte e Strutture, Pressioni Sonore e Decibel Events — abbiamo avuto l’onore di vedere all’opera un setup insolito che aveva come protagonista lo storico sistema Flood di Turbosound, gestito da tecnologie moderne come i processori e gli amplificatori Lab-Gruppen e Lake.
Un vero e proprio mix tra vintage e moderno che, combinato con la passione dei service Pressioni Sonore e Decibel Events, coadiuvati dallo staff di Prase e con il coinvolgimento di Antonio Iacobone, vero e proprio artigiano dell’elettro-acustica, hanno dato origine ad una sonorità che ha mantenuto la fedeltà e la botta tipica degli anni ’80, ma con un controllo puntuale e preciso in grado di esprimere qualcosa di nuovo e piacevole.

Ma andiamo con ordine e ascoltiamo i vari protagonisti a partire da Matteo Barbaro, product Specialist di Prase, che ci fa una panoramica dell’installazione.

ZioGiorgio: bentrovato Matteo, vuoi raccontarci la genesi di questa installazione?

Matteo Barbaro: siamo qui per supportare Pressioni Sonore, nostro cliente specializzato in eventi di musica elettronica, clubbing e molto altro, e che ha voluto sonorizzare questo evento riproponendo un impianto che ha fatto la storia della Musica degli anni 80, il Turbosound Flood, re-finalato di recente con Lab-Gruppen PLM 12K44 e 20K44. Per questo progetto Prase ha dato supporto nella fase progettuale e, conoscendo bene i vari prodotti, ha assistito Pressioni Sonore nella creazione dei preset e nelle varie integrazioni.

ZioGiorgio: come è composto l’intero setup?

Matteo Barbaro: abbiamo a disposizione 20 teste e 20 Sub, con qualche scorta nel caso di problemi con la componentistica interna che, ti ricordo, non lavora in modo continuativo da parecchi anni. Nello specifico utilizziamo 6 teste per lato TFL 760 appoggiate, visto le difficoltà nell’appendimento di questi sistemi, e 8 blocchi per le frequenze basse formati ciascuno da un Turbosound doppio 18” TMS218B di concezione moderna posizionato dietro a due Turbosound Flood singoli 21” TSW721. Il tutto in configurazione end-fire curved array. Inoltre, abbiamo due teste TFL 760 utilizzate come Front-Fill e utili a dare un po’ di botta in più al centro del palco.
Passando al palco, Pressioni Sonore è un Service molto legato al Sound Club, e anche ai sistemi Clair Brothers. Per questo motivo abbiamo optato per 4 kiTCURVE, singolo 12” con 2 Driver da 3” su guid ad’onda in legno, e 2 kitSUB singolo 18” più due Stage Monitor 1AM utili quando sono presenti front-man. Una vera botta per i DJ!
Infine, per quanto riguarda la fase di simulazione, abbiamo utilizzato il classico EASE-Focus e Sound Bubble, quest’ultimo ideale per analizzare in maniera ottimale le diverse configurazioni dei Sub.

ZioGiorgio: nel dettaglio come funzionano le basse frequenze nel main stage?

Matteo Barbaro: per arrivare a questa configurazione abbiamo eseguito una serie di simulazioni con diverse configurazioni. Qui è presente un sistema a 5 vie con teste high, mid-high e low-mid, e i TSW721 che di fatto sono dei bassi con estensione 50-180 Hz, totalmente differenti dal sub moderno. Per questo motivo abbiamo consigliato di integrare i sub doppio 18″ TMS218B, che qui coprono il range di frequenze tra i 30 e 60 hz. I singoli cabinet da 21″ sono gestiti a coppie e i 3 sub (due TSW721 e un TMS218B) lavorano come un unico elemento, creando un arco [di diffusione] che copre in modo ottimale tutto l’aerea. L’end-fire curved array consente, inoltre, di liberare la zona centrale del palco dove è posizionato il DJ.

ZioGiorgio: invece per quanto riguarda regia e trasporti?

Matteo Barbaro: in regia c’è un Midas M32, collegato agli amplificatori tramite protocollo Dante, mentre sul palco abbiamo una stagebox DL153 con preamplificatori della serie PRO, capaci di gestire segnali molto alti senza distorsioni.

ZioGiorgio: e per le altre aree del festival?

Matteo Barbaro: Pressioni Sonore desiderava utilizzare Turbosound in tutte le aree del festival. Il palco del “Milanese Imbruttito” con dj-set funk house conta su un PA Liverpool TLX 84 di TurboSound in configurazione ground stack array formato da 4 teste e 2 Sub TLX215L doppio 15” band-pass per lato. I moduli contengono all’interno un doppio 8″ in Kevlar con due driver da 1.4″ in titanio. I finali sono LAB-Gruppen serie PLM Plus.

ZioGiorgio: un mix tra vintage e moderno che ha comportato qualche criticità?

Matteo Barbaro: la vera difficoltà, o meglio, sfida, è stata quella di comprendere in allestimento come intrecciare gusto contemporaneo e componentistica vecchia scuola. I finali Lab-Gruppen sul sistema Flood hanno reso più moderno il suono, e il processing Lake ha consentito un maggiore controllo dell’impianto. Abbiamo coinvolto le case madri [delle tecnologie scelte], che si sono rese molto disponibili nel condividere con Pressioni Sonore preset adeguati al loro progetto decisamente sperimentale. Un lavoro di squadra che ha funzionato alla grande!

Passiamo a PierPaolo Berti, socio e responsabile commerciale del Service Pressioni Sonore, specializzato in eventi clubbing, disco e live medio-piccoli.

ZioGiorgio: perché l’idea di riproporre un PA vintage?

PierPaolo Berti: abbiamo voluto accettare la sfida di riuscire ad unire il vintage alle prestazioni moderne, creando la versione 2.0 di questo storico impianto che ha accompagnato i Pink Floyd e che nel 1987 ha ricevuto il Queen’s Award direttamente dalla Regina Elisabetta.
Abbiamo mantenuto le sue caratteristiche audio, tra cui il caricamento a tromba, aggiungendo una gestione con finali Lab-Gruppen e il processamento Lake grazie ai preset ad hoc forniti direttamente da Turbosound, inomma dotandolo di tutte le migliori tecnologie presenti nel mercato. Prima di affrontare un evento con un sistema di questo tipo, abbiamo effettuato numerosi test e sperimentazioni, sia presso Prase, sia nel nostro magazzino a Brugherio. Questa è la prima uscita del setup completo così come lo vedi. Bello da vedere, oltre che da ascoltare! Per noi è stato utile affiancare ad un suono ‘strong’ come quello del Flood, un controllo assoluto che ai tempi non era possibile.

ZioGiorgio: cosa comporta questo PA rispetto a uno moderno?

PierPaolo Berti: ovviamente il sistema è più pesante ed ingombrante rispetto a quelli che siamo abituati a vedere oggi, ma è abbastanza gestibile con poche accortezze. Ogni cassa è dotata di ruote per facilitarne il trasporto.

Antonio Iacobone è invece una figura chiave di questa produzione, che ha avuto il compito di ristrutturare questo impianto

ZioGiorgio: cominciamo dal descrivere la tua specializzazione

Antonio Iacobone: sono specializzato in elettro-acustica e per l’occasione sono stato incaricato di rimettere a nuovo questo Turbosound di 40 anni fa. Ho dovuto sostituire parte delle scocche in legno perché erano marcite o rotte, adattandole alle originali attraverso turapori, smalti e aggrappanti, mentre per quanto riguarda la componentistica interna, ho smontato, pulito, testato e ricentrato il tutto sostituendo diversi componenti che ho dovuto recuperare direttamente nel mercato londinese.

Antonio Iacobone

ZioGiorgio: vista la tua esperienza puoi darci un tuo punto di vista sui sistemi moderni?

Antonio Iacobone: considera che sono un cultore del caricamento a tromba e nel mio laboratorio a Bresso lavoro solo sui sistemi tradizionali. La mia idea di impianto rimane quella dei quarti d’onda, dello scivolo, delle guide d’onda e dei veri progetti che hanno fatto la storia dei sistemi di amplificazione.

Chiudiamo la carrellata di interviste con Mattia Volponi, proprietario del service Decibel Events, che si è occupato dell’aspetto visual della produzione fornendo luci e video sul main stage.

ZioGiorgio: cominciamo con il setup luci, semplice ma di impatto.

Mattia Volponi: esatto, abbiamo un parco luci interamente composto da fixture DTS e nello specifico 16 Raptor, 12 Nick 1201 e 12 Katana. Queste ultime mi stanno dando un sacco di soddisfazioni, le sto utilizzando in svariati modi e fanno realmente la differenza. Qui sono distribuite nel back a mezza altezza e producono dei fasci solidi che partono dal palco e ‘scansionano’ letteralmente il pubblico.

ZioGiorgio: invece per quanto riguarda il video cosa abbiamo?

Mattia Volponi: ho installato un LEDWall da 40mq passo 2.6 di LA Technologies. Si tratta di un importante upgrade per la mia azienda e risulta molto più funzionale rispetto al 3.9 che avevo in precedenza. Mi trovo molto bene in quanto risulta rapido da installare e semplice da utilizzare.

Un’esperienza, quella del Love Music Park in cui, nonostante l’utilizzo di sistemi datati (anche se rimodernati) abbiamo avuto modo di apprezzare una sinergia capace di produrre innovazione, successo e un ottimo sound. Come avrete sicuramente compreso non siamo di fronte a stage immensi e produzioni di livello internazionale, ma all’interno di un evento di media dimensione dove la qualità data dalla passione delle realtà e delle persone coinvolte ha dato origine a qualcosa di nuovo, affascinante, piacevole e da ricordare. Complimenti!

La Redazione

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