Tavola Rotonda covid-19: aziende e figure professionali

Scarica il video integrale della tavola rotonda qui previa registrazione.

Qualche giorno fa i network ZioGiorgio.it e LightSoundJournal Network hanno organizzato una tavola rotonda dal nome evocativo “ZioGiorgio Re-START Virtual Tour”, che ha visto la partecipazione di una nutrita rappresentanza di aziende e figure professionali protagonisti del nostro settore, ognuno per la propria specifica area di appartenenza.
Lo scopo era quello di radunare un po’ tutta la filiera del nostro mondo, confrontarsi e mettere sul piatto visioni, idee ed eventualmente progetti in merito alla delicata fase che il mondo del Professional Entertainment sta attraversando.

Aldo Chiappini, Editor-In-Chief ZioGiorgio/LightSounsJournal che ha introdotto e moderato l’iniziativa afferma: “lo scopo era semplice, mettere allo stesso tavolo virtuale una serie di persone di indubbia esperienza e professionalità, ed appartenenti a tutta la filiera dell’entertainment. Persone con le quali, nel tempo, abbiamo sempre avuto un dialogo sincero e costruttivo”.

Sono stati quindi messi fianco a fianco tecnici, direttori di produzione, rentals, distributori, booking e management, aziende ed anche artisti, proprio perché è nostra ferma convinzione che, bene o male, siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri e molto più legati economicamente di quanto non si è portati a pensare… “Avevo un certo timore che la cosa non sarebbe stata di semplice gestione, visto che in molti casi, non è mistero, c’erano strutture che almeno sulla carta sono concorrenti. Nella realtà tutti si sono dimostrati molto partecipi, collaborativi e molto focalizzati sulle varie problematica e sulle prospettive future. Non volevamo certo risolvere il problemi del mondo, ma se anche alla fine del meeting tutti siamo usciti con una visione un po’ più allargata, beh, questo è già un risultato soddisfacente!” ha aggiunto Aldo al termine dell’incontro.
A tutti gli intervenuti, anche solo per la voglia e l’onestà di metterci la faccia va un nostro sentito grazie!

Il meeting, per il quale è stata scelta la piattaforma ZOOM, è cominciato con un primo giro di domande così da chiedere ad ognuno dei partecipanti una prima considerazione sulla situazione attuale e la visione per una auspicabile ripartenza, della quale, come era immaginabile, ad oggi ancora nessuno è a conoscenza di una data ufficiale…
Sotto una serie di testimonianze sintetizzate in base a ciò che è uscito nel meeting stesso – è possibile scaricare il video integrale qui previa registrazione – e dallo scambio di idee avvenuto privatamente nella fase di organizzazione della tavola rotonda.

Giorgio Ioan (Direttore di Produzione Lemon and Pepper): la situazione è oggettivamente abbastanza critica. Proprio recentemente ho visto l’intervista integrale a Joe Berchtold, Presidente di Live Nation, che da praticamente per scontata una ripartenza al 2021, probabilmente intorno a febbraio, marzo. Nonostante tutto io rimango positivo, perché a ben vedere la situazione potrebbe cambiare in meglio altrettanto repentinamente di come siamo entrati in questa emergenza senza precedenti. Nel momento in cui esce un vaccino o una cura efficace anche il problema degli assembramenti potrebbe essere in gran parte risolto, fino ad allora non vedo molte alternative.
Quindi, per il momento, non c’è altro da fare se non aspettare, con la prospettiva che, se veramente a febbraio o marzo 2021 saranno i mesi della ripartenza è verosimile che noi, occupandoci di produzione, dovremmo iniziare con la pianificazione già da ottobre o novembre di quest’anno…

Andrea Staleni (Soup2Nuts Production Factory): sono convinto che difficilmente nel nostro settore tornerà tutto come lo abbiamo conosciuto fino e probabilmente, quando ci sarà la ripartenza, sarà una ripartenza lenta. Il fatto che tutto non tornerà probabilmente come prima potrebbe anche essere un bene, in quanto è da un po’ di tempo che penso che un certo ridimensionamento di alcune dinamiche del settore  è necessario.
Noi stiamo lavorando su molte idee e progetti “alternativi” che spero possano essere attuati a breve. Di certo tutto quello che di buono a livello di idee e di iniziative uscirà in questi mesi, dovrà essere inteso come qualche cosa di acquisto e non solo considerato come lavoro di “transizione”. Lo scopo è creare nuovi nuovi format e nuovi progetti che dovranno rimanere anche nel futuro, quando e se tutto tornerà, più o meno, alla normalità…

Diego Spagnoli (Stage Manager): credo che il pubblico in primis, dopo questa fase, cambierà e noi tutti dovremo essere pronti a proporre qualche cosa di nuovo. Bisognerà saper valutare bene quelle che sono le esigenze delle persone e tornare a valutare gli eventi dal vivo in tutte le loro tipologie, non solo grandi stadi o grandi spazi, tutti, nessuno escluso. Credo di poter dire che le ho vissute un po’ tutte le fasi del settore. Ricordo quindi che 30, 40 anni fa, per esempio, gli artisti campavano bene grazie alla vendita dei dischi e quasi non c’era bisogno di andare in tour, se non per promuovere i dischi stessi. Poi con l’era del digitale praticamente tutto è cambiato e i concerti sono ad oggi l’unica, o quasi, forma di guadagno. Ecco, forse dovremo prepararci al fatto che lo scenario cambierà di nuovo, in un modo o nell’altro e l’unica soluzione sarà adattarsi, seguire il cambiamento e soprattutto offrire al pubblico un prodotto all’altezza del cambiamento, e soprattutto commisurato alla disponibilità economica dei prossimi anni…

Alberto Butturini (Sound Engineer e socio fondatore di Techne Coop): nella mia persona c’è un dualismo particolare, vivo il nostro mondo come fonico ma anche come fondatore e socio della cooperativa Techne, una delle più longeve in Italia. Se guardo con la prospettiva della cooperativa devo dire che siamo di fronte ad un disastro totale, a tutti i livelli, fermo restando che proprio in questi giorni stanno arrivando queste famose 600 euro che personalmente considero quasi “offensive” per la categoria dei tecnici specializzati, tutti, nessuno escluso.
Come fonico io credo onestamente che la palla in mano, ad oggi, l’abbiano gli artisti che dovranno capire, loro per primi, che il mondo è cambiato e che si dovrà ripensare al live in termini di spazi, fruizione ed anche spettacolarizzazione. Se c’è da tornare a fare le venue da 500 posti, bene, così si dovrà fare. In questo senso può essere che debbano essere ridimensionati anche i loro di guadagni e spero in molti siano disposti ad accettare anche questa restrizione…

Jo Campana (lighting designer): concordo chi mette il focus sul discorso “artistico”, nel senso che se qualche cosa dovrà cambiare e, probabilmente, dovrà cambiare anche dal lato artistico. Ci sarà forse una qualche selezione che permetterà solo agli artisti realmente meritevoli di rimanere sulla cresta, quelli che saranno in grado di concentrarsi sulla musica, senza necessariamente pensare al contorno. Dall’altra parte mi chiedo se a questo periodo di straordinarietà non ne seguirà uno più “ordinario”, si torni perciò a quella che dovrebbe essere una situazione più normale con un ridimensionamento di tutto il settore, produzioni comprese…

Alex Neri (DJ and Producer): io parlo come fondatore dei Planet Funk ma anche e soprattutto come DJ. Di certo bisognerà ripensare tutti ad un ridimensionamento e credo che tra gli artisti, chi è animato a una vera passione, non avrà grossi problemi ad andare a suonare davanti a 500 o 1000 persone piuttosto che un palazzetto o uno stadio. Sul lato Djing spero che tutto ciò possa rappresentare una opportunità dato che in Italia negli ultimi anni abbiamo sofferto un po’ l’invasione di tanti Dj stranieri, alcuni molto bravi, ma credo che possa anche essere un buon momento per valorizzare il Made in Italy, non dimenticandosi che tra i miei colleghi ci sono personaggi che hanno fatto la storia del mondo del clubbing. Mondo tecnico e mondo artistico in questi momenti devono stare certamente sullo stesso piano, dipendiamo gli uni dagli altri, è un po’ il momento della livella di Totò insomma…

Fabio Pecis (Airone Service): io, occupandomi più che altro di aziende e corporate events, non sono molto toccato dal blocco del mondo del live ma posso comunque confermare che anche nel mio settore è tutto fermo. Al momento stiamo discutendo con i nostri interlocutori per capire se le fiere e gli eventi dell’autunno potranno essere fatte, mentre tutte le più grosse manifestazioni in primavera ed estate sono già state annullate. Ho del materiale all’estero fermo, perché anche fuori dall’Italia la situazione non è molto diversa e addirittura non so come far rientrare i bilici. Tra i nostri servizi abbiamo da tempo dei sistemi utili per il mondo del retail che permettono per esempio di contare le persone nei negozi, profilare l’utenza ed ultimamente anche misurare la temperatura corporea, spero che queste soluzioni possano in qualche modo rappresentare un’occasione nei prossimi mesi, in attesa che qualche cosa si muova di nuovo…

Lele Gurrado (Mister X Service): io mi occupo sostanzialmente di live e di touring e, come ormai è chiaro, il periodo di stop sarà abbastanza lungo, potrebbe passare un anno prima che tutto torni sostanzialmente come prima. Il problema quindi è come resistere un anno, è questo è un problema veramente serio e che riguarda tutti. Ci si potrebbe trovare nella situazione in cui, passato questo periodo, non esisteranno più molte delle strutture che permettono agli artisti di esibirsi dal vivo, molte realtà della filiera potrebbero non superare indenni il momento. Sono anche convinto che difficilmente arriveranno aiuti da parte dello Stato perché, semplicemente, i soldi li prende da chi paga le tasse e quindi anche dalle imprese come la mia o come la vostra e se noi non produciamo e non lavoriamo difficilmente potremo poi pagare le tasse a questo stesso Stato…

Alex Vinciguerra (AMG Service): AMG è molto attiva, tra gli altri, nel settore televisivo e vi posso dire che, anche in questo settore, c’è grandissima difficoltà ed incertezza. Le produzioni televisive campano grazie ai proventi della pubblicità ma in questo momento, in cui moti grandi inserzionisti sono focalizzati su altro, questi investimenti non arrivano e network e produttori hanno già tagliato moltissimi programmi. Posso dare, tra gli altri un dato, un colosso come Pubblitalia che vende pubblicità per Mediaset ha avuto un calo dell’80% solo a marzo. AMG si occupa anche di convention internazionali e a oggi, con i confini nazionali praticamente chiusi non è neppure pensabile proporre a qualche grossa corporate di pensare ad un qualsiasi tipo di evento.
Ad ogni modo non è periodo di sole lamentele, noi stiamo lavorando su diverse proposte che non prevedono necessariamente assembramenti di persone, alcune dei quali sono già state presentate a chi di dovere. Mi aspetterei, come credo tutti voi, delle risposte chiare e veloci da parte del legislatore.

Marco Medica (Audioeffetti): quello che mi preme dire fin da subito è che, purtroppo, in questo momento nessuno parla di noi. Con mia grande sorpresa però al TG5 di oggi ho sentito parlare il Presidente dell’Associazione Giostrai Italiana che conta circa 500 aziende, al quale va certamente la mia solidarietà, ma mi stupisce non poco il fatto che un nostra rappresentanza non sia stata ancora ascoltata. Detto ciò un’altro grosso problema che è ancora più immediato è il blocco totale dei flussi finanziari perché nessuno paga, ormai da febbraio circa, se non prima…
Credo che intanto vada sbloccata come minimo questa situazione, così da avere un minimo di certezza per le aziende, nel momento in cui dovremo affrontare i prossimi mesi con un calo dei fatturati in alcuni casi veramente importante.
In questo tavolo ho sentito parlare di eventuali cambiamenti tecnici, che posso ben comprendere. Io sono un amministratore di azienda e aggiungo che una cosa che deve necessariamente cambiare in Italia è il meccanismo del credito: come fa una rental ad essere pagata a sei mesi, otto mesi o addirittura un anno? Trovo che questa sia la prima stortura di un sistema generale e piuttosto malconcio…

Stefano Zaccaria (K-Array): io vengo da un settore molto diverso, sono approdato solo qualche anno fa in questo bellissimo settore e quello che ho notato fin da subito è che tutte le aziende e le realtà sono molto orientate al “prodotto”, mentre invece credo che bisognerebbe essere più orientati al mercato. Quello che voglio dire è che ci si dovrebbe muovere non soltanto guidati dalla passione ma intercettando quelle che sono le esigenze reali del mercato. In questo momento è innegabile che le esigenze del mercato siano mutate e non c’è molto da fare se non trovare nuove possibilità.
Non voglio espormi su questione prettamente tecniche, nella mia azienda ci sono persone molto più preparate di me in questo senso, però osservo che il settore del professional entertainment è fatto da tante convinzioni, difficilmente messe in discussione.
Mai come oggi bisogna fare gruppo ed aiutare ed aiutarsi a vicenda per assecondare il cambiamento, passo per passo, dato che nessuno ad oggi sa ancora bene cosa ci aspetta tra sei mesi, un anno ed ancora oltre.

Diego Dentico (DnZ Agency): noi abbiamo a che fare con una categoria se possibile ancora più critica, il cosiddetto mondo del clubbing. Quei locali dove notoriamente si va il sabato sera, venue chiuse, piene di gente che ballano e si divertono una accanto all’altra. Capite bene come questo scenario sia quanto mai difficile da immaginare adesso…
E’ un settore che viaggiava bene, ci siamo trovati ad avere un aprile pieno di date ovunque alla cifra di zero. Abbiamo quindi dovuto ricalibrare la nostra attività sugli aspetti manageriali e dedicarci a prodotti che fino a questo momento non avevamo considerato più di tanto.
Noi ci occupiamo anche di right management ed in questo senso continueremo a lavorare sui licenze e sincronizzazioni degli artisti che rappresentiamo.
Personalmente sto partecipando a molti tavoli e molte riunioni con persone che appartengono a questo settore specifico ma che a ben vedere è molto legato a quello del tour o dei comporte events.
Noto un buon fermento di idee e di sicuro, non è mistero, tra le applicazioni più interessanti c’è tutto ciò che è legato allo streaming, che ben si sposa col format del clubbing…

 

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