Genova, un ponte ricostruito durante un periodo difficile con una pandemia in corso e un progetto illuminotecnico realizzato da Trussdesign, con il suo team di tecnici genovesi e LaserEntertainment per quanto riguarda l’installazione dei laser. Un mix di emozioni fatto di amarezza e incertezza, alle quali si contrappongono speranza, positività e voglia di ripartire meglio di prima.

Fonte: ANSA
Alessio De Simone di Trussdesign ha voluto raccontarci in esclusiva questa esperienza pochi giorni dopo l’inaugurazione della posa dell’ultima campata, che ripristina di fatto il collegamento tra le sponde della val Polcevera. Un luogo divenuto simbolo a livello internazionale di un’Italia che lentamente procede verso un lento ritorno alla normalità e che lo stesso Alessio in questa intervista ci racconta.
ZioGiorgio.it: un lavoro importante in un momento difficile. Raccontaci com’è andata, quali sono state le impressioni, emozioni tue e del tuo staff
Alessio De Simone: di sicuro una di quelle produzioni che porteremo con noi per tutta la vita soprattutto per le emozioni legate al vecchio ponte Morandi. La nostra base operativa è Genova, molti di noi sono nati e cresciuti in questa stupenda città. Abbiamo attraversato innumerevoli volte il ponte Morandi, ci ha accompagnato per tutta la vita e il 14 Agosto abbiamo visto crollare una struttura imponente e allo stesso tempo uno dei simboli della nostra città. Tornare sotto quel ponte, ritrovarsi nello stesso punto del crollo è stato una mix di emozioni, ma il simbolo di rinascita racchiuso nella nuova costruzione non ha potuto che darci la carica per iniziare questa nuova avventura.
ZioGiorgio.it: quali erano le richieste del committente
Alessio De Simone: il committente in questo caso voleva celebrare la posa dell’ultimo impalcato del nuovo ponte, momento importante perché dopo 20 mesi le due sponde della Val Polcevera tornavano ad essere collegate da una struttura moderna ed efficiente. Una cerimonia semplice e rispettosa delle 43 vittime, inserita in un contesto socio-politico molto difficile come la quarantena legata al Coronavirus. Insomma, non si voleva festeggiare nulla perché sia il virus che i brutti momenti del crollo sono 2 episodi su cui mai si potrà festeggiare, ma bensì celebrare un momento in cui la speranza e la fiducia nel nostro stato e del nostro futuro rappresentavano importanti messaggi da lanciare alla nostra nazione e al mondo intero.
Non conosco miglior arte visiva della luce per passare questo messaggio di unità, di fiducia e di emozione personale. La luce come elemento essenziale della vita legata all’immagine del tricolore.
Una luce statica. Una luce che comunica senza il movimento e gli effetti che di solito utilizziamo nei nostri show.
ZioGiorgio.it: entriamo nel dettaglio: fixture e posizionamento e quali sono stati gli step di proposta e progettuali?
Alessio De Simone: abbiamo presentato quattro diversi concept, ognuno dei quali finalizzato ad un diverso effetto. La scelta è ricaduta sull’illuminazione dei 18 piloni del nuovo ponte. La progettazione esecutiva è stata dura, ci siamo basati solo sulle immagini fornite dalle webcam posizionate intorno al ponte, preparando diverse ipotesi sul potenziale posizionamento delle fixture. Dopo qualche giorno ci è stato concessa una visita al cantiere di oltre 4 ore.
Il “cantiere” si sviluppa su circa 1.3 km ed è suddiviso in 4 differenti aree attraversate da binari ferroviari, strade private, pubbliche, fiumi, fabbriche… logisticamente parlando una tragedia!
Siamo passati immediatamente dal tipico approccio del lighting designer: “che proiettore metto” o “come ce lo faccio arrivare qui un proiettore?! Come scavalco le innumerevoli gru, carter dell’impalcato, macchinari, cumuli di macerie etc etc,… e ci siamo resi conto che il problema principale sarebbe stato logistico e che le interferenze tra reparti molto diversi tra loro (maestranze del cantiere e noi) sarebbe stata la sfida più difficile da affrontare.
Tornando ai proiettori, la scelta è avvenuta per “colore”, volendo sfruttare al massimo le capacità di ogni singola fixture. Per questo motivo il settore verde è stato creato utilizzando 102 Claypaky Mythos2, con frost e focus a full. Per ottenere la massima potenza di queste macchine abbiamo scelto di utilizzare un filtro colore presente nella ruota colore e non la miscelazione.
la parte bianca è stata illuminata con 100 DTS Evo, zoom proporzionale in base alla distanza dal punto di proiezione e con focus tutto largo. Per alcune macchine è stato necessario aggiungere il frost per diffondere il bordo del fascio luminoso, problema che si presentava per le fixure più a ridosso delle pile. La minor luminosità del proiettori Evo rispetto alle altre 2 tipologie di proiettori a testa mobile presenti in cantiere era stata tenuta in considerazione durante lo studio illuminotecnico, valutando il bilanciamento delle fonti e dei filtri colore in fase di realizzazione.
L’ultima zona, ovvero l’area rossa è stata illuminata con 76 Vari-Lite VL4000 WASH/BEAM, una macchina che non avevamo mai utilizzato in precedenza e che ci ha davvero stupito per potenza e qualità della luce. Una vera bomba (anche nelle dimensioni).
In generale ogni facciata del pilone è illuminata da 8 teste mobili poste a circa 25 mt di distanza. Ove non si poteva mantenere questo standard di posizionamento abbiamo optato per un numero superiore di fixture, fino ad un massimo di 12 in ogni postazione.
Per una resa cosi potente abbiamo tenuto in considerazione il colore e il materiale del pilone: cemento di un grigio molto chiaro, con zero riflessioni ed un assorbimento vicino al 100%. Altro discorso per la campata in metallo del ponte, che seppur non illuminata direttamente da nessun proiettore ha raccolto e riflesso tutta la luce parassita proveniente dalle pile, regalandoci una enorme bandiera italiana orizzontale, molto astratta senza riferimenti geometrici.

Fonte: DocCrew
ZioGiorgio.it: quanti tecnici sono stati coinvolti in questa installazione e in che ruoli?
Alessio De Simone: durante la prima riunione, rigorosamente on line, abbiamo proposto all’interno del nostro gruppo le più disparate soluzioni tecniche ed artistiche, selezionando le migliori idee. Poi siamo passati allo sviluppo di una presentazione del progetto, e una volta completato il sopralluogo in cantiere ci siamo occupati dei plot esecutivi e del relativo file wys, oltre l’indispensabile confronto con fornitori e tecnici. Emanuele Vangelatos era il nostro referente tecnico per Agorà. Paola Donati referente per Duemila Grandi Eventi.
In cantiere ci siamo occupati della posa in opera delle attrezzature fornite da Agorà e della programmazione dei corpi illuminanti. Sono passati circa 15 giorni dal primo contatto all’ultima memoria. In totale avevo a disposizione 2 driver, 12 stage hands, 6 elettricisti e 2 crewboss luci (lato ponente/lato levante).
ZioGiorgio.it: come hai gestito segnali e il controllo dalla console su una distanza così importante?
Alessio De Simone: poco tempo, interferenze continue con macchinari da cantiere e operai non ci hanno permesso di realizzare un impianto standard con un centro di controllo unico e l’invio di segnali alle varie aree periferiche. Era impossibile pensare di stendere cavi dmx o di rete in un’area cosi complicata. Abbiamo riflettuto molto su soluzioni dmx wireless e sulla trasmissione di segnali wifi con antenne direzionali. Alla fine ha vinto la praticità, e abbiamo gestito l’intero impianto con 9 diversi controller.
Visto il periodo difficile e l’impossibilità di reperire desk uguali da altri service ci siamo arrangiati con il materiale che avevamo in casa sia noi che il service Agorà. Alla fine abbiamo utilizzato 26 universi DMX gestiti da una HogPC, una RoadHog 3, due Hog4, una HedgeHog, una HogPc con DP8000, una GrandMA3 Command Wing e due GrandMA3.
I ragazzi alle console comunicavano tra loro e con me via radio e personalmente mi sono occupato delle varie chiamate per sincronizzare le diverse cue, come uno show caller.
ZioGiorgio.it: bilancio conclusivo e feedback?
Alessio De Simone: abbiamo ricevuto diversi commenti estremamente positivi da molti amici e colleghi sparsi per il mondo. L’esperienza di un cantiere ai tempi del covid è stata davvero dura, mascherina e distanziamento sono difficili da tenere per molto tempo, specialmente nelle giornate calde. Spesso ci allontanavamo dagli altri per poter togliere la maschera e vivere qualche momento di relax. Siamo orgogliosi di aver avuto questa grande opportunità, sono convinto che la nostra installazione rappresenta una speranza per tutto il settore, dagli operatori ai service, e che nel più breve periodo possibile la nostra categoria possa ricevere il giusto supporto da parte delle istituzioni. Crediamo che il futuro sarà difficile da organizzare, ma cogliamo questa opportunità per migliorare il mondo degli eventi.
All’eccellente lavoro dello staff di Trussdesign si affianca un’istallazione ad opera di LaserEntertainment sulla parte superiore del ponte di cui abbiamo parlato qui.
Abbiamo contattato Alberto Kellner che ci ha dato qualche informazione utile in più.
ZioGiorgio.it: un lavoro importante in un momento difficile. Raccontaci com’è andata, quali sono state le impressioni, emozioni tue e del tuo staff
Alberto Kellner: sì senz’altro. Anche se diciamo che questo progetto è nato molto tempo prima, per l’esattezza nell’inverno del 2018, quando partendo da una richiesta dell’Architetto Ottino, con cui collaboriamo da anni, e che ha avuto l’idea di collegare virtualmente il ponte crollato con i laser, abbiamo iniziato a valutare tecnicamente come realizzare l’installazione e a studiare le modalità e problematiche relative all’installazione.
ZioGiorgio.it: quali erano le richieste del committente e quali sono stati gli step di proposta e progettuali?
Alberto Kellner: la proposta in realtà è stata avanzata già da un anno verso il ns. cliente Salini-Impregilo (con cui avevamo già collaborato per altri eventi), e contemporaneamente presentata al Sindaco/Commissario per ottenere il benestare dell’autorità competente, con l’intenzione primaria di cercare di trasmettere un concetto di speranza nel futuro, di rilancio di Genova e dell’Italia, al contempo forte ma sobrio, soprattutto nel rispetto delle vittime e delle loro famiglie. L’installazione confermata verso la fine di Febbraio in concomitanza delle fasi finali di completamento del ponte, e la tragica concomitanza della pandemia del Corona Virus, hanno indotto il Cliente a richiedere che i fasci laser riproducessero i colori della bandiera italiana.
ZioGiorgio.it: entriamo nel dettaglio: fixture e posizionamento
Alberto Kellner: per l’installazione sono stati impiegati n.°4 proiettori laser Kvant Spectrum 32 watt RGBY LD (low divergence/bassa divergenza), tutti con schede Pangolin FB4 integrate questo per mantenere il fascio concentrato e ben visibile anche a grande distanza e con la stessa intensità e distanza per tutti e tre i colori, combinando assieme due proiettori laser per il colore rosso che ha una percezione inferiore rispetto al verde e al bianco e avere un corretto bilanciamento.
Tutti i laser vengono controllati da un mediaserver Pangolin Beyond Ultimate collocato in immediata prossimità dei proiettori, questo perchè essendo in un cantiere attivo, è necessario rimuovere spesso i laser e riposizionarci nuovamente a seconda delle necessità dei lavori di avanzamento del cantiere sulle sponde del ponte e dei relativi svincoli autostradali, alimentando tutte le ns. attrezzature con un gruppo elettrogeno mobile silenziato da 7 KVa.
Una delle problematiche maggiori è stata quella di studiare attentamente e superare tutti i necessari requisiti di sicurezza per le maestranze che lavorano in cantiere, e che sono impegnate h.24 al lavoro sul ponte, questo richiedeva molta attenzione all’allineamento dei fasci anche per la presenza di grù in movimento e di persone in quota sul piano dell’impalcato del ponte, infine il “lockdown” ha imposto ulteriori problematiche legate a garantire la sicurezza del personale impiegato (2 tecnici sempre in loco, richiesti in cantiere per garantire la sicurezza con il sistema di “coppia”), alle necessarie documentazioni da produrre alla Prefettura, alle Autorità competenti per il cantiere, etc.
ZioGiorgio.it: come hai gestito segnali e il controllo dalla console su una distanza così importante?
Alberto Kellner: in realtà come già detto il mediaserver Pangolin è posizionato in prossimità dei laser, pertanto una piccola rete locale è stata sufficiente per collegare i laser che sono tutti posizionati nel raggio di una ventina di metri sopra dei totem zavorrati e assicurati.
Walter Lutzu
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