Nuovi JHS legends of Fuzz

Il Fuzz è un effetto intransigente, monolitico, produce sentimenti senza zone grigie: o si ama alla follia o si odia senza diritto di replica. E’ presente nel catalogo JHS sin dagli esordi, con progetti originali e repliche di grandi classici, ma solo oggi il produttore di Kansas City ha deciso di presentare al pubblico il proprio tributo definitivo a Sua Eccellenza, lanciando sul mercato i quattro pedali della serie “Legends of Fuzz”. Un modo per permettere ai migliori circuiti fuzz mai realizzati, di continuare a scrivere la storia, cominciata ormai 60 anni fa, attraverso le mani e le idee dei chitarristi di oggi. Un viaggio che unisce, con una linea ad onda quadra, la Londra degli anni ’60 al Giappone, fino alle ceneri dell’Unione Sovietica: ogni tappa è una storia che vale la pena raccontare, fatta di suoni grezzi, primitivi e puri che non smettono di essere attuali.

Londra, Denmark Street, Aprile 1965: fra una tazza di the e un acquazzone primaverile, il giovane commesso di Macari’s Music Exchange Gary Hurst sta per cambiare per sempre la storia della musica, donando alla scena britannica di quegli anni il suono che tutti riconosciamo, con l’invenzione del Sola Sound Tonebender Fuzz. A dispetto di un nome che in Italia non ha un appeal troppo promettente, le prime release vanno a ruba e sono seguite da diverse versioni del pedale. Il JHS Bender è un tributo alla versione più celebre e ricercata, la Mk III Silver/Orange del 1973 ‘Onomatopeia’, del quale replica circuito e sonorità, sostituendo gli eccessivamente nervosi transistor al germanio con più stabili al silicio super selezionati. Il risultato è un fuzz dinamico e flessibile, che passa dal leggero crunch all’aggressione sonora con un giro di potenziometro, con forti echi di Led Zeppelin, Jeff Beck, Beatles e Bowie. Il pulsantino ‘JHS Mode’ ne trasforma il carattere, aggiungendo gain e un boost sulle medie frequenze, perfetto per i suoni lead.

Triangle, Rams Head, Pi e Op Amp… non si tratta di una formula magica per far apparire David Gilmour nel vostro salotto, ma di quattro versioni a dir poco leggendarie della prima produzione del Big Muff di Casa Electro Harmonix, prodotte per un ventennio prima del tracollo finanziario dell’azienda nel 1984. Dopo quasi 10 anni, esauriti tutti gli esemplari in circolazione, già allora venduti a prezzi da auto d’epoca, Mike Matthews riesce a riprendere la produzione presso un’azienda ex-sovietica, riportando in vita la EH. Nei primi ’90 immette sul mercato quella che, di fatto, è la settima edizione del pedale, col nome di ‘Mike Matthews Red Army Overdrive by Sovtek’ non potendo più utilizzare il nome originale di cui aveva perso i diritti. Prodotto in piccolissime quantità fra il 91 e il 92 è probabilmente il Muff più raro in assoluto, una vera e propria chimera per i collezionisti.
Neanche a dirlo Josh ne possiede un rarissimo esemplare, dal quale ha mutuato il JHS Crimson. Caldo, definito e brillante, eppure Muff, in un modo che rappresenta un caso a sé nella storia del pedale. I controlli del Crimson sono identici a quelli dell’ispirazione, con in più il JHS Mode che ne espande le possibilità soniche e creative. Da Gilmour agli Smashing Punpkins, dai White Stripes ai Wilco e oltre… un pedale da ri-scoprire.

La base tonda di un’asta microfono. Questo è bastato a Ivor Arbiter per dare forma concreta ad un progetto che aveva nel cassetto da qualche tempo. Complice la prorompente scena musicale londinese di metà anni ’60 decide di produrre un fuzz utilizzando questa forma inusuale e calcare la mano posizionando due potenziometri in alto, lo switch di accensione quasi nel mezzo e un’etichetta ricurva in basso, a simulare un faccione tondo sorridente. Nel 1966 nasce il Fuzz Face e nello stesso anno viene provato per caso da un giovane chitarrista statunitense appena arrivato a Londra, un certo Jimi Hendrix, che se ne innamora perdutamente. Il resto è storia.
Gli esemplari fino al ’69 erano prodotti con transistor al germanio, che Ivor ha sostituito senza rimpianti con quelli al silicio, decisamente più stabili, quando lo stesso Hendrix disse di preferirli per il sound e l’attacco. Il JHS Smiley è una fedele riedizione del suono che ha decretato l’ingresso del Fuzz Face al Silicio nella leggenda, con in più il JHS Mode. Lo Smiley è capace di catturarne perfettamente la magia: dinamico, chiaro, definito e potente, con il sustain peculiare e le medie frizzanti tipiche del sound di Hendrix, Clapton, Eric Johnson e migliaia di altri. E’ arrivato il momento di fare tuo questo suono!

La fine degli anni ’60 in Giappone erano un pullulare di produttori di elettroniche di qualsiasi tipo e di qualità eccelsa, non facevano eccezione le aziende produttrici di pedali, capaci di realizzare prodotti leggendari come l’Univox Super-Fuzz. Inizialmente integrato dentro un ampli della Honey, dall’inequivocabile nome ‘Psychedelic Machine’, diventa un pedale a se stante quando nel ’68 l’azienda cambia il nome in Shin-Ei e diventa uno dei produttori di pedali più grandi del pianeta, costruendo elettroniche per diversi marchi internazionali, compresa la Univox che ne ha ripreso il progetto sotto il nome di Univox Unicord Super-Fuzz. Grazie alla collaborazione con Pete Townshend e alla forma inusuale del pedale, con un largo rettangolo di gomma a fare da switch riportante la dicitura Super-Fuzz a caratteri cubitali, e una gamma di colorazioni fra le quali scegliere, l’Univox entra nella storia. Fuzz octaver che permette ad ogni nota o accordo di creare texture fino al allora impensabili, l’Univox rivive nel nuovo JHS Supreme che riprende le caratteristiche della produzione del ’72: eccessiva, asfittica e scorretta. Immaginate un Octavia che si è svegliato con il piede sbagliato… questo è il Supreme, con il JHS Mode che ne enfatizza l’effetto octaver. Se ami il suono di The Who, Black Keys, Beastie Boys e Mudhoney non puoi fare a meno di questo pedale!

Gli esemplari della serie destinati all’Italia sono già in viaggio, allertate il rivenditore JHS più vicino a voi e mettete il vostro nome in una storia lunga 60 anni!

Info: www.gold-music.it

Vai alla barra degli strumenti