Intervista a Claudio Trotta: problemi, soluzioni e ripartenza…

Successivamente all’uscita del nuovo DPCM  del 25 ottobre 2020 che di fatto chiude nuovamente agli eventi in teatri, cinema, eventi all’aperto e congressi, abbiamo intervistato Claudio Trotta, patron di Barley Arts e tra i fondatori di Slow Music, per un suo punto di vista sulla situazione attuale.

Oltre ad essere un promoter e produttore dalla lunga esperienza, Claudio si è dedicato con passione al progetto Slow Music che merita un approfondimento, prima di ascoltare le parole del diretto interessato.
Si tratta di un’associazione no profit, o meglio un progetto culturale, che propone la filosofia del giusto e dell’etico, attraverso programmi di educazione e formazione legati alla musica, al fare musica, all’ascoltarla in profondità, alla gestione di progetti ed eventi del mondo musicale da condividere in un giusto rapporto con gli ascoltatori.
Slow Music si propone come strumento d’aiuto e supporto del mercato musicale e come punto di riferimento sia per gli ascoltatori di musica, sia per gli utenti di spettacoli e di prodotti musicali, favorendo progetti di educazione legati al ruolo della cultura musicale e alla crescita del gusto.
Inoltre Slow Music sostiene il pieno rispetto delle identità culturali territoriali e punta a valorizzare le culture musicali locali a fronte della crescente omologazione imposta dalle logiche di mercato.

Secondo l’idea di Claudio Trotta “Slow Music è nata per emulazione di Slow Food, quella grande idea divenuta poi un grande movimento presente nella società italiana e internazionale. Obbiettivo di Slow Music è alimentare e preservare la qualità e la territorialità, per aiutare i giovani e puntare un faro sul futuro, per creare – sparsi nel mondo – dei Presidi della qualità musicale”.

Proprio in occasione del fenomeno covid, Slow Music ha ideato “Vengo anch’io… per sentire l’effetto che fa”, il progetto di ripresa delle attività di spettacolo e musica dal vivo, che raccoglie personaggi di spicco del mondo dello ShowBiz italiano insieme a medici e specialisti.
Il gruppo di lavoro, alla luce della diffusione e della conoscenza del virus, nella massima cautela applicata per la sicurezza sanitaria pubblica, ha elaborato collettivamente e su base volontaria un’ipotesi di modalità operative complessive per poter permettere la ripresa di qualsiasi attività artistica (cinema, danza, musica, teatro, eccetera), fermo restando che gli spettacoli si svolgano all’aperto, con posti a sedere assegnati.
Il contenuto del progetto, analizza tutte le procedure, da quando si potrà acquistare e vendere dei biglietti, alle modalità d’ingresso, flusso, deflusso e partecipazione allo spettacolo; considera ipotesi di lavoro per spettacoli ex novo, non per quelli cancellati e/o riprogrammati, indicando anche ipotesi di procedure sanitarie per il pubblico, per i lavoratori e gli artisti, insieme alle procedure a garanzia della sicurezza sul posto di lavoro.
L’“idea forza” sottesa al progetto è quella di riprendere al più presto le attività di spettacolo e musica che, se di certo costituiscono il “sale sociale e culturale dell’animo delle persone di ogni età” anche quali elementi terapeutici della depressione da clausura che si è già insinuata e diffusa nella gente, insidiosa e invisibile proprio come il Covid-19, rappresenta nel contempo una concreta possibilità di alleggerire, o almeno non incrementare, il numero dei nuovi poveri visto che il settore, oltre gli artisti, occupa decine di migliaia di operatori e lavoratori (tecnici del suono, maestranze per l’allestimento di palchi e strutture per gli spettacoli, gestori di eventi live, ditte per la fornitura di servizi e security, artigiani, consulenti, ecc.) che, di fatto hanno esaurito le proprie risorse finanziarie senza nemmeno intravedere prospettive di ripresa del lavoro.
Questo progetto è stato inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri competenti, alla SIAE, al NuovoImaie, all’ANCI, all’ AGIS, alle associazioni di categoria del settore.
Ulteriori informazioni sono disponibili all’interno delle pagine Facebook e Instagram del progetto.

Godetevi ora questo interessante confronto con Claudio Trotta.

ZioGiorgio.it: bentrovato Claudio. Di certo la situazione generale è ancora molto confusa e il nostro settore di fatto fermo. Ciò che ci duole di più è però verificare che c’è una mancanza di fiducia in un settore, il nostro, che ha dimostrato di saper gestire meglio di altri distanziamento sociale e la logistica collegata. Che idea ti sei fatto?

Claudio Trotta: il mondo dello spettacolo e tutta la sua composita filiera professionale ricca di qualità e diversità e non solo di quantità credo sia stato mal rappresentata in Italia sin dall’inizio della emergenza sanitaria mondiale. Si sono purtroppo compiuti vari errori strategici che hanno consentito alla politica, alla opinione pubblica e ai media di credere che fosse un mondo ricco di soldi e anche piuttosto superfluo.
Più precisamente in occasione del primo DPCM del 17 maggio dedicato alla “riapertura” degli spazi con limiti di capienza stabiliti senza un apparente criterio logico e razionale Assomusica e le due multinazionali dominanti in Italia e nel mondo, Live Nation e tutte le società di proprietà del gruppo Eventim hanno dichiarato che tutto si sarebbe fermato per un anno facendosi anche “forti” del sistema dei voucher necessario ma carente e pieno di criticità e malamente corretto in corso d’opera. Stiamo parlando delle centinaia di migliaia di biglietti venduti per i concerti che si sarebbero dovuti tenere nell’estate 2020 rimandati gioco forza al 2021 (per ora).
Ora invece mi sembra di poter dire che le decisioni governative sulla nuova chiusura di tutti gli spazi della Cultura appaiono “disperate” e insensate o comunque non adeguatamente sostenute o motivate da reali fatti scientifici anche alla luce del monitoraggio estivo dell’Agis che ha dimostrato una volta ancora la grande professionalità e capacità organizzativa, anche di fronte alle limitazioni e ai controlli e ai protocolli richiesti, di tutta la filiera dello spettacolo con 350.000 persone che hanno partecipato agli spettacoli ed il riscontro di un solo caso di Covid fra i partecipanti.
Anche se fossero stati 100 invece di uno si confermerebbe comunque la “sicurezza” dei nostri spazi dello spettacolo che invece sono stati chiusi insieme a quelli della socialità e della pratica sportiva di giovani e meno giovani che cosi non hanno al momento alcuna possibilità di “nutrimento” per la propria condizione psico fisica se non quella possibile, non a tutti ovviamente, di quanto si possa fare a casa propria.

ZioGiorgio.it: sei sempre stato uno di quelli “possibilisti”, come noi del resto. Credi che esistano modalità e format di fruizione degli show dal vivo (ma inserirei anche eventi in genere) in grado di generare comunque un degno profitto per gli operatori dello spettacolo anche durante questa emergenza?

Claudio Trotta: con Slow Music e insieme a medici e professionisti del settore e prima del decreto del 17 maggio abbiamo volontariamente realizzato un protocollo per la riapertura in sicurezza degli spazi e di tutti gli eventi open air che abbiamo chiamato in omaggio alla canzone di Enzo Jannacci “Vengo anche Io per sentire l’effetto che fa”.
Un protocollo che è stato regalato al governo, alle regioni, all’ANCI, ad Assomusica, all’Agis e tante altre associazioni di categoria. Ora stiamo lavorando ad una nuova edizione per gli spazi indoor e continueremo nella nostra opera di sostegno a tutto il mondo della cultura e degli eventi.
Recentemente è stata suggerita da Donato Nubile, un organizzatore di spettacoli di Matera, l’organizzazione di “Stati Generali degli Eventi” un grande incontro collettivo aperto quindi a tante categorie professionali al momento tutte ferme ed in grave ambascia per le loro prospettive a breve, medio e lungo termine
Mi pare una ottima intuizione e ho intenzione di farla anche mia.

ZioGiorgio.it: come mai, a tuo parere, chi dovrebbe essere il nostro interlocutore non sembra ascoltarci più di tanto? Anzi, siamo sicuri che sia proprio il “Ministero dei Beni Culturali e del Turismo” il nostro riferimento?

Claudio Trotta: credo che allo stato dell’arte si possa dire, senza utilizzo di alcuna mediazione dialettica, che ci troviamo convivere ad una coincidenza mondiale di un diffuso livello davvero basso di qualità e preparazione professionale della classe politica internazionale e italiana con poche eccezioni che purtroppo restano “pecore nere” nel gregge dell’adesione al sistema della colpevole ignoranza.
L’omologazione culturale imperante e la concentrazione di potere della intera filiera dello spettacolo, ormai da anni nelle mani di poche multinazionali, consentita da questo mediocre livello della classe politica nel mondo ed in Italia, hanno fatto danni che spero non debbano considerarsi irreversibili ma che certo necessiterebbero di cambi di prospettive e di priorità e di una ben più alta visione politica collettiva che ora certamente non si riesce a vedere e quasi neanche ad immaginare.

ZioGiorgio.it: cominciamo a sospettare (sincemente non da oggi) che ci sia qualche cosa che non funziona nella connessione tra le varie entità dello showbiz: produzioni, service, cooperative, tecnici, aziende. Qual è la tua idea in merito, pensi possa esserci qualche soluzione per migliorare la cooperazione dell’intera filiera?

Claudio Trotta: il sistema dello spettacolo in Italia è soggetto a sospetti abusi di posizione dominante da parte di pochi soggetti che lo condizionano e ingabbiano senza la garanzia di alcuna dignità professionale.

ZioGiorgio.it: nonostante l’arrivederci al 2021 da parte Assomusica nello scorso marzo, questa estate c’è chi si è mosso e, anche se con grande difficoltà, è riuscito a fare cosa degne. Credi che possano esistere in qualche modo i presupposti a livello di budget per produrre spettacoli all’altezza delle aspettative?

Claudio Trotta: ci si deve provare tutti nel nome di una “nuova economia” che offra possibilità e opportunità di lavoro per tutti nel nome di una ripartizione diversa delle economie possibili. Gli artisti devono fare la loro parte e se necessario si dovrà e potrà pensare a serate multiple e anche a doppi spettacoli lo stesso giorno come già succede nel jazz e nel teatro.

ZioGiorgio.it: come vedi il futuro del nostro settore? Tornerà tutto come prima o, in un modo o nell’altro, assisteremo ad un “ridimensionamento” generale del settore?

Claudio Trotta: se non si risolve la questione principale della posizione di abuso della condizione dominante dei grandi gruppi multinazionali siamo destinati ad una sorta di “schiavismo” culturale e professionale che non credo permetterà alle nuove generazioni di emulare positivamente secoli di grande tradizione, esperienza e maestria del mondo dello spettacolo in Italia e che limiterà le possibilità di conoscenza per il pubblico.

ZioGiorgio.it: in questo periodo cosa ti ha amareggiato di più e cosa, per contro, ti ha dato la forza di continuare in questo lavoro?

Claudio Trotta: il fatto che come aveva predetto lo scrittore Aldous Huxley si sia riusciti a far si che la richiesta di privazione delle libertà costituzionali ed individuali sia arrivata spesso “dal basso” dalla gente comune terrorizzata dal virus. Al contrario mi hanno dato molta forza l’affettività, l’armonia, la passione e la gioia di vivere di tante persone conosciuti e anche sconosciuti.

ZioGiorgio.it: hai sempre prodotto o comunque promosso eventi spettacolari e ricchi di innovazione. C’è qualche tecnologia o nuova possibilità di intrattenimento che credi si possa sviluppare nel prossimo futuro e che vorresti vedere in un tuo concerto?

Claudio Trotta: c’è molto da fare e le prime cose che mi vengono in mente sono che spero di poter contribuire a migliorare la qualità delle location, di rimettere al centro la qualità del suono e della esperienza complessiva e infine di poter abbassare i prezzi dei biglietti e limitare la tendenza alla mancanza di accessibilità ad una parte degli spettacoli.

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