Kiss a Dubai: il racconto… in sicurezza

La quasi totale assenza di eventi live in Italia e non solo dura ormai da un anno esatto. Lo Zio non si è perso d’animo, e poche settimane fa ha percorso virtualmente quasi 6.000 km per incontrare Ricky Ceconi – un professionista noto al mercato italiano che da quasi 10 anni vive e lavora nei paesi del Golfo come Direttore Tecnico e di Produzione per vari eventi – che ha coordinato lo staff Health & Safety per lo straordinario concerto di capodanno dei Kiss a Dubai. Un evento che ha regalato ai molti spettatori collegati in streaming e ai più fortunati che hanno potuto godersi i Kiss affacciati alle camere dei propri alberghi o dai pochi cluster a ridosso del palco, un momento di energia pura, come non avveniva da tanto tempo.

In una lunga chiacchierata su Zoom, Ricky ci ha permesso di toccare con mano quella vita da backstage di cui sentivamo la mancanza, e di ragionare sulla fattibilità di eventi di questo tipo, oltre che sul futuro dei live da qui a pochi mesi, nella speranza di tornare al più presto a calpestare prati e tavole di legno, inondati dalle pressioni sonore e affascinati dai potenti fasci di luce.

Godetevi l’intervista!

ZioGiorgio.it: bentrovato Ricky prima di entrare nel vivo, raccontaci chi sei e di cosa ti occupi…

Ricky Ceconi: vivo e lavoro da 8 anni tra Emirati, Arabia Saudita, Qatar e vari paesi del Golfo prevalentemente in ambito corporate aziendale. Solitamente lavoro come Technical Director o Production Manager in eventi corporate e live, ma in questo caso ho sfruttato tutte le conoscenze acquisite durante la pandemia nel campo dell’Health and Safety. Nella sicurezza per gli eventi devi avere qualcuno che ne capisce di eventi e che fa anche la sicurezza e, visto che a differenza della cantieristica standard, i tempi, materiali e le esigenze sono completamente diverse, ho messo insieme queste cose e in questo contesto, con un team di altre tre persone, ci siamo occupati della gestione health and safety legata nello specifico a covid.

ZioGiorgio.it: come funzionano gli eventi in UAE?

Ricky Ceconi: qui il mercato dei live è in mano a pochi promoter locali con all’interno una serie di figure che lavorano stabilmente per loro. Non esistono produzioni originali e solitamente il promoter compra un evento da agenzie internazionali, che se di grande dimensione viene inserito in circuiti come quello della Formula1 o del Dubai Jazz Festival. Spesso l’evento viene acquistato con i “requisiti minimi” e vengono messi in moto una serie di fornitori locali. La band porta solamente il backline e alcune cose essenziali per il proprio show.

ZioGiorgio.it: perché è stata scelta Dubai come location di questo importante evento?

Ricky Ceconi: per quanto riguarda l’evento dei Kiss va detto che il loro management, Landmarks Events – una costola di middle east city drive studios di Los Angeles che si occupa solo di eventi broadcast – ha dichiarato sin dall’inizio che questo sarebbe stato un evento dedicato allo streaming, sia per motivi legati alla pandemia, sia perché la possibilità di vendere questo show a livello internazionale si sarebbe decuplicato.
La cosa interessante è stata che in un momento in cui nel mondo non si svolgono eventi con pubblico, Dubai è l’unica location ancora aperta al turismo, con obbligo di tampone all’arrivo che, in caso di esito negativo, evitano l’isolamento. Questo aspetto ha facilitato l’ingresso della crew americana, visto che ottenere dei mission visa per tutti era una impresa impossibile oltre che costosa. Inoltre qui c’è la possibilità di vedere l’evento affacciati alle proprie camere dell’hotel, è l’unico stato ad oggi che facilita l’ingresso di persone senza grossi problemi di visto purché risultino negativi al tampone e naturalmente per l’enorme possibilità di spesa.

ZioGiorgio.it: raccontaci come funzionava il protocollo di prevenzione covid-19…

Ricky Ceconi: la produzione americana ha imposto che a partire dall’arrivo della touring crew americana il 26 di dicembre, venissero fatti dei PCR test ogni mattina fino al 31, per garantire una copertura sempre aggiornata di 24 ore. L’obiettivo finale era di creare una bolla ed evitare che ci potesse essere un qualsiasi contatto con i membri della band che ovviamente non hanno nessuno che li possa sostituire nel caso in cui risultino positivi. Attorno agli artisti era presente un team di una ventina di persone (tour manager, addetti ai camerini ecc…) con un pass blu, che indicava di allontanarsi il più possibile quando li incontravi.
Il pcr test veniva fatto sia alla crew locale che a quella esterna, il che significa 350/400 persone al giorno. Per questa particolare gestione, i Kiss hanno fatto una partership con una struttura sanitaria degli Emirati che ogni 1-2 ore prelevava i campioni e li mandava al laboratorio restituendo i risultati dopo 6 ore ad una sola persona della produzione, che aveva in gestione tutti i report giornalieri.

ZioGiorgio.it: come è stato organizzato il catering e il lavoro dei tecnici durante il setup?

Ricky Ceconi: per il catering sono stati organizzati diversi turni per evitare assembramenti, con al massimo 5 persone per tavolo e la presenza costante dello staff health & safety per controllare distanziamento e utilizzo delle mascherine quando in fila per essere serviti dal personale dell’hotel. I contatti ravvicinati e inevitabili tra i tecnici sono stati invece limitati ad un massimo di 15 minuti.

ZioGiorgio.it: nello specifico come agiva il tuo staff?

Ricky Ceconi: il coordinamento generale è stato gestito da Landmarks Events, che si è occupato dei contatti con le strutture sanitarie locali e della predisposizione dei tamponi. Il nostro supporto con 4 persone dedicate al monitoring on site è cominciato a tre settimane dall’evento, mentre la presenza fisica sul cantiere è cominciata a partire dal 26 Dicembre. Ci siamo adoperati affinché il variopinto mondo dell’entertainment rispettasse rigorosamente le linee guida imposte dalla Health Authority di Dubai.
Una delle quattro persone era dedicata al controllo fiamme e antincendio in fase di setup mentre i rimanenti erano dedicati alla prevenzione da covid-19 secondo le linee guida locali. Considera che il setup cominciava alle 6 del mattino e alle 7 di sera cominciava la programmazione luci, pyro. Quindi quasi 24 ore di presenza.
Per i controlli giornalieri abbiamo organizzato dei turni a partire dalle 6 del mattino in una tenda 20×10 con due infermiere che facevano i tamponi. Il primo giorno è un testing day per tutti, il secondo giorno ottieni un ulteriore braccialetto legato appunto al secondo test. Questo per assicurare la copertura di 24 ore, e per garantire alle persone che ritardavano il test di 3-4 ore di essere comunque coperti dal giorno prima. In sei giorni di test i reali positivi sono stati 3: due tecnici che non si sono nemmeno presentati presso la location e un local. Un controllo avvenuto in modo abbastanza sistematico e che ha ridotto il più possibile la contaminazione.

ZioGiorgio.it: dacci qualche dettaglio sul numero di addetti ai lavori, fornitori coinvolti, esito dello streaming e raccontaci dei due Guinnes World Record ottenuti da questo evento…

Ricky Ceconi: parliamo di circa 200 persone più altrettanti local forniti da All Events Service per quanto riguarda ferro e palchi, PRG per Audio, Video e Luci e Aggreko per quanto riguarda generatori e distribuzione corrente. Unica eccezione è stata fatta per gli effetti speciali, con FFP che ad oggi è un leader mondiale per quanto riguarda flames e pyro e NEP per la gestione tecnica di riprese video e upstreaming del program feed della messa in onda. Quest’ultima è una azienda olandese che ha portato negli Emirati Arabi Uniti una serie di materiali in 4k che non erano reperibili a Dubai, oltre ad una ventina di persone e 50 telecamere.
Per quanto riguarda lo streaming si parla di circa 2 milioni di visualizzazioni pay per view e due guinness record certificati: la fiammata più alta pari a 35 metri e il numero di fiamme lanciate in contemporanea in uno show, 66.

ZioGiorgio.it: visto il tuo background da Technical Director, puoi dirci due parole sul palco?

Ricky Ceconi: il palco era fuori standard, 46 mt x 23 mt, circondato da una struttura layher chiusa con appoggiato sopra una copertura divisa a cluster più fitti dove c’erano i pesi maggiori. Una produzione partita con 185 motori, e che ha visto l’impiego totale di circa a 100 motori per l’evento di Dubai. A causa dei protocolli covid il setup è durato molto di più, dal giorno e mezzo standard siamo passati a più giorni.

ZioGiorgio.it: fermo restando che siamo ancora in piena emergenza, cosa dovremo tenerci di questa esperienza considerando il futuro degli eventi?

Ricky Ceconi: un evento del genere si può fare, ma vanno ripensate le modalità di fruizione. La scorsa estate ci sono stati dei tentativi ma che riuscivano ad accogliere meno del 10% della capienza abituale. Una soluzione possibile sta nel considerare una stagione prolungata con taglio drastico ai cachet degli artisti che negli ultimi anni sono saliti di parecchio, per consentire più repliche in un solo giorno. Inoltre serve un nuovo approccio per quanto riguarda la logistica e implementare più rigorose procedure di health and safety. A tal proposito sono stati fatti due esperimenti la scorsa estate, uno in Germania e uno in Spagna, dove hanno scoperto che le modalità di interazione tra le persone, se veicolate in un certo modo, non determinano un aumento dei contagi.
Se tu hai un gruppo di persone che interagiscono con la mascherina e sono chiaramente negativi, nel momento in cui devono consumare cibo o bevande si devono spostare in un’area dedicata e gestita con un distanziamento ben organizzato. Serve inoltre rivedere gli impianti di areazione e riscaldamento. Insomma, un circolo virtuoso che va messo in moto.

ZioGiorgio.it: invece parlando dell’Italia?

Ricky Ceconi: nell’immediato potranno funzionare solamente i piccoli eventi. Se limiti l’utilizzo alla tua comunità controllata e testata è tutto più facile da gestire. Quindi, pensando all’Italia i concerti con gli stranieri dovranno attendere ancora un po’. A mio avviso la prossima estate sarà nazionale e al massimo europea.

Ricky Ceconi: ultima domanda prima di chiudere. Che sensazione ti ha dato partecipare ad un evento live dopo tanto tempo?

Ricky Ceconi: dopo mesi c’era bisogno di avere l’onda d’urto degli speaker che ti travolgeva, vedere laser ed effetti vari. Il pubblico era composto da 300/400 persone suddivise in cluster da 6-8 persone con servizio al tavolo. E’ stato comunque un messaggio positivo verso il mondo. Si può fare, a che costi? Magari con eventi più piccoli e facilmente gestibili. Ci vorranno più ore per l’accesso del pubblico e per il setup, ma ne varrà la pena come sempre.
Infine i Kiss sono grandi professionisti che hanno reso dal punto di vista artistico ed emotivo come se ci fosse stato un pubblico vero.

Walter Lutzu
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